𝗮 𝗯𝗵𝗮𝗿𝗿

ci sono due frasi in gaelico, trovate nei commenti la traduzione. vi dico in anticipo che "eighre", il nome con cui un personaggio si riferisce all'altro, significa "ghiaccio" e si legge "ire", con la e chiusa (a metà fra la e e la o). ve lo dico perchè tornerà più volte, così sapete come leggerlo :D

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− Iwa-chan, mi ha detto che sono antico! Diglielo che non sono vecchio, avanti! –

Le spalle mi fanno quasi male, da quanto sono rigide, i muscoli delle braccia sono tesi, il mio corpo pronto a scattare.

Ho le dita ancora chiuse attorno all'elsa della spada, l'adrenalina mi scorre nelle vene come se fosse fuoco, il cuore rimbomba contro la cassa toracica.

− Eh? –

− Ho solo diciannove anni, non hai alcun diritto di chiamarmi antico! –

Ho avuto seriamente paura.

Sarebbe stata... una battaglia persa.

Sono forte, è pur vero, ma forte ed invincibile non vanno di pari passo, e non so come avrei mai fatto a difendere Tooru da una cinquantina di lupi inferociti con l'ordine di uccidermi.

Ma so che ci avrei provato, e forse anche questa sensazione mi sconvolge un po'.

L'avrei fatto?

Forse l'avrei fatto scappare.

Ma la domanda che mi pende nella mente è...

"Saresti morto per proteggerlo? Saresti rimasto a uccidere quanti più Mutaforma possibile solo per dargli l'opportunità di scappare? Avresti buttato via gli ultimi dieci anni di pace per difendere un Elfo scemo che conosci da meno di un mese?"

La risposta la so.

Ma forse non voglio ancora dirmela.

Scuoto la testa per riprendermi.

Kuroo Tetsurō è alto, imponente, minaccioso. L'ho incontrato la prima volta tanti anni fa, prim'ancora che parlassero di me usando l'appellativo "Sterminatore", anche allora ricordo di aver provato istintivo rispetto nei suoi confronti.

Non so se lo tirerei giù in battaglia.

Forse sì.

Spero di non doverlo mai scoprire.

Kenma dall'altra, a differenza del compagno così massiccio che si porta dietro, non incute timore da fuori. Sembra delicato, fine, debole, sembra sul punto di spezzarsi, nulla più di un filo d'erba sinuoso che si muove col vento.

Invece...

Invece è molto più spaventoso di Kuroo. È più subdolo, più intelligente, stratega, non sai mai cosa gli passi per la mente, non tradisce un'emozione, potrebbe divellere l'intero villaggio con un battito di ciglia.

È meglio non farli incazzare.

Meglio mantenere un profilo basso, meglio...

L'Elfo non credo ne sia in grado.

Ah, no, tanto che ci sono meglio specificare.

Il non-Elfo.

Che qualche dubbio l'avevo anch'io, ma sinceramente di che specie sia, non mi è mai importato più di tanto.

Era strano che dicesse di essere un Elfo, con la statura, il fatto che mangiasse carne, la poca magia, l'aspetto fisico in generale tutto tranne che discreto.

Però non... ci ho mai dato tanto peso. Non ho mai indagato, non mi è mai interessato, ho sempre fatto finta di nulla. A me importa che stia bene, che mi sorrida e che agiti le gambette in giro, di che cosa fossero i suoi genitori, me ne sarei curato poi più avanti.

Sospiro, cerco di riprendermi, di rilassarmi e partecipare coscientemente alla conversazione.

Non sento le parole di Kenma, quelle che rivolge nella mente di Tooru, perché anche volendo annullo qualsiasi effetto col solo fatto di essere me, però non mi piace tanto che gli parli senza che io sappia cosa gli dice.

Non perché sia geloso o cos'altro.

Solo che ho paura che lo insulti.

O che gli dica che mi deve lasciare.

O... che ne so, magari che vent'anni fa ero ancora più uno stronzo di quanto non gli abbia già detto e che mi deve immediatamente far scomparire dalla sua vita.

− Scusa, Elfo, non ti capisco. –

Stringe le braccia al petto, alza appena appena il mento, guarda Kenma come se gli avesse fatto qualcosa.

So che era spaventato fino ad un attimo fa, l'ho sentito stringermi come se potesse entrarmi sotto la pelle, ma al momento credo che nel suo cervello stia stravincendo la parte del principino viziato con l'ego che non passa dalle porte.

− Iwa-chan, mi ha detto che sono antico. Mi ha detto nella testa che sono antico. Digli qualcosa, su, difendimi, ha ferito il mio fragile orgoglio. –

Alzo gli occhi al cielo.

So che cosa dovrei fare.

Dovrei... dovrei tirargli un ceffone e dirgli di star zitto, perché è un cretino con problemi inutili che al momento non hanno importanza.

Ma ce l'hanno, se li dice lui, perché sono debolissimo quando si tratta di questo.

− Kenma, Tooru non è vecchio. Ha diciannove anni. Non dirgli che è vecchio, per favore. –

Mi accoglie con gli occhi spalancati e le labbra aperte, l'espressione secca e confusa.

L'ho fatto incazzare?

Ora uscirà un tronco dal terreno e mi stritolerà a morte? Cazzo, uccidere lui con Kuroo a meno di un metro nella festa dell'accoppiamento sarà difficile. Impossibile, anzi.

Morirò davvero per questa stronzata?

A questo punto tanto vale, dai. Alla fine posso sempre pensare alla mia faccia fra le cosce di Tooru, ricordarmi di quel momento.

Ho vissuto abbastanza.

Non ho rimpianti.

Va bene così.

E invece nessun tronco esce ma la mano di Kenma si alza e si abbassa sul braccio di Kuroo, chiude la bocca e la riapre e quando rivolge di nuovo lo sguardo verso di noi, sembra... stremato.

− Chi sei e dove cazzo hai messo l'uomo che è venuto qui vent'anni fa a chiederci di aiutarlo a sterminare un popolo intero a sangue freddo. – sibila.

Le mie sopracciglia si alzano da sole.

− Io... −

− L'Iwaizumi Hajime che conosco non dice "per favore". –

− Guarda che sono... −

− Men che meno difende un cretino alto che non capisce quel che gli dico. –

Tooru mi si schiaccia vicino, mormora un "hey" offesissimo dalla mia parte e io m'irrigidisco ancora, perché è vero che è un cretino, lo è, tantissimo, ma è il mio cretino che non capisce un cazzo, non il suo.

Kuroo si accorge del cambiamento nel mio viso, forse addirittura nel mio sguardo e sospira.

− Kenma, è lui. L'odore è quello. –

− Non può essere vero. –

− È vero, e se non vuoi che questa cosa finisca in un bagno di sangue forse è meglio se la smetti di insultare il non-Elfo. –

− Per Yggdrasill, non lo stavo facendo nemmeno, all'inizio. –

Tooru alza una mano e me l'appoggia sulla schiena, poi vedo tutta la cattiveria reale e viziata nel suo viso piegarsi in uno di quegli sguardi da vipera che lo contraddistingue.

È più bello quando è meschino, ma anche più pericoloso.

− Mi hai detto che sono vecchio. Me l'hai detto. Non è stato per niente carino da parte tua. –

− Non ho detto che sei vecchio. Ho detto che fai parte della Stirpe degli Antichi. –

− Antico uguale vecchio. –

Mi fermo completamente.

Li vedo parlare e battibeccare fra loro, con Kuroo che cerca di zittirne uno e l'altro che ricomincia subito, ma i rumori mi arrivano come ovattati.

La Stirpe degli...

Tooru.

Tooru della Stirpe degli Antichi.

Tooru che non sa cacciare un cervo e usa la magia per cambiarsi d'abito, Tooru che a malapena capisce dove cazzo siamo e mi chiede ogni giorno di che colore mi sento.

Tooru...

− Come fai a dirlo? –

Ammutoliscono tutti e tre.

Ho il viso rivolto verso Kenma, l'espressione non più scherzosa ma davvero, davvero seria. Anche la sua si ritrasforma dal ghigno sfinito che aveva nel parlare con Tooru alla solennità della posizione che occupa.

− Credevo che Tobio te l'avesse detto, perché ti abbiamo chiamato. C'è stato uno scompenso nella magia del Bosco Proibito, uno scompenso forte, Iwaizumi. E l'unica cosa che è cambiata nell'ultimo mese in quel posto è che... −

− Sono arrivato io. – conclude il ragazzo vicino a me, inaspettatamente serio anche lui.

Kenma annuisce.

Kuroo fa spallucce.

Io rimango in silenzio.

− Ma io non ho la magia. –

− Tu hai un sacco di magia. –

Istintivamente, sposto un braccio verso la sua vita, l'avvolgo contro di me e lo stringo. Non so che cazzo sia, davvero, non ne ho idea. Ma questo è il mio Elfo, anche se non è un Elfo, porca puttana.

− A malapena faccio sbocciare un fiore. –

− Questo perché non sai usarla. –

Prendo un grande respiro e mi godo per un istante la sensazione del suo corpo contro di me.

− Le spore brillavano quando sei arrivato. E sono rinate le fragole, e... −

Kenma agita una mano in aria come per attirare l'attenzione.

− Il fiume è diventato ghiaccio. L'ho sentito. Si è ghiacciato, e quel fiume non ghiaccia mai. –

Me lo ricordo, credo fosse... il primo giorno che è rimasto qui. Ero andato a farmi il bagno e l'acqua non scorreva, ma non ci ho dato peso, ho pensato che fosse...

− Non so far ghiacciare i fiumi. –

I pezzi combaciano.

I pezzi combaciano e il mio cervello ragiona.

− Però sai raffreddare il tè. E quel giorno c'era il tè freddo, quando sono tornato alla radura. –

La sua faccia si rilassa di colpo, si ammorbidisce, sembra... fermarsi nel pensiero come se lui stesso fosse quello ghiacciato, ora.

Non ci avevo mai fatto caso.

Ma ora, ora che ci penso... Tooru ha raffreddato il tè altre due o tre volte, nel tempo che siamo rimasti al rifugio. E ogni volta, ogni singola volta, la sera, il fiume era nello stesso identico modo in cui l'ho trovato la prima.

Ghiacciato.

Immobile.

Completamente congelato.

Kenma fa "sì" con la testa, i capelli gli svolazzano vicino.

− Credo che il Bosco abbia reagito alla tua magia, principino. –

− Ma com'è possibile? –

Si guarda le mani dall'alto e le stringe sul tessuto della camicia, Tooru, si guarda attorno e poi si adagia di più contro di me, come se questo stesso gesto potesse magicamente tranquillizzarlo da qualsiasi pensiero.

− Ci ho provato tanto, a Palazzo. Mi hanno fatto fare lezione con tutti gli insegnanti che c'erano, i miei ci hanno davvero provato, ma non ho mai avuto... −

− Perché non hai la magia degli Elfi. Non sei un Elfo. E perché... −

Kenma piega un attimo il capo, mi fissa, fissa lui, poi si stende verso Kuroo.

− C'è qualcosa di strano nel tuo flusso magico. Lo sento e non lo sento, quando lo sento è fortissimo e poi scompare, è come se fosse... bloccato. Ma non sono molto bravo con queste cose, se aspetti un attimo chiediamo a qualcuno che sa queste cose meglio di me. –

− A chi? –

− A... cazzo, che tempismo. Eccoli. –

Sentiamo il rumore prima di vedere le persone.

Non è il ringhio di prima, quello di un Capobranco che rimanda all'ordine tutti i lupi che gli stanno sotto, no, è un... ululato. Uno forte, rumoroso, persino... casinista.

Kenma si sporge verso Kuroo, gli dà un buffetto sul fianco, annuisce.

− Vai, cretino. –

− Posso? –

Si mette sulle punte dei piedi e l'altro si tira giù per premergli le labbra contro.

− Non hai bisogno del permesso, vai. –

Annuisce, si sposta di qualche metro, poi ricompaiono peli e pelliccia e scompare di lato, oltre le casette.

Mi giro anch'io, per seguire con lo sguardo i suoi movimenti, e allo stesso tempo stringo Tooru più forte. Non mi piacciono gli estranei, non mi piacciono i pericoli e se mi toccano l'Elfo io...

Lampo di luce azzurra a fianco a me.

Salto indietro e mi porto l'Elfo più vicino.

È...

Quando ero ancora nell'esercito, una delle cose che più spesso mi toccava fare e una delle più odiose, erano gli incontri diplomatici coi regnanti di altre terre.

Davvero, li odiavo.

Odiavo dovermi vestire bene e lavare fino all'ultimo capello, odiavo dover fingere di avere un vocabolario ampio ed elegante quando conosco in totale solo le parole "gambe", "sesso", "cazzo", "morte", "Elfo di merda", odiavo dover sorridere a stronzi di cui non mi fregava un cazzo.

Eppure ne facevo tanti, di questi incontri inutili.

Ne facevo coi Capobranco che poi sterminavo, ne facevo con Duchi, Duchesse, alleati e non, con il padre di Tooru, persino, ben più di una volta.

Ne ho visti tanti, di potenti con la corona.

Per questo so chi è la persona che ci appare accanto nel momento esatto in cui le luci si diradano e rivelano una figura alta. Lo so, perché l'ho vista seduta su un trono con un Mutaforma acciambellato ai piedi, la corona in testa, lo sguardo affilato come se fosse la lama di un pugnale.

I Non Morti mi terrorizzano.

Non coscientemente, ma nell'incoscienza.

Li uccido come uccido gli altri, se devo, nascondo il fatto che non mi facciano sentire a mio agio e affondo la spada nei loro petti, rigiro il metallo mentre li vedo morire per davvero, una seconda volta.

Però mi terrorizzano in tutte le loro forme.

Mi terrorizzano quelli che bevono il sangue degli altri, pallidi e smunti che fanno fatica a sopportare la luce del Sole, coi sensi acuiti dal freddo della notte.

Mi terrorizzano i cadaveri che camminano senza coscienza, risvegliati da un rimasuglio di magia non estirpato, violenti e verdognoli con l'unico istinto di uccidere.

Mi terrorizzano gli spiriti, le parole che escono fuori dal nulla, i corpi di luce fioca che s'intravedono in certi luoghi particolari ad una certa ora del giorno.

Più di tutti, mi terrorizzano le Streghe.

Perché non sai mai dove siano, in quale flusso di energia si muovano, e cosa tramino alle tue spalle.

Se non fossi immune, sarei già scappato.

Per ora mi riservo di rimanere muto mentre osservo i riccioli scuri del Re delle Terre del Nord muoversi sotto una sottilissima tiara d'argento, a fianco di Kenma.

− Questo incantesimo di trasporto mi lascia sempre col mal di schiena, miseria. –

− Allora perché l'hai usato, Keiji? –

− Perché non volevo finire a rotolarmi col tuo compagno e il mio, Ken, sai che quei due sono due animali, se ci si mettono. –

Akaashi Keiji delle Terre del Nord.

La Strega delle Terre del Nord.

Freddo, glaciale, impassibile, con gli occhi azzurri come il ghiaccio in mezzo a cui vive e la pelle del bianco della neve, i capelli scurissimi, l'eleganza che sembra appartenere a tutt'altro mondo rispetto al nostro.

Cazzo, ricordo di averlo pensato anche la prima volta che l'ho visto non so quanti anni fa, che è davvero bello.

Ma se allora ne ero incuriosito, ora... ora sono spaventato.

Stringo forte Tooru contro di me, indietreggio di un passo e affilo lo sguardo.

− Non toccarlo. –

Si gira dalla mia parte.

− Iwa-chan, ma chi è questo? –

− Non toccarlo, cazzo, non toccarlo. Non so in quali rapporti tu sia con la Corona ma se lo tocchi faccio un cazzo di tappeto col tuo cazzo di cane laggiù. –

È alleato con gli Elfi, no?

Lo era quando sono scappato dall'Esercito.

Lo dev'essere ancora.

Merda, se questa non è la volta che rischiamo che...

Scuote la testa.

− Non sono qui in veste di Re. Non hai niente da temere, Sterminatore. –

− Io... −

− Lo giuro sulla mia Corona. Non hai niente da temere. –

Lascio un po' andare.

Il giuramento sulla Corona è pesante, detto da un Re, e...

Sporge la mano, io stringo le dita sull'elsa della spada e faccio per tirarla fuori ma un ramo spunta dal terreno e mi si stringe attorno al polso, lo tira in basso.

Il Re appoggia le dita sul viso di Tooru.

Ora m'incazzo.

Ora m'incazzo e li ammazzo uno ad uno, ora...

− Per Yggdrasill, sei davvero la creatura più bella che abbia mai camminato su questa Terra. Com'è possibile che anche solo tu sappia respirare? –

Ha il tono dolce.

Dolce, pacato.

Tooru contro di me sembra rilassarsi.

− E quanto è intricata la tua magia, miseria, sembra un nodo fatto ad arte. –

Sposta i polpastrelli sul lato del viso, sorride, piega la testa.

Dolce, addolcito, calmo.

− Non mi... non mi toccare, per favore. –

La voce di Tooru trema appena.

− Non ti farò niente, l'ho giurato, niente. Se dici al tuo mezzo Umano di ritrarre la spada lasciamo andare anche lui. Non vogliamo farvi del male, davvero. –

Il mio cuore gli batte contro la schiena, so che lo sente rimbombare addosso a sé.

Tooru respira, mi prende il polso libero e lo stringe, passa il pollice sulla vena che scorre nel centro.

− Calmo, Iwa-chan. Calmo. –

− Tooru, io li devo... −

− Hajime, sta' calmo. Ha promesso. Non mi fa male, mi aiuta. Ci aiuta. –

Intreccio le dita con le sue.

− Non ti fa male? –

− Nessuno mi fa male. Metti giù la spada. –

Nessuno gli fa male.

Nessuno, nessuno gli fa male.

Nessuno...

Lascio andare la presa. Il ramo si discosta, le mie mani sono di nuovo libere, le uso per stringere la vita di Tooru più forte, appoggio la fronte contro una delle sue spalle e chiudo gli occhi, respiro.

Nessuno gli fa male.

Nessuno.

− Grazie, Hajime. –

Rispondo con un mugugno e niente di più.

− Te l'avevo detto, io, che non sembra lui. Ti sembra lui? – dice la voce di Kenma, piano e delicatamente ma comunque udibile.

Credo stessero parlando nella loro testa un attimo fa, non so per quale motivo abbiano smesso e deciso di farlo ad alta voce.

− Oh, in effetti è strano. Ma cambiamo tutti con gli anni, forse si è solo tranquillizzato. –

− Neanche Bokuto si comporta così. –

− Oh, giusto, a proposito di Bokuto... −

Sento il collo di Tooru muoversi contro di me, e giro la testa con lui, poggiando la tempia sulla sua nuca.

− Chi è Bokuto? – mi sussurra piano.

La sua voce gli fa tremare la pelle e mi fa il solletico sulla faccia.

− Il Mutaforma del Nord. –

− Quel Mutaforma del Nord? –

Annuisco.

Vorrei che fossimo soli.

Mi è scesa la tensione di colpo e poi è risalita di nuovo, poi di nuovo è calata a picco. Il mio povero cuore non regge, e al momento vorrei solo... un bacio sulla fronte, toccargli le cosce e dormire sedici ore di fila.

− Il lupo grigio. –

− Quello enorme? –

− Lui. –

Sono avvinghiati, Kuroo e Bokuto, si mordicchiano a vicenda e si rotolano, si strofinano l'uno contro l'altro con il muso.

− Che fanno? –

− Si scambiano l'odore. Credevo che fosse una cosa che fanno solo coi loro compagni ma... −

− Segno d'affetto. Come i baci sulla fronte per le Fate, tanto per parlare del tuo popolo, Sterminatore. –

La voce di Akaashi rispecchia quello che è.

È pacata ma misteriosa, non bassa ma soave nonostante questo, ricorda il rumore ovattato della neve che cade in piccoli fiocchi gelati del posto dove vive.

− Sono due cretini, fanno troppo casino. – interviene Kenma.

− Imbarazzanti, per tutti gli anni che hanno. –

Che fossero amici, non lo sapevo.

Ma sembrano... intimi.

Tooru trasalisce quando s'intravedono delle zanne, catturate per un istante dalla luce fredda del mattino, ma non c'è nessun guaito, solo il rumore di due bestie grandi e grosse che si azzuffano sull'erba.

− Mi fanno una paura. – bisbiglia.

Kenma alza le spalle.

− Loro? –

− Beh, sono grossi e... −

− Non credo tu abbia mai visto il tuo Iwaizumi farne fuori uno, allora. –

S'irrigidisce e si rilassa, porta una mano verso l'alto e me l'appoggia sul viso, scuote la testa, credo che sorrida.

− Iwa-chan non è così spaventoso. –

− Se ne sei convinto te lo lascio credere. –

Non so se sono spaventoso. Credo di esserlo stato per un periodo della mia vita, e generalmente so di essere quel tipo di persona che sembra davvero minacciosa, ma non so se sia io o lui, con Tooru quest'impressione non è mai passata.

Sarà che mi addolcisco.

Sarà che è troppo abituato alle persone di merda.

− Richiama il tuo lupo, Keiji, ci stanno mettendo una vita. –

− Oh, ok. –

Il loro rapporto, quello fra la Strega e il Mutaforma, è strano. So che erano già insieme quando mi hanno mandato a quell'incontro diplomatico di cui parlavo prima, non molto di più. Certo è strano che un lupo viva completamente da solo, senza un Branco, ma immagino che non tutte le dinamiche siano canoniche come si vuole che siano.

Akaashi socchiude gli occhi e una scintilla si accende nelle iridi chiare, un breve lampo di luce del colore del ghiaccio.

Rach am follais, Eighre.

Mi giro verso lui e Kuroo, qualcosa brilla anche dalla loro parte, credo siano gli occhi del Mutaforma del Nord.

Improvvisamente si fermano entrambi, e se Kuroo procede a passi lenti verso di noi un'altra volta, trasformandosi lentamente, Bokuto è immobile per un istante, prima di spuntar fuori dall'ammasso di peli tutto intero nella sua forma umana.

È nudo.

Completamente nudo.

Nudo e sorridente, senza alcun pensiero per la testa, si sbraccia dalla nostra parte prima di ricominciare a correre, e istintivamente mi viene da...

Alzo un braccio e copro gli occhi a Tooru.

È stupido?

Lo è.

Ma 'fanculo, quello sì che è un bell'uomo, sono pur sempre un pazzo geloso con manie possessive, per la miseria.

− Iwa-chan ma che cazzo fa... −

− Scusatemi, non conosco un incantesimo che lo faccia ritrasformare vestito. Ora rimedio. –

Socchiude di nuovo gli occhi e un paio di pantaloni compaiono addosso all'uomo grande, grosso e tremendamente nudo che procede a falcate ampie verso di noi.

Mi rilasso.

Lascio andare Tooru.

Ride, mi pizzica un braccio, rido anch'io, solo per un momento.

Kenma ci fissa con gli occhi spalancati e poi sbuffa.

− Sai anche ridere? –

Tooru annuisce.

− E soffre il solletico. –

− Da pazzi, io veramente non so che cosa sto guardando in questo momento. –

Che cosa sta guardando?

Sta guardando... me che sono un po' meno me del solito, credo. O anzi, me che lo sono di più. Me non infelice, me non emotivamente bloccato, me... me con una cotta grande quanto l'Albero Sacro.

Kuroo è a metà strada, quando Bokuto lo supera correndo verso di noi, e mi viene un po' di panico, che immediatamente ricaccio indietro quando capisco a chi stia puntando.

Re di ghiaccio, eh?

Credo che tu sciolga un po' queste stalattiti che ti compongono, Akaashi Keiji, quando c'è qualcuno che ti fa sorridere.

− Polpetta di neve, mi sei mancato tantissimo! –

Alza gli occhi al cielo.

− Ho provato a spiegargli che si dice "palla", ma non vuole capirlo. –

Reprimo una risata quando spunta fuori dal niente, si butta a peso morto contro il suo compagno e atterrano a terra.

Lo stringe dalla vita e gli bacia la faccia, i capelli, gli arruffa il naso fra i ricci.

Questo sì che è un animale. Un animale vero, uno che non è che sappia poi tanto come comportarsi quando non ha la pelliccia e gli artigli.

Di tutta risposta Keiji lo stringe e ride anche lui, visione più unica che rara, e la cosa finisce in un bacio che onestamente mi rifiuto di guardare.

Anch'io voglio un bacio.

Un bel bacio.

Un bel bacio lungo e morbido e le braccia di Tooru che si avvolgono sul mio collo, il suo corpo sopra il mio, senza vestiti, completamente nu...

− Mi state dicendo che il Mutaforma del Nord è un cucciolo troppo cresciuto che chiama il suo compagno "polpetta di neve"? Sul serio? –

− Principino tu chiami "Iwa-chan" una macchina di morte, non sono loro due la più grande contraddizione che vedo al momento. –

− Iwa-chan non è una macchina di morte, è un dolce, carino, adorabile mezzo Umano con una passione un po' troppo sfegatata per le gambe e troppa gelosia in corpo, ok? –

Muove una mano, quando lo dice.

La muove per spostarsi i capelli, ma arriva abbastanza vicina a Kenma, abbastanza perché sentiamo appena ringhiare Kuroo, che ci raggiunge poco dopo.

− Lontano, principe, non è il periodo giusto. –

E io che gliel'avevo detto, che sono territoriali. È un cretino, cazzo, un cretino che difenderei con la vita, ma pur sempre un cretino.

Tiro indietro il mio Elfo o non-Elfo che sia, lo stringo a me e gli appoggio il mento sulla spalla, lascio che le cose si ricompongano senza dargli la possibilità di muoversi ancora. Che sono un po' stanco di preoccuparmi per ogni cosa, e sarò all'erta, ma anche più rilassato di prima.

Kuroo si rimette vicino a Kenma, Bokuto e Akaashi si alzano, le posizioni ritornano chiare, distanti abbastanza perché nessuno s'innervosisca, vicini per sentirci e guardarci tutti dritti negli occhi.

Non c'è pericolo.

Lo so, che non c'è pericolo.

Kuroo è affidabile, lo so, Kenma con lui. Non gli avrei lasciato crescere mio figlio se non fosse stato così, e devo mettere da parte le mie ansie personali e pensare con lucidità.

Akaashi ha giurato sulla sua Corona, sembra controllare Bokuto come un burattino, non c'è niente da temere.

Nessuno vuole portarmelo via.

Sono pur sempre lupi accoppiati, e i lupi accoppiati non hanno il minimo istinto nei confronti di chi non sia il partner che hanno scelto per la vita.

Forse mi può essere persino d'aiuto, in questa occasione, la forza dei legami che scelgono d'intrattenere.

Bokuto è il primo ad intervenire.

− Wow, ma tu sei bellissimo! Sembri finto! Che cosa sei? –

− Siamo qui per scoprirlo, Kōtarō. –

− Coglione. –

− Gattino, non prendere in giro Bo, su, ne abbiamo già parlato. –

Spalla contro spalla, Kuroo e il Mutaforma del Nord fanno piuttosto effetto. Ma se dovessi dire chi non sono sicuro di poter uccidere in battaglia, punterei più su Kenma e Akaashi. Più infidi, più subdoli, più... svegli in generale.

Sposto il viso verso quello di Tooru, che mette le mani sopra le mie strette attorno alla sua vita.

− Credevo di essere un Elfo, ma a quanto pare sono vecchio. –

− Non vecchio, Antico. – lo correggo.

− Come ti pare, Iwa-chan, come ti pare. –

Akaashi annuisce, sfarfalla con le dita nell'aria, qualche piccola scintilla blu scoppietta fra le sue dita.

− Antico di sicuro, ma chi, è il problema. Sai che erano una stirpe particolare. –

− Erano? –

Annuisce, chiude i palmi fra di loro, sposta il peso su una gamba e incastra l'altra indietro.

− Non ci sono più Antichi, ormai. Solo la loro progenie. –

Tooru alza le spalle.

− Dimmi che non li hai uccisi tu, Iwa-chan, ti prego. –

− L'ultimo sì. – interviene Kenma, che inizio ad odiare per il tempismo con cui rivela tutti i miei segreti alla platea.

Lo sapevano già, poi, ma cazzo, almeno un po' di mistero.

− Non tutti, però. – borbotto.

− È comunque un inizio. –

La Strega prende fiato con calma, fa muovere i vestiti nell'atto. È sempre vestito di nero, lo ricordo anche in passato così, ma meno formale, più... rilassato. Ha una camicia scollata sul petto chiaro, s'intravede il morso dell'accoppiamento dei lupi sul collo, chiaro ma cicatrizzato.

− Non riesco a comprendere la tua magia a pieno, Tooru degli Elfi del Sole, con i Riti di Luna è complesso isolare il tuo flusso e districarlo per bene. E devo raccogliere le energie. –

Le energie?

Oh, giusto, le energie.

Che non passi tre giorni di accoppiamento sfrenato senza spenderne almeno un po', no?

− È femminile, Keiji, non lo pensi anche tu? Ha una magia femminile. –

− Mh-mh, è vero. Ed è... bloccata. Kenma, dammi la mano. –

Alza le dita corte e sottili, le intreccia in quelle più alte della Strega, due ringhi si compongono insieme, ma se quello di Kuroo si spegne quasi subito, Bokuto non smette.

Fuirich, Eighre.

Si arresta immediatamente, gli occhi gialli riflettono un lampo di luce per un attimo soltanto, poi si spengono e cadono verso il basso.

− Che lingua è? –

Mi fa il solletico, Tooru che sussurra contro i miei capelli.

Cazzo, vorrei davvero tanto che fossimo da soli. Da soli solissimi, solo io e lui e un bagno caldo, magari un letto, senza nessun pericolo imminente alle porte.

− Lingua del Nord. –

− Oh, capisco. –

Akaashi e Kenma stringono le loro mani congiunte, chiudono gli occhi, mi sembra che il terreno tremi sotto di noi e che la Strega s'illumini di una luce bluastra, ma non succede nient'altro.

− Che stanno facendo? –

− Non ne ho idea, sai che non capisco un cazzo di magia. –

− Uniscono i loro flussi magici per renderli più potenti. –

Kuroo ha i denti stretti, quando parla, come se anche solo vedere Kenma toccare qualcun altro lo faccia uscire di testa, ma non si muove e sorride pigramente lo stesso.

− L'hai trovato, Ken? –

− È strano, Keiji. –

Mai capiti i flussi magici, io. Pare che ognuno ne abbia uno che lo attraversa, come un'aura invisibile o un filo legato attorno, che certe creature li vedano e percepiscano meglio di altre. L'unica cosa che so, è che io non ce l'ho, e che quelli degli altri si spezzano se provano ad attraversarmi.

− Trovato. –

− È flebile. –

− Ora non lo è più. –

Tooru è stranito, confuso, glielo si legge in faccia. Non metto in dubbio che sia scosso, in effetti fino a due settimane fa era solo un principino viziato in un grande Palazzo di vetro, ora gli stanno tutti dicendo che quel che ha sempre creduto di se stesso era una menzogna e non è chi dice di essere.

Lo stringo più forte.

− Va tutto bene? –

− Non so, mi sembra tutto così strano, Hajime. –

Gli bacio una guancia.

− Tanto rimani sempre il mio Elfo di merda, anche se viene fuori che sei la reincarnazione di Yggradsill sulla Terra. –

− Davvero? –

− Davvero. –

Elfo o non Elfo, Tooru rimarrà sempre Tooru, per me. Non temo di scoprire qualcosa di lui, anzi quasi non m'importa, perché se lui ha avuto la forza di conoscere così tanto di me e di accettarmi nonostante le mie mani siano sporche del sangue di troppe persone, non so come potrei io non apprezzarlo a prescindere da tutto.

− Ora è molto più forte. –

− Lo vedo. Lo vedo, Keiji, lo vedo, sembra... −

Staccano le loro mani di botto, spalancano gli occhi e stringo forte Tooru che sobbalza.

− Bloccato. Ma non perché non si è sviluppato o cosa, bloccato proprio. – dice uno.

− Qualcuno gliel'ha rubato. Qualcuno l'ha bloccato su di lui. – completa l'altro.

Bloccato?

Si può?

Esiste una magia abbastanza potente?

− Solo una creatura magica molto vecchia potrebbe fare una cosa del genere, io ho centoquarant'anni ma questa cosa mica so farla. –

− Credevo che fosse solo una voce, non pensavo che... −

Keiji si sporge verso Tooru, lo guarda dritto negli occhi.

− Conosci creature magiche molto potenti, Tooru degli El... −

− Tooru avanza, grazie. –

Alza le mani come se si stesse proteggendo, poi se ne rende conto e le abbassa poco alla volta.

− Mio padre vale? Credo che sia l'unico... −

− Quanti anni ha tuo padre? –

Tooru si ferma e ci pensa su, si mordicchia l'interno della bocca.

− Non lo so bene, in realtà, non è che gliel'abbia mai chiesto. Credo che... boh, sui duecento? –

− Sei sicuro? –

− Non proprio, no. –

Akaashi sospira, poi fa un altro passo, un altro ancora, torna indietro, guarda Kenma, le sue mani.

− Ti sei mai sentito bloccato? Ti sei mai impegnato a fare una magia e ti sei sentito bloccato? –

− Io... non lo so, non ne ho idea, ma importa davvero questa cosa? –

− Certo che importa! –

A questo punto, l'ansia, viene a me.

E a me l'ansia non piace, e considerando la povertà del mio apparato emotivo, l'unica cosa che mi genera è rabbia.

− Smettete di fare l'interrogatorio a Tooru. No, non importa, non è importante. C'è uno scompenso col Bosco? Che sia, finché non esplode e gli alberi non si mettono a ballare a me non frega un cazzo. –

− Non è solo per il Bosco, Iwaizumi. –

− Non me ne frega un cazzo a prescindere. –

Kenma prende fiato, Kuroo gli accarezza una spalla, massaggia il lato del collo.

− Casa tua sorge su un cimitero di flussi magici, Umano. Se si risvegliassero tutti di colpo, non so che cosa potrebbe succedere. –

− E allora cambieremo casa. Ma lasciate stare Tooru. –

Akaashi scuote la testa.

− Non è facile come credi. –

− Non me ne frega un cazzo se è facile o non è facile, l'unica cosa che mi importa qui è che smettiate di dare fastidio al mio cazzo di Elfo, prima che m'incazzi e decida di tagliar... −

− Hajime, basta. –

Mi muore la voce in gola, la inghiottisco col fiato che prendo, la mando giù, me la rinchiudo nel petto.

Non so perché obbedisca così facilmente a lui, ora.

Di solito amo contraddirlo.

Ma... riguarda lui stesso. Non voglio tarpargli le ali mentre lo proteggo, no, e la sua voce mi calma al punto che nemmeno più mi sento incazzato.

Si stende più contro di me.

− Che forma di magia hanno gli Antichi? E soprattutto, magari, mi spiegate che cosa sono? –

− Sono gli avi delle razze che ci sono ora. –

Maturo, sembra maturo, adulto, molto più vecchio. Socialmente è davvero in grado di apparire come un bambino l'attimo prima e come autorevole quello dopo, è strabiliante.

− Alcuni hanno vissuto fino a pochi anni fa, altri sono morti prima. Di norma sono considerati come... divinità dai loro popoli. La loro magia è molto varia. –

− Hai sentito, Iwa-chan? Sono un Dio, ora. –

Rido.

− Sei un Elfo di merda. –

− Oh, e andiamo, non sminuirmi così. –

Ridacchia contro il mio petto.

− Molti di loro hanno una forma di magia che somiglia a quella delle razze moderne, alle Fate, agli Elfi, ai Non Morti o ai Mutaforma, agli Gnomi e... −

− Non so niente delle altre razze. –

Kenma guarda Akaashi di taglio, per un attimo.

− Non sei un principe? –

− Ah-ah, all'incirca. –

− E allora com'è possibile che non ti abbiano mai insegnato niente? Strano, Keiji, non credi? –

− Già. –

Si sistema i riccioli castani sulla fronte, prima di bloccarsi un attimo.

Si è ricordato qualcosa?

Si è...

− Il blocco che ho, come lo dite voi, potrebbe per caso... farmi sanguinare o qualcosa del genere? –

Ad Akaashi brillano gli occhi.

− Potrebbe, sì, potrebbe. Ti è successo mai che... −

− Quando m'incazzavo con mio padre mi sanguinava la lingua. Ogni volta che provavo a guardarlo e dirgli qualcosa di cattivo, mi sanguinava sempre la lingua. Mi ha detto che era un effetto collaterale della poca magia che avevo, ma forse... −

− Cazzo, potrebbe essere. –

Tooru stringe le mie dita forte, fortissimo.

− Se quel bastardo mi ha trattato come una puttana per diciannove anni dicendomi che non valevo un cazzo perché non avevo la magia e me l'ha rubata lui, giuro su Yggdrasill che lo faccio secco a mani nude. –

− Mettiti in fila. – gli borbotto.

Kenma e Akaashi si guardano, si annuiscono a vicenda in un discorso che credo non siamo in grado di sentire e poi...

Poi... sospirano in coro.

− Ok, basta così. Ne parliamo fra tre giorni, o da qui non ne esco vivo. – borbotta il primo, sistemandosi la vestaglia sulle spalle e incrociando le braccia al petto.

− Concordo, se mi stanco ci rimango. –

Cosa?

Eh?

Partite con il discorso e arriva la parte interessante e... vi siete stancati?

Sul serio?

Apro bocca per intervenire ma Tooru mi blocca, annuendo.

− Già, sono stanco anch'io. –

− Vieni a fare il bagno con noi? Dobbiamo prepararci a stasera e non c'è niente di meglio di un po' di vapore. –

Rimango di stucco.

Tooru?

Tooru da solo con loro?

Tooru da solo con loro, nudo, dentro l'acqua di un bagno, completamente indifeso?

Stringo fortissimo le braccia.

− No. –

− Non ho chiesto a te, Iwaizumi. –

− Rimane comunque un no. –

Kuroo annuisce, dandomi corda.

− Vero, non mi va che tu vada via da solo con loro, Kenma. –

− Sinceramente neanche a me. – si accoda Bokuto.

Il risultato?

Il risultato è che Akaashi mormora qualche altra parola nella sua lingua, Kenma guarda malissimo Kuroo e Tooru... Tooru divarica le mie mani con le sue, si gira e mi fissa dritto negli occhi.

− Hajime, credo che accetterò la proposta. –

− No, è pericoloso e tu... −

− Non è pericoloso. Sappiamo tutti e due che non è pericoloso. –

Lo è.

Miseria, lo è, vero?

Non sono io pazzo, è che è pericolo...

− Tu non devi preparati per stasera. – accampo come unica scusa disponibile che passa nella mia testa.

− Serve essere un Mutaforma per volersi accoppiare durante la Luna Piena, Iwa-chan? –

− In che se... −

− Mi sembrava un'ottima idea partecipare ai festeggiamenti, ecco. –

Se potessero staccarsi e cadere a terra, le mie braccia sarebbero a guardarmi dal basso.

Davvero?

Davvero, Hajime?

A sessant'anni quasi, a farti irretire da una proposta sessuale?

Apro la bocca per dire "no".

Ma porca di una puttana, sarà lo stress, sarà Tooru o sarà la magia della festa che tanto non percepirei in ogni caso, dico un'altra cosa.

− Posso venire anch'io a fare il bagno? –

Kenma mi guarda.

− Stai sopra o sotto? –

− In che senso? –

− In quel senso, Umano. Stai sopra o sotto? –

Mi sento arrossire.

− So... pra. –

− E allora 'fanculo, non se ne parla. Tu non conosci la fatica, il giorno in cui verrai da me con le ginocchia che tremano e non riuscirai a sederti, potrai venire a fare il bagno con noi. –

Rimango zitto.

Fermo e zitto come un coglione.

Tooru mi bacia le labbra, mi tira in avanti e mi bacia la fronte, mi sorride e va via.

Zompettando tutto allegro in mezzo fra uno Gnomo che sembra una Fata e una Strega-Re con la corona fra i capelli e gli occhi di ghiaccio.

Io...

− Prima volta? –

− Ah-ah, prima volta, glielo si legge in faccia. –

Mi giro verso i miei ritrovati compari.

− È normale? –

− Che ci lascino qui come degli idioti mentre vanno a parlar male di noi di là? Normalissimo. Prima volta in una relazione? –

− In una seria sì. –

Kuroo ride, Bokuto fa spallucce, mi si chiudono a fianco e mi guardano sconsolati come lo sono io, come a dirmi "che ci vuoi fare, è così, non combattere una battaglia già persa".

− Devi avere il tuo gran daffare a tenere la gente lontana da lui, comunque. Keiji è la persona più bella del mondo e lo amo alla follia, ma quel Tooru è... impressionante. –

− Confermo. Dove l'hai trovato? –

− Svenuto nel Bosco. –

− Wow, sul serio? –

− Serissimo. –

Uno mi mette una mano sulla spalla, l'altro sull'altra.

Sembrano più piccoli di me, anche se hanno probabilmente il doppio dei miei anni, così.

− Sei innamorato? –

Mi guardo attorno.

Mi sente?

Non lo so se mi sente.

Se lo dico piano...

− Sì. –

− E lui lo sa? –

− No. –

− E cosa aspetti? –

− Che torniamo a casa. –

Kuroo alza le sopracciglia e tira una gomitata verso Bokuto.

− Ma tu te lo ricordi quando andava in giro con la divisa? –

Parlano di me, credo.

− Era spaventosissimo. A guardarlo ora sembra un'altra persona. –

− Non sono un'altra persona, sono solo più... sereno. Ma non ditelo a Tooru o mi fa una testa così, ha un po' una fissa coi complimenti e col fatto di farmi stare meglio di prima. –

− Bocca cucita. –

− Croce sul cuore. –

Si guardano, mi guardano.

− Sei stanco, Iwaizumi? –

− Un po', perché? –

Kuroo alza le spalle.

− Andiamo a dormire, di solito, noi. Sai, con la Luna Piena c'è tanta, tanta attività fisica da fare. –

− Non mi sembra una cattiva idea, in effetti. –

Kuroo mi indica una delle casette verso il fondo della strada, Bokuto che a quanto pare è socievole ma inappropriato di natura mi prende per mano e non la lascia mentre camminiamo.

− Poi stasera andiamo a bere. Tanto quelli passano la giornata nella vasca, tanto vale che ci divertiamo anche noi. –

− Non c'è nessun modo per imbucarsi nel loro bagno? –

Kuroo scuote la testa, sconsolato davvero.

− L'unica volta che ci abbiamo provato Kenma mi ha tenuto tre giorni appeso a testa in giù in mezzo a camera nostra. I peggiori Riti mai fatti, te lo assicuro. –

− Tre giorni, davvero? –

Ridacchia.

− No, in realtà due ore. Poi ha ceduto. –

− Anch'io cederei, fratello, se dovessi fare i Riti con te. –

Mi vien su una vena di...

Malinconia.

Mi manca il mio amico.

Mi manca tanto il mio migliore amico.

Mi mancano le battute sul sesso, le stronzate, le bevute.

Scaccio via il pensiero.

Non è il momento.

− Tobio dov'è, tra l'altro? –

Kuroo ridacchia.

− A caccia in punizione. Puzzava di alcol in una maniera sconcertante. –

− Ah, a proposito di quello, avrei dovuto intercedere, credo. Sono un padre di merda. –

− No, non lo sei. È sempre con il sorriso da parte a parte quando torna dopo essere stato con te. –

Piccolo Tobio.

Mi fai sorridere molto anche tu, non preoccuparti.

− Si comporta bene? –

− Dà cenni di insubordinazione, ma è normale. Ancora niente di eclatante. Fa' fatica a seguire gli ordini se non li capisce, qualche volta prende decisioni completamente di testa sua. –

− È problematico? –

− No, non lo è. Alla sua età ero così anch'io. –

− Io alla sua età mangiavo la gente. –

Ci giriamo tutti e due verso Bokuto.

− Non guardatemi così, volevo solo partecipare alla conversazione! –

Scoppia a ridere Kuroo e mi accodo.

− Non il modo migliore, Bo. –

− No davvero. –

Fa spallucce, mi stringe la mano più saldamente e oscilla appena il braccio in avanti e indietro mentre cammina.

− Non è colpa mia se sono rimasto bloccato nella mia forma animale per cento anni, sapete com'è. –

− Sei rimasto bloccato così tanto? –

Annuisce.

− Già già. Ma poi mi hanno buttato una Strega nella caverna in cui stavo e quella Strega mi ha fatto una magia, poi io ho fatto sesso con la Strega e ora è la mia polpetta di neve. Tutto è bene quel che finisce bene, no? –

Reprimo una risata.

− E la storia di me che trovo Tooru nel Bosco era strana? –

− Io ho sposato Ken nel regno degli Gnomi tre ore dopo averlo conosciuto. –

− Davvero? –

Kuroo annuisce, sorride storto come suo solito.

− È una storia esilarante. Tranne la parte in cui mi salva mezzo morto in riva al fiume, quella è stata meno esilarante. Però il resto lo è, garantisco. –

Forse non siamo gli unici strani, eh, Tooru?

Forse no davvero.

Percorriamo qualche altro passo nel rimasuglio delle voci che mi rotolano attorno, sospiro e sorrido.

− Io non mi ero mai innamorato prima. –

Mi si stringono vicino.

− Neanch'io prima di Kenma. –

− Io non sapevo nemmeno che cosa volesse dire finché non è arrivato Keiji. –

Mi manca il mio migliore amico.

Ma forse anche solo divertirmi un po'.

E quello posso farlo, ora, quindi... forse potrei anche...

− È la cosa più bella che ti succederà mai nella vita, Iwaizumi. – mi dice Kuroo col tono molto più morbido, più dolce.

Bokuto annuisce, come a concordare.

− E, parola di Bokuto, il sesso è ancora meglio. Cioè tipo... super meglio. Incredibilmente meglio. –

Scoppio a ridere.

Magari un po'.

Magari potrei... divertirmi un po'.

─── ・ 。゚☆: *.☽ .* :☆゚.───

➥✱"a bhàrr" in gaelico significa "sopra".

ciao bambini belliiiiiiiiii

volevo solo chiedervi una cosa di passaggio perchè ahimè non credo che siamo nemmeno a metà della storia e già sono praticamente 112mila parole (più di strawberry shortcake per intenderci) e niente volevo chiedervi se vi stesse piacendo, se vi sembra troppo lunga o i capitoli troppo densi e niente, in generale un parere o un consiglio o una critica, se vi va :D

ci rivediamo saaaaaaaaaabato

con angel with a shotgun

quindi niente have a nice day (e scusatemi l'orario di merda ero convinta che oggi fosse martedì e avevo il capitolo pronto ma me ne sono accorta un'ora fa e dovevo rileggerlo e finire di studiare)

mel <3

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