27.

Maggio


Albus stava scrivendo al computer nel suo ufficio mentre Scorpius dall'altra parte era in riunione con dei clienti.

Dopo il viaggio a Manchester e l'occasione sprecata, Albus non riusciva più a parlare o guardare Scorpius, sentendosi tradito dal suo capo.

Voleva fare l'amore con lui, desiderava ricevere il suo primo bacio e perdere la verginità con lui. Lanciò un'occhiata oltre il vetro e il solo vederlo gli faceva battere il cuore.

Albus si era perdutamente innamorato del suo capo, lo desiderava, lo voleva, ma Scorpius non lo considerava, non aveva ceduto nemmeno quando Albus, completamente nudo, si era mostrato a lui, vulnerabile come non mai.

Scorpius era riuscito a resistere e adesso non sapeva se prendersela con i suoi due cugini che gli avevano assicurato che una volta in calore, Scorpius non avrebbe fatto altro che gettarsi tra le sue braccia, o con se stesso che ci aveva creduto.

Aveva anche trovato un paio di appartamenti dove trasferirsi, dato che con i cugini non sarebbe mai tornato e con Scorpius in casa era difficile resistere dal baciarlo e dal prenderlo a pugni.

Albus si sentiva in quel modo, diviso tra due sentimenti: il primo, romantico e passionale dove lo vedeva a pomiciare con Scorpius mentre il giovane gli confessava di averlo sempre amato, il secondo invece lo vedeva prendere a pugni Scorpius e urlargli di essere un bastardo.

Ma bastardo per cosa? Alla fine lo aveva solo rispettato, non aveva sfruttato il suo momento di debolezza per approfittarsi di lui. Un altro Alpha non si sarebbe fatto alcun problema, lo avrebbe preso e usato anche contro la sua volontà.

Quando Albus ci ripensava, sapeva di essere stato fortunato, ma il desiderio di Scorpius era così forte che molto spesso si faceva accecare dalla gelosia e non ragionava più.

L'orologio segnò mezzogiorno e Albus si bloccò, salvò il suo lavoro e poi si alzò dalla poltrona della scrivania, stiracchiandosi e sbadigliando.

Scorpius alzò lo sguardo e dopo averlo fissato qualche secondo, tornò con l'attenzione ai clienti che erano seduti davanti a lui.

Albus afferrò il cellulare per chiamare Hugo e dirgli di vedersi, ma quattro chiamate perse e sei messaggi lo spinsero a cliccare sulla notifica. Strabuzzò gli occhi quando lesse il nome di James.

Cosa diavolo voleva suo fratello, ora? Non si parlavano da anni, da quando il fratello se n'era andato di casa, cacciato dai suoi genitori quando aveva detto di amare un ragazzo, Teddy, il figlioccio di loro padre.

Albus si incmminò lungo il corridoio quando decise di rispondergli.

"Pronto?" Chiese mentre saliva sull'ascensore.

"Fratellino! Come stai?"

"Come vuoi che stia James? Perché lo chiedi?"

"Hey... Non... Perché mi stai aggredendo? Sono solo a Liverpool per lavoro. Volevo incontrarti e parlare..."

Albus, che si stava dirigendo verso l'uscita si bloccò, il telefono premuto contro la guancia.

"Come fai a sapere che sono a Liverpool?" Chiese.

"Me lo ha detto Hugo..." Fu la risposta di James.

Ma non era al telefono.

Albus si voltò e si trovò davanti suo fratello maggiore che gli sorrideva. I capelli castani erano spettinati dal vento.

"Cos'è, non abbracci il tuo fratellone?"

Albus boccheggiò, scioccato, mentre il maggiore lo stringeva con forza al suo corpo, sorridendo.

"Perché sei qui?" Chiese Albus a disagio.

"Anche se me ne sono andato di casa non significa che io mi sia dimenticato della tua condizione. So che mamma e papà non sono molto aperti di vedute, ma con me puoi parlare di tutto, anche se non conosco molto il tuo mondo. Io ti sono vicino. Non ti giudicherò mai...."

Albus si passò una mano tra i capelli, poi con la coda dell'occhio vide Scorpius uscire dalle porte scorrevoli.

"Stavo andando a pranzo! Vieni con me? Così mi racconti anche cosa stai facendo di così importante al lavoro per essere in questa città...." Disse infilandogli una mano sotto il braccio e sorridendo mentre si dirigevano in direzione opposta al ristorante dove era solito pranzare con Scorpius.

~*~

Scorpius pose fine alla riunione e sollevò lo sguardo, notando Albus rispondere al telefono e poi allontanarsi.

Velocemente sistemò i documenti che aveva firmato, mise in ordine la scrivania e poi scappò letteralmente fuori dall'ufficio e salì in ascensore, per cercare di raggiungere Albus.

Da quando erano rientrati da Manchester il moro a malapena gli rivolgeva la parola.

Stare nello stesso appartamento era stato difficile per Scorpius, ormai diventato a tutti gli effetti dipendente dal profumo dell'Omega.

Non c'era giorno in cui non ripensava al suo corpo nudo e ai suoi occhi chiari che lo supplicavano di fare l'amore con lui.

E non c'era volta in cui si malediva per non aver ceduto.

E ogni volta che pensava di dover cedere, si sentiva sempre più in colpa verso Lily e verso Albus. Lui stava per sposarsi, Lily e Albus tra l'altro erano fratelli.

E Albus non sapeva che Scorpius sapeva.

Sarebbe stato un disastro.

Scorpius uscì dalle porte scorrevoli e si bloccò, vedendo Albus sorridere mentre si faceva abbracciare da un ragazzo dai capelli castani.

I due si parlavano molto vicini, Albus era arrossito e il moro lo guardava con uno sguardo che a Scorpius venne voglia di prenderlo a pugni.

Cosa stai facendo?! Gli ricordò la coscienza. Albus non è mai stato tuo, è libero di uscire con chi vuole, almeno non sta con un ragazzo come te che anche se lo desideri da morire non fai nulla per prendertelo, nascondendoti dietro la patetica scusa di un matrimonio.

Da quanto tempo non vedeva la sua ragazza? Da quanto tempo non la sentiva e si stava fregando altamente dei preparativi delle nozze? Solo Lily si stava occupando di tutto, lui viveva la sua vita tranquilla a Liverpool, sbavando per il suo segretario.

Faceva schifo.

E quel bruciore all'altezza del cuore faceva male.

Scorpius fissò scioccato la coppia allontanarsi, i pugni chiusi ai lati del corpo. Chiuse gli occhi che avevano cominciato a pizzicare.

È tutta colpa tua.



NOTE: mi raccomando non chiudete la storia senza aver prima stellinato e/o commentato! A presto, Galaxy ✨

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