12.

Draco si era attardato in ufficio fino a tardi Lunedì sera. Non amava tornare in una casa vuota. Però ormai erano le dieci e doveva rientrare a casa se voleva svegliarsi alle sei come ogni mattina.

Draco si alzò dalla sua scrivania e afferrò il cappotto che aveva appeso all'appendi abiti dietro la porta e lo posò sul braccio, prima di uscire e raggiungere gli ascensori.

Nella mano libera stringeva la borsa di pelle che conteneva alcuni documenti importanti. Chiamò l'ascensore e scese al piano terra. Sorpassò le porte a vetri e raggiunse il parcheggio dove aveva lasciato la macchina quella mattina prima di salire in ufficio.

Mancavano pochi metri alla sua macchina quando sentì dei passi alle sue spalle e un attimo dopo qualcuno gli strinse il collo da dietro, immobilizzandolo.

Draco si irrigidì quando sentì la mano dell'uomo stringergli una natica.

"Che ne dici se ce ne andiamo da qualche parte a scopare, cagna?"

Draco strinse gli occhi chiari, cercando di divincolarsi dalla presa possente dell'uomo ma era un Alpha e gli Alpha erano molto più forti degli Omega.

Draco a quel punto urlò quando vide qualcuno passare ma l'Alpha cercò di chiudergli la bocca con una mano che Draco morse.

L'Alpha lasciò la presa e Draco cercò di scappare, ma l'uomo lo afferrò quasi subito. Allora Draco cercò di colpirlo con la valigetta di pelle ma questa non gli fece nulla, ma si aprì quando toccò la testa dell'uomo, facendo volare i fogli contenuti al suo interno.

All'improvviso sentirono le sirene della macchina della polizia e l'Alpha spaventato si guardò attorno.

Strattonò Draco cercando di trascinarlo con sé, ma il biondo si divincolò con tutte le sue forze finché non sentirono dei passi correre verso di loro.

L'Alpha, spaventato, lasciò a quel punto andare Draco che crollò sull'asfalto lercio sporcandosi i pantaloni eleganti. Si portò una mano alla gola che faceva male mentre sentì due cose: un poliziotto che intimava all'uomo di fermarsi e poi... Quel profumo.

Erano passati ventotto anni, ma quel profumo Draco lo ricordava bene.

Chiuse gli occhi quando sentì l'Alpha abbassarsi e posargli una mano sulla schiena.

"Sta bene, signore?" Chiese la voce e Draco deglutì.

"T-tutto bene" disse Draco senza guardare l'uomo.

Sentiva il cuore battere furioso nel petto e nelle orecchie.

Lentamente cercò di alzarsi da terra e vide la mano dell'uomo tendersi verso di lui. Draco notò la fede dorata all'anulare della mano sinistra e si alzò da solo da terra. Non aveva bisogno di nessuno. Tantomeno di lui.

Quando Draco lo guardò in faccia, si rese conto che non era cambiato affatto rispetto all'Università. Stessi capelli corvini sempre in disordine, occhiali dalla montatura tonda e la stessa cicatrice sul labbro.

Draco la ricordava bene quella cicatrice perché gliel'aveva fatta lui quando ancora non era del tutto perso nel calore.

Marzo 1994, Imperial College, dormitorio maschile, bagni.

"Le ha fatto del male?" Chiese il poliziotto.

Draco negò con la testa, abbassandosi per recuperare i suoi documenti e il poliziotto fece lo stesso poco dopo mentre Draco arraffava i fogli a terra.

L'uomo prese gli altri rimanenti, leggendoli, prima di consegnarglieli.

"Ci sono informazioni riservate su questi fogli" disse Draco strappandoglieli dalle mani per infilarli velocemente nella valigetta che chiuse con uno scatto.

Il poliziotto si alzò lentamente da terra e lo fissò intensamente. Sotto quell'occhiata Draco sentì le guance andare a fuoco.

"Beh?" Sbottò.

Il poliziotto sobbalzò.

"Lei è Draco Malfoy?" Chiese l'uomo.

Draco annuì mentre leggeva il cognome sulla targhetta che l'uomo teneva sulla divisa.

Potter.

Era proprio lui.

Draco si allontanò, mentre sentiva l'odore di terra bagnata che pensava di aver solo immaginato per tutti quegli anni. Invece era vero, era lui.

Ricordava perfettamente i primi giorni del calore. Ricordava di essere stato avvolto da quel profumo intossicante e poi lui non era più andato e Draco era stato usato da altri Alpha.

Dopo quell'incidente aveva scoperto di essere rimasto incinto.

Nonostante il primo mese che Draco aveva passato completamente scioccato, perché restare incinto in quel modo, senza nemmeno avere il marchio, era stato rischioso, aveva seguito poi le lezioni non in presenza, restando a casa a gestire la sua gravidanza con tranquillità e serenità.

Scorpius era nato la notte di capodanno, alle ventitré e cinquantanove del 1994.

Era stato la sua ragione di vita. Era la sua ragione di vita. Ma lo aveva cresciuto al meglio che poteva pur senza l'altra figura paterna, quella dell'Alpha.

Aveva cominciato a prendere i soppressori quando Scorpius era cresciuto, quando Draco aveva cominciato la carriera nell'editoria. Non voleva più incidenti e soprattutto non voleva un altro figlio senza un Alpha.

Si era ripromesso che se avesse mai incontrato un Alpha che lo avrebbe rispettato e amato, avrebbe preteso il morso. Ma in tutti quegli anni non aveva mai trovato l'uomo adatto quindi Draco si era rassegnato e aveva dedicato l'intera vita a Scorpius. I due avevano vissuto insieme fino ai ventitré anni del ragazzo, quando poi questo si era trovato un appartamento per i fatti suoi.

Draco i primi tempi aveva preso non bene la mancanza del figlio, ormai era una abitudine rientrare a casa insieme. Stare da solo lo faceva solo pensare troppo così per evitarlo, aveva preferito stare sempre più a lungo in ufficio.

"Si, sono io" disse il biondo portandosi le mani alle ginocchia e imprecando quando si accorse che si era rovinato il pantalone.

Harry fissò l'uomo in silenzio.

"Andavi all'Imperial College vero?" Chiese il poliziotto e Draco lo fissò, sentendo una morsa allo stomaco.

Anche lui ricordava?

Quel pensiero lo infastidì.

"Si" fu la risposta di Draco mentre cercava nella tasca del cappotto le chiavi della macchina.

"Ti andrebbe di bere qualcosa?" Chiese di getto Potter e Draco si voltò, fissandolo male.

"Perché mai? E poi... Non esco con gli uomini sposati..."

Il poliziotto si portò una mano tra i capelli, fece per dire qualcosa ma il collega stava tornando con l'uomo che lo aveva importunato.

Draco lo fissò con disgusto.

"Che cazzo guardi cagna? La prossima volta te lo sbatto direttamente nel culo, poi vedrai come supplicherai il mio nodo!"

Draco sussultò per la frase e poco dopo sentì sul financo il tocco caldo e rassicurante della mano di Potter.

"Smettila di dire stronzate!" Disse il poliziotto allontanandosi da Draco, fissando minaccioso l'Alpha che stava ridendo.

Draco vide Harry tirargli un pugno dritto sul viso.

"Oops, attento Don, dovresti fare attenzione quando apri lo sportello"

Draco si voltò verso la propria macchina e con mani tremanti aprì la portiera.

"Non vuole sporgere denuncia?" Gli chiese Harry prima che salisse in macchina.

"No, voglio dimenticare tutto" disse il biondo con voce spezzata.

Si chiuse in macchina con gli occhi gonfi di lacrime mentre osservava Harry Potter salire a sua volta sulla volante dopo avergli lanciato una lunga occhiata intensa.

I lampeggianti illuminarono il parcheggio e poi la macchina svoltò a destra, immettendosi nella strada principale.

Draco si portò una mano alla gola, respirando profondamente, cercando di scacciare l'odore di terra bagnata che lo aveva avvolto completamente.

Ventotto anni lontano da quel profumo. Ora che lo aveva risentito e lo aveva completamente annientato, si chiese come avesse fatto a sopravvivere così a lungo.

Draco si portò una mano sulla bocca, singhiozzando pesantemente.

Mise in moto la macchina e raggiunse casa mentre piangeva a singhiozzi.

Dopo aver chiuso la porta del suo appartamento raggiunse la camera da letto e si gettò di pancia sul materasso, piangendo disperato, mentre i ricordi che aveva seppellito in fondo al cervello per non farsi più del male riaffiorarono tutti insieme, mozzandogli il respiro....


NOTE: mi raccomando non chiudete la storia senza aver prima stellinato e/o commentato. A presto, Galaxy ✨

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