Intervista ai vincitori - vyandersen

vyandersen, parlaci un po' di te...

Di solito non so mai cosa dire su di me e di conseguenza ripiego sul sarcasmo fastidioso. Farò del mio meglio per non scaderci anche ora, ma non garantisco. Dunque, ho ventuno anni – quasi ventidue, ma cerco di non pensare alla vecchiaia che avanza – e vivo in mezzo al nulla, ovvero in un paesino della provincia di Vicenza così sperduto che quando piove salta la connessione internet. Nella vita, oltre a scrivere, leggere, talvolta dilettarmi con la grafica, fare scherma storica, far parte di un coro, preparare piani per la dominazione della galassia e impegnarmi per stare antipatica a più persone possibile, studio Scienza dei Materiali all'università tra (pochi) alti e (molti) bassi. Sapete, progettare conquiste impiega molte energie mentali u.u



Con la tua squadra della Polonia hai vinto partecipando con Invictus, ne hai altre? Come mai hai deciso di schierare proprio questa?

Sì, ho altre storie; la maggior parte di queste, però, non è pubblicata su Wattpad. L'unica altra storia che ho sul profilo è una high fantasy che risente del fatto che l'ho scritta che ero giovane e inesperta(?) e, soprattutto, andando a braccio. Descrivendola in termini meno eleganti, dire che ha bisogno di una revisione è un eufemismo xD Invictus, invece, è una storia su cui ho lavorato molto di più. Personaggi e ambientazione hanno più spessore, la trama si regge meglio e sono più soddisfatta del risultato in generale.



Com'è nata l'ispirazione per questa storia?

Non ricordo esattamente come – è stato sette anni fa – ma avevo appena fatto una maratona delle due trilogie di Star Wars e mi ero detta che volevo scrivere una space opera anche io. All'epoca ero in piena stesura della mia prima "storia", se così si può chiamarla, ma ero consapevole che non avevo gli strumenti per gestire un'ambientazione e una trama così complesse, quindi ho archiviato l'idea. Nel tempo, ho aggiunto e modificato tantissimo, per cui la storia non assomiglia per nulla all'idea di partenza se non per qualche dettaglio, ma non avrei mai iniziato a scriverla davvero, quest'inverno, se non fosse stato per Mass Effect. Ho giocato la serie per la prima volta, mi ha spezzato il cuore e dovevo sfogare la frustrazione su altro. Preferibilmente, che riguardasse spazio, alieni cattivi, sparatorie ed esplosioni. Mi sono accorta che Invictus rispondeva a tutti i criteri e ho iniziato.

Non molto poetica, come ispirazione, lo riconosco xD



Hai lasciato qualcosa di te ai tuoi personaggi?

Credo sia inevitabile farlo, anche se non è mai intenzionale. Non amo ispirarmi a persone reali, che sia me stessa o altri, perché altrimenti passerei più tempo a spaccarmi la testa cercando di immaginare come la persona che mi ha ispirata reagirebbe alla tal situazione che a scrivere xD

In questo caso, però, anche se entrambi i protagonisti sono diversi da me, credo di aver dato a Valthian la mia mania di pianificare tutto e a Zarth la mia ostinazione u.u



In che situazione ami scrivere? Di notte, in una stanza particolare, in treno...?

Di notte e con la musica giusta in sottofondo! *-* Ancora meglio se piove, allora non ascolto musica e resto con il suono della pioggia. Poi devo avere sempre accanto al pc una tazza piena di tè caldo – o di succo di frutta, se ci sono cinquanta gradi all'ombra come di recente...

Al di là della poesia, adoro scrivere di notte per il semplice fatto che la mia famiglia dorme e non ho nessuno a interrompermi.



Parlaci del tuo processo di scrittura. Ti lasci ispirare dal momento o sei una di quelli che, prima di sedersi a scrivere, ha già in mente tutto?

Mi sono ostinata per anni – appunto, ostinazione, dicevamo ^^ – a scrivere andando a braccio. Con l'unico risultato di avere millemila storie interrotte e l'unica finita che ha più buchi di un colabrodo xD da quando mi sono finalmente arresa al fatto che il mio cervello non funziona in questo modo sono molto più produttiva. La prima cosa che faccio è definire il worldbuilding, quindi nel caso di Invictus popoli alieni, tecnologia, background storico, etc. Solo a quel punto mi metto a lavorare sui personaggi, in modo da definire caratterizzazione e voce, e sulla trama, per la quale devo avere uno schema degli eventi suddivisi capitolo per capitolo. Prima di iniziare la stesura vera e propria di Invictus sono arrivata ad avere dieci pagine Word di plot, quasi trenta di worldbuilding e un'altra decina di caratterizzazione dei protagonisti – e continuo a pensare che non sia abbastanza. Pianificare tutto, dicevamo xD



Cosa ti piace di più di quando scrivi?

Il worldbuilding!*-* Amo anche la stesura vera e propria, perché è in quel momento che tutto il lavoro precedente prende vita davvero, ma, sostanzialmente, scrivo perché amo costruire mondi, definire regole e schemi, collegare dettagli... e fare ricerche assurde che altrimenti nemmeno mi verrebbero in mente. Forse soprattutto questo xD



Hai mai avuto il "blocco dello scrittore"? Se sì come l'hai superato?

L'ho avuto più spesso di quanto vorrei. Quanto al come superarlo, dipende dal blocco.

Nel periodo in cui tentavo di scrivere di getto con scarsi risultati, il blocco derivava dal fatto che non avevo la benché minima idea di dove stessi andando a parare, quindi fermandomi e costruendo una trama spariva anche il blocco.

Con due storie, in particolare, mi sono spesso bloccata perché non mi ci riconoscevo più, essendo passati anni da quando le avevo iniziate. Avrei dovuto fermarmi per revisionare, ma mi sono sforzata comunque di andare avanti, a rilento, in modo da avere il quadro completo prima di mettermi a cambiare cose.

Spesso, invece, mi blocco anche se so cosa devo scrivere perché non sono soddisfatta del capitolo precedente o di come sto procedendo con la stesura. In questo caso so che il problema non è la stesura, ma il fatto che pretendo la perfezione; è difficile, ma mi sforzo di pensare che una prima stesura è normale che faccia schifo e che non si può editare una pagina bianca. La maggior parte delle volte, riprendo a scrivere dopo massimo un paio di giorni.



Parlando del concorso, qual è stata la prova che ti ha emozionato di più e quale di meno?

Quella che mi ha emozionata di più è stata il Fil Rouge, visto che i punteggi sono stati dati un po' alla volta e la nostra squadra era l'ultima; ma anche la prima prova, visto che non ero sicura di cosa aspettarmi.

Quella che mi ha emozionata di meno, forse, è stata la finale, perché comunque avevamo un buon vantaggio dalla prova precedente. Poi l'ansia c'è sempre, perché non si sa mai cosa possa succedere xD



Qual è il messaggio che pensi dobbiamo trarne dalla lettura del tuo romanzo?

Non ne ho idea xD probabilmente possono essercene svariati, ma non ci ho mai pensato. Scrivo per costruire mondi, non per insegnare alcunché. Magari in futuro proverò a integrare un messaggio nella storia, ma finora non ho mai avuto più di tanto interesse a farlo. 



Hai trovato originale l'idea di un concorso a squadre o preferisci quelli individuali? Vuoi dare qualche consiglio per eventuali edizioni successive?

Il gioco di squadra è stata probabilmente la parte più bella di questo concorso *-* ci ha dato modo di ragionare molto sulle storie e sui nostri punti di forza e di debolezza, visto il sistema degli schieramenti. Allo stesso tempo, mi ha dato modo di vedere la mia storia e la mia scrittura da un punto di vista esterno, tramite i commenti dei compagni di squadra.

Complessivamente, sono davvero contenta di aver partecipato e spero riproporrete il concorso. Non ho suggerimenti particolari da dare, l'unica cosa che mi ha perplessa è stata la questione dei Jolly, che com'era spiegata all'inizio non si capiva bene, ma è stata risolta durante lo svolgimento ^^



Se ti va, puoi lasciarci, per concludere l'intervista, con una citazione del tuo libro.

Come estratto, ho voluto mettere la scena dell'incontro tra i due protagonisti:

"Sblocco la maniglia e la giro fino a sentire il clack della serratura. Spingo il battente verso l'interno, lo storditore in mano, la penombra spezzata dalla luce del corridoio. La cella pare vuota. Avanzo.

Un braccio mi afferra all'altezza della gola e mi trascina contro un corpo. Una mano fa per strapparmi lo storditore; lo scaglio lontano. Scatto con la testa all'indietro, impatto contro il viso dell'assalitore. Geme. Allenta la presa appena; gli agguanto il polso, mi abbasso arretrando e ruoto. Prima che il mio aggressore possa reagire strattono il braccio verso il basso e spingo il fianco contro di lui, sbilanciandolo.

Cade. Gli piazzo uno stivale sul petto, la pistola già in mano e puntata alla sua faccia.

Non è Meeuk.

Lunghe ciocche bianche si spargono sul pavimento metallico e due occhi dall'iride nera mi fissano da un viso affilato, da falco. Gocce di sangue costellano il labbro spaccato, scure sulla pelle di un rosso tanto cupo da sembrare nero.

Non è nemmeno un achaleera. Spalanco gli occhi.

«Chi-» mi blocco, passo al theride, «chi sei?»

E che cosa ci fa, per l'Unione, un arace in un covo di Avvoltoi, a cinquantamila anni luce dal suo mondo-madre?"

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