1.3
Talitha al suo risveglio comprese che Rigel l'aveva messa a letto come quando era piccola. Sorrise al pensiero, per poi arrossire, immaginandosi fra le sue braccia.
«Che mi prende?»
Non aveva mai pensato a lui sotto quell'aspetto, era abituata a stare in mezzo ai ragazzi, specialmente quando andava a casa di Miranda, sembrava di stare in mezzo a un branco di gorilla e non aveva mai badato se fossero belli, o si era messa a fantasticare su di loro con pensieri spicy.
Abbracciò la stella, ma che le stava prendendo? Proprio quell'estate dovevano assalirla le sue turbe ormonali?
O forse, semplicemente, era perché ancora non si fosse innamorata. Sì, aveva avuto una storia con un ragazzo, ma stare con lui era diventata più un'abitudine. Nessuno sfarfallio nello stomaco, nessun brivido quando la sfiorava o la baciava, i loro occhi non si perdevano a guardarsi e i ti amo sembravano più detti come frasi di circostanza.
Chissà se avrebbe mai provato un amore tale da sentirsi appagata, felice, serena, al sicuro tra le sue braccia. Desiderata, amata, baciata con passione tanto da sentire le gambe tremare e la testa girare. Sospirò, e l'immagine di Rigel a petto nudo tornò prepotente.
«No, lui no!»
«Lui no cosa?»
Talitha scattò seduta sul letto, alla porta a guardarla sorridente c'era lui, Rigel. Con indosso una canotta blu, che aderiva al suo torace in maniera oscena e dei jeans strappati a una gamba, sembrava che qualche animale l'avesse assalito. Notando dove stava guardando, si girò per far vedere meglio lo strappo.
«Questo è un ragalino di Pulce».
«Pulce?».
«Sì, il nuovo caso disperato di Maia, ma adesso scendi che la colazione e pronta».
Talitha si affrettò a prepararsi, Rigel era già sceso e lo ritrovò in cucina che assieme a Maia controllavano la cartina dove era rappresentato tutto il suo terreno.
«Tutto questo lato va rifatto entro l'estate» stava spiegando Rigel seguendo una linea sulla cartina «Non supererà un altro inverno, poi c'è la stalla per i nuovi arrivati da risistemare».
«Buongiorno» diede un bacio a Maia e sorrise a Rigel.
«Buongiorno cara» la donna si grattò una tempia, cercando una soluzione ai suoi problemi.
La donna, da sempre amante degli animali, sin da giovane si era occupata di animali in difficoltà. Vittime di maltrattamenti o scampati a qualche allevamento illegale. Con gli anni gli animali erano diventati sempre più numerose, anche se alcuni riuscivano a farli adottare, i più grossi, come le mucche o l'emù, finivano per rimanere da lei. Fortunatamente vi erano stati alcuni volontari che nel tempo le avevano fatto capire che era meglio aprire un'associazione, una pagina social su cui postare video e immagini dei suoi salvataggi e un fondo con cui raccogliere donazioni, ricevere un aiuto di qualsiasi genere fosse, sarebbe soltanto servito per far vivere al meglio gli animali.
Spesso i ragazzi volontari li aiutavano con la manutenzione della struttura, fornendo cibo o semplicemente parlando di quel luogo sul social.
«Hai qualcuno che ti aiuterà? Ḗ un bel lavoro da fare»
«Sì, ho già chiamato Hamal, riuscirà a venire tra un paio di giorni».
«Bene, lui sicuramente riuscirà a trascinarsi qualcun altro dietro».
«Per questo ho chiamato lui» disse sorridendo.
Talitha si perse a guardarlo, lui lo notò e le fece l'occhiolino, lei per cercare di sembrare il più naturale possibile disse :«Potrei aiutare, me la cavo con i lavori manuali».
«Cara, sei così dolce» disse Maia, prendendo un'altra brioche ancora calda e passandola alla nipote «Lo apprezzerei davvero tanto, ma sei venuta qua per divertirti, non per lavorare».
«Non preoccuparti, le vacanze sono lunghe, ne avrò di tempo per divertirmi».
«Se è così grazie davvero, ti spiegherà tutto Rigel. Io fra poco scendo in paese, ti serve qualcosa?»
Talitha alzò gli occhi al cielo pensierosa :«Adesso non mi viene in mente nulla, caso mai ti chiamerò».
«Bene, allora io vado, voi due cercate di non litigare come il solito». Baciò la nipote, prese le chiavi e la borsa di vimini e uscì dal retro per prendere il pickup.
Una volta soli Talitha si concentrò sulla sua tazza, assaporando lentamente il cappuccino, sperando che durasse il più a lungo possibile. Era la prima volta che le capitava di non sapere cosa dire a Rigel, loro si raccontavano sempre tutto.
Lei sapeva delle sue numerose ragazze, dei suoi problemi di gioventù, sapeva qual era il gusto di gelato che preferiva e che non sopportava la musica elettronica, che per rilassarsi dipingeva e che il suo colore preferito fosse il blu. E così era per lui, lei si era sempre confidata, trovando nell'amico un ottimo ascoltatore.
Rigel si alzò e sciacquò la sua tazza :«Io devo andare a controllare il vitello, vuoi venire o avevi già programmato altro?».
«A dire il vero dovrei fare il mio giro dei saluti oggi» che consisteva nell'andare a casa di Miranda e passare a salutare il signor Asteri».
«Fa pure, ci rivedremo per pranzo» si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte
«Grazie del permesso paparino» lo prese in giro, cercando di scacciare la piacevole sensazione che le aveva
lasciato sentire il suo profumo e il delicato tocco delle sue labbra.
«Fa la brava mi raccomando» le disse in tono serio, ma sulla faccia aveva stampato un sorriso che le fece capire quanto la stesse prendendo in giro e uscì lasciandola da sola nei suoi pensieri.
Dovette bussare un paio di volte prima che Miranda le aprisse, le due amiche si abbracciarono nuovamente come se si fossero appena viste.
«Ḗ arrivata Talitha» urlò.
Dalla porta della cucina si affacciò sua madre Nah, sembrava più la sorella di Miranda talmente era giovanile. Il fisico asciutto, gli occhi luminosi e un sorriso dolce che non la abbandonava mai, a parte quando doveva staccare i figli quando iniziavano a litigare.
La donna le andò incontro e la abbracciò : «Bentornata tesoro, è sempre un piacere riaverti qui».
«Grazie zia Nah».
Aladfar purtroppo è al lavoro assieme a Nihal ma Sadr e Altair saranno felicissimi di rivederti»
Come se fossero stati richiamati dalle parole della madre, i due gemelli entrarono in quel momento, scherzando tra di loro. Appena la videro una strana luce accese i loro sguardi, e due sorrisi beffardi apparvero sui loro visetti d'angelo.
«Non provateci neanche» disse in tono deciso Mah.
I due si guardarono e con fare innocente si avvicinarono :«Noi non vogliamo fare nulla di male mamma» disse Sadr.
Era riconoscibile dal fratello poiché portava i capelli rossi a doppio taglio con un bel ciuffo ribelle che gli cascava sugli occhi verdi. Altair invece sembrava avere in testa un cespuglio di rovi.
«Sì, come se non vi conoscessi, lasciate in pace le ragazze» minacciò i due agitando il dito di fronte le loro facce, poi si girò sui tacchi e si diresse in cucina :«Vado a prendere qualcosa di fresco, cosa preferisci Talitha?».
«Del the andrà benissimo grazie» disse accomodandosi sul soffice divano ad angolo su cui l'aveva trascinata Miranda.
I gemelli preso posto iniziarono a puntarle in silenzio, i due ventenni avevano tutta l'energia e il carattere di due quindicenni, sembravano non volerne sapere di mettere la testa a posto, specialmente Altair, appassionato di motocross, causava continue preoccupazioni alla povera madre.
Le ragazze chiacchieravano tranquillamente, Miranda aveva scritto su di una agenda dalla copertina fucsia tutte le cose che avrebbero dovuto fare e stava rileggendo l'elenco a Talitha per capire cosa potevano fare prima o se c'era da aggiungere qualche attività.
Nah poggiò sul tavolino il vassoio con il the ghiacciato e i bicchieri e ritornò in cucina a sbrigare le sue faccende.
«Se vuoi, posso insegnarti ad andare in moto» propose Altair «Ogni anno fate sempre le stesse attività noiose da "femmine"» e le lanciò contro un cuscino, lei lo afferrò al volo e glielo rilanciò ridendo.
«Di' vuoi forse farle rompere un braccio, così non potrà fare nessuna delle cose che abbiamo pensato?» lo sgridò Miranda incrociando le braccia al petto.
«Sai che perdita» disse in tono annoiato e le lanciò un cuscino centrandola in faccia.
«Ḗ la guerra che vuoi?» e ricambiò scagliandogli contro due cuscini.
«Eccoli che iniziano» disse Sadr schivando un cuscino viola.
Talitha rideva divertita e afferrato un cuscino iniziò a colpire senza tregua Altair.
Il ragazzo si alzò sbraitando, cercando di imitare un orso e si gettò su di lei che, a causa della ridarella che le era presa, non riusciva più a muoversi. Nello stringere a sé Altair non volendo la afferrò per i seni strizzandoli.
Il ragazzo, sentendo le forme della ragazza fra le sue mani s'immobilizzò arrossendo e la spinse via, Talitha cadde sul divano.
«E adesso che c'è?» Chiese confusa.
«Nulla, mi sono ricordato che devo fare una cosa» uscì dal salotto, afferrò le chiavi della moto sul tavolino all'ingresso e corse via.
Talitha rimase ancora per un'oretta prima di salutare tutti e dirigersi a casa del signor Asteri.
Per arrivare a casa sua a piedi ci volevano poco, ma a lei piaceva perdersi nei suoi pensieri e osservare col che la circondava. Talitha amava passeggiare lungo il viale alberato, che regalava una piacevole ombra durante le calde giornate estive.
Finalmente giunta ammirò la grande casa in pietra, perfettamente simmetrica costruita su tre piani, l'ultimo, però era occupato per la maggior parte dello spazio dal terrazzo. Cespugli di ortensia contornavano le mura e una scalinata in pietra sembrava invitare a entrare.
Il portone a due ante era imponente, ogni volta a Talitha sembrava di entrare nel palazzo di un nobile.
Bussò colpendo col grosso anello in ottone e subito arrivò ad accoglierla Astori.
L'uomo quando la vide le regalò un sorriso raggiante, si fece di lato per farla entrare e si abbracciarono calorosamente.
Astori era un uomo anziano, Talitha non conosceva la sua età, ma di sicuro era più grande di Maia. Il fatto strano era che se lo ricordava sempre con quell'aspetto, come se il trascorrere degli anni su di lui non avesse alcun effetto. La barba ingrigita ben curata come i capelli, il naso dritto e appuntito e gli occhi neri.
«Finalmente sei arrivata» la prese sotto braccio e la condusse nella stanza che lei preferiva in assoluto, la sua biblioteca.
Le pareti della grande sala erano interamente occupate da librerie che arrivavano fino all'alto soffitto da cui pendeva un grande lampadario circolare in legno e foglie di rame a otto braccia. Talitha si avvicinò alla libreria e camminando piano lasciò scorrere le dite sulle copertine dei libri che andavano dal sottile manuale, al grosso tomo rilegato in pelle scura. Amava quella stanza e soprattutto il suo contenuto.
«Quest'anno cos'hai in serbo per me?» Domandò curiosa.
Astori possedeva dei libri rari che lei, nonostante le sue ricerche, non era mai riuscita a trovare neanche di seconda mano o in qualche biblioteca.
«Oh, questa volta ad attenderti c'è una storia fantastica. Intrisa di mistero, passioni travolgenti, sentimenti contrastanti e-» prese il libro che aveva messo da parte sulla sua scrivania e lo porse alla ragazza «Una storia d'amore interrotta, cui ancora deve essere scritta la parola fine».
Talitha guardò la copertina, accarezzando la stoffa blu notte con cui era rilegata, minuscoli cristalli incastonati in essa formavano una sottile cornice e il titolo, scritto in caratteri eleganti, era color argento.
«Scritto nelle stelle»
Disse piano Talitha, che sentì un pizzicore alle dita, come una lieve scarica elettrica, le parve che i cristalli e la scritta s'illuminassero, batté le palpebre più volte, credendo che il gioco di luci fosse dovuto al riverbero del sole che entrava dalle grandi finestre.
«Grazie mille, sembra molto prezioso».
«E lo è, non immagini quanto, ma il suo non è un valore che si può quantificare in denaro, no mia giovane amica, in quel libro vi è racchiusa la cosa più preziosa che una persona possa desiderare».
«E quale sarebbe?».
«La chiave per ritrovare l'amore perduto».
Talitha rimase affascinata da quelle parole, Astori le aveva sempre raccontato storie affascinanti, di mondi lontani, battaglie, sodalizi tra popoli, tradimenti. Questa era la prima storia d'amore che le faceva leggere e la cosa la incuriosiva molto, non vedeva l'ora di tornare a casa e iniziare a leggere.
TALITHA
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SPAZIO AUTRICE
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Ciao a tutt3, in questo capitolo abbiamo conosciuto parte della famiglia di Miranda e il vicino, il signor Asteri.
Cosa ne pensate del libro che le ha donato, nasconderà qualche mistero?
per scoprirlo e capire se Talitha troverà finalmente il vero amore non vi resta che continuare a leggere 💖💖💖
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