8.
Albus venne svegliato dal suo sonno tormentato dal vibrare del cellulare sul comodino.
Provò ad ignorarlo per i primi minuti, ma quando tornarono a vibrare per la terza volta, sollevò una mano per afferrare il cellulare e portarselo all'orecchio.
"Pronto?" Disse, senza preoccuparsi se dall'altra parte avessero sentito la sua voce ancora assonnata.
Aveva passato l'ultima settimana malissimo, il suo calore era stato tremendo, aveva creduto di morire ad un certo punto.
Qualche giorno prima di entrare in calore aveva sentito un odore buono, che lo aveva attirato verso la porta.
Si stava masturbando sul letto quando all'improvviso si era reso conto che la sua porta era aperta. Spaventato, era corso a chiuderla e un odore di miele e dolci lo aveva travolto, facendolo gemere.
Non sapeva da dove provenisse, ma aveva indugiato su quel profumo per tutto il calore, desiderando di sentirlo addosso, di venirne avvolto mentre spingeva il dildo nel suo corpo con forza disumana.
Purtroppo i vari orgasmi non lo avevano preservato dal dolore bruciante del fuoco del calore. Più i giorni passavano e peggio diventavano. Il terzo giorno aveva addirittura temuto di morire. Si sentiva avvolto dalle fiamme, il suo corpo e la sua mente erano infuocate e nemmeno i suoi giocattoli lo avevano placato.
Sentiva il letto bagnato, ansimava e supplicava, la sua apertura che perdeva umori e il suo corpo che bruciava e pulsava. Desiderava che tutto quel dolore finisse.
Poi era davvero tutto finito, di sabato. Il sabato pomeriggio si era risvegliato e a parte un forte mal di testa, il fuoco che lo aveva avvolto era sparito e anche la sua mente sembrava meno annebbiata ma più vigile.
La domenica addirittura era rimasto in camera a vedersi una serie TV su Netflix. I suoi genitori e sua sorella non erano mai saliti, nemmeno per portargli da mangiare.
Albus era sceso in cucina di notte, mentre tutti dormivano. Aveva mangiato in silenzio e poi era tornato in camera, addormentandosi quasi subito, non appena toccato il cuscino.
"Buongiorno, sono Scorpius Malfoy, della Malfoy Publishing, ho visionato il suo curriculum e corrisponde le nostre richieste. Ha fatto domanda per fare da segretario, giusto?"
Albus si mise a sedere.
"Si. Accetto!" Disse il moro.
Dall'altra parte non parlarono e Albus strinse gli occhi.
"Non sono idoneo?" Chiese con voce triste.
"Lei è idoneo. L'ho chiamata perché è assunto, deve raggiungerci a Liverpool, nella nuova sede..."
"Ottimo. Il tempo di fare il biglietto per il treno. A che ora possiamo incontrarci?"
"Non vuole riflettere? Vedo che non vive a Liverpool ma a Londra..."
"No! Accetto e vengo subito!" Albus strinse gli occhi, imbarazzato. "Nel senso, accetto e prendo un treno. A che ora posso passare?"
"Riesce nel pomeriggio? Per le sedici?"
"Volentieri! E grazie!" Disse chiudendo la comunicazione, poi scese dal letto e si arrampicò sulla sedia della scrivania per afferrare la valigia sipra l'armadio.
Dopo averla presa, la posò sul letto e l'aprì, emozionato.
Finalmente se ne sarebbe andato per sempre da quella casa!
A Liverpool viveva già Hugo, magari sarebbe andato a vivere da lui qualche giorno prima di trovare una sistemazione. Poi si rese conto che non aveva chiesto dove si sarebbe dovuto presentare.
Afferrò il cellulare e vide che lo stava chiamando un numero che non aveva in rubrica.
"Non le ho dato l'indirizzo" disse la voce.
"Si, è vero, mi scusi, ero emozionato per essere stato preso"
"Immagino" disse dall'altra parte della cornetta.
Albus deglutì mentre segnava l'indirizzo su un post It rosa che aveva sulla scrivania.
"Grazie, grazie mille!" Disse Albus riconoscente.
Dopo qualche secondo di silenzio, la voce dall'altra parte rispose: "Di nulla, ci vediamo nel pomeriggio"
Albus chiuse la chiamata sentendosi per la prima volta da quando era nato davvero felice ed emozionato. Avrebbe cominciato una nuova vita lontano dalla sua famiglia che non lo comprendeva.
Fece la valigia, buttandoci all'interno tutti i suoi vestiti e chiamò Hugo che gli disse che anche lui e Thorfinn erano stati presi alla Malfoy Publishing.
~*~
Scorpius chiuse la chiamata con Albus Potter e si portò una mano alla cravatta del completo elegante che indossava, sentendosi soffocare.
Lentamente portò la fronte sulla scrivania e prese un respiro profondo.
Quella voce.
Il modo in cui aveva risposto, in modo roco e forse mezzo addormentato... Gli aveva trasmesso un brivido lungo la schiena che non aveva mai provato prima in tutta la sua vita.
Il suo entusiasmo di raggiungerlo il prima possibile poi lo aveva lasciato perplesso e confuso. Come poteva una persona accettare di buon grado di trasferirsi a due ore di distanza?
Scorpius ancora doveva riprendersi da quel cambio repentino. Quando aveva finalmente chiamato Lily, la ragazza c'era rimasta malissimo e Scorpius si sentiva davvero in colpa. Le aveva spiegato che nemmeno lui ne era a conoscenza e che era un lavoro al quale non poteva rinunciare. La ragazza sembrava impanicata.
"E con il matrimonio come faremo?" Chiese "Ci sono cose che devo fare solo con te... Non posso farlo tutto da sola..."
Scorpius l'aveva tranquillizzata.
"Hey, non sono andato in Australia, sono a due ore di distanza, possiamo sempre vederci, io posso scendere e tu puoi venire a trovarmi..." Disse Scorpius con tono rassicurante.
"Quindi non mi stai lasciando?"
"Cosa? No! Io ti amo, Lily e voglio e ti sposerò! Magari verremo a vivere qui a Liverpool dopo le nozze. La nuova sede è qui ed io dovrò gestirla. Ti amo"
"Anche io ti amo, da morire" fu la risposta della giovane.
Scorpius si alzò, facendo il giro della scrivania prima di raggiungere la finestra. L'aprì e prese una boccata d'aria.
Da quando era così sensibile ad una voce?
Forse stava impazzendo, non c'era altra spiegazione. Forse l'aria di mare aveva qualche sostanza strana e lui ne aveva respirata troppa e ora aveva le allucinazioni.
Controllò l'orologio. Non erano nemmeno le dieci del mattino.
Con un sospiro tornò alla scrivania e afferrò i curriculum che aveva già scelto.
Prese quello di Albus e restò immobile a fissare la foto.
Il ragazzo non sorrideva, fissava l'obiettivo serio, i suoi occhi chiari sembravano tristi e la pelle era pallida.
Si trovò a passare un indice sul suo viso, osservandolo attentamente.
Che cosa nascondeva?
Qualcosa non tornava dal suo strano entusiasmo di trasferirsi.
Scorpius aprì gli altri curriculum delle persone che aveva scelto.
Prese le foto e le allineò tutte insieme, ossrvandole in silenzio.
C'erano sei ragazze e tre ragazzi ma l'unico viso dal quale non riusciva a staccare gli occhi era quello di Albus.
Rilesse nuovamente il curriculum e sbarrò gli occhi chiari.
Non solo si chiamava Albus Weasley, (come quell'Hugo Granger Weasley?) Ma Albus Weasley Potter.
Potter.
Come Lily.
Ma... Come era possibile?
Lily non gli aveva mai parlato di Albus. Sapeva di avere un fratello di nome James ma Albus?
Scorpius corrucciò le sopracciglia mentre l'immagine del ragazzo nella stanza al piano superiore durante la cena gli tornò alla mente e Scorpius capì.
Era lui Albus.
Era lui che aveva visto.
Perché non gliene avevano mai parlato?
Perché non era sceso?
Si ricordò del suo profumo, dolce, buono. Scorpius aveva sentito l'acquolina in bocca e il forte desiderio di fare irruzione in quella stanza.
Su portò la mano alla gola, rendendosi conto che forse aveva appena fatto un errore madornale nell'assumerlo.
Come avrebbe fatto ad evitare di restarne terribilmente attratto?
Scorpius si portò le mani sul viso, sospirando pesantemente, in crisi.
Note: mi raccomando non chiudete la storia senza aver prima stellinato e/o commentato. A presto! ~Galaxy~
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