MIA CARA ALESHA

                                                                                                                                                                               1-03-0013

Mia cara Alesha,

sono ormai passati due anni da quando sei divenuta una stelle, e questa magra consolazione è l'unica cosa che mi rincuora, donandomi la forza di non lasciarmi cadere nello sconforto assoluto.

La notte ti cerco nel firmamento, la tua luce argentea mi riscalda il cuore, anche se le lacrime affiorano prepotenti nel sentire l'immensità del vuoto che hai lasciato al mio fianco.

I giorni mi appaiono bui, mesti, tutti uguali. Vado avanti soltanto per l'obbligo che mi lega al mio ruolo di imperatrice e protettrice di questo mondo.

Legata indissolubilmente a questo compito, giorno dopo giorno incontro emissari, nobili, ambasciatori e gente del popolo. Ascolto i loro problemi, le richieste, sorrido ai loro complimenti e ringrazio per i loro doni.

Partecipo alla vita di corte perché devo, ma le feste, i ricevimenti, le ricorrenze hanno assunto tutte il medesimo colore grigio.

Non riesco a trovare più gioia in nulla, neanche il perdermi nei miei pensieri durante le passeggiate solitarie nell'immenso parco serve più. Il vuoto colma ormai il mio cuore e la mia anima.

So che sembro ingrata, dovrei essere felice per il mio ruolo, per i privilegi che mi porta ad avere, tuttavia mi sento tremendamente vuota e sola.

Nonostante sia continuamente circondata da persone, nessuno riesce a entrare nel mio spirito a risultarmi affine e le loro chiacchiere, la loro presenza, mi risultano quasi insopportabili.

Forse sono io a sbagliare tutto, a chiedere, pretendere chissà cosa dalla mia vita che già mi ha dato tutto.

Il buon nome, il prestigio, le ricchezze, il potere. Nulla di tutto ciò però riesce a far leva sul mio umore sempre più triste.

Cosa mi manca, cosa sta cercando la mia anima tormentata? Cosa può donarmi nuovamente la felicità?

A volte cerco una risposta nelle stelle, le studio, calcolando i loro movimenti in quell'immenso che ci racchiude tutti. Tuttavia neanche loro riescono a indicarmi la via per la felicità, così continuo a errare su questa terra, tra le immense e vuote stanze del castello, tra gente che assume sempre più l'aspetto di ombre ai miei occhi. Una luce, se solo trovassi un barlume che mi desse la speranza, la voglia di continuare a esistere nonostante voi non ci siate più.

Mi ritrovo a pregare le notti in cui il sonno non arriva, prego, chiedo, spero di divenire anch'io al più presto una stella, perdere la mia inutile forma mortale e ritrovarmi in mezzo a voi che mi avete preceduta, essere finalmente un tutt'uno e assieme illuminare il cielo, far parte di qualcosa di magnifico e immenso.

Mia amata sorella, eri la mia metà, nate assieme, ma separate troppo presto da un fato crudele.

Canopo, ormai mio unico punto di riferimento, cerca di consolarmi amorevolmente paterno, ma le sue cure, che inizialmente sembravano donarmi un minimo di sollievo, adesso risultano inutili. Il mio cuore lentamente si raffredda, ho paura che possa divenire di pietra e perdere con esso anche la mia anima.

Ti prego Alesha, esaudisci questo mio desiderio, donami una speranza, un motivo per cui tornare a vivere.

Per sempre tua Adhara

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SPAZIO AUTRICE

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PRIMA PAGINA DEL DIARIO, QUESTE LE LASCERò COSì, SOLTANTO I PENSIERI DI ADHARA PER ACCOMPAGNARCI IN QUESTA SUA STORIA.

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