1.4
Tornata a casa ritrovò Maia che preparava il pranzo, le diede un bacio.
«Com'è andato il tuo giro di visite?»
«Bene, i gemelli sono sempre gli stessi, povera Nah, non so come faccia» disse prendendo un pomodorino dall'insalatiera infilandoselo intero in bocca, le piaceva sentirlo scoppiare e rilasciare tutto il suo gusto fresco.
Alzò il libro dritto sul top in quarzo dell'isola :«Quest'anno invece il signor Astori mi ha regalato un romanzo d'amore» sospirò teatralmente portandosi una mano al petto.
Maia smise di preparare e seria osservò il libro, lesse il titolo e se possibile la sua espressione divenne quasi dura, un misto di preoccupazione e rabbia.
Talitha non l'aveva mai vista così :«Tutto bene nonna?»
«Sì, mi è solo tornato alla mente che ho scordato di comprare alcune cose in paese, nel pomeriggio mi toccherà tornarci» e la sua espressione ritornò dolce come sempre.
Alle loro orecchie giunsero le urla di Rigel che. Nello spiazzo sul retro della casa, imprecava contro qualcosa.
«Che gli prende?» Domandò andando ad affacciarsi alla porta aperta, la zanzariera chiusa a schermare l'entrata degli insetti conferiva all'esterno un aspetto nebbioso.
«Oh, sta soltanto litigando con Pulce, quella creaturina è un tesoro, ma a quanto sembra Rigel non gli piace in alcun modo, eppure sta provando a corromperla in ogni modo».
Talitha si affacciò sulla veranda e scoppiò a ridere. Attaccato alla gamba di Rigel, ringhiando furente, un cagnolino, un misto di razze che andavano dal pelo che ricordava un yorkshire, le orecchie a punta come un chiwawa e la coda a batuffolo come un volpino. Il carattere tuttavia era quello di un lupo, adesso Talitha capiva perché avesse tutti i pantaloni strappati.
«Ridi pure, ma non scendere, altrimenti a te divorerà in un attimo» e cercò di avvicinarsi alle scale della veranda con Pulce che non voleva saperne di molare la presa e continuava a strattonare furente.
Talitha, continuando a ridere si accomodò sull'ultimo gradino e si chinò battendo le mani :«Su Pulce, vieni da zia Talitha».
Il cagnolino sentendo pronunciare il suo nome si fermò, senza tuttavia mollare la presa, ringhiando piano guardava la giovane sconosciuta. Si avvicinò lentamente, lei allungò una mano lasciandosi annusare, Pulce iniziò a scodinzolare felice le saltò in braccio, leccandola dappertutto.
«Questa poi» Rigel provò ad avvicinarsi, ma Pulce cercò di addentarlo, senza riuscirci.
«No Pulce, questo non si fa» lo ammonì Talitha grattandogli il collo.
«Io ci rinuncio» e oltrepassò la neo coppietta di amici, passando per la cucina afferrò una mela «Io vado a ripulirmi» disse a Maia che non si accorse della sua presenza, era persa nei suoi pensieri a fissare un libro dalla copertina blu.
Rigel si poggiò allo stipite della grande porta a scomparsa, che collegava la cucina con il grande salotto, diede un morso alla mela e osservò Maia, senza dare però troppo peso a quel suo comportamento, collegandolo al fatto che fosse semplicemente stanca, così salì di sopra a darsi una ripulita.
«Così questo pomeriggio dovrò farti da babysitter!» la punzecchio Rigel intanto che riempiva l'abbeveratoio dell'ovile.
«Quanto sei simpatico» e gli fece una linguaccia quando si girò «Sono grande ormai, tra un paio danni mi chiederai di occuparmi di te come badante!».
«Ei! Non sono mica così vecchio» e fece finta di gettarle l'acqua col secchio, che però era vuoto.
Talitha si girò ridendo, accorgendosi che le aveva fatto uno scherzo prese, una breve rincorsa e gli saltò sulla schiena, le era piaciuto sempre un sacco farlo, perché lui iniziava a girare velocemente e vedere il mondo vorticare la divertiva. Questa volta non lo fece, la prese per le braccia, sciogliendosi da quel suo abbraccio e la fece scendere.
«E adesso che ti pre-» non riuscì a terminare la frase che Rigel l'afferrò e la gettò nell'abbeveratoio, le pecore che si erano avvicinate scapparono belando.
Talitha rimase senza parole, sputando l'acqua e spostando i capelli che si erano appiccicati al viso :«Sei un idiota» e lo schizzò ridendo «Questa me la paghi» si rimise in piedi con l'acqua che le scolava addosso, formando una pozzanghera ai suoi piedi «Sei fortunato a essere grande e grosso altrimenti ...».
Rigel rideva talmente tanto che si era appoggiato alla staccionata, quando si calmò, si voltò a guardarla e smise subito di sbellicarsi, assumendo un espressione seria che quasi preoccupò Talitha.
«Cosa c'è?».
«Nulla, va a cambiarti» la lasciò lì, scavalcò la staccionata e si diresse verso il grande capanno rosso, dove tenevano i mezzi agricoli.
«Chi lo capisce è bravo».
Una volta in camera Talitha si guardò al grande specchio verticale, era un disastro e puzzava come un cane bagnato, poi il suo sguardo fu catturato da un particolare, la sua maglietta chiara era diventata completamente trasparente e l'acqua fredda aveva reso turgidi i suoi capezzoli, lasciando ben poco all'immaginazione. Arrossì, comprendendo il perché Rigel si fosse irrigidito a quel modo.
Poi un pensiero mentre si spogliava iniziò ad affiorare nella sua mente, forse lui non era del tutto indifferente alla nuova Talitha, la ragazzina stava lasciando spazio a una giovane donna che stava iniziando a prendere confidenza con il suo essere femminile, un po' seducente ma ancora acerba.
Sì, aveva già fatto l'amore, la sera del suo diciottesimo compleanno, con il ragazzo più carino della scuola, ma era stata una cosa fugace, fatta più per curiosità che perché provasse qualcosa per lui.
Chissà come ci si doveva sentire fra le braccia di una persona che ti amava, che ti desiderava, che fremesse all'idea di poterti toccare, baciare, accarezzare ogni centimetro della tua pelle. Che volesse appagare prima i tuoi sensi e poi raggiunger l'apice del piacere assieme, con le labbra che s'incatenano, i respiri affannati, i battiti del cuore accelerati. Pelle contro pelle, madide di sudore e piacere.
S'immaginò fra le sue braccia, nel suo letto, lui che con la sua calda voce le sussurrava parole che andavano dalle più dolci a quelle cariche del suo desiderio di averla, di essere finalmente una cosa sola.
Si precipitò a farsi una doccia fredda, doveva smetterla di avere certe fantasie con Rigel, tuttavia il getto freddo dell'acqua non riuscì a cancellare del tutto il desiderio, la speranza che dentro di lei stava prendendo piede, di poter avere una storia con lui.
"fantasticherò soltanto, non gli dirò mai nulla" si disse, cercando di convincersi che sarebbe riuscita in quel suo intento.
Riflettendoci meglio si disse "Non voglio rovinare la nostra amicizia".
Talitha voleva un bene dell'anima a Rigel e se lo avesse perso, perché lui non desiderava avere una relazione di quel genere con lei, ne sarebbe uscita distrutta.
Lui era una amico sincero, un fratello, un complice quando combinava qualche guaio, quando era con lui si sentiva felice, al sicuro, si volevano un bene che andava oltre il comune amore, il loro era un rapporto unico, speciale, costruito sulla sincerità e il rispetto.
Doveva assolutamente darsi una calmata e distrarsi con qualche altra cosa, o qualcuno, si avrebbe iniziato a uscire con gli altri ragazzi, sperando di trovare qualcuno abbastanza carino e simpatico da non farle pensare per tutto il tempo a Lui.
Pensò che si sarebbe fatta consigliare da Miranda, lei sicuramente conosceva dei ragazzi da presentarle, andava bene anche un semplice turista, in fondo non doveva mica trovare l'amore della sua vita. Le serviva soltanto una distrazione, "sì, questa è la cosa più giusta da fare" si disse.
Rigel una volta solo nel capanno, iniziò ad armeggiare sul motore della sua moto, era già tutto a posto, ma doveva pensare ad altro e levarsi dalla testa la sua immagine.
Gli era però difficile, era così dolce e innocente, non si rendeva ancora conto di come stesse diventando bella e ai suoi occhi non era più la ragazzina scalmanata, no, lui riusciva a vedere la giovane e splendida donna che stava diventando. Tuttavia non poteva legarsi a lei, sarebbe stato ingiusto nei suoi confronti.
Lei era giovane, desiderava studiare e non poteva iniziare una storia proprio adesso, sarebbe stato come legarla, rinchiuderla e impedirle di poter fare ciò che più amava. La conosceva fin troppo bene, era impulsiva e pur di stare lì al suo fianco avrebbe rinunciato al suo sogno e lui questo non lo voleva.
Desiderava solo il meglio per Talitha e se ciò significasse allontanarla da lui lo avrebbe fatto, a costo di star male nel non poter amarla.
"Che sto pensando?" gettò la chiave dieci che aveva in mano che andò a colpire la cassetta degli attrezzi.
Rigel cambiava ragazza di continuo, non riusciva a stare con una donna più di pochi mesi. Non perché fosse una persona superficiale o qualcuno a cui piacesse semplicemente divertirsi, ma dentro di lui qualcosa gli diceva sempre che non era quella giusta, come quando scappava da una famiglia affidataria.
Sentiva che c'era qualcosa che non andava, in ogni donna trovava un particolare che gli piaceva, ma era come se quel piccolo pezzettino che lo attirava, fosse qualcosa che gli ricordasse un'altra donna. Come se nella sua vita avesse già trovato l'amore e gli fosse stato sottratto e adesso lo cercava disperatamente senza mia trovarlo.
Anche per questo non poteva illudere Talitha, se poi l'avesse lasciata, accantonandola come fosse una cosa che non gli servisse più? Non voleva farla soffrire, preferiva stare male lui, tormentarsi in silenzio, ma assicurandosi così che lei avrebbe avuto una vita serena, appagante.
Il loro rapporto era unico, sarebbe stato un peccato rovinare tutto. Avrebbe continuato ad accontentarsi della sua presenza durante l'estate e delle loro chiacchierate al telefono e le chat, sì, quella era la cosa giusta da fare.
Quella sera Talitha cenò in silenzio, anche Maia e Rigel sembravano persi nei loro pensieri, così una volta messo in ordine la cucina andò a chiudersi in camera, si buttò sul letto sperando che la nuova lettura la distraesse da quei suoi dolci e tristi pensieri.
Accarezzò la copertina, passando le dita sui piccoli cristalli incastonati e aprì il libro, sfogliò le prime pagine lasciate bianche, quando trovò il testo, si accorse che non era stampato, ma scritto a mano.
Una calligrafia elegante, chiara. C'era una data in alto 1-03-0013. Immaginò che si trattasse di una sorta di fantasy sotto forma di diario e iniziò a leggere
"Mia cara Alesha ..."
RIGEL
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SPAZIO AUTRICE
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CIAO A TUTT3, SPERO CHE LA STORIA VI STIA PIACENDO
COSA NE PENSATE DELLA REAZIONE DI MAIA, NASCONDE QUALCOSA?
TALITHA, DOLCE ALLA SUA PRIMA VERA COTTA, MA CHI NON SI INNAMOREREBBE DI UN RAGAZZO COME RIGEL?
RIGEL POI, NON è STUPENDO CHE SIA COSì PREMUROSO NEI SUOI CONFRONTO OPPURE DOVREBBE LASCIARSI ANDARE E SEGUIRE IL CUORE?
FINALMENTE TALITHA HA INIZIATO IL LIBRO, COSA CI Sarà SCRITTO TRA LE SUE PAGINE?
NON VI RESTA CHE SCOPRIRLO CONTINIANDO A LEGGERE, BUONA PERMANENZA TRA LE PAGINE DI 💖💖💖 SCRITTO NELLE STELLE 💖💖💖
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