3. Specchio - James
Mi sveglio di soprassalto, perché sto sognando una principessa, per lo più non reale e frutto dell'immaginazione dello scrittore per libri di favole per bambine?
Eppure era così bello studiarla e percorrere con gli occhi i contorni delle sue labbra, dei ciuffi di capelli che uscivano dalla sua acconciatura, della sua mano, che piantata sulla pietra fredda era tesa per lo spavento di avermi incontrato.
Perché mi sono svegliato? Potevo continuare a sognarla, scappando da questo mondo, da questa realtà che non mi piace per niente.
Provo a riaddormentarmi, questa volta buttando le mani indietro e stando a pancia in su, con le coperte tirate fino al petto.
Era tutto così vero... com'è stato possibile? Potevo sentire il suo profumo dolce, dal tanto che eravamo vicini.
James, stai impazzendo. Smetti di pensare a lei. Basta.
Chiudo gli occhi, e come mi riaddormento suona la sveglia.
Mi preparo per andare a scuola.
I libri pesano nella cartella come le parole che i miei genitori si sputano addosso ogni mattina. Vorrei scappare, e lo avrei sicuramente fatto se non fosse stato per mia sorella.
È così piccola e indifesa, non posso distruggere il cuore di una bambina di sette anni andandomene.
Percorro il vialetto, guardando un po' in giro.
Una signora sta alzando le tapparelle del suo negozio di vestiti, mentre un uomo le si avvicina per porgerle un mazzo di fiori.
Lei lo guarda con sguardo indagatore e poi lo abbraccia, scoppiando a piangere. Decido di lasciargli un po' di privacy, e continuo a camminare, ma non guardo a terra e finisco in una pozzanghera.
L'acqua non è sporca come di solito, ma è limpida, e appena tolgo il piede si colora di azzurro. Controllo che non ci sia nessuno che mi stia guardando, e osservo all'interno della pozza d'acqua.
Sgrano gli occhi alla vista della principessa. È roba da pazzi.
James, stai diventando pazzo.
James, stai diventando pazzo.
James, stai diventando pazzo.
Continuo a ripetermelo fino a quando non arrivo all'università.
Siedo vicino a due ragazzi che frequentano altri corsi con me, e tiro fuori gli appunti. Non sono dell'umore giusto per studiare, ma magari me la tolgo dalla testa.
"Scusa, posso sedermi?" alzo lo sguardo dal foglio scarabocchiato e noto una ragazza con la frangetta bionda. Tolgo lo zaino e la lascio accomodare di fianco a me.
"Grazie. Sono nuova, sai." Non le rispondo. Dopo qualche minuto, ricomincia a parlare.
"Mi passeresti i tuoi appunti?"
"Non capirai nulla" dico io.
"Ma allora parli! Non ti preoccupare, tanto non mi servono."
"Mi chiamo Hazel" questa frase mi ghiaccia il sangue. La fisso, ma non può essere lei, non è la principessa.
Mi alzo.
"Ho detto qualcosa di male?"
"Lasciami passare."
"Ma..." la scavalco ed esco dall'aula, buttando i fogli nello zaino.
Vado in bagno, getto tutto a terra e mi guardo allo specchio.
Mi vedo, e subito non ci sono più.
Tutto nero.
Ad un tratto vedo di nuovo qualcosa, ma non me.
C'è la principessa. In piedi, di fianco ad un tipo con la barba nera, le sopracciglia folte, le orecchie piccole e gli occhi azzurri.
Indossa una tunica blu, da cui escono le braccia.
Stanno parlando, e lei sembra spaventata.
"Cosa ci faceva quel ragazzo qui?" chiede la principessa.
"Lo hai visto allora, tutto ha funzionato."
"Funzionato cosa? Dove lo hai messo?"
"Papà non ti ha insegnato le buone maniere? Non si dà del lei agli sconosciuti?"
"Non cambi discorso."
"Va bene, sediamoci." Con un gesto fa comparire due sgabelli. Lei guarda lui, con la faccia imbronciata e giocando con l'anello che ha al dito, nervosa.
"Non mi siedo."
"Non fare la bambina, siediti." È costretta a lisciarsi il vestito e a sedersi.
Lui avvicina la sedia a lei, e si accomoda guardandola.
"Che emozioni hai provato?"
"Chi è lei per chiedermi questo genere di cose?" risponde lei irritata.
"Ti voglio aiutare" le tocca una mano, ma lei la rimuove subito. "ho visto come ti trattano i tuoi genitori. Posso aiutarti."
Lei gira la faccia dall'altra parte.
"Hazel, ti conosco da diciassette anni, conosco i tuoi sogni, i tuoi capricci, quello che ti piace mangiare, ricordo che da piccola mi hai fatto preparare una pozione per fluttuare in aria, un'altra per farti diventare i capelli viola, ti ricordi quando ti ho creato un ragazzo immaginario?" la principessa cambia espressione, e si mette a ridere. Com'è bella quando ride.
"Diciamo che lì era più un gioco..."
"So quello che provi. Vivere libera. Trovare l'amore vero. Avevo una moglie, sai?"
"E dov'è ora?"
"Non c'è più. È nel mio cuore"
"Mi... mi dispiace"
"Tuo padre ha ordinato che morisse. Non andava bene che lei facesse la strega..."
Gli occhi di lei si riempiono di lacrime, deve essere sensibile.
"Quel ragazzo... lui è reale?"
"James Mash"
"James Mash?"
James Mash? Penso nella mia mente. James, stai impazzendo. Non è possibile.
Non voglio più guardare allo specchio, mi chiudo in un bagno.
Non voglio uscire, ma le mie mani afferrano la chiave e iniziano a girarla nella serratura.
No. Richiudo la porta.
"Ti piacerebbe andare da lui? Conoscerlo?" dice il mago in un bisbiglio che sento a stento.
"Non lo so, se me ne andassi mio padre si arrabbierebbe..."
Mi manca il respiro. Devo tornare a vedere cosa sta succedendo.
No, James. Tu resti qui. È tutta immaginazione. Non sta accadendo davvero.
Tutto-frutto-della-tua-immaginazione.
Tutto frutto della mia immaginazione.
E se non fosse così?
Tutto frutto della mia immaginazione.
Se stesse esattamente succedendo questo?
Tutto frutto della mia immaginazione.
Spalanco la porta e corro al lavandino, ti prego, fa che non se ne sia andata.
Per mia fortuna, eccoli lì.
"Basta che tu mi dica che vuoi conoscerlo, e io esaudirò il tuo desiderio."
"Ma Madden..."
"Lo so che gli piace Briella. Ci penserò io a loro, so che i due gemelli stanno cercando marito e moglie, i tuoi genitori saranno occupati con le nozze di Piper, puoi stare tranquilla, non noteranno la tua mancanza." La guarda spalancando gli occhi "E se la noteranno" appoggia una mano sulla sua spalla, e io stringo i pugni dal nervoso, "ti coprirò io" sussurra.
"Cosa devo fare?" Hazel mi vuole incontrare? Ma è pazza? Lascia tutto per stare con... me?
"Se non ti dovesse piacere, stai tranquilla che ti faccio tornare qui..." il mago si alza, tira fuori un pentolone e butta dentro delle sostanze di colori diversi, accendendo con uno schiocco il fuoco sotto.
"Scusi, se volessi tornare indietro cosa dovrei fare?"
"Non pensarci cara. Non pensarci. Goditi il momento, il tuo ragazzo, questa nuova avventura!" Hazel lo guarda poco convinta, ma poi cambia espressione e aiuta lo stregone a prendere un mestolo su uno scaffale molto altro.
"Grazie, cara. Ora, ascoltami bene: questa è una pozione molto potente e devi fare le cose come te le dico io. Intesi?"
"Sì."
"Bene, prendi quel pugnale là, quello con il rubino nell'elsa." Hazel lo prende e lo impugna.
"Per collegarti a questa pozione, devi mettere qui del tuo sangue, basta un piccolo taglietto." Hazel fa un bel respiro, posiziona la lama ma non ha il coraggio di tagliare la carne.
"Dà qui." l'uomo la taglia e immerge la lama della pozione che si colora di rosso. La principessa trattiene un urlo.
"Ti ho fatto male? Scusa, cara. Ancora per poco e poi sarai dal tuo amore." Credo che Hazel abbia male alla testa, perché si siede sullo sgabello e aspetta massaggiandosi le tempie.
Kiestun si siede di fianco a lei che piano piano scompare.
"Arrivederci, Kiestun. Grazie." Quando non la vedo più, un groppo si forma in gola. Troppa innocenza, ingenuità, fragilità. Spero di sognare, ma quando il mago si rivolge a me, mi convinco che è tutto vero.
"Grazie giovane. Ti ringrazio davvero, perché grazie a te, che hai attratto la sciocca ragazza da te, io distruggerò il suo mondo." Una risata malefica rompe il silenzio.
Devo trovarla.
Prendo lo zaino, ma prima di uscire dal bagno la voce dello stregone mi fa rizzare i capelli.
"Fossi in te, figliolo, andrei a cercarla in un posto... vanitoso."
Detto questo, la sua immagine scompare, lo specchio diventa nero e torno a vedere la mia immagine.
Corro. Non so dove sto andando, ma corro semplicemente.
Nella città in cui vivo ci sono pochi posti vanitosi, sarà facile trovarla.
Un posto vanitoso.
Vediamo, non credo che sarà al parco, non è un posto per vanitosi...
Il parrucchiere?
Mi fermo in mezzo alla strada, sto andando dalla parte sbagliata, dovevo girare a destra, non a sinistra.
Corro e attraverso la strada con il semaforo rosso, le macchine mi strombazzano ma non mi importa, devo andare da lei, spiegarle che va tutto bene, che è al sicuro con me, portarla a casa.
Un posto vanitoso.
Ragazzi che si baciano mi guardano dubbiosi, vecchietti che giocano a carte mi incitano, urlando "Corri! Corri!", ma io non guardo in faccia nessuno, corro.
Un posto vanitoso.
Mi fermo davanti alla vetrina del parrucchiere.
Apro la porta, donne sulla cinquantina con bigodini e tinta mi fissano, abbassando i giornali.
"Cosa posso fare per te?" la commessa si rivolge a me, con la cicca in bocca, il phon in una mano e una mano nei capelli di una signora.
"Io..."
Un posto vanitoso.
"Avete visto una ragazza alta più o meno così..."
"No. Ora, se non ti dispiace, devo lavorare." Detto questo mi fissa fino a quando non esco dal negozio e non chiudo la porta.
Un posto vanitoso.
Non ho la più pallida idea di dove andare... con vanitoso magari intendeva specchi? Magari nel negozio di articoli per la casa...
Attraverso la strada nuovamente, per trovarmi davanti il posto in cui lavora il mio amico Jack. Speriamo che non abbia finito il turno.
Mi avvicino alla porta automatica, che si apre subito.
Vengo investito dal calore e slaccio il giubbotto, le scarpe fanno uno strano rumore a contatto con il pavimento sporco e bagnato.
"Ciao, cosa posso fare per te?" Jack mi si avvicina senza guardarmi negli occhi e non mi riconosce. Indossa una felpa arancione, con il logo del negozio.
"Non mi riconosci?" gli dico. Alza lo sguardo e si illumina.
"James! Che piacere vederti!"
"Pure per me."
"Ho finito di lavorare tra poco, perché non andiamo a mangiare qualcosa fuori?"
"No, devo fare una cosa più importante prima."
"Del tipo? Ti sei rimesso nei casini? Dimmi di no, per favore..."
"Non mi sono messo nei casini. Piuttosto, hai visto una con i capelli castani, un profumo dolce..."
"Stai cercando una ragazza?" chiede alzando le sopracciglia. Lo fisso, e lui fa lo stesso.
"Io... perché? Che problema c'è?"
"Ti sei messo nei casini di nuovo, lo sapevo..."
"Dammi una risposta, forse un giorno te lo racconterò..."
"Non è passata nemmeno una ragazza da questa porta. È da tre ore che sono qui davanti."
"E nel reparto specchi?"
"Mhh?"
"Ragazze nel reparto degli specchi?"
"Ah, no. Nulla. Niente di niente."
Distolgo lo sguardo e fisso per terra, mentre penso.
Un posto vanitoso.
"Ok... grazie, devo andare..."
"Ma aspetta!" mi fermo di colpo, pensando che il mio amico abbia avuto una visione della principessa che passava.
"Quando ci possiamo parlare? Sai, ora sono curioso: voglio sapere che combini in giro."
"Non è il momento..."
"Questa sera. Alle undici in quel locale. Ci stai?"
Se dico di no, non mi mollerà più. Annuisco, ed esco dal negozio senza nemmeno salutarlo.
Ci mancava solo una roba in più da fare. Uffa.
Un posto vanitoso.
Come posso trovare questo luogo? Non ne ho la più pallida idea.
E anche questo capitolo si è concluso: il capitolo in cui si conosce un nuovo ragazzo: James Mash, che corre sotto alla pioggia e non guarda in faccia nessuno mentre cerca di salvare dalla città pericolosa una ragazza che non conosce nemmeno.
Foto: https://pin.it/2budO9b
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top