Sono arrivata! 1.1
Talitha saltò giù dall'autobus bianco con la grossa striscia blu su cui spiccava in rosso il nome della compagni. Felice di essere finalmente arrivata nella piccola ma accogliente cittadina racchiusa in una vallata tra le montagne al confine tra i due stati.
Inspirò l'aria fresca che sapeva di resina, terra bagnata e legno. Lasciò che i raggi del le sole scaldassero il viso, dopo aver passato ben ventisette ore sul bus, nonostante le soste si era sentita prigioniera.
Il paese poteva sembrare fuori mano, privo di grandi attrazioni turistiche, ma lei amava trascorrere le vacanze estive a casa di sua nonna. In primo luogo amava sua nonna, che l'aveva sempre trattata come una principessa, poi adorava nuotare al lago o nella fonte termale appartenente al vicino di casa di sua nonna, il signor Asteri. Per ultimo, ma non meno importante, lì c'era la sua migliore amica, Miranda e il suo quasi fratello-miglio amico Rigel.
Lei e Miranda erano nate lo stesso giorno, mese e anno. Scherzavano sempre sul fatto che fossero sorelle gemelle separate alla nascita.
Talitha aveva lunghi capelli neri e gli occhi blu, amava la musica pop, leggere e nuotare.
Miranda invece aveva i capelli rossi ondulati, le lentiggini e grandi occhi verdi, suonava la chitarra elettrica, suo padre l'aveva cresciuta a pane e metal. Tuttavia nell'aspetto non era molto metallara, a parte le scarpe sempre rigorosamente nere, amava vestirsi con colori vivaci e motivi floreali. Anche lei amava nuotare, tanto che i suoi amici l'avevano soprannominata "la sirenetta".
Dall'altro lato della Strada Talitha vide l'auto rossa fiammeggiante della nonna parcheggiata e la donna che, poggiata al cofano anteriore, schermava il sole con una mano e con l'altra la salutava.
La giovane guardò da entrambi i lati prima di attraversare, con lo zaino in spalla corse ad abbracciare la nonna, non si vedevano da quando lei era andata a trovarli in città per Natale.
«Ben arrivata cara».
La donna sulla sessantina, portava gli argentei capelli a caschetto, i suoi occhi erano nocciola e le sue rughe ne addolcivano l'espressione quando sorrideva.
«Ciao nonna».
Si sfilò lo zaino e lo gettò sul sedile posteriore lanciandolo dal finestrino abbassato.
«Quanta fretta abbiamo, mi piacerebbe credere che tutto questo entusiasmo sia dovuto al fatto che sei felice di tornare da me».
«Dai nonna, sai che è così». Rise intanto che occupava posto nell'utilitaria.
Maia, una volta allacciata la cintura, girò la chiave e si avviò :«Ah, beata gioventù, non c'è bisogno di mentire, lo so bene che non vedi l'ora di riabbracciare Miranda».
La nipote rise di gusto, le scenate di gelosia interpretate da sua nonna la divertivano sempre un sacco.
«Quest'anno ci sarà anche una novità».
«Quale?» Chiese girandosi leggermente verso di lei «Hai fatto qualche lavoro a casa? Hai adottato un nuovo animale?».
Maia fece di no con la testa entrambe le volte, ridacchiando.
«Un indizio» disse assumendo su la sua migliore espressione di supplica.
«Ho giurato» le rispose mimando il gesto di chiudersi a chiave le labbra.
Talitha comprese che la novità doveva riguardare Miranda e la sua curiosità se possibile, aumentò ancora di più.
Quando finalmente imboccarono il viale sterrato che conduceva alla casa della nonna Talitha, cacciò fuori la testa e lasciò che il vento le scompigliasse i capelli, adorava quella sensazione di libertà, un po' come quando nuotava.
Parcheggiata l'auto, corse subito in casa, costruita in pietra e legno, dall'aspetto solido, le finestre dipinte di bianco erano grandi e permettevano alla luce del sole di inondare l'interno. Talitha salì al piano superiore inciampando su per le scale, aperta la porta della sua camera, che si distingueva dalle altre per un grosso adesivo a forma di stella sorridente, gettò lo zaino sul letto e aperto il cassetto dell'armadio bianco e azzurro a tre ante, cominciò a cercare tra le magliette.
Trovato quello che cercava la distese a terra, sembrava che fosse tutto a posto, le termiti anche per quest'anno avevano lasciato in pace la bandiera triangolare rossa.
Aprì la finestra e la legò ai due capi del davanzale, la lieve brezza la agitava leggermente. Aprì il piccolo baule blu, su cui aveva attaccato delle stelline fluorescenti e prese il binocolo, si affacciò poggiando i gomiti sul ripiano e mise a fuoco. La sua camera si affacciava in direzione della casa di Miranda, la bandiera serviva a segnalare il suo arrivo.
Sì, avevano il cellulare, ma da bambine avevano sempre fatto così e quella ormai era una tradizione che avrebbero continuato per sempre.
Dopo un paio di minuti la finestra di Miranda si aprì, Talitha riuscì a distinguere chiaramente la fulva criniera dell'amica che, per prima cosa appese la sua bandiera, poi iniziò ad agitare le braccia per salutarla. Lei fece altrettanto, poi entrambe rientrarono.
Talitha si tolse le scarpe , gettandole in un angolo e scese in cucina.
Il locale, rimodernato solo l'anno prima era un ampio ambiente: dal pavimento in legno di quercia, la cucina in stile shaker in noce a elle ricopriva per intero le due pareti, sopra il lavello c'era la grande finestra e di fianco la porta olandese che dava sul cortile posteriore.
Ad attenderla c'era la nonna con Rigel, il suo manovale, che la aiutava col terreno e a occuparsi degli animali che puntualmente adottava o le erano lasciati da chi non poteva più occuparsene o perché erano stati tolti a persone che non erano in grado di prendersene cura.
Rigel aveva ventotto anni, il fisico tonico, modellato dal lavoro, i capelli corti castani e gli occhi verdi. Lavorava lì da undici anni ormai e Talitha lo considerava come una sorta di fratello maggiore, anche perché era sempre stato molto premuroso nei suoi confronti. Quando ritornava a casa sua in città, la sera chattavano o si telefonavano e si raccontavano tutto.
Gli saltò al collo, aggrappandosi a lui con le gambe e lo baciò sulla guancia :«Che bello rivederti!».
Lui le sorrise tenendola stretta :«Anche per me, adesso però scendi, non hai più cinque anni e inizi a pesare» la prese in giro ridacchiando.
Talitha scese e incrociando le braccia sbruffò :«Nonna ma lo senti cosa mi dice?».
Maia rise, intanto che tirava fuori dal forno la crostata alle amarene che aveva in precedenza preparato.
«Non sono io a essere diventata pesante, ma tu a invecchiare e perdere la forza» lo punzecchiò.
«Tu non sei pesante, sei semplicemente cresciuta e diventata una signorina con tutte le cose a posto» le disse Maia porgendole il piatto con la crostata.
Talitha occupò uno dei sgabelli alla grande isola al centro della cucina, Rigel la imitò.
«E lui non è vecchio, potessi essere io vecchia come lui» disse in tono nostalgico la donna accomodandosi anche lei.
Dopo pochi minuti qualcuno bussò alla porta sul retro della casa.
«Miranda!» esclamo correndo per aprire all'amica.
Appena la giovane entrò le due si abbracciarono urlando e saltellando per la felicità.
«Finalmente sei arrivata!» disse continuando a stringere l'amica.
«ti ho portato un regalo» e si staccò appena da lei.
«Io ho una cosa da dirti» la afferrò per le mani.
«Ah sì, la novità misteriosa» disse voltandosi a guardare sua nonna che continuava a mangiare tranquillamente la sua fetta di dolce.
«Ḗ tornato mio cugino».
«Tuo cugino, quale?».
Miranda aveva una famiglia numerosa.
A casa lei era la minore, aveva tre fratelli più grandi e una decina di cugini, alcuni abitavano nei paesi limitrofi altri in città distanti.
«Sirio, dovresti ricordartelo».
Talitha assunse un espressione pensierosa, cercando di dare un volto a quel nome che le era familiare.
«Non era quello che si divertiva a gettarti insetti tra i capelli e nasconderti rane nello zaino?» chiese Rigel.
Talitha sgranò gli occhi arrossendo, tutti in una volta i dispetti di quel ragazzino insolente le tornarono alla mente. Allora aveva giurato vendetta, ma poi lui si era dovuto trasferire a causa del lavoro della madre, quanti anni erano passati, dieci?
«Sì, mi ricordo di lui» Disse affilando lo sguardo, non aveva dimenticato nulla di lui.
I capelli corti scuri, gli occhi chiari, la piccola cicatrice sul mento e quel sorrisetto soddisfatto che aveva ogni volta che le faceva uno scherzo.
«Sai sono ritornati qui due settimane fa».
Le due amiche occuparono posto e si raccontarono tutte le novità, ridendo e progettando tutto quello che avrebbero fatto durante l'estate.
MIRANDA
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SPAZIO AUTRICE
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Bel cambiamento vero?
Che ve ne pare di Talitha e degli altri personaggi?
Curiosi di incontrare Sirio? La nostra protagonista anche, ma per altri motivi.🤣
Come sempre fatemi sapere come vi sembra e segnalatemi eventuali errori, grazie e buona lettura❤
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