5. Iona tra abbazie e Book of Kells
Oggi è uno di quei giorni in cui voglio fortemente raddrizzare le cose e riprendere a farle girare, a martellate se necessario.
La prima buona notizia è che la camionista scozzese della reception è scomparsa, e al suo posto è arrivato Yannick, un ragazzo tedesco simpatico anche se un po’ sconclusionato, pertanto perfetto per un ostello.
Per incoraggiare il segnale positivo mi mangio un muffin al cioccolato e un caffè nero bollente.
Una ragazza non usa tutto il suo credito Internet di fatto regalandomelo, così posso prendere un po’ di numeri per la mia meta successiva, Skye.
Sentio che il vento sta nuovamente cambiando… in meglio naturalmente!
Mi avvio verso il molo per l’usuale autostop, che viene premiato da una signora che mi porta al vicino paesino di Salen.
In seguito ho un passaggio da un pony express che mi sembra un po’ svanito. Capisco tutto quando, qualche minuto dopo, mi offre dell’hashish. Rifiuto con gentilezza, ma lui accende comunque la sua canna. Benissimo. Dentro l’abitacolo con i finestrini chiusi temo che non vi sia tutta sta grande differenza tra fumo attivo e passivo… Ora io non voglio fare un trattato sugli effetti delle droghe leggere o pesanti ma sta di fatto che questo prima rischia di distruggersi una ruota su un cordolo poi si dimentica di avermi a bordo e tra le mie proteste quasi mi imbarca in traghetto. Quindi ragazzi: almeno alla guida, almeno se c’è qualcun altro, evitate, thanks, fatelo per lui.
Sono arrabbiato e preoccupato. Temo infatti che il mio odore speziato, fiutato dai miei possibili nuovi benefattori, mi impedisca di trovare altri passaggi. Penso che camminare un po’ sia una buona idea per scrollarmelo di dosso.
Fortunamente, poco dopo Craignure mi prende in custodia una interessante coppia: lui lavorava in banca e ora fa il giornalista freelance, lei, invece, è una fotografa. Andare in vacanza con una fotografa deve essere orribile, ore a pensare alle inquadrature anziché a vivere… va bhe. Ciò detto, dal momento che, come è risaputo, esiste la sfortuna ma anche la fortuna, vanno a Filmpost, partenza del traghetto per Iona: il trasporto è risolto.
Chiacchieriamo di mille cose, finché non arriviamo al molo. Vorrei offrire loro un caffè, ma sono risoluti: non mi è possibile perché non lo vogliono. Questa mattina alla Coop avevo preso il DEAL MEAL: due tramezzini, un succo e un brownie al cioccolato a sole tre sterline. Grande affare ma non sufficiente, penso, così mi aggiudico anche un sandwich all’insalata di formaggio dalla signora dello spaccio. L’arredamento è decadente, ha un po’ della stazione sciistica di II/III fascia che aveva avuto un momento di gloria negli anni ’70, ma il sandwich ha un aspetto appetitoso. Alla fine del viaggio, lo so bene, il cibo insieme ai musei sarà di gran lunga la mia principale voce di spesa. Risparmio su alloggio e trasporto, quindi posso ampiamente permetermerlo.
Il tempo è grigiastro, ma resto sulla prua durante la traversata dello stretto braccio di mare che divide Filmpost e Iona, solo 10 minuti compreso attracco e sbarco. Rivedo la coppia, lui vorrebbe che facessi il giro dell’isoletta con loro ma preferisco stare da solo e inoltre vedo lei non proprio entusiasta all’idea. Forse le rovinerei le foto.
L’abbazia è una costruzione di pietra grigio scuro, che all’apparenza, ad essere onesti, non è niente di che, Sembra, da lontano, un capanno come gli altri, a parte il colore.
Decido di fare una deviazione al convento abbandonato, un po’ per mangiare un panino, un po’ per lasciare defluire la folla: una strategia che si rivela vincente.
Butto le briciole di pane e vengo circondato da due, tre, dieci poi quindici passerotti affamati che appena arriva qualcuno si ritirano su un muro caduto, di cui resta una sorta di scala. LA scena si ripete sempre uguale, tanto che alla fine diventiamo un’attrazione turistica piuttosto fotografata.
Sento un’inspirazione: devo chiamare il mio ostello. Fatto! Waterfront Bunkhouse arrivo! Carbost ha posto per me. Non controllo assolutamente sulle mie mappe dove si trovi Carbost sull’Isola di Skye, non mi pare importante… errore…
Vedo una ragazza che prende decisa un sentiero che pare puntare sulla collina più alta dell’isola: mi sembra una buona idea e la seguo. È poco più di 100 metri e in breve siamo in cima. Lei scende subito ma arriva un altro tipo con lo zaino. Si presenta come uno studente di geologia, da diverse settimane qui per studiare per la tesi la roccia locale. Peccato non avere qui il mio fantastico libro sulle Isole (di cui mi riprometto di parlare più avanti) per sfoggiare qualche dettaglio. Alla fine, condivido il mio pranzo con Andrew, che mette a disposizione il suo. Scendiamo poi ognuno per la sua strada dopo esserci salutati. C’è più amicizia nel condividere insieme qualcosa di semplice come dei panini che in mille discorsi di teoria.
Avrei bisogno di un tè bollente, sulla cima della collina tirava un vento assurdo (ma il paesaggio era assolutamente mozzafiato). Qualcosa mi dice che però ora devo andare all’abbazia.
L’uomo della biglietteria mi annuncia che fra poco ci sarà una specie di concerto a sorpresa nella chiesa.
Certamente c’è sempre il bello e il brutto, ma il bello, quando inaspettato, aumenta considerevolmente il proprio valore. È un gruppo di ragazzi, che vengono soprattutto da Oban: cornamusa, violino, tastiera, fisarmonica, chitarra, voce solista maschile e voci femminile. Musica tradizionale e talvolta poesie gaeliche, melodiose e un po’ tristi ma davvero capaci di rapire.
I dettagli architettonici perpetrano la magia del luogo nascondendo i segreti di Iona, questa Avalon visibile nella quale è stato scritto e illustrato quello che è passato alla storia come il book of Kells, in tempi in cui la continuità tra Irlanda e Scozia, sulle orme di San Colombano, era palpabile.
Non si conosce per certo l’intera storia del libro misterioso, ma si sa che certamente chi lo ha redatto era di Iona o manteneva con i monaci di Iona un rapporto strettissimo. La stessa Kells, dove fu custodito, era una fondazione dei monaci di Iona. Dopo saccheggi, furti, e trasferimenti quel libro è da secoli al Trinity College, ma la mitica energia spirituale, quasi mistica, resiste intatta a Iona, che rimane uno dei centri spirituali di Scozia e Irlanda. Dal Libro derivano quasi tutte le illustrazioni e i motivi iconografici che noi oggi siamo abituati a definire ‘celti’ dalla raffinata geometria e dalla fantasia calligrafica estrema.
Per spezzare il misticismo prendo una fetta di torta al cioccolato e un tè prima di ripartire.
All’arrivo a Filmpost inizialmente fatico un po’ per il passaggio, ma prima alcuni locali poi una famiglia qui in vacanza mi portano a Craignure. Di là un incredibile colto che sa tutto di Italo Calvino e Umberto Ecomi fa fare qualche passo avanti in direzione di Tobermoray, che raggiungo da Salen grazie a una guardia forestale.
Ripasso alla coo, stasera voglio preparare una carbonara e domani fare una colazione robusta.
Mentre preparo la cena conosco due signore cinquantenni ognuna con figlia ventenne al seguito, che ieri avevo appena intravisto. Sono simpatiche e gentili, assaggiano la mai carbonara e dicono che è ‘just perfect’.
Chiacchierando si arriva a dopocena, quando ci mettiamo a giocare a ‘speed’ e a jenga.
Durante lo speed arriva Yannick, che propone a tutti di andare al Pub. Purtroppo le ragazze inglesi dicono di essere stanche, nella totale riprovazione delle mamme che ‘alla loro età e con questi due ragazzi sarebbero senz’altro venute’ ci assicurano.
Ecco che mi ritrovo al pub di soli locali (meno famoso ma più autentico di Mishnish) con Yannick che mi racconta di tutti i suoi vagabondaggi in giro per la Scozia. In realtà è qui da qualche mese per imparare l’inglese e per questo fa un anno lontano da Stoccarda come servizio civile estero. Ma stamattina avrei giurato avesse detto Bonn… Mah. Buona notte
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