9. Incomunicabilità verbale e non

Incomunicabilità: verbale o non verbale, è sempre difficile: scrivi un racconto dove i personaggi non riescono a comunicare

«La vuoi smetterla di attaccarmi con ogni singola tua frase?» osservò Nuruka, alzando uno dei suoi sopraccigli, rendendo l'occhio corrispondente più luminoso - come se quegli occhi gialli non fossero già luminosi di loro, soprattutto nella penombra in cui erano al momento.
«No.» rispose secco Xenor, distogliendo lo sguardo da quella capigliatura rossa sangue.
«Sono stufa di doverti rispondere a tono.» disse.
«E allora smettila di farlo.» commentò lui, alzando le spalle con noncuranza, e chiedendosi cosa ci facesse sotto quella tettoia insieme a Nuruka. Giusto, dovevano allenarsi - doveva allenarla, ma all'improvviso aveva iniziato a piovere, e Ionor era pure fuori, dunque non poteva mollargli la rossa, visto che la stava trovando estremamente irritante.
«Sei poco collaborativo.»
«Ionor non la pensa così.»
«Grazie tante, siete gemelli!» sbottò Nuruka, per poi appoggiare il mento sopra le ginocchia.
«Senti» Xenor si voltò per fermarla, per evitare i soliti discorsi inutili che gli facevano solo perdere tempo, ma lei lo zittì con un cenno «Lo so che non mi vuoi qui, in questo posto, in questa casa. Si capisce alquanto chiaramente che non ti piaccio per niente.»
«Non sei così stupida, allora.» commentò lui, con l'intenzione di irritarla. Ma lei lo ignorò completamente.
«Cos'è che ti dà tutto questo fastidio? Il fatto che hai dovuto salvarmi? Il fatto che per te sono una perfetta sconosciuta?» lo guardò con quegli occhi da antilope che assumeva senza accorgersene, quando era turbata o immersa in pensieri ben poco positivi.
Era incredibile! Una ragazzina della sua età che era così dannatamente dolce e pucciosa in certe situazioni - quando tirava fuori gli occhi da antilope Xenor faceva fatica a resisterle -, e allo stesso tempo poteva essere un'assassina dal sangue freddo - non l'aveva mai vista uccidere, ma aveva visto i risultati del suo operato. Era questo che gli dava fastidio? Il due essere cose contrastanti tra loro allo stesso tempo?
«No.» rispose Xenor, evitando accuratamente quello sguardo tentatore.
«E allora cos'è che ti dà fastidio di me?» sbottò Nuruka.
«Ha smesso di piovere.» disse lui soltanto.
La rossa si voltò di scatto verso l'esterno. Effettivamente, aveva ragione. Ma non demorse.
«Dimmelo!» esclamò afferrandolo per il braccio.
Lui la guardò con il suo unico occhio visibile - l'altro era coperto come sempre dai capelli blu -, del colore del mare in burrasca. Poi si liberò con uno strattone dalla presa di lei.
«No.» rispose secco, per poi uscire da sotto la tettoia. «In guardia, rossa sanguinaria.» le ordinò poi, assumendo lui stesso la posizioni di guardia.
Nuruka lo osservò - l'uso di quel soprannome, rossa sanguinaria, aveva un suo perché che non trovava - e lo imitò.
«Si dia inizio alle danze.» mormorò prima di attaccare.

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