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Il cuore mi batte forte e non riesco a capirne il motivo, per qualche strana ragione stamattina ha deciso di correre la maratona, al contrario di me che somiglio più ad un bradipo nei suoi giorni migliori.
Provo a fare dei lunghi respiri per calmarmi, ma ottengo il risultato contrario, batte con più intensità.
Mi appoggio al mobile della cucina per sostenermi e chiudo gli occhi, il viso di Jimmy è un'immagine costante quando lo faccio e fantasticare sulle sue morbide labbra e il suo corpo statuario è così naturale da farmi fremere, mi accarezzo lentamente il collo e schiudo la bocca per respirare meglio.
Ho delle strane sensazioni piacevoli, quando apro gli occhi, sorrido invece di esserne spaventata, fisso un punto sull'anta davanti a me divertita, beandomene e, assorta per sentirle a pieno e fino in fondo, ansimo spudoratamente e le lascio sfogare, concentrandomi soltanto su di esse, non so di preciso cosa le provochi, ma insieme al pensiero di Jimmy, mi fanno sentire dannatamente felice.
«Buongiorno!» La voce di Connor mi riporta alla realtà, sparisce tutto d'un colpo e sospiro dispiaciuta, mi giro verso di lui e duglutisco piano, per inumidire la gola inaridita, per chissà quale motivo, mi sforzo di sorridere nascondendo la tristezza per la fine del mio momento idilliaco, mentre si avvicina e mi bacia la fronte.
«Va tutto bene?» Sorride compiaciuto, sicuramente sta pensando alle sue imprese eroiche di stanotte, tra le lenzuola e mi guarda con gli occhi luminosi, annuisco velocemente per non urlare e sorrido ancora, come se avessi una paresi al viso.
«Buongiorno.» Lo fisso per un attimo, un'idea curiosa mi balza alla mente, voglio verificare se dipendono da lui quelle sensazioni e il sesso grandioso che pratichiamo spesso e lo bacio dolcemente, di proposito, lui mugugna di piacere e mi stringe, ma mi rendo conto che l'effetto che ha su di me non è quello che pensavo.
Mi stacco da lui silenziosamente, prendo la mia tazza e bevo un sorso per spostarmi dal suo corpo, il che è un pò difficile, visto che indossa solo i boxer e l'attrazione fisica è stellare, ma l'unica cosa che sento reale è la sua instancabile erezione, un vuoto infinito e capisco, con un pò di delusione, che quelle sensazioni non esistono grazie a lui, il mio uomo.
Bevo in fretta il caffè, guardo velocemente l'ora e approfitto della scusa del tempo per allontanarmi da quel groviglio di pensieri e ormoni sconvolti, devo comunque darmi una mossa, oggi ho molto da fare nella mia azienda, faccio due passi e Connor mi afferra per un polso.
«Mi lasci così?» Impreco mentalmente e mi giro verso di lui con la voglia di schiaffeggiarlo, ma riesco a trattenermi e sfoggio l'ennesimo sorriso plastico della mattinata.
«Non posso fare tardi. Ti ricordo che da oggi sono ufficialmente un'imprenditrice e, come tale, devo arrivare in azienda anche in anticipo.» Sorrido ancora con la speranza che le mie parole bastino per convincerlo, ma lui sbuffa avvicinandosi con astuzia e sorride maliziosamente.
«Com'è seria la mia imprenditrice.» Prende il mio viso tra le mani e mi bacia lentamente, non può corrompermi in questo modo, scende sul collo e lecca lentamente, mi solletica il lobo dell'orecchio e ridacchio come una cretina.
«Dai, Connor! Devo andare.» Mi allontano decisa da lui e vado dritta in camera per preparare i vestiti, poco dopo sento abbracciarmi da dietro e stringermi ripetutamente i seni, il suo respiro ansante sull'orecchio, tipo maniaco sessuale, e m'infastidisco per l'insistenza con cui ignora il mio volere.
«Non dirmi di no. Ti voglio.» La sua voce calda mi accarezza il collo, mi morde piano il lobo, spinge in avanti il bacino, strusciando la sua erezione sul mio sedere e ansima, m'infastidisco di più per il mancato rispetto, tolgo velocemente le sue mani dal mio corpo e mi allontano di un passo, girandomi velocemente verso di lui.
«No, Connor!» M'impongo adirata, stavolta non ho nessuna intenzione di piegarmi alle sue voglie, lui serra la mascella, mi fissa con uno sguardo cupo e oscuro, dilata le narici come un toro prima di iniziare la sua corsa e non riconosco più l'uomo gentile e premuroso di sempre.
Stringe i pugni fino a sbiancare le nocche, come se volesse trattenere il suo istinto, il suo respiro si fa corto e quasi mi spaventa, tanto da farmi indietreggiare di un passo, sconcertata, trattengo il fiato, non riuscendo a capire cos'ha intenzione di fare, ma, di certo, non mi piace ciò vedo in lui.
Si accorge del mio disagio, d'un tratto abbassa lo sguardo e respira pesantemente dal naso, battendo velocemente le palpebre, come se stesse tornando in se e mi guarda stranito.
«Ok, va bene. Scusami.» Tenta di sorridere, ma è palesemente sconvolto dalla sua reazione, probabilmente, mi accarezza una guancia, poi si gira per raccogliere in fretta i suoi vestiti ed esce quasi correndo dalla camera, come un ladro, rilascio il respiro e mi siedo attonita sul letto, passandomi una mano sulla fronte.
Scuoto la testa incredula, mentre ripenso a quello sguardo rancoroso e penetrante, sicuramente sentirsi rifiutare non piace a nessuno e, dopo un'intera notte di sesso, non capisco come abbia ancora la forza di volerne fare ancora, ma, soprattutto, non capisco il suo atteggiamento esagerato.
Mi affretto a fare una doccia, Connor è andato via senza dire niente e ne sono sollevata, non mi va di affrontare discussioni pesanti con lui, non stamattina, torno in camera per vestirmi e Vicky mi raggiunge poco dopo, ha un'aria pensierosa, forse anche lei avrà avuto una nottata abbastanza movimentata con Jimmy.
«Sarò pronta tra qualche minuto.» Sorrido, mentre prendo l'intimo dal cassetto, ma quando mi giro la vedo seduta sul mio letto che fissa il pavimento con aria persa e mi acciglio incuriosita.
«Vicky, va tutto bene?» Non mi risponde e mi siedo accanto a lei preoccupata.
«Vicky!» Le tocco un braccio, sussulta come se avesse preso la scossa e mi guarda stranita.
«Hai detto qualcosa?» Mi guarda accigliata anche lei, oltretutto ha l'aria stanca e uno sguardo divenuto indecifrabile.
«Non avrai litigato con Jimmy, spero!» Me ne esco senza pensare, storce la bocca e sposta lo sguardo dal mio per qualche secondo.
«In realtà, sì. Abbiamo discusso. A volte è così irritante, che lo strozzerei con le mie mani!» Fa un sorriso amaro e si alza dal letto, cammina nervosamente e la guardo con aria interrogativa.
«Capita di discutere tra fidanzati e... » Inizio a dire, ma lei si volta di scatto, m'incenerisce con lo sguardo e non oso proferire altre parole.
«Se non si da una mossa, lo strozzo!» Gesticola nervosamente e sbuffa guardando il soffitto, qualcosa non mi quadra stamattina.
«Per cosa deve darsi una mossa?» Ridacchio pensando che, forse, lei voglia ufficializzare il loro rapporto e lui, forse, no.
«Ehm... A chiedermi... Scusa! Ecco, sì... Scusa!» Sorride imbarazzata e porta le mani ai fianchi, continuando a fissarmi con un'espressione buffa.
«Ok... Ehm... » Mi gratto la testa alquanto confusa e non mi sembra il caso d'insistere.
«Dai, sbrigati o faremo tardi.» Esce in fretta dalla camera e rimango senza parole, forse sarà una di quelle giornate in cui si mangia pane e stranezze per colazione.
Mi preparo velocemente, esco dalla camera speranzosa in un miglioramento drastico della giornata e trovo Jenna sul divano che parla sottovoce con Vicky e gesticola nervosamente, non è la prima volta che succede, non si accorgono di me e mi avvicino senza fare rumore.
«Vicky devi dirglielo!» Le ordina Jenna portando le mani sulle ginocchia e mi acciglio.
«Non so come reagirebbe. Ho discusso con Jimmy anche per questo ieri sera.» Vicky si gratta la testa, non riesco a capire di cosa parlano.
«Diglielo, non è troppo tardi. Devi dirle che non sei mai stata con Jimmy, lei capirà!» Mi si mozza il fiato, sbatto ripetutamente le palpebre e mi si secca la gola.
«Cosa?» Sbotto all'improvviso e si girano di scatto, entrambre terrorizzate e si alzano velocemente.
«Aspetta, Lisa!» Jenna mi viene incontro con le mani protese in avanti e la guardo perplessa, una volta di fronte a me, tentenna sui piedi e guarda Vicky imbarazzata.
«Volevo dirtelo. I-io... » Vicky si morde il labbro e i suoi occhi diventano lucidi.
«Ma perché me l'hai nascosto?» Sono abbastanza infastidita per il fatto che si sia confidata soltanto con Jenna, ultimamente sembra sia una moda e mi sento offesa.
«Perdonami, Lisa. So quanto tieni a... » Vicky piagnucola e, sinceramente, non capisco per quale motivo sia così esageratamente agitata.
«Sì, hai ragione! Tengo a voi due più di chiunque altro. E lui sicuramente non sa cosa si perde a non stare con te.» Mi guardano entrambe sbalordite e si guardano con la bocca aperta, mi sono persa qualcosa?
«Perchè mi guardate così?» Chiedo agitata, non so cosa aspettarmi in risposta, se avrò un infarto fulminante o salterò di gioia e le guardo sospettosa, prima l'una e poi l'altra.
«Non... Non sei adirata? Non vuoi spaccarmi la faccia?» Alzo le sopracciglia stupita e soffio fuori l'aria che avevo trattenuto, sono sicura che Vicky sia impazzita e di seguito anche Jenna abbia fatto la sua stessa fine.
«Cosa? No! Potevi confidarti prima anche con me, ma è lui quello al quale vorrei spaccare la faccia!» Scoppiano a ridere entrambe e alzo di nuovo le sopracciglia, mi hanno appena confermato che sono completamente andate, senza rimedio.
«Ma che vi prende? Avete respirato gas esilarante?» Ridono di più e mi abbracciano insieme, impedendomi di muovermi e di respirare bene.
«Avete... Deciso... Di soffo-carmi?» Mi baciano le guance e si staccano da me, respiro a fondo e mi sistemo la maglia.
«Voi due avete decisamente qualcosa che non va! Ma seriamente!» Le indico minacciosa con un dito e le guardo con le sopracciglia alzate, ridono ancora divertite poi sospirano entrambe.
«Andiamo, dai!» Annuiscono e usciamo di casa, appena avremo un attimo di tempo torchierò Vicky per farmi rivelare tutta la verità su lei e Jimmy.
Da una parte mi dispiace per loro due, erano così affiatati, ma poi quelle strane sensazioni tornano a farsi sentire, appena nomino Jimmy col pensiero e mi si stampa in viso un sorrido fisso da ebete, non ne capisco la ragione, ma non mi dispiace sentirmi così.
«È da tutta la mattina che hai quella strana luce negli occhi e quel sorrisetto da scema. Non hai nulla da raccontarmi?» Vicky ridacchia, per un attimo la guardo storto, pensando se sia il caso di confidarmi con lei, ma poi le sorrido.
«Non lo so. Ho come delle strane sensazioni, mi sento bene. Sarà l'emozione per il nuovo ruolo!» Faccio spallucce e sorrido di nuovo.
«Sicura che non c'entri Connor?» Alza un sopracciglio e mi mordo il labbro, riflettendo per un attimo, lascio la penna sulle scartoffie che ho davanti e poggio le braccia sulla scrivania, intrecciando le dita.
«Ehm... Sinceramente, no!» Rimango sul vago, non voglio dirle che è di Jimmy il merito, sentirlo così profondamente è qualcosa di inspiegabile e meraviglioso, ma allo stesso tempo è qualcosa d'impossibile, quindi voglio tenere ancora un pò il segreto solo per me.
«E tu? Vuoi spiegarmi cos'è successo con Jimmy?» Raccolgo i fogli, riordinandoli e li raggruppo, li sposto di lato e, subito dopo, Vicky fa lo stesso, segno che una parte del lavoro è terminata, guarda l'orologio e sorride.
«Che ne dici se facciamo una pausa? Ne parleremo a pranzo, ok? Usciamo, pago io!» Si alza e continua a sorridere, annuisco e mi alzo anch'io, avvisiamo delle collaboratrici che ci allontaniamo per pranzo, usciamo dall'azienda e ci dirigiamo, a piedi, verso una tavola calda poco distante.
Appena entriamo, una ventata di profumi che proviene dalla cucina, ci investe in pieno e respiro profondamente, la mia fame aumenta a dismisura, tanto che il mio stomaco brontola impaziente.
Il locale non è pieno e ci accomodiamo ad un tavolo vicino alla vetrina, poco dopo una giovane cameriera ci illustra il menù del giorno, ordiniamo senza esitare e poi si allontana, andando verso la cucina.
«Bene. Dicevamo di te e Jimmy.» Sono troppo curiosa per aspettare ancora di sapere cos'è che è andato storto tra loro due.
«Bè, ecco... Da dove comincio?» Accenna un sorriso e il suo sguardo sincero fa sorridere anche me.
«Dall'inizio?» La prendo in giro per non farla sentire in imbarazzo e annuisce.
«Dunque... Quella sera dopo il pub, Jimmy mi ha portata a casa sua, abbiamo parlato di me, di lui e delle nostre vite, abbiamo bevuto del vino e alla fine siamo crollati come due pere cotte sul divano, il giorno seguente mi ha riportata a casa.» S'interrompe per la cameriera che lascia le nostre bevande sul tavolo e va via di nuovo.
«E non c'è stato nessun bacio o abbraccio o... ?» Prendo il mio bicchiere e bevo un sorso.
«No. Abbiamo soltanto parlato.» La guardo stupita, era comunque la prima volta che si vedevano e non tutti arrivano subito all'ultima base.
«Ma ha passato alcune notti a casa nostra! Non credo abbia dormito per terra... O sbaglio?» Sorrido nervosamente, stavolta spero con tutta me stessa che non abbiano fatto niente.
«Sì, abbiamo dormito insieme e no, non abbiamo... » Sbuffa scocciata, e mi stupisco della sua risposta, alzando le sopracciglia e schiudendo la bocca incredula.
«Non ci credo. Ma nemmeno una volta? Ieri sera pareva volesse mangiarti, per come ti baciava.» Ridacchio e lei inclina la testa di lato e mi fissa alterata.
«Era ubriaco, Lisa! Ha fatto il cretino, ma non è successo nulla dopo, di ciò che pensi!» Si porta nervosamente una ciocca dietro l'orecchio e sospira irritata.
«E comunque Jimmy mi ha parlato del suo passato, aveva una ragazza... » Parla con calma, ma s'interrompe di nuovo per la cameriera che ci porta le nostre ordinazioni, ringraziamo cordialmente e va via subito, il profumo della mia bistecca mi distrae per un attimo, ma sono troppo curiosa per lasciarmi tentare dalla succulenza.
«Che fine ha fatto questa ragazza?» Non resisto infatti, ma Vicky mi guarda dispiaciuta per qualche secondo, deglutisce piano e lascio perdere la bistecca.
«È morta.» Dice lentamente, m'irrigidisco all'istante e sbianco subito dopo.
«Non conosco tutti i particolari, ma so che ha sofferto per molto tempo, ne è rimasto colpito e per questo non è un tipo che prende in giro le donne.» Afferma, mentre inizia a tagliare la sua bistecca, faccio fatica a credere che un adone come Jimmy non abbia avuto rapporti casuali con altre donne.
«Certo, ha avuto un altro paio di storie, ma niente di duraturo.» Bevo un altro sorso della mia bibita e mi riprendo un pò.
«Ma con tutte quelle modelle che gli ronzano intorno, non credo sia rimasto con le mani in mano!» Ridacchio e taglio la mia bistecca.
«Non è un santo! Ha avuto anche lui le sue avventure. Che diamine, è un uomo! Ma ha la testa sulle spalle e credimi... Sono rari i tipi seri come lui di questi tempi!» Mangia un boccone e annuisce guardandomi seria.
«E perché non ha funzionato tra voi? Voglio dire... Vi ho visti insieme, c'è feeling! Sì, insomma... » Continuo a mangiare e poi mi pulisco la bocca, in attesa di una sua risposta, lascia le posate, si appoggia lentamente indietro alla sedia e mi fissa ancora seria.
«È innamorato.» Sospira e mi fermo a guardarla con la forchetta a mezz'aria e la bocca aperta, per poco non soffoco.
«Non di me, ma di una donna che non si rende conto, affatto, dei suoi sentimenti.» Mi mortificano le sue parole, credo che la donna in questione sia più che fortunata ad essere amata da Jimmy, senza dubbio mi piacerebbe essere quella donna, che comunque è davvero scema se non si accorge di uno come lui.
«Lui si è dichiarato?» Mi esce spontanea la domanda e lei fa un sorriso amaro.
«No. Primo, perché lei è impegnata con uno stronzo e secondo, ha... Paura di farlo.» Il suo tono di nuovo irritato mi fa capire che lei, conoscendola, ha insistito a spronarlo a dichiararsi.
«E abbiamo discusso anche per questo.» Aggiunge sospirando e scuotendo lentamente la testa, prende la forchetta e giocherella col cibo, sorrido per aver indovinato, ma mi dispiace vederla affranta.
«Sono sicura che risolverete presto le vostre divergenze. Sei una brava amica e credo che lo sappia.» Non finisco di pronunciare le ultime parole che quelle strane sensazioni tornano a farsi sentire e, qualche secondo dopo, mi trovo davanti agli occhi, l'oggetto del nostro discorso e il cuore mi batte fortissimo quando mi sorride.
«Jimmy! Non pensavo di vederti oggi.» Vicky lo guarda con tristezza, si vede che ci tiene alla loro amicizia, come lui del resto, altrimenti non sarebbe qui.
«Sono passato in ufficio. Volevo parlarti e mi hanno detto che eravate qui.» Sorridono entrambi, credo sia meglio lasciarli soli, devono chiarirsi e mi sento di troppo, anche se l'effetto che mi fa Jimmy, mi spinge a restare.
«Ehm... Io ho dei documenti da visionare, quindi... » Sorrido imbarazzata, mentre mi alzo in fretta e combatto contro l'altra parte di me stessa che vorrebbe rimanere a mangiarlo con gli occhi.
Mi ritrovo davanti a lui che mi fissa con quei meravigliosi pezzi di oceano, sorride e sto per sciogliermi ai suoi piedi, mi schiarisco la voce e, a malincuore, distolgo lo sguardo dai suoi occhi per rivolgermi a Vicky, con un sorriso da deficiente.
«A dopo.» Le faccio l'occhiolino e sorrido impacciata, mentre avvampo respirando il suo profumo, evito di proposito il suo sguardo e vado via in fretta, più agitata che mai.
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