14. GLI SCHIFOSI (4/5)




Sedici anni e il cuore giù nel cesso.







Schifosi mia madre e Giulio, e la loro orrenda storia segreta.

Schifosa Tiziana, che anche da morta riuscivo a odiare, perché era riuscita a portarmi via il mio amore, e forse ora mi osservava ridendo – per un secondo né fui convinta, anche non credendo a certe cose.

Schifoso Michele, perché ... perché?

Infondo lo sapevo bene anche io, me l'ero ripetuta più volte: 'sei solo la sua prima volta.'

Ma quella parete blu, quel far l'amore in inverno, quel desiderarci di continuo, io li avevo interpretati in un altro modo, pur ripetendomi 'sei solo la sua prima volta', proprio non riuscivo a crederci, per me eravamo innamorati, lui il mio amore ed il suo.

Ma era una falsità anche quella, i fatti così provavano: Michele aveva messo incinta Tiziana, era chiaro, e poi se n'era andato in cerca di nuovi cuori da infrangere.

Il mio però pesava più di un'ancora gettata in mare, e la catena per riemergere pesava troppo, da sola mi era impossibile alzare quel macigno.

Le forze mi mancarono, il caldo era insopportabile e la testa girò intensamente: così svenni lì, ai piedi di Giulio.

Mi svegliai a casa la sera stessa, non volevo parlare, non volevo mangiare, non volevo alzarmi dal letto che solo con le mani grandi dello schifoso potevo aver raggiunto.

Così feci: non risposi a mia madre, nonostante continuasse a riempirmi di domande, di urlare, di sbattere porte e infine tacere.

Non mangiai, perché di fame non vi era nemmeno l'ombra ed ero certa che mia mamma non avesse tantomeno preparato un posto a tavola per me a questo punto.

Non mi alzai dal letto, restando immobile, a fissare con gli occhi spalancati l'immenso blu che si espandeva sopra di me, detestando ogni suo centimetro.

Non piansi nemmeno una lacrima, per tre giorni rimasi impassibile, con Paolo che mi portava il cibo in camera, accettando quel mio strano silenzio – a fatica – e spronandomi ogni tanto ad andare sotto la doccia.

Il terzo giorno venne a trovarmi la sorella di Claudio, e non m'importava non ricordare il suo nome, ormai anche lei era destinata a venir dimenticata, in quell'ammasso di ricordi che mi legavano a quel paesino di merda.

Non osò aprire bocca, mi strinse forte, zitta; una volta sciolta mi afferrò una mano, se la portò al petto e mi fece sentire il suo battito cardiaco: era estremamente rilassante.

Ero seduta sul cornicione della finestra, quella che dava al terrazzo, il sole mi picchiava la schiena ma non m'interessava più di niente, nemmeno l'evidente scottatura che mi si stava formando mi poteva schiodare da lì.

Risposero le mie palpebre però, che a fatica si erano chiuse in quelle ultime notti, cercando di dormire. Iniziarono a sbattere, io non le controllavo, superavano il ritmo del cuore della innominata e ammorbidivano la mia vista, macchiata da giorni di odio.

La bellissima ragazza di Spezzano, inginocchiata di fronte a me, teneva un volto pieno di pietà, occhi brillanti e un cuore splendido, che non riuscivo sicuramente ad apprezzare quanto avrei dovuto.

Paolo sedeva sul suo letto, senza distaccare lo sguardo da noi, quasi fosse incantato.

Era questo che stava facendo la giovane calabrese, un incantesimo a tutti noi, e quando iniziò a parlare fu come pronunciare la magia più incredibile di sempre.

"Lo ricordi il mio attacco di ansia al White Sofia? Sai io soffro di attacchi di ansia da quando sono piccola. Ma quella sera, al White ... mi pareva uscisse fuori dal mio corpo il cuore. Sai perché?"

Ciò che ammise la ragazza, davanti a me e Paolo fu stupefacente, inaspettato, incredibile:

"Perché ti avevo vicina Sofia, e tu mi fai battere il cuore così. So che non sono ricambiata, forse a queste cose nemmeno dovrei pensarci, di certo non dovrei dirle, ma quello che volevo farti capire è che al cuor non si comanda. A volte ci affezioniamo a persone che non provano nulla per noi, eppure gli vogliamo bene.
Il dolore è parte integrante dell'amore ... amica mia, non dimenticarlo mai, e non soffocare mai un sentimento come questo, perché spegne tutto ciò che ti rende bella, calda, umana."







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