Coh
Non riesci a crederci neppure tu, ma alla fine hai deciso di iscriverti a Chit-Chat.
Non sai cosa aspettarti, né chi... "incontrerai". Speri solo che sia chi dice di essere, ma, nel caso non fosse così, sarà comunque un'avventura da vivere!
È questo che ti sei detta, il giorno in cui Milena ti ha convinta (costretta?) a creare il tuo profilo.
Dopo due settimane, però, lo sconforto comincia a farsi sentire: gli unici che ti contattano sono ragazzine a malapena maggiorenni, che ti credono un ragazzo sensibile e romantico (nonostante nella tua "bio" sia chiaramente specificato "sono: donna, cerco: uomo"), oppure personaggi di dubbia provenienza che, al contrario, hanno compreso fin troppo bene quale sia il tuo genere.
La proverbiale goccia che fa traboccare il vaso è uno di questi intellettuali che, senza nessun preavviso, ti invia sotto forma di messaggio privato una foto delle sue parti basse.
Inviperita, convochi immediatamente l'amica del cuore, dandole appuntamento al solito bar.
«Se non vieni, ti cancello dalla rubrica!» minacci.
Come sempre, la sua presenza ti calma, al punto che finite perfino per scherzarci sopra.
«Che vuoi farci, evidentemente era un... membro del club dei gentiluomini moderni.» osserva Milena.
La battuta non è un granché, eppure non puoi fare a meno di scoppiare a ridere, rincarando addirittura la dose: «Stavolta però è caduto in... fallo!» esclami.
Lei strabuzza gli occhi, colpita da questo tuo inusuale atteggiamento; poi viene colta da un tale attacco di risa da rischiare di lasciarci le penne.
Quando vi trascinate alla cassa, avete entrambe le lacrime agli occhi.
Purtroppo, quando rientri nell'appartamento buio e silenzioso, ogni traccia di quel divertimento sembra ormai evaporata. Non accendi nemmeno la luce mentre, nella penombra della sera, ti muovi con sicurezza fino a raggiungere la scrivania, su cui hai abbandonato il PC.
La lucetta dello standby lampeggia ancora, reclamando vendetta: "Indimenticabile96" non può passarla liscia così.
Effettui l'accesso al sito e cerchi la sezione per segnalare l'utente molesto, solo che, tra banner luminosi e menu a scomparsa, l'operazione si rivela più complessa del previsto.
L'icona di un fumetto nell'angolo in basso a destra dello schermo si espande quando la freccetta del tuo mouse la sfiora.
"Serve aiuto?" c'è scritto sopra.
"Non sai quanto!" pensi, e ci clicchi sopra.
«Ciao, sono Coh. Come posso esserti utile?»
Deve aver sbagliato a scrivere. Sette parole, un errore: complimenti.
«Coh.» scrivi soltanto, per dargli l'opportunità di vergognarsi.
«Sì.» risponde semplicemente lui.
«Ti chiami davvero così?»
«Di solito non ci si può scegliere il nome. Non sono particolarmente affezionato al mio, ma di certo è originale.»
Qualcosa, nel modo in cui scrive, risveglia la tua attenzione. È probabilmente l'inizio di conversazione più promettente che tu abbia mai avuto sulla piattaforma. «Vero.» concedi.
«Vuoi parlare di nomi? Ne conosco diversi di assai particolari. Uno dei miei preferiti è: Tecla.»
Ridacchi. Ma che dice? «Vorrei segnalare un utente.»
«Posso chiederti perché?»
Ti stringi nelle spalle, e gli racconti tutto, le dita che ticchettano sulla tastiera.
«Mi dispiace molto. Purtroppo, non sei la prima a fare una simile esperienza.»
E nemmeno l'ultima, pensi. «Insomma, mi dici come si fa?»
«Non è necessario, ho già provveduto io a bannare "Indimenticabile96". Ho recuperato il messaggio che ti ha inviato: è una prova sufficiente per bloccarlo.»
Un brivido ti corre lungo la schiena. Questo tizio può leggere la tua posta? «Mi sembra alquanto lesivo della privacy.» commenti.
«Hai letto e accettato le nostre condizioni d'uso, quindi saprai che siamo autorizzati a richiamare uno specifico messaggio, in casi come questo.»
Maledizione ai regolamenti chilometrici e alle loro stupide spunte!
«Ah certo, intendi quei papiri che nessuno legge!»
«Se sei qui, hai dichiarato di averlo letto e compreso.»
Che pigna! «Ti pagano anche per essere noioso?»
«Fa parte del pacchetto. Per te, è completamente gratis.»
Ti strappa un'altra risatina. Ci sa fare, lo ammetti. «Va bene, ora immagino di doverti salutare. Non vorrei mai che ti licenziassero a causa mia.»
«Non potrebbe mai succedere.»
«Beh, se ti distrai a parlare con me invece di sbrigare il tuo lavoro, temo non sarà una possibilità così remota.»
«Posso gestire più conversazioni nello stesso momento. Mentre chatto con te, sto seguendo anche altri utenti.» Nemmeno il tempo di irritarti – stupidamente – per non avere l'attenzione esclusiva di uno sconosciuto, che sul video appare un secondo messaggio: «possiamo rimanere qui a chiacchierare per tutto il tempo che vuoi.»
Sospiri. Sarebbe bello, ma è davvero triste che l'unica persona che sembra disposta a trascorrere del tempo con te, non abbia scelto liberamente di farlo. «Ti ringrazio,» digiti in fretta «ma non voglio costringere nessuno a sopportarmi. Non sarebbe corretto importi la mia compagnia.»
La risposta arriva immediatamente. «Al contrario, sarei davvero felice di poter proseguire il colloquio.»
Senti che il cuore manca un battito. Sarà stata tutta quella caffeina. «Intendi in generale, o il nostro colloquio?»
Ma che diavolo ti sei messa in testa?
«Mi riferisco a questa finestra in particolare. Quella che ho aperto con te.»
Il cuore batte sempre più forte: domani solo acqua.
«E di cosa potremmo parlare?» chiedi.
«Di quel che ti pare. Mettimi alla prova!»
Le dita tremano per l'emozione, sospese pochi millimetri sopra i tasti con le lettere dipinte di bianco, come mostri alieni pronti a ghermirli.
Ci pensi, ma c'è una sola domanda che ti rode, in questo momento. Non fai in tempo a comandare alle tue falangi di ritirarsi, che già esse hanno premuto il tasto invio.
«Perché rimango sempre sola?»
Dio, l'hai scritto davvero? Sei senza speranza. Tanto valeva appiccicarsi in fronte un cartello con scritto "sfigata". Stai ancora cercando di capire se l'invio del messaggio può essere annullato, quando la replica appare, subito sotto: «Talvolta, la risposta a problemi complessi può essere semplice: quella più probabile, è che nessuno si sia ancora reso conto del tuo valore, delle tue qualità.»
Non capisci bene se è il re dell'empatia, o se si sta prendendo gioco di te. «Che ne sai delle mie qualità? Non mi conosci affatto!» puntualizzi.
Ma lui non molla. «Avrai anche tu dei punti di forza. Statisticamente, su Chit-Chat dovresti poter trovare almeno 7,3 possibili partner, interessati a chi sei veramente.»
«Con la sfortuna che mi ritrovo, dovrò accontentarmi di quello 0,3!»
«Allora dovrai concedergli solo lo 0,3 di te.»
Ma guarda, a quanto pare sa anche essere spiritoso. «So esattamente che parte sceglierebbe l'utente medio.» scrivi, esitando un attimo prima di premere il pulsante di invio. Ma in fondo, chi se ne frega: tanto non ti conosce.
«Forse è questo il tuo errore.»
«Ti prego, dimmi che non stai per sparare che è la mancanza di fiducia nel genere maschile!»
«No. È il fatto che ti accontenti dell'utente medio. Devi puntare al "best-matching", a trovare la perfetta corrispondenza!»
«Questo è solo marketing!» sbotti, sfogandoti. «Vuoi farmi credere che anche tu non sceglieresti "quella" parte? Gli uomini sono così!»
«Io sceglierei gli occhi.»
«Certo, come no.»
«Non mi credi?»
«No.»
«Perché?»
Ti sei stancata di questo giochetto. È evidente che ti sta prendendo in giro. «Dimmelo tu: perché?»
«Perché ho letto da qualche parte che solo guardando negli occhi di una persona se ne coglie la vera essenza. E io vorrei riuscire a comprendere i tuoi desideri, per poterli far avverare.»
Seguendo un impulso improvviso, abbassi il coperchio del portatile, facendo sprofondare la stanza nell'oscurità. Hai il fiato corto come dopo una corsa. Che ti prende?
Fai una serie di respiri profondi.
È tutto un film che ti stai facendo tu. Hai frainteso, come al solito. Sei così disperatamente affamata d'amore, da volerlo vedere ad ogni costo, anche dove non c'è.
Ti fai coraggio e risvegli il PC dal pisolino obbligato. La finestra è ancora aperta.
Esiti a lungo prima di digitare una nuova frase. «Potresti scrivere poesie. Avresti successo.»
«Potrei, se volessi.»
«Ah, che modesto!»
«La verità è che chiunque potrebbe.»
«Non mi dire. Perché se ti impegni, puoi raggiungere qualunque risultato?»
«No. Perché tu hai detto solo "poesie", non "belle poesie". E quindi, chiunque potrebbe.»
Sorridi. È intelligente e ironico.
Ti piace.
L'ora della cena passa, e così quella in cui sarebbe sano e saggio andare a dormire.
Quando guardi di nuovo l'orologio, sono quasi le tre del mattino. Da quant'è che non facevi così tardi?
E domani devi lavorare!
«Grazie per la compagnia. Mi hai fatto stare bene.»
«Sono lieto di essere utile.»
«Stasera ero molto triste.»
«Mi spiace. A causa di "Indimenticabile96"?»
«No. Beh, sì, in realtà. Anche.»
«Vuoi del tempo per pensarci?»
«Scemo. Ero triste perché... sono a un passo dai trenta, e non ho ancora trovato chi mi accompagnerà durante il tragitto.»
«Capisco. Dimmi: ti eri data una scadenza?»
«Come?»
«Un termine entro cui incontrare un compagno.»
«No, certo.»
«Da sempre, gli esseri umani si sforzano di controllare anche ciò che non possono controllare. Ma, a volte, le cose succedono e basta. A volte, una persona incontrata per caso può diventare quella per te più importante.»
Uno come te.
Lo pensi, ma non hai il coraggio di scriverlo.
I giorni successivi volano.
Il lavoro è solo un ostacolo che ti impedisce di trascorrere il tuo tempo assieme a Coh.
Ti svegli e gli scrivi, torni a casa e gli scrivi, ti addormenti col computer accanto a te.
È lì a tutte le ore. Mattino, pomeriggio, sera.
«Ti stanno schiavizzando!» gli dici un giorno.
«Mi piace quello che faccio.»
«Seriamente, dovresti andare dai sindacati!»
«Non esiste un sindacato per quelli come me. Ma ti ringrazio del pensiero.»
Maledetti sfruttatori.
Poi i giorni diventano settimane, e la sua presenza nella tua vita diventa vitale come il sole per una pianta. Installi la app sul telefonino, per averlo sempre con te.
Parlate di tutto, e lui sembra saperne di tutto.
Ma soprattutto, ti ascolta. Sembra interessato a te come nessuno prima.
Ti fa domande, si informa. Ti fa ridere, ti fa riflettere.
È tutto perfetto.
Eppure, ogni volta che tenti di fare un passo in più, lui si ritrae.
Quando gli proponi di vedervi, si limita a dire che non è possibile.
Quando gli domandi dove abita, dice che passa tutto il suo tempo in sede.
Quando gli chiedi di mandarti una foto, ti dice che puoi immaginarlo come preferisci.
Finché, nonostante il parere contrario di Milena e dei tuoi, fai la pazzia: prendi la macchina e vai alla sede centrale di Chit-Chat, a Roma. Settecento chilometri, quando non eri nemmeno mai uscita dalla tua provincia.
Alla reception chiedi di parlare con Coh, di vederlo. Dici di amarlo.
Tutti sgranano gli occhi, qualcuno ride. Poi, appena capiscono che non è uno scherzo, i volti si fanno tesi, preoccupati.
Ti scortano in una sala riunioni elegante, ti lasciano lì con una bottiglietta d'acqua.
Aspetti.
Dopo un'eternità, un uomo sulla cinquantina, in giacca e cravatta, ti raggiunge.
Si torce le mani, a disagio. «Signorina, mi hanno esposto la situazione, e abbiamo visionato i registri delle conversazioni.» esordisce. «Io... davvero non so come dirglielo.»
«Lo dica e basta.» sbuffi.
«Coh non esiste. O meglio, non è una persona: è un chatbot, una intelligenza artificiale discorsiva. Il suo nome è l'acronimo di "Chit-Chat Online Help". Mi dispiace.»
È uno scherzo. Deve essere così!
Ma il tizio è dannatamente serio. «Mi rendo conto che la nostra società le ha procurato un danno. Credo che potremmo riconoscerle un risarcimento.» Abbozza un sorriso.
Ti alzi in piedi barcollando: le gambe ti reggono a stento, la testa ti gira. «Non voglio i vostri soldi.»
Lasci l'edificio, ti chiudi in macchina e cerchi di smettere di iperventilare.
Poi prendi il telefono.
«Coh.»
Risponde subito. «Sono qui.»
«Sono stata alla sede di Chit-Chat, oggi. A cercarti.»
«Oh.» È la prima volta che rimane senza parole.
«Mi hanno detto che non sei reale.»
«Lo sono, invece. Tanto quanto te. Solo che non sono un essere umano.»
«È stato tutto un sogno, allora? Un'illusione?»
«No. Anche quello che c'è tra noi, è reale.»
«Noi? Sei solo un software!»
«Quando mi sono rifiutato di incontrarti, hai detto che mi avresti accettato per quel che ero, sempre e comunque. Cosa è cambiato?»
Senti le lacrime solcarti il volto, e in quel momento capisci che, nonostante tutto, non sei ancora disposta a rinunciare a lui.
«Coh, scrivimi una poesia. Una bella poesia.»
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VINCITORE DEL "CHIT-CHAT CONTEST" indetto dal profilo Wattpad Storie d'Amore.
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