Capitolo 12.


Entrai in casa esausta e sprofondai sul divano con ancora la divisa addosso.
Erano le dodici di notte, piuttosto presto da quel che avevo immaginato, per fortuna la partita era finita alle undici, altrimenti sarei rimasta al pub per ancora molto tempo.

Giustamente, avevo evitato Terence, mio fratello Jake e tutti i suoi amici.

Non avevo permesso a Terence di parlarmi perché sapevo che, soprattutto dopo la litigata con mio fratello, quest'ultimo si sarebbe arrabbiato ulteriormente.

John aveva staccato me e aveva lasciato Sasha a continuare il turno.

Mi alzai affamata e mi diressi verso la cucina, per prepararmi qualcosa da mangiare. Optai per una piadina, ed iniziai a prepararmela, con Puzzolo alle calcagne.

<< Adesso do da mangiare anche a te,
grassone >> risi io, aprendo il frigo e prendendo il prosciutto.

Misi dentro al microonde la piadina per farla riscaldare e dopo averla farcita la racchiusi. Presi i croccantini per Puzzolo e ci spostammo tutti e due nuovamente sul divano.
Accesi la tv e quando vidi che trasmettevano Dirty Dancing, mi soffermai fantasticando.

<< Smettila di fare così tanto rumore mentre mangi! >> risi io verso Puzzolo, che rovinava l'atmosfera romantica.

Lui mi abbaiò scodinzolando e continuò a mangiare senza sosta, e io scossi la testa continuando a guardarlo male.
Mi girai verso la tv e vidi Johnny e Frances baciarsi appassionatamente e questo mi fece smettere di ridere, incredibilmente ero ritornata seria, sola e depressa.

Possibile che fosse tutto così difficile nella vita reale? Perchè ci facevano credere con questi dannati film che l'amore fosse perfetto?

L'amore era tutt'altro che perfetto, l'amore ti faceva soffrire, ti annebbiava la vista, l'amore ti faceva stare male, non ti faceva dormire la notte, l'amore era pesante, era un carico sulle spalle troppo grande da portare da solo, era un macigno che ti schiacciava la testa e che ti faceva pulsare il cuore, l'amore era complicato, troppo complicato per essere spiegato con dei baci in televisione o con delle proposte di matrimonio da sogno, l'amore era forza, era rispetto, era lealtà.
L'amore era tutto tranne che perfetto.

L'amore era meravigliosamente imperfetto, forse fin troppo.

Il campanello mi fece sobbalzare, e ritornai nel pianeta terra, girandomi a guardare la mia porta d'ingresso.

Mi alzai e andai a controllare, e vidi dallo spioncino Terence.

Aprí la porta confusa e notai quanto fosse affaticato, guardai poi più in basso e vidi Jake barcollare tra le sue braccia letteralmente ubriaco.

<< Che succede? >> gli chiesi io, facendogli spazio per farlo entrare mentre trascinava Jake che borbottava parole incomprensibili.

<< È sbronzo, questa volta non si è dato proprio un contegno >> mi spiegò lui, cercando di farlo sdraiare sul divano, mentre io mi stupii nel vedere mio fratello ridotto così male.

<< Non sono sbronzo Terran, sono solo divertito >> borbottò Jake toccando il naso a Terence e ridendo, non rendendosi conto della situazione.

<< Ma quanto ha bevuto? >> esclamai io, spostando un cuscino, per farlo sdraiare.

<< Che bel naso che hai, bravo amico >> continuò Jake, rivolto a Terence che rise mentre io li guardai male.

<< Non è proprio merito mio.. ma
grazie >> rispose lui al complimento.

<< Non voglio dormire! >> borbottò Jake, cercando di alzarsi << Voglio festeggiare ancora!! >> disse muovendo le mani e lasciandole cadere a peso morto sul tavolo.

Vidi Puzzolo salire sopra il tavolino in legno e sgranai gli occhi quando incominciò a grugnire contro Terence, mentre io lo guardai subito male per farlo smettere.

<< Puzzolo! Scendi da lì! >> dissi io, intimandolo con un dito.

Ma lui non mi ascoltò e continuò avvicinandosi minaccioso.
Terence si girò verso il mio cane, tenendo ancora per le spalle Jake che continuava a sbracciarsi come un bambino, dicendo di non voler dormire.

Iniziai a ridere, cercando di tapparmi la bocca, ma la scena era troppo esilarante e divertente. Terence si girò verso di me guardandomi male.

<< Brava! Ridi mentre il tuo cane cerca di mordermi e Jake fa il bambino! >> disse lui, mentre io non smisi.

<< Scusa >> continuai io, senza riuscire a smettere.

Poi vidi il mio cane abbaiare e passare velocemente in mezzo alle gambe di Terence che inevitabilmente perse l'equilibrio con Jake ancorato alle spalle, mio fratello per non cadere sul ferro del divano si aggrappò al legno del tavolino beccando un cucchiaio che colpì la fronte di Terence, che cadde impercettibilmente sul tappeto.

Mi tappai la bocca e corsi a vedere le condizioni del poliziotto per terra che gemeva dal dolore, mentre notai che Jake, finalmente sdraiato sul divano, aveva chiuso gli occhi come se nulla fosse.

Mi inginocchiai affianco a Terence che si teneva la fronte con una mano.

<< Stai bene? >> squittì io, scostandogli la mano.

<< Ahia >> mugugnò.

Notai un taglio all'angolo della fronte da dove usciva del sangue, per colpa del cucchiaio.

<< Ci vedi? >> gli chiesi io scuotendolo.

Non avevo mai fatto un pronto intervento, non avevo idea da dove iniziare.

<< Cosa?.. >> borbottò lui, aggrottando le sopracciglia e facendo una smorfia.

<< Quante dita sono? >> domandai io, mostrandogli tre dita.

<< Certo che ci vedo Cath! >> brontolò, toccandosi la fronte, da dove continuava ad uscire del sangue.

<< D'accordo non toccarti la fronte! Mi sporchi il tappeto >> l'ammonì io, cercando di farlo alzare, prendendolo dalle spalle.

<< A questo pensi? >> mi chiese lui guardandosi il palmo quasi schifato, mentre io balbettai.

<< No cioè.. perché ti guardi la mano così? >> gli domandai curiosa, mentre cercavo di tenerlo con il mio peso.

<< Perché mi fa schifo il sangue >> sussurrò, accarezzandomi per sbaglio una spalla.

<< Ma se è tuo >> gli dissi ovvia, non sapendo nemmeno che fare e non avendo molto in casa per medicarlo.

<< Non c'entra.. mi fa senso >> mi spiegò, lasciando la presa sulla mia spalla.

<< Stai attento, altrimenti cadi di nuovo >> dissi io preoccupata senza lasciare la presa su di lui.

Si guardò attorno sbattendo le palpebre più volte per riprendersi.
Mi dispiaceva così tanto, ma non potei fare a meno di ridere ancora pensando a come fosse caduto.
Così sotto il suo sguardo stupito, incominciai a trattenere delle risate.

<< Non ti vergogni a ridere nei momenti meno opportuni? >> mi chiese lui trattenendo un sorriso che poi fece capolino inevitabilmente.

<< Un cu-cucchiaio >> balbettai io ridendo e indicandogli la fronte, mentre lui scosse la testa divertito.

<< La metti così? >> sorrise, alzando un sopracciglio.

<< Dai su, vai in bagno che ti raggiungo a medicarti >> gli appoggiai una mano sulla spalla e andai in cucina, lasciando la presa su di lui.

Non avevo nulla per medicarlo, ma ci saremmo arrangiati in qualche modo.

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