12. DICIASSETTE ANNI (7/7)
Mafia. Io quella notte proprio non avevo voglia di sentirla menzionata la parola mafia, eppure eccoci qua, di nuovo con quel termine rivoltante che mi si schiaffava in faccia, con tutta la frustrazione del mio migliore amico.
Io quel dolore, che si era portato addosso per anni, nascosto dal sorriso migliore e le guance rosee, non lo avevo mai notato, e nemmeno ora sapevo ripagarlo con la giusta comprensione, attenzione e pietà.
Ciò che riuscivo a fare, era fissarlo in faccia con le sopracciglia piegate, il mio braccio attorno al suo collo, e tutta la pena del mondo stampata in volto; questo probabilmente lo demoliva ancor più.
Fece un grosso sospiro, accompagnato da un ghigno appena accennato: "Sono un po' sollevato lo ammetto. Ma tu ora ti starai chiedendo se è di mafia che voglio parlare."
"Ci stavo pensando ..."
"No, non ho intenzione di allargarmi così tanto Sofia. E poi su queste cose io sono un allocco. Nonostante qui a Spezzano si respirasse già da piccoli, quell'aria pesante e subdola, maliziosamente viscida e manipolatrice ... io e te assorbivamo nella mente solo le cose belle."
"Già."
"Però so che sono risposte quelle che vuoi. Io mi sono dilungato troppo con i miei aneddoti ... forse perché ho meno paura a raccontarmi che ad ascoltare le tue domande. Penso sia giunta l'ora però ... chiedimi ciò che vuoi!"
Tirò un inaspettato filo di vento, facendomi di nuovo rizzare i peli delle braccia, che ormai non depilavo più.
Aspirai quell'aria fresca dalla bocca e poi sputai il rospo: "L'avete uccisa voi Tiziana?"
.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top