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Jimmy
Non riesco a concentrarmi sul lavoro e sospiro spesso a causa di uno strano solletico che avverto nello stomaco quando penso a Lisa e alla notte che ho passato con lei, sorrido come un deficiente ricordando la dolcezza del suo viso e a come mi sono sentito amato.
Sono sicuro che Lisa non sia una donna superficiale e non può trattarsi di sesso o altri interessi al di fuori dei sentimenti ciò c'è stato tra noi, altrimenti non si spiegherebbe questa strana piacevole sensazione che provo ogni volta che la incontro o che mi guarda arrossendo.
Guardo distrattamente il book di fotografie di varie modelle bellissime per la nuova linea di intimo e mare ma non riesco a trovare quella giusta che mi ispira e che rappresenti il nostro brand al meglio.
Non riesco a vedere quel particolare che ho sempre colto a prima vista e improvvisamente nessuna ha qualcosa di speciale, nessuna tranne Lisa.
Lei è così naturale, spontanea e le sue curve mi mandano fuori di testa, mi rilasso sulla poltrona e appoggio la testa indietro, la sua pelle liscia e morbida mi spezza il fiato tanto da farmi chiudere gli occhi e ascoltare il battito che aumenta di colpo.
Stringo le mani ai braccioli per calmare questo desiderio di averla qui con me in questo momento, il suo corpo mi affascina, non avevo mai apprezzato e ammirato una donna che esce fuori dagli schemi ideologici di bellezza che un uomo sogna, oltre ad avere intelligenza e determinazione.
«Jimmy è tutto ok?» Apro gli occhi di scatto e sospiro scocciato dall'interruzione di Kyle, lo guardo di traverso e ride divertito.
«Dormi a lavoro ora?» Ride ancora e mi passo una mano sul viso per non dare troppo peso al suo tempismo poco opportuno e irritante.
«Buongiorno anche a te Kyle.» Mi alzo dalla poltrona e vado davanti alla finestra, mi distraggono ancora i pensieri su Lisa e porto le mani in tasca fissando il vuoto.
«Hai deciso chi farà il servizio fotografico?» Mi giro e guardo titubante il book aperto sulla scrivania pensando che forse abbiamo bisogno di qualcosa di diverso e ampliare le nostre scelte.
«Sinceramente ancora no.» Torno alla scrivania, sfoglio svogliato ancora una volta il book e lo guardo rassegnato, sono a corto di idee.
«Beh... Puoi sempre farlo fare a Susanne.» Fa spallucce e una smorfia, l'idea di prendere ancora in considerazione la moglie di Connor è fuori discussione, soprattutto dopo aver trattato male Lisa.
«No, non se ne parla.» Mi guarda infastidito, prova ad aprire la bocca, lo fulmino all'istante con lo sguardo e, se insiste a propormi lo stesso nome, sono pronto a prenderlo a pugni.
«Ok. Allora Caroline. Mi sembra sia adatta e poi... » Ride divertito, incrocio le braccia al petto e lo guardo perplesso.
«Me la sono fatta anche alla tua festa. Se Lisa lo sapesse mi ucciderebbe volentieri.» Mi acciglio e non capisco cosa vuole dire, scuote la testa con un ghigno strafottente disegnato in viso.
«Sinceramente le darei una mano. Per quanto ne so, stai con la sua amica Jenna.» Mi guarda stupito e ridacchiando.
«Già. Ma più che altro perchè Caroline è sua sorella. Non lo sapevi?» Ride ancora e mi stupisco anch'io, ma della diversità delle due donne.
«No, non lo sapevo.» Rifletto proprio sulla diversità delle due sorelle, mi viene in mente un'idea e sorrido sornione guardando Kyle.
«Quando hai quell'espressione vuol dire soltanto una cosa. Cos'hai in mente?» Mi strofino la barba sempre più convinto che la mia idea potrebbe funzionare, devo solo convincere delle persone a collaborare.
«Te ne parlerò. Ora scusami, ma devo uscire.» Non gli do il tempo di replicare che sono già fuori dal mio ufficio lasciandolo attonito.

Lisa
«Che ci fai qui?» Mi alzo lentamente continuando a guardarlo perplessa, mi stupisce la sua presenza, non mi aspettavo di certo di rivederlo così presto.
«Sono venuto per portarti questi e per parlare con te.» Un pò mi spiazza e lo guardo senza riuscire a trovare le parole giuste da dire, sorrido imbarazzata e nel contempo stupita mentre si avvicina e mi porge i fiori.
«Ehm... » Scuoto la testa contrariata, credevo di essere stata chiara e inizio ad innervosirmi, non ho intenzione di accettare il suo dono.
«Lisa, ascoltami. Vuoi un'auto? Un palazzo? Questa città? Ti darò tutto ciò che vuoi e ti giuro che sarai felice con me.» Lascia i fiori sulla scrivania e mi guarda con aria esasperata ma non mi lascio convincere dalle sue parole che mi stanno letteralmente irritando il sistema nervoso.
«Connor. Non voglio nulla... Da te.» Cerco di mantenere la calma, non mi sembra il luogo adatto per fare scenate e mettere in piazza cose private.
«Lascio Susanne e verrai a vivere con me oggi stesso.» Prende in fretta il suo telefonino e mi accorgo che le sue mani tremano come foglie al vento e scorre il display agitato.
«Ehm... Connor aspetta.» Gli stringo le mani e avverto quella strana sensazione che mi provoca un pizzicorio alla nuca mentre si ferma e mi guarda come perso in chissà quali pensieri, la cosa non mi piace per niente, le lascio subito e sorrido nervosa ma devo tentare di calmarlo.
«Io ti amo Lisa.» Mi prende lui le mani e mi si mozza il fiato, batto velocemente le palpebre e lo guardo attonita, vorrei uscire da questa situazione ma prende una piega diversa da come spero ogni volta che dico qualcosa.
«Connor... Io... » Le lacrime iniziano a pungermi gli occhi, l'insicurezza torna a fare capolino e mi sento troppo a disagio per poter urlare.
«Non è successo niente. Stiamo ancora insieme e andremo a pranzo.» Sorride come se nulla fosse cambiato, capisco che c'è qualcosa che non va in lui, il pizzicorio dietro alla nuca aumenta e i brividi mi ricoprono il corpo, inizio a piangere spaventata e voglio soltanto che mi lasci in pace.
«No, Connor. Noi non stiamo più insieme e voglio che tu te ne vada da qui.» Tento di tirare indietro le mani ma stringe la presa, respira forte dal naso e il suo sguardo cambia, mi fissa con gli occhi divenuti grigi e freddi, deglutisco a fatica e d'un tratto penso che sono capace di tenergli testa.
«Mia cara Lisa, tu non sai quello che dici.» Un ghigno perverso si disegna sulla sua bocca e ridacchia, non so quali siano le sue intenzioni ma non voglio di certo che mi faccia passare da scema.
«Io so benissimo cosa voglio, Connor.» Con uno strattone mi libero dalla presa, lo guardo infuriata e mi avvicino al suo viso.
«Voglio che esci dalla mia vita per sempre.» Ride divertito guardando in alto e porta le mani ai fianchi, tornando a guardarmi negli occhi.
«Credi che potrai liberarti così facilmente di me? Lo sai che sono l'unico che ami e che ti scopa come nessuno ha mai fatto.» Scuoto la testa lentamente e sorrido divertita dalle sue parole senza senso.
«Beh... Su questo ho seri dubbi. Io non ti amo, Connor. Devi accettarlo e basta. Non sono più quella ragazza che conoscevi un tempo e che credevi di poter manipolare a tuo piacimento.» Porto le mani sui fianchi e alzo il mento orgogliosa della donna sicura che sento di essere, mi guarda dalla testa ai piedi e sogghigna di nuovo avvicinandosi lentamente fino a sfiorarmi il naso col suo.
«Mi piace come mi provochi. Potrei prenderti e scomparti su questa scrivania fino a farti supplicare di restare con te.» Mi sfiora un fianco e il mio battito accelera di colpo, non voglio assolutamente che mi tocchi e tento di indietreggiare ma mi afferra avvolgendo un braccio intorno alla mia vita e mi attira con forza contro il suo corpo facendomi gridare.
«Sono eccitato e so che lo sei anche tu.» Accarezza la mia guancia col naso e inspira forte, provo a spingerlo dal petto con forza, ma non si smuove di un millimetro e ride mentre stringe di più la presa.
«Smettila, Connor.» Tento ancora provando a colpirgli le spalle coi pugni e avvolge anche l'altro braccio intorno a me, facendomi spaventare di nuovo.
«Non fare tanto la difficile, ti piacerà più delle altre volte, vedrai.» Tenta di baciarmi e lo colpisco al viso con uno schiaffo facendogli girare il viso di poco, torna a guardarmi infuriato e inizio a temare.
«Vuoi farlo in modo violento? Ti accontento subito!» Mi grida in faccia e non lo riconosco più, mi spinge contro la parete mentre grido e, con una tale forza che non riesco a respingere, mi blocca al muro, inizia a leccarmi prepotentemente il collo, mi dimeno, ma non posso muovermi molto anche a causa della longuette stretta e dei tacchi.
«No! Lasciami Connor!» Mugola strusciandosi addosso a me, continua a leccarmi e torna sulla mia bocca che serro e lui ride divertito, infila una mano nella camicetta e inizia a torturarmi un seno.
«Ti piace, vero? Ti stai eccitando principessa.» Mi dimeno ancora ma mi sovrasta col suo corpo troppo muscoloso e forte, tento di gridare ma lui con un gesto veloce mi tappa la bocca con la mano e con l'altra accarezza la mia intimità da sopra la stoffa della gonna.
«Ti farò godere come neanche immagini.» Ride ancora guardandomi negli occhi, inizio a piangere disperata scuotendo la testa, grido anche se la sua mano soffoca la mia voce e mi dimeno ancora con tutte le forze.
D'un tratto un braccio lo afferra per il collo e lo tira indietro velocemente lasciandomi libera e mi piego in avanti per riprendere fiato.
«Oddio, Lisa!» Vicky mi abbraccia e scoppio in un pianto liberatorio mentre Nico tiene saldamente Connor con un braccio intorno al collo e gli tiene una mano stretta dietro la schiena.
«Sta fermo, bastardo!» Alzo la testa e lascio Vicky, mi avvicino a Connor infuriata, mi fissa respirando a fatica e mi stupisce che non tenti di liberarsi.
«Non azzardarti mai più ad avvicinarti a me.» Mi guarda come un cane bastonato, non ha più quello sguardo duro e, i suoi occhi tornati calmi, m'implorano di perdonarlo.
Dopo qualche secondo arrivano degli agenti di polizia che lo prendono in custodia, sospiro sollevata e Vicky mi stringe a se mentre gli leggono i suoi diritti e lo trascinano fuori, lui continua a fissarmi senza reagire e senza dire una parola.
Mi appoggio con le mani alla scrivania e respiro profondamente ad occhi chiusi, Vicky mi accarezza la schiena e mi rendo conto che non avevo mai capito fino a che punto Connor fosse disturbato psicologicamente.
«Vuoi sederti?» Scuoto lentamente la testa e mi maledico per essere stata così stupida da stare con lui.
«Lisa, stai bene?» La sua voce mi fa girare di scatto e mi rifugio tra le sue braccia piangendo, Jimmy mi stringe e mi bacia la testa confortandomi all'istante.
«Ora sì.» Sospiro sollevata, alzo la testa per guardare i suoi occhi che mi donano subito tranquillità e lo bacio con dolcezza.
«Non dovevo lasciarti andare via stamattina.» Mi guarda con aria colpevole e mi accarezza la testa, la scuoto piano e lo bacio ancora.
«Non potevamo sapere cosa... » Mi acciglio mentre guarda in alto e si stacca lentamente da me, sospira e mi guarda ancora come se fosse stato lui a fare qualcosa di sbagliato.
«Avrei dovuto metterti in guardia su Connor.» Sospira ancora e si appoggia alla scrivania di schiena mentre mi sistemo i capelli, stringe le mani ai bordi e guarda a terra sospirando ancora ad occhi chiusi.
«Conosco Connor meglio di quanto credi e... » Scuote la testa facendo una risata amara, mi sistemo la camicetta e la gonna, si passa una mano sul viso e torna a guardarmi preoccupato.
«Non hai idea di cosa è capace di fare, Lisa. Io... Sono stato un codardo e... » Non sto capendo a cosa si riferisca, Connor ha avuto dei problemi da ragazzo ma li ha risolti, si alza e si avvicina di nuovo guardandomi con gli occhi lucidi.
«Non avrei dovuto avere così paura di ciò che provo per te.» Deglutisco a fatica e qualcosa mi spaventa, quel qualcosa mi dice che la storia si ripete e spalanco gli occhi preoccupata mentre mi accarezza le braccia.
«Ho avuto paura che Connor ti facesse del male se mi fossi intromesso prima tra voi.» Da una parte sono sollevata, Jimmy è un uomo diverso dal ragazzino condizionato dall'apparenza che era Connor ma dall'altra rimango preoccupata per quanto riguarda appunto quest'ultimo.
«Cosa vuoi dire, Jimmy?» All'improvviso divento ansiosa oltre che preoccupata.
«Devo parlarti di alcune cose su di me e Connor che non ti piaceranno.» Spalanco la bocca e mi siedo di peso sulla poltrona, sento che c'è molto da sapere sul passato di Connor e già mi sconvolge l'idea di quanto possa essere grave la situazione, chiuso gli occhi e sospiro affranta.

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