Capitolo 3

"Finito!", spengo il computer e mi sdraio sul mio letto.

Mi tolgo gli occhiali per qualche secondo ed inizio a strofinarmi gli occhi.
Sbadiglio per poi afferrare il mio Olaf ed abbracciarlo forte forte.
Mi rimetto gli occhiali e mi metto a sedere con le gambe incrociate.

"Secondo te riuscirò a trovare un lavoro?", metto Olaf davanti a me.

Guardo per qualche secondo il mio pupazzo per poi continuare a parlare, in italiano ovviamente.

"Hai ragione, qualcosa troverò", afferro il mio computer e mi alzo dal letto.
"Almeno credo", poso il tutto sul comodino.
"Bene e ora andiamo a fare una doccia bollente", poso Olaf sul comodino, sopra al computer, ed inizio a fare il letto.

Dopo aver sistemato le coperte e i cuscini, inizio a mettere al proprio posto i miei pupazzi.

Nonostante i miei ventitré anni, sono ancora amante dei pupazzi, anzi sono la fan numero uno.
Ne ho un sacco, non riesco a lasciarli andare, rappresentano la mia infanzia.

Poso anche Olaf accanto al mio cuscino e sorrido contenta nel guardare il mio ordine.
Dopodiché mi dirigo verso l'armadio, afferro l'intimo e il mio accappatoio per poi uscire dalla mia stanza e andare verso il bagno.

Sono le sette del mattino, non sono riuscita a dormire tutta la notte.
Dopo l'accaduto con l'antipatico non sono riuscita a chiudere occhio.

Sentivo ancora il suo sguardo su di me, il mio cuore non ha smesso di battere a causa del suo tocco, avevo ancora il suo profumo nelle mie narici, percepivo ancora il suo calore sulla mia pelle, insomma non sono riuscita a dormire per colpa del suo stupido fascino!

Sbuffo sonoramente per poi afferrare l'indelebile e scrivere il mio nome e l'ora sulla lavagnetta.
Sistemo il tutto per poi entrare dentro il bagno e chiudermi a chiave.

...

Dopo aver finito di fare la doccia, mi dirigo verso il lavandino per pettinare i miei capelli ma non appena noto il mio riflesso, inizio a fare una smorfia.

Le notte passate a non dormire si fanno vedere sempre di più, ormai le mie occhiaie sono grandi quanto un palazzo.

Sospiro per poi iniziare a pettinare i miei capelli, in camera mi metterò un bel po' di correttore!

Devo coprire questo orrore...

Finisco la mia solita routine e decido di uscire dal bagno per andare in camera mia e cambiarmi.
Mi sistemo il viso con un po' di correttore e mascara, afferro un paio di jeans neri ed attillati, una maglia sopra la vita a maniche corte bordeaux e la felpa nera di Edward.

Esco dalla stanza e decido di andare in cucina a mangiare qualcosa, sto morendo di fame.
Mi dirigo verso il frigo ed inizio a sbagliare per poi ritrovarmi con gli occhi lucidi.

"Ho esagerato! Dovevo dormire", borbotto tra me e me.
"Vuoi un po' di caffè?", una voce maschile attira la mia attenzione.

Mi giro verso questa persona per poi notare Cole accanto al lavandino intento a prepare del caffè con la macchinetta.

"No, grazie", afferro il latte.
"Guarda che non é un problema! Posso fare del caffè anche per te, tanto non sono io a farlo, fa tutto la macchinetta", insiste.
"Grazie Cole ma sono apposto così", decido di andare a prendere i cereali.
"Va bene, ho capito", sorride.
"Che cosa?", sbuffo.
"Non devo rivolgerti la parola la prima mezz'ora", ridacchia.
"Esatto", mi siedo sulla sedia ed inizio a prepare il mio latte e cereali.

Lui si gira ed inizia ad osservarmi in un modo strano, quasi dolce direi ma decido di non farci caso, non ho proprio voglia di invadere la mia testa anche con il suo viso impresso nei miei pensieri.

Abbasso la testa ed inizio a mangiare in assoluto silenzio fino a quando non vengo interrotta da una canzone che risuona a palla.

"Addio tranquillità", Cole si siede davanti a me ed inizia a bere il suo caffè.
"Perché?", domando confusa.
"Ora capirai il tutto", mi fa l'occhiolino.

Rimango a guardarlo con aria confusa fino a quando i miei pensieri non vengono interrotti dalla voce di Alexa.

"Shane abbassa subito quella maledetta musica!", esce dalla stanza.

Sbatte violentemente la porta per poi dirigersi velocemente verso la sua stanza.
I suoi passi risuonano in tutta la casa, riesco a percepire la sua rabbia fino a qui.

"Shane!", inizia a bussare violentemente.

Ma nessuna risposta dall'altra parte.

"Shane Miller! Abbassa la musica!", la mia coinquilina é su tutte le furie.
"Perché non si può dormire tranquillamente in questo appartamento?!", la voce di Andreas copre quella di Alexa.
"Miller!", i miei timpani vengono distrutti a causa di tutti questi rumori.
"Cosa vuoi Alex?", Shane abbassa la musica e decide di aprire la porta.
"Stai scherzando, vero?!", la voce della mia coinquilina diventa acutissima.
"Esistono le cuffie Shane!", Andreas tuona arrabbiato.
"Non mi piace ascoltare la musica con le cuffie", parla tranquillamente.
"Vivi con altre persone e detto ciò...", Alexa prende un bel respiro.
"Vedi di rispettare le regole!", sento un piccolo tonfo.

Sembrava uno schiaffo, avrà tirato uno schiaffo a Shane?

"Ma che fai?", fa la vocina da bimbo.
"Hai meritato questo schiaffo e ora esci dalla stanza! Tocca a te preparare la colazione!", Alexa é arrabbiata.
"Non ho voglia", fa il melodrammatico.
"Muoviti!", Alexa é seria.
"Agli ordini capo", inizia a camminare per poi arrivare in cucina.

Si ferma ed inizia ad osservare me e poi Cole per poi iniziare a parlare.

"Alex! Cole ed Arya hanno già fatto colazione, quindi...", Alexa non gli da nemmeno il tempo di finire la frase che colpisce la sua testa.
"Ahia!", lui fa il labbruccio.
"Ci sono altre persone! E ora prepara la colazione!", Alexa si siede accanto a me.

Sospira rumorosamente per poi afferrare la tazza di Cole.

"Ma prego", Cole incrocia le braccia.
"Grazie! Avevo proprio bisogno di un po' di caffè", mette la tazza sul tavolo davanti a lui.

Cole rotea gli occhi per poi afferrarla e continuare a bere il caffè.
Devo dire che hanno tanta confidenza questi ragazzi tra di loro, io non ci riesco, solo con i miei fratelli faccio queste cose, mi fido solo di loro.

"Ho bisogno di un caffè forte!", Andreas si mette accanto a Cole e decide di posare la sua fronte sul tavolo.
"Notte in bianco?", Alexa accarezza la sua testa.

Andreas annuisce e Cole continua la conversazione.

"Ti stai dando da fare a quanto pare", parla con una voce strana.

Io rimango in silenzio ad ascoltare questa strana conversazione.

Si può sapere che cosa sta succedendo?

"Non é vero!", Andreas solleva la testa e fulmina Cole con lo sguardo.
"Guarda che non é ancora riuscito a conquistare il suo cuore", Shane posa un piatto di crêpes sul tavolo davanti a noi.
"Beh, lei é alquanto difficile da conquistare", Cole afferra una crêpes.
"Siete proprio cattivi!", Alexa lo richiama.
"Prendete esempio da Andreas", indica il nostro coinquilino.

Lui sorride per qualche secondo per poi ritornare triste.

"É irraggiungibile", inizia a spettinarsi i capelli.

Nel vedere questo gesto inizio a sorridere, il suo comportamento mi ricorda molto Thomas, lui fa sempre così quando é in crisi.

"I messaggi prima o poi daranno i loro frutti", Alexa prova a consolarlo.
"Dai su mangia amico! Il mondo é pieno di ragazze", Shane da una pacca sulla spalla ad Andreas.
"Sei proprio uno scemo", Alexa lo guarda male.
"Perché scusa? É vero!", Shane alza le spalle.
"Vero ma Andreas é stato fulminato dalla bella e dolce Mei", Cole inizia a parlare con voce teatrale.
"Tanto dolce non direi", Shane inizia a ridacchiare.
"Non ti permettere!", Andreas colpisce il suo braccio.
"Vai così Andreas!", Alexa fa il tifo per lui.
"Semplicemente le viene difficile fidarsi delle persone", Andreas continua a difenderla.

A quanto pare non sono l'unica ragazza ad avere questo comportamento.
Anche questa Mei é simile a me, chissà perché...

"Va bene! Va bene!", Shane alza le mani in segno di resa.
"Sei proprio cotto mio caro", Cole afferra la testa di Andreas ed inizia a spettinare i suoi capelli.

Sorrido nel vedere questa scena, a quanto pare non sono poi così cattivi questi ragazzi, anche Alexa é molto simpatica ma nonostante questo non voglio fare amicizia, non voglio creare nessun legame con nessuno di loro, non mi va proprio.

Finisco di mangiare e decido di andare a lavare i miei piatti.
Sollevo le maniche della felpa, afferro la spugna, metto il detersivo su di essa ed inizio a lavare il tutto in assoluto silenzio fino a quando la mia attenzione non viene catturata da uno strano tintinnio.

Tutto il mondo si ferma, le voci dei ragazzi svaniscono, la mia pelle inizia a rabbrividire, il mio cuore inizia a battere all'impazzata, la mia gola si secca e il mio cervello va in tilt.

Si può sapere che cosa mi sta succedendo?

Dei passi iniziano ad insinuarsi nella mia testa fino a rimbombare ad un elevato volume, il mio naso viene attirato da un profumo simile al muschio e le mie mani smettono di muoversi.

Si avvicina sempre di più fino ad arrivare accanto a me.
Solleva il suo braccio per poi afferrare una tazza, abbassa la testa e inizia a versare il caffè.

Faccio finta di niente ma i miei sforzi sono inutili, il suo sguardo si posa su di me e il mio corpo inizia a bruciare.
La scena di ieri sera riprende forma nella mia testa, la sua pelle a contatto con la mia mi manda in crisi, la sua voce mi fa venire la pelle d'oca e il mio soprannome mi blocca il cervello.

"Vedi di lavarla bene", mette la tazza nel lavandino.
"Come scusa?", la sua irritante frase mi riporta con i piedi per terra.
"Hai sentito bene", fa l'indifferente.
"Guarda che é anche il tuo turno!", smetto di far scendere l'acqua e mi giro verso di lui.

Alzo lo sguardo per incrociare i suoi occhi ma, non appena riesco ad incrociarli, perdo la cognizione del tempo.

Lui e i suoi stupidi occhi magnetici!

"Ho da fare", si gira dandomi le spalle.
"Guarda che non funziona così!", afferro la sua mano.

Ma non appena riesco a percepire nuovamente il suo calore, lascio subito la presa e provo a mantenere a bada il mio cuore.

Perché ogni volta che mi avvicino a lui mille scariche elettriche attraversano il mio corpo?

"Non mi interessa!", si gira verso di me.

Gli altri smettono di parlare ed iniziano a guardarci in silenzio.
Odio essere al centro dell'attenzione, odio far sentire agli altri il mio punto di vista e la mia conversazione ma non ho intenzione di cedere, non davanti a lui almeno!

"Nemmeno a me! E ora...", afferro la spugnetta.
"Da bravo bambino...", prendo la sua mano e metto questa piccola cosa verde e gialla tra le sue dita.
"Inizia a strofinare!", sono decisa.

I ragazzi iniziano a ridacchiare mentre Alexa rimane a bocca aperta.

"Stai scherzando, vero?", l'antipatico mi guarda male.
"Assolutamente no! Su quella lavagnetta é segnato il tuo nome, quindi...", lascio la frase in sospeso ed indico il lavandino.

Lui rotea gli occhi ma decide di non ribattere, si avvicina a me ed inizia a lavare i piatti.
Rimango a bocca aperta nel vedere il suo comportamento, non mi aspettavo tale reazione.
Provo a nascondere il sorriso che si sta per formare a causa sua e riprendo a lavare i piatti.

I ragazzi si alzano e iniziano a posare i loro piatti all'interno del lavandino per poi andare via.
Alexa esegue lo stesso movimento per poi avvicinarsi a me.

"Ben fatto Arya", sussurra questa frase nel mio orecchio per poi andare via.

Gonfio le guance e decido di rimanere in silenzio.

"Non montarti la testa", la sua voce interrompe i miei pensieri.
"In che senso?", sono confusa.
"Questo é stato solo un caso", afferra il penultimo piatto.
"Addirittura?", faccio l'altezzosa.
"Si! Io non sono così gentile", finisce di lavare i piatti.
"E io non sono così dolce", chiudo l'acqua.
"Secondo te il comportamento di prima era sinonimo di dolce?", mi sfida.
"Fin troppo dolce", incrocio le braccia.
"Hai un bel caratterino Cinderella", avanza verso di me.
"Ovviamente", mi impongo.
"Allora la nostra convivenza sarà molto interessante", si abbassa alla mia statura.
"Convinto tu", provo a nascondere le guance rosse che si stanno formando.

Lui sorride e io mi perdo nel vedere la sua fossetta da capogiro.
Perdo la cognizione del tempo a causa del suo sguardo intenso e perdo il controllo del mio corpo a causa del suo profumo che é potente quanto una droga.

Lui si rialza alla sua statura normale e io riprendo a respirare.
L'antipatico si dirige verso il divano, afferra il suo borsone, si mette le scarpe per poi mettersi davanti alla porta.

"Comunque stai bene con gli occhiali", mi fa l'occhiolino.
"Che cosa?!", il mio cuore scoppia.
"Vedi di non svenire a causa del mio fascino Cinderella", apre la porta.
"Pallone gonfiato! Non succederà mai!", sbotto.
"Non credo proprio", mi fa l'occhiolino per poi chiudere la porta.

Ma tu guarda che stupido ragazzo!

Chi si crede di essere?

Lui e il suo essere superiore mi irrita il sistema nervoso!

Roteo gli occhi e decido di andare in camera mia per controllare il mio telefono.
Noto dei messaggi da parte dei mie fratelli e una mail da parte di un certo Diego.

Chi é questo qui?

Perché mi ha inviato una mail?

Sblocco il telefono e decido di leggere questo messaggio da parte di questo sconosciuto.

Buongiorno signorina De Angelis,

Ho appena finito di leggere la sua mail e devo dire che sono molto interessato nel conoscerla.
Il suo curriculum mi é piaciuto molto e sono disposto ad avere un colloquio con lei oggi stesso se lei è disponibile.

Alle 19:30, Havana.

Aspetto con ansia la sua risposta.

Cordiali saluti Diego

Finisco di leggere questa mail e solo ora mi ricordo di aver inviato il mio curriculum a questa persona ieri sera!

Visto che non riuscivo a dormire, ho deciso di entrare su un sito e di cercare lavoro, sono riuscita a trovare il suo annuncio e ho deciso di lasciare il mio curriculum.

Questo Diego sta cercando una barista notturna in un locale nuovo.
Devo ammettere che non mi ispira molto il lavoro notturno ma la paga é buona e poi ho bisogno di avere la giornata libera per poter andare in giro per realizzare il mio sogno.

Prendo un bel respiro e decido di rispondere alla sua mail.

Ho appena letto il suo messaggio e sono molto felice della sua offerta.
Per quanto riguarda il colliquo, sono disponibile.

Grazie per la sua disponibilità, a stasera.

Cordiali saluti Arya

Premo invio ed inizio ad aspettare con ansia il suo messaggio, non sono mai stata brava con le mail, non so mai come rispondere, specialmente ad un potenziale datore di lavoro.

Dopo qualche secondo ricevo la sua risposta e decido di leggerla subito.

Grazie a lei, a stasera signorina De Angelis.

Cordiali saluti Diego

"Evvai!", afferro Olaf ed inizio a saltellare per la stanza.
"Forse avrò un lavoro!", abbraccio il mio pupazzo.
"Riuscirò ad avverare il mio sogno!", sorrido come una bambina.

Poso Olaf e decido di prepararmi mentalmente per il colloquio che avrò stasera, non vedo l'ora!

Nuova vita sii clemente con me...

...

Prendo un bel respiro e rimango ferma a guardare questo locale che si trova davanti a me.
Devo ammettere che é davvero molto carino ed interessante.

Mi trovo nel quartiere Little Havana, un quartiere cubano molto frequentato.
Mi guardo intorno e decido di attraversare la strada, continuando ad osservare il tutto.

Questo locale si trova a fine strada.
Sopra di esso si trova un'insegna grande e rossa con la scritta Havana.
Poi una grande porta, anch'essa rossa, ospita davanti a se un tappeto rosso e un nastro nero.

Mi perdo nei dettagli ma decido di entrare dentro, devo farlo per forza.
Chiudo la porta e rimango a bocca aperta, devo ammettere che é davvero un locale molto bello, completamente diverso dagli altri.

Sposto lo sguardo ed inizio ad osservare ogni minimo dettaglio.

Le pareti sono nere decorate con vari disegni artistici e varie scritte e le luci di vario colore, battono su di essi, rendendo l'atmosfera colorata e piacevole.

Al centro un corridoio libero e ai lati vari tavoli rotondi di colori diversi.
In fondo si trova l'angolo bar con un bancone lungo e bianco e dietro uno scaffale con tutti i tipi di bevande possibili ed impossibili.

Okay, ho capito.

Al proprietario piacciono molto i colori.

Sorrido nel vedere tutta questa novità per poi spostare lo sguardo e continuare ad osservare le altre cose.

A destra del balcone si trova una porta bianca con su scritto personale e a sinistra una porta rossa con su scritto privato.

Decido di andare verso il bancone ad aspettare questo ragazzo fino a quando non sento il mio nome.

"Signorina De Angelis?", un ragazzo picchietta le sue dita sulla mia spalla.

Mi giro e noto una bellezza rara.

Questo Diego é un ragazzo con la pelle leggermente scura, alto e magro.
Capelli neri e due occhi verdi come lo smeraldo.
Porta una collana dorata al collo e indossa un paio di pantaloni neri e una camicia rossa a tema hawaiano.

"Si", sorrido.
"Piacere mio, Diego", allunga la sua mano.
"Arya", ricambio.

Lui sorride e decide di sedersi davanti a me.
Inizia ad osservarmi attentamente per poi iniziare a parlare.

"Ho aperto da poco questo locale ma devo ammettere che abbiamo già tanto lavoro da fare e sono in cerca di personale. Ho un disperato bisogno di brave persone", il suo accento mi fa sorridere.

Non é americano, sicuro.

"Il tuo curriculum mi é piaciuto molto e la tua lettera di presentazione mi ha fatto prendere la decisone importante", si alza in piedi.
"Sei disposta a lavorare qui?", mi guarda attentamente.
"Certo", sono confusa.
"Perfetto! Allora seguimi!", afferra la mia mano ed inizia a trascinarmi verso la porta con la scritta privato.

Entriamo dentro e io inizio ad osservare il tutto.

Devo ammettere che é una camera abbastanza grande.
Alla mia sinistra si trova una seconda porta, mentre alla mia destra ci sono degli armadietti rossi con delle etichette bianche su di essi.
E alla fine della stanza un divano nero per tre persone.

"Accomodati", Diego indica il divano.

Mi siedo ed inizio a guardarlo con aria strana e confusa.
Ho capito il suo disperato bisogno di trovare personale ma come fa a fidarsi così tanto delle persone?

Io non riesco a fidarmi di me stessa, figuriamoci degli altri.

"Taglia S?", domanda all'improvviso.
"Si", rispondo sconcertata.

Come lo ha capito?

"Colore preferito?", domanda ancora.
"Blu", sono ancora più confusa.

Incrocio le braccia ed inizio ad osservare questo strano ragazzo.
Si abbassa ed apre una piccola anta dell'armadietto per poi afferrare una busta nera.

"Prego", la porge davanti a me.

Afferro il tutto e decido di aprirlo con cautela, non si sa mai.

"Tranquilla, non é una bomba", inizia a ridacchiare.
"Okay", allungo la frase.

Apro la busta ed afferro il tutto.

Al suo interno trovo una gonna corta blu, una camicetta bianca, un gilet blu, una cravatta nera e delle calze sottili color carne.

Metto la mano ancora una volta al suo interno per poi percepire un'altra cosa.
Afferro questo aggeggio e quando lo tiro fuori noto un tubo con del colore blu.
Colorista, questa é la scritta che si trova sopra al tubo.

Aspetta ma io ho già sentito questo nome.
Non si tratta della tinta temporanea, quella che va via dopo un lavaggio?

A che cosa mi serve?

"Ora ti spiego il tutto, mi aspettavo un entusiasmo diverso", sorride.
"Scusa ma sono alquanto diffidente", mi sento in imbarazzo.
"Nessun problema! Allora ho aperto da poco questo locale e sta già andando bene. Tutti quanti sono attratti dal personale e dai colori. Ho voluto creare un posto alternativo, diverso e divertente. E così ho scelto un'approccio diverso anche per il personale", il suo entusiasmo mi sta contagiando.
"Fuori dal locale ci sono le guardie del corpo, tutti indossano un completo nero ed elegante", inizia ad elencare le cose.

"Mentre per le bariste ho scelto una cosa diversa, divertente. Ognuna indossa una divisa con il suo colore preferito e perché non tingersi anche i capelli? Di solito le persone che vengono a lavorare in questi posti non vogliono essere riconosciute perché o si vergognano o perché vogliono mantenere segreta questa parte, e così mi é venuta in mente questa idea. Qui diventi un'altra persona, entra in gioco il tuo alter ego, cambi identità. E poi é anche una bella cosa da vedere, tutti questi colori mi piacciono", sorride contento.

Sentendo il suo discorso mi rilasso ed inizio a sorridere anche io, devo ammettere che il suo sorriso é contagioso.

"Allora ci stai?", domanda.
"Ovviamente", sono diretta.
"Perfetto! Allora cambiati perché il tuo turno inizia fra poco", si dirige verso la porta.
"Davvero?! Non mi stai prendendo in giro?", provo a mantenere il mio entusiasmo.
"Assolutamente no!", apre la porta.

Io mi alzo in piedi per poi essere bloccata dalla sua frase.

"Per quanto riguarda il contratto, andrò a prepararlo ora in ufficio e, a fine serata, ti farò firmare il tutto", conclude contento.
"Perfetto", sorrido.
"Bene! Benvenuta tra di noi Arya", mi fa l'occhiolino per poi chiudere la porta.

Ah!

Sono contentissima!

Ora ho un lavoro e sono ad un passo dal realizzare il mio sogno!

Batto le mani contenta per poi iniziare a cambiarmi.
Afferro la camicetta bianca ed inizio ad abbottonarla, sono al settimo cielo, sono super contenta ma il mio entusiasmo viene bloccato dalla porta e da una voce alquanto irritante.

"Che bella vista", sorride maliziosamente.
"Tu che cosa ci fai qui?!", afferro il tubo con la tinta blu e decido di lanciarlo contro di lui.

Dopo afferro la felpa di Edward e decido di metterla su di me.

"Per tua fortuna lavoro qui", avanza verso di me.
"Stai scherzando, vero?!", lo guardo male.
"Assolutamente no", apre l'armadietto.

Posa il borsone per terra, si toglie la felpa per poi togliersi la maglia.

Rimango imbambolata a causa sua ma, la mia vista viene nuovamente, attirata dalla sua cicatrice.

"Ti sei ancora persa davanti a tale bellezza?", domanda contento per poi rimanere a bocca aperta nel vedere la mia reazione.

Avanzo verso di lui, sollevo la mano per poi portarla verso il suo petto.
Inizio a seguire il perimetro della sua cicatrice con le mie dita e, a causa del mio tocco, la sua pelle inizia a rabbrividirsi.

"Che cosa ti é successo?", alzo lo sguardo e noto i suoi occhi scurirsi.
"Perché devi essere diversa?", toglie la mia mano
"In che senso?", noto la sua schiena girata.
"Non devi notare certi dettagli! Fermati all'apparenza", afferra la sua camicia bianca ed inizia a sistemarsi.
"Mi dispiace ma io sono diversa da tutte le altre ragazze", faccio l'altezzosa.
"Ho notato Cinderella", si gira verso di me e inizia a guardarmi negli occhi.

Il tempo si ferma e io mando giù un groppo pesante a causa del suo stupido fascino.

"Vedi di fare attenzione", afferra una giacca nera ed elegante.
"Cioè?", assottiglio gli occhi.
"Questo lavoro non fa per te",
"E perché scusa? Solo perché sono una ragazza?!", mi irrito.
"No", si abbassa alla mia statura.
"Devi fare attenzione perché sei una bella ragazza", afferra il mio mento e lo solleva.

Io mi sciolgo a causa di questo contatto, il suo calore incendia il mio corpo e i suoi occhi mi pietrificano.

"Ma non ti preoccupare io ti proteggerò", mi fa l'occhiolino.
"E come scusa?", colpisco la sua mano e sciolgo il contatto.

Prendo un bel respiro e provo a raffreddarmi le guance ormai andate a fuoco.

"Lavoro come guardia del corpo", fa il superiore.
"Per questo motivo vieni a casa conciato in quel modo?", domando subito senza pensare alle conseguenze.

Il suo corpo si irrigidisce, i suoi occhi diventano più scuri, il suo petto inizia a fare su e giù ad una elevata velocità e la vena del suo collo inizia a gonfiarsi.

A quanto pare, ho toccato un tasto debole, il suo punto debole.

"Questi non sono affari tuoi!", afferra i pantaloni e si dirige verso la seconda porta che si trova accanto a quella di entrata.

La apre per poi sbatterla violentemente lasciandomi con un senso di colpa dentro di me e con mille pensieri all'interno della mia testa.

Mi tolgo la felpa di Edward e decido di abbottonare la camicia, abbasso la testa e provo a lasciar perdere il suo comportamento.

Sospiro pesantemente per poi afferrare il tubo che si trova per terra.
Mi avvicino al mio armadietto e sposto la piccola porta per poi notare uno specchio attaccato sopra di essa.

Sposto i miei capelli su un lato e inizio a spruzzare il colore, dopodiché afferro il pettine, pettino i miei capelli per poi afferrare il mio elastico e fare una treccia lunga.

Finisco il tutto per poi uscire dalla stanza del personale, sospiro per poi andare verso il bancone.

"Arya che cosa ci fai qui?", la voce di Alexa mi stupisce.
"Lavoro qui", sono confusa.
"Anche io", noto la sua uniforme bordeaux.

Oh no!

Devo lavorare anche con lei?

Ma come é possibile?

"A quanto pare il mondo é piccolo", la voce dei ragazzi mi pietrifica.
"Voi che cosa ci fate qui?", punto il dito contro di loro.
"Siamo le guardie del corpo", indicano la loro uniforme e ora mi viene in mente il nostro primo incontro.

Tutti loro indossavano un completo nero!

Non ci posso credere!

Miami é grandissima!

Perché sono proprio finita nel loro posto?

Non voglio sopportarli anche al lavoro ma non posso e non voglio rinunciare a tutto ciò!

Ho bisogno di questo lavoro!

"Forza ragazzi! Tutti a lavorare, il locale é aperto", Diego attira la nostra attenzione.

Perfetto Arya!

Tu e la tua solita fortuna!

E vabbè, ormai non posso più fare niente, mi tocca lavorare con loro...

Mi tocca lavorare con l'antipatico...

{Guardami negli occhi e fammi sognare, prendimi per mano ed insegnami ad amare}

Ciao amici lettori❤️

Buon anno🥳🥳

Purtroppo le vacanze sono finite e il lavoro é ritornato ad essere la mia routine🙈

Avete passato bene le vacanze?😍

Ormai la pausa é finita e sono ritornata con il terzo capitolo🥰
Lo so, non é granché🙈ma ho scelto di fare un capitolo più leggero senza tanti sviluppi e colpi di scena perché volevo mettere in evidenza piccole cose e piccoli comportamenti dei nostri protagonisti🤗

Arya continua ad essere fredda e distaccata, non vuole avvicinarsi a nessun coinquilino, o quasi...🤔🤭

Ma, nonostante il suo comportamento, Cole non lascia la presa🙈secondo voi il suo comportamento ha un significato?🤔

Aspetto le vostre teorie❤️

Alexa e Shane sono molto legati, secondo voi in che cosa consiste il loro legame?🧐

Andreas sembra aver perso la testa a causa di una certa Mei🤔secondo voi chi é?🤔

Piccolo spoiler🚨questa Mei é molto vicina ai coinquilini di Arya🤭nel prossimo capitolo entrerà in scena🫢

Ma ora andiamo ad esaminare due ragazzi alquanto testardi😅

Arya e Noah si stuzzicano a vicenda, nessuno dei due vuole cedere ma, nonostante ciò, nessuno dei due riesce a stare lontano dall'altro🤭

Arya riesce a tenere testa a Noah e viceversa😌a nessuno dei due piace questa situazione ma questa situazione stuzzica entrambi💁‍♀️

La loro testardaggine e il loro orgoglio li porterà da qualche parte?🤔

Aspetto le vostre teorie❤️

Posso solo dirvi che ne vedrete delle belle🫢ormai entrambi lavorano nello stesso locale e chissà che cosa succederà in questo locale🤔🤭

E ora vi lascio con questi piccoli dubbi e queste piccole domande🥰

Grazie per tutto❤️

Buon weekend e a sabato prossimo🥰

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