6. Your name, ma non è your name
Immagina di svegliarti e di avere cambiato sesso. Racconta le tue esperienze, difficoltà, gioie, scoperte per essere entrato/a in un corpo nuovo anche solo per un giorno. SCOPRIRAI ORIZZONTI SCONOSCIUTI
C'è qualcosa di strano.
No, non è per via del solito dormiveglia più veglia che dormi di ogni mattina, a cui l'unica soluzione per svegliarmi è buttarmi letteralmente giù dal letto.
No, è qualcosa di scomodo. Quasi come se si fosse spostato da una zona ad un'altra. Aspetta un attimo.
Con panico, mi alzo di colpo a sedere. Sì, mi manca decisamente qualcosa, realizzo tastandomi il petto. Ecco perché mi sono svegliata così facilmente. Il mio seno.... è sparito! In compenso sento qualcosa in mezzo alle gambe, che non essendoci abituata trovo alquanto scomodo.
Do una sbirciata sotto i pantaloni del pigiama e distolgo immediatamente lo sguardo. Sì, è decisamente quello che pensavo.
Cos'è ho scambiato il mio corpo con quello di un'altra persona, come in Your Name?
Mi guardo attorno. No, decisamente no. Questa è camera mia.
Un flash. Avrebbe dovuto iniziarmi il ciclo! E invece no, grazie al fatto di essere maschio mi salta. Dalla felicità, salto giù dal letto, con l'intenzione di far sparire tutti gli assorbenti - tipo con un volo fuori dalla finestra-. Risultato? Mi stupisco che il pavimento non si sia sfondato, dato il suono dell'urto. Sapevo che i maschi avevano più forza, ma non pensavo che la forza di gravità agisse in maniera così diversa su di loro.
Scuoto la testa e con maggior delicatezza del solito - perché ad ogni passo mi sembra di fare il doppio del solito rumore - mi dirigo in bagno. Faccio finto di niente, come se fosse tutto normale, anche se è difficile con quel.....coso in mezzo alle gambe.
Mi coglie il mio riflesso allo specchio. Uh, strano che i miei capelli sono rimasti lunghi - poco sotto la spalla - e anzi sono diventati ancora più ribelli, come se fosse possibile. Il naso è rimasto pronunciato nella stessa maniera precedente, e assomiglio a mio padre più di quello che assomigliavo già prima. Gli occhi un po' più stretti, un accenno di peluria sopra il labbro superiore e sulla mandibola. Sono più alta - un paio di centimetri, probabilmente raggiungo il metro e sessantacinque - le spalle sono più larghe, tanto che sembrano stiano per saltare fuori dalla maglia del pigiama. Per il resto, il corpo non sembrava cambiato di molto. Certo, i fianchi sono meno evidenti e le mani leggermente più grandi, ma niente da rendermi irriconoscibile.
Mi dirigo in cucina e mia madre mi scruta in maniera strana.
«'Giorno.» dico a bassa voce - si sa, la mattina è meglio starmi alla larga se no mordo, letteralmente - ma la voce risulta ancora più bassa del solito. Dannati ormoni maschili.
Mia madre lancia uno di quegli urli acuti che mi trapano le orecchie, peggio del gessetto sulla lavagna.
«Cosa ti è successo?!» urla, attirando l'attenzione di mio padre, che stava mangiando mezzo sonnolento e guardando il telefono.
«Non lo so.» rispondo nell'imbarazzo più totale e mi siedo al mio posto a mangiare. Evito anche lo sguardo di mio fratello, con la sua faccia sorpresa e confusa.
Spero che questa cosa duri poco. O le persone la smettano di guardarmi male. E non sono ancora uscita di casa.
Mia madre mi squadra da testa a piedi.
«Bisognerà trovarti un paio di pantaloni decenti.» ed esce dalla cucina.
Sbuffo. Mi ero dimenticata del fatto che non posso andare a scuola in leggins. Quello sarebbe troppo evidente. Riprendo a mangiare.
L'incontro con i compagni è, beh, imbarazzante. Soprattutto con le ragazze. Mi squadrano da capo a piedi con uno strano sguardo....probabilmente quello che uso anch'io quando guardo un ragazzo sconosciuto. Rispondo al loro sguardo con un sorriso imbarazzato e spiego loro la situazione. Tipo una ventina di volte, perché devo spiegarla anche ai ragazzi che sono arrivati nel frattempo. Meno male che la prof.ssa ha sentito la mia ultima spiegazione e non mi chiede di ripeterlo un'altra volta. Durante la lezione parlo poco - meno del solito dato che parlo già poco.
Se c'è una cosa che invidio dei maschi - oltre a non dover patire tutti i dolori del ciclo, ovviamente - è, passatemi il termine, poter pisciare in piedi. Una soddisfazione immensa. Diciamo che avere quello è una questione di abitudine e non è così fastidioso come mi sembrava il mattino. Compensato però dall'imbarazzo di entrare nel bagno maschile, un luogo completamente sconosciuto a me - sarebbe preoccupante il contrario. Com'era il detto? Per ogni gioia c'è un dispiacere? Qualcosa di simile.
Essere maschi non è così terribile. Si preannunciava peggiore questa giornata. Ma prima di concludere questa giornata, c'è ancora una cosa da fare - meglio provare.
(Azionate il lato perverso del vostro cervello. Esatto è proprio quello! Se no che gusto ci sarebbe ad essere uomo se non si esplora tutto?)
Ovviamente le ultime due frasi nella versione "ufficiale" non ci sono. E poi chi la sente la prof di italiano?
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