Capitolo 1
....
Ormai l'oblio é inevitabile, sono rinchiusa in un tunnel infinito, vago nel buio assoluto.
Le pareti diventano sempre più strette, fino a schiacciare i miei polmoni, togliendomi il respiro.
Il corpo inizia a tremare e a sudare freddo.
La mente si blocca e le mie forze mi abbandonano.
É una brutta sensazione e io non so con chi parlare.
Non mi fido di nessuno, ho paura di lasciarmi andare, paura di entrare in contatto con altre persone.
Ecco, riesco a pronunciare semplicemente questa parola: paura.
Tutto mi spaventa, ho paura di me stessa.
...
Chiudo il mio diario segreto e mi alzo dal letto.
Mi stiracchio lentamente, stendendo bene le ossa delle braccia e delle gambe.
Afferro il mio elastico, sempre legato al polso, e faccio uno chignon disordinato.
Vado verso l'armadio e apro le ante, ma non noto nessun vestito.
"Dove sono finite tutte le mie cose?", sbatto velocemente gli occhi.
Magari non vedo bene, ho dormito troppo o magari sto sognando.
Mi pizzico le guance, ma il panorama rimane lo stesso.
"Ma che...?", mi giro e il mio sguardo viene catturato da due valigie posizionate accanto al mio letto.
"Ecco che fine hanno fatto i miei vestiti!", colpisco la mia fronte e vado verso di esse.
Apro la prima e afferro un paio di jeans neri e una maglietta di mio fratello bianca a maniche lunghe.
Adoro indossare i suoi vestiti, mi piacciono i capi extra larghi in generale.
Mi sento al sicuro quando li indosso, invisibile, protetta dal mondo.
Nessuno può capire come sono realmente, vedono la grandezza dei vestiti e rinunciano all'idea di osservarmi.
Apro la porta e svolto a sinistra, entrando in bagno.
Faccio una doccia veloce e dopo aver finito, mi pettino i capelli e inizio a lavarmi i denti.
"Thomas quante volte devo ripeterlo?", sento la voce di mio fratello Edward.
"Ragazzi non iniziate di prima mattina", li riprende Kyle.
"Io mi sono stancato! Deve mettere al proprio posto i suoi vestiti!", sbotta Edward.
"Calmati Ed, sono solo dei vestiti", la voce di Thomas si avvicina sempre di più.
"Io ora ti sistemo per bene!", Edward alza la voce.
"Non di nuovo!", Kyle interviene ancora.
Sento dei passi e poi una porta sbattere e una chiave girare.
"Apri la porta Thomas!", urla Edward.
"Non posso avere un po' di privacy nemmeno in bagno?", mi giro verso mio fratello.
"Scusa Arya, ma é questione di sopravvivenza", alza le spalle.
"Thommy é questione di privacy", indico il mio outfit.
Sto indossando solo la maglia di uno dei mie tre fratelli e loro essendo alti, questo indumento mi arriva poco sopra le ginocchia, ma non importa.
Voglio pur sempre rimanere tranquilla, almeno in bagno.
"É tutto coperto Arya! E poi non é mica una tragedia! Come se non ti avessi mai vista in mutande", sorride.
"Sei tremendo!", corro verso di lui.
Salto e mi aggrappo alla sua schiena e inizio a spettinare i suoi capelli.
"No, Arya! Lo sai che mi da fastidio!", cerca di togliere le mie gambe.
Ma io stringo di più la presa, non ho intenzione di lasciar perdere.
É proprio tremendo.
Thomas si innervosisce e apre la porta e non appena esegue questo movimento, Edward gli salta addosso.
Mio fratello perde l'equilibrio e cadiamo tutti e tre per terra, provocando un rumore assordante.
"Ed ma che fai?", cerco di evitare lo schiacciamento dei miei polmoni.
"Oh scusa pulcino, non ti avevo vista", si alza e dopo di lui anche Thomas.
"Certo", incrocio le braccia.
"Mai una mattinata tranquilla", sospira Kyle.
"Guarda che arriva anche il tuo turno!", punto il dito verso di lui.
"Che paura", fa finta di tremare.
"Si può sapere che cosa sta succedendo?!", nostra mamma si posiziona accanto a Kyle.
"Ha iniziato Arya", Thomas mi indica.
"Che cosa?! Come osi? Hai iniziato tu", mi alzo.
"No, tu ed Edward", incrocia le braccia.
"Non ti azzardare mio caro! Tu hai iniziato! Sei un disastro, la nostra stanza é un casino a causa tua!", Edward si arrabbia.
"Ragazzi, basta!", mia mamma inizia a massaggiarsi la fronte.
"Sono stanca! Smettetela di litigare! Siete fin troppo grandi ormai", é seria.
Avanza verso di noi e si mette davanti ad Edward.
"Sei il più grande vedi di comportarti da tale", gli tira un leggero schiaffetto dietro la nuca.
"Hei", Edward riprende mia mamma.
Thomas inizia a ridacchiare, quando mia mamma va a colpire anche lui.
"E tu vedi di riordinare i tuoi vestiti! Edward ha ragione, la tua parte é un disastro", mamma rimprovera Thomas.
"Ben ti sta", sorrido soddisfatta.
Poi nostra mamma avanza anche verso di me e mi regala lo stesso gesto.
"Ma io che ho fatto?", domando.
"Hai istigato tuo fratello!",
"Ma...",
"Non dire una parola! Ti conosco signorina e so che hai dato fastidio a Thomas spettinandogli i capelli", punta il dito verso di me.
"Lo ha voluto io", sussurro.
"Che vi serva da lezione", interviene Kyle facendo l'altezzoso.
La mamma si gira e lo fulmina con lo sguardo.
Avanza anche verso di lui e compie lo stesso gesto.
"Ma io sono innocente", fa il labbruccio.
"Sei complice! Potevi fermare i tuoi fratelli", mia mamma é seria.
"Ora per favore, preparatevi! Dobbiamo partire", inizia a scendere le scale.
"Così impari Kyle", alzo le mani.
Edward e Thomas notano il mio gesto e vengono verso di me per battere il cinque.
"Siete tremendi", Kyle rotea gli occhi.
"Anche tu mio caro", vado verso di lui.
Mi alzo in punta di piedi e bacio la sua guancia.
Kyle sorride a questo gesto e si addolcisce.
Nonostante i nostri litigi frequenti, ci vogliamo un bene dell'anima e, comunque, rimango la loro sorellina preferita.
Beh, sono l'unica, ma dettagli.
Vado in camera mia e solo ora mi ricordo di aver lasciato i jeans in bagno.
Mi dirigo nuovamente verso quel posto e apro la porta.
"Non sai bussare?!", noto Thomas a petto nudo.
Devo ammettere che é cambiato molto.
Ormai la tartaruga é evidente, le sue braccia grandi e muscolose lo rendono irresistibile.
La palestra lo ha trasformato, non va bene.
"Hai fatto la stessa cosa", afferro i jeans posizionati sul bordo della vasca.
"Questione di sopravvivenza", rotea gli occhi.
"Anche la mia", gli faccio la linguaccia e apro la porta.
"Ah, un'altra cosa", mi giro verso di lui.
"Che cosa?", sospira.
"La palestra non ti fa bene", chiudo velocemente la porta.
"Certo come no! Sei solo invidiosa!", lo sento urlare.
Cerco di trattenere una risata e mi dirigo nuovamente in camera.
Mi metto i jeans e afferro le valigie.
Chiudo la porta della mia stanza e mi dirigo verso le scale.
Scendo a rallentatore, cercando di non schiacciare i miei piedi e di non rischiare di perdere l'equilibrio, quando arriva qualcuno a salvarmi.
"Lascia fare a me pulcino", Edward afferra la mia valigia.
"Il mio eroe", faccio la voce teatrale.
"La solita esagerata", mi pizzica il naso e inizia a scendere le scale.
Lo seguo e quando giro lo sguardo, noto Kyle con la seconda valigia in mano.
La posiziona accanto alla prima e si mette vicino ad Edward.
"Cosa farei senza di voi", li abbraccio.
"Saresti persa", Kyle mi pizzica un braccio.
"Il solito tenerone!", lo fulmino con lo sguardo.
"Dove é finito Thomas?", mamma esce dalla cucina.
"In bagno", rispondo.
"Thomas muoviti!", nostra mamma alza la voce.
"Non mi mancherà per niente questa routine", faccio una smorfia.
"Ne sei sicura?", domanda Edward.
"Ti mancherà eccome tesoro", Kyle afferra la mia testa e inizia a spettinare i miei capelli.
"Kyle smettila!", pizzico la sua pancia, no scusate i suoi addominali.
Tutte e tre frequentano la palestra e devo dire che il loro fisico é davvero eccezionale.
E non dico queste cose solo perché sono i miei fratelli, ma perché é vero.
Erano già belli, ma con i muscoli addosso sono irresistibili.
Hanno preso la pelle olivastra di papà e gli occhi verdi di mamma.
Nel loro sangue scorre il sangue italiano di papà, ma anche il sangue americano di mamma.
Sono un mix di bellezza.
Io invece sono diversa.
Ho la carnagione chiara e gli occhi scuri come quelli di papà e, ovviamente, non sono alta come i miei genitori, anzi.
Secondo me mi hanno scambiato alla nascita, sicuro.
É una teoria possibile, devo indagare.
Thomas scende le scale e il suo profumo alla menta invade le mie narici.
Mi mancherà la sua essenza, in generale mi mancheranno i miei fratelli.
Kyle ed Edward afferrano una valigia a testa e si dirigono verso l'uscita.
Io, Thomas e mamma li seguiamo.
"Allora non siete morti", papà é appoggiato alla portiera della sua macchina.
"Esagerato papà", roteo gli occhi.
"Ho aspettato fin troppo", si dirige verso il bagagliaio.
"Abbiamo avuto qualche contrattempo", inizia Edward.
"E questo contrattempo ha il tuo nome", continua Thomas.
"Il mio? É colpa tua mio caro! Tu non riesci a mettere al proprio posto i tuoi vestiti!", Edward inizia a parlare in italiano.
Esatto, tutti sappiamo l'italiano.
Papà é stato il nostro insegnante.
Nonostante la lingua e la cultura diversa, i nostri genitori hanno voluto farci entrare in entrambi i mondi.
Ogni anno, durante le vacanze estive, andiamo a visitare la famiglia di papà a Torino.
Ho sempre amato l'Italia!
É straordinaria, bellissima, incredibile.
Non riesco a trovare le parole giuste per descrivere quella meravigliosa terra e il suo meraviglioso cibo.
"Tu, invece, dovresti calmarti! Sono solo vestiti", anche Thomas inizia a parlare in italiano.
Ogni volta che ci arrabbiamo scegliamo la nostra seconda lingua.
Nessuno ci capisce, tranne noi.
E poi diciamo che il spirito italiano scorre nelle nostre vene, anche i gesti e le parole sono originali di quella terra.
"Certo come no! Solo vestiti!", Edward incrocia le braccia.
"Volete calmarvi?", interviene Kyle.
"Tu stanne fuori!", Edward e Thomas parlano contemporaneamente.
"Hei cavernicoli! Dateci un taglio", mi metto in mezzo.
"Cavernicoli?", Edward alza un sopracciglio.
"Come ci hai chiamati nanetta?", Thomas si mette davanti a me.
"Vedi di parlare con loro non con me", replica Kyle.
"Sto parlando con voi Thommy", sfido mio fratello con lo sguardo.
"Okay bambini, ora basta!", ci separa papà.
"Siete esasperanti!", nostra mamma apre la portiera ed entra in macchina.
"Vostra mamma ha ragione! Forza tutti dentro", indica questo veicolo.
Ci dirigiamo verso le portiere, quando nostro padre ci richiama.
"Non voglio sentire una parola", ci punta il dito contro.
Annuiamo e notiamo la sua figura dirigersi verso il suo posto.
Apre la portiera ed entra in macchina.
"Questo perché mi hai chiamato cavernicolo!", Kyle mi pizzica la guancia.
"Hei!", lo richiamo.
"Non intrometterti mai più nanetta", Thomas mi sposta ed entra dopo Kyle.
"Non ti azzardare!", cerco di entrare ma Edward mi afferra e mi fa indietreggiare.
"Scusa pulcino ma Thomas ha ragione", entra anche lui.
"Non vi sopporto!", incrocio le braccia.
"Cosa aspetti Arya?", mia mamma apre la sua portiera e mi guarda.
"Edward si deve spostare!", fulmino con lo sguardo mio fratello.
"Oh, scusa pulcino", si alza e piega il sedile.
"Prego", sorride.
"Niente prego odioso", tiro un pugno sul suo braccio.
Entro in macchina e mi siedo in fondo, sui sedili più odiosi e stretti.
Incrocio le braccia e inizio a sospirare.
Lo hanno fatto apposta questi tre cavernicoli!
Loro sanno che io odio questo posto!
"Tutto bene nanetta?", domanda Thomas divertito.
"Tutto bene De Angelis", sono fredda.
"Oh oh! Ti ha chiamato per cognome, é davvero arrabbiata!", Kyle inizia a ridacchiare.
"Vale anche per te secondo De Angelis!", mi sollevo.
Afferro le sue guance e inizio a tirarle.
"Forza piccola De Angelis, siediti e fai la brava", Edward afferra le mie mani e scioglie la presa.
"Non eseguo i tuoi ordini primo De Angelis!", mi siedo arrabbiata.
"Ragazzi vi prego! Non ho intenzione di passare le prossime ventidue ore in questo modo!", nostra mamma ci riprende.
Io sospiro e cerco di rimanere in silenzio.
Mi tolgo le scarpe e incrocio le gambe e cerco di notare la mia Boston attraverso il finestrino di Edward.
"Ti sei tolta le scarpe nanetta?", parla Thomas.
"Perché?", domando.
"Perché la puzza si sente fino a qui", inizia a ridere.
"Sei proprio odioso cavernicolo!", mi alzo e inizio a spettinare i suoi capelli.
"Sono proprio dei bambini", nostra mamma sospira.
"Lasciali Ava, in fondo sono le loro ultime ore insieme", nostro papà continua a guidare.
"Hai ragione Luca", si massaggia la fronte.
...
Non sento più nessun movimento, la macchina non sta più andando.
Apro gli occhi e sbadiglio.
Noto il sole lucente e un grande cartello con la scritta Miami.
Mi alzo e sposto la testa di Thomas, cercando di osservare ogni minimo dettaglio di questa meravigliosa città.
"Ma che fai?", Thomas si sveglia e inizia a sbadigliare.
Ma io sono così catturata dal paesaggio che non rispondo nemmeno a mio fratello.
Sono così contenta, finalmente sono arrivata, finalmente posso realizzare il mio sogno, almeno posso provarci.
Papà continua a guidare fino a quando non arriviamo a Coconut Grove, il quartiere in cui ho deciso di vivere.
Coconut Grove é la zona più abitata, più antica di Miami.
É un quartiere residenziale, ma piccolo ma che ha sempre fatto gola ai benestanti americani, che qui hanno costruito le loro costose residenze sul mare.
Coconut Grove é un quartiere tranquillo, molto curato ed é anche situato in un punto strategico per poter andare in giro per Miami.
Ma la cosa che mi ha colpito, oltre ai palazzi e alla vegetazione intorno a noi e ai parchi, é stato proprio il suo insieme.
Coconut Grove é un quartiere universitario, un quartiere attivo, frequentato da noi giovani.
Ma la cosa migliore, é che sono riuscita a trovare un palazzo dove ospita solo ed esclusivamente ragazzi.
Tutti sono giovani, non necessariamente universitari, ma giovani.
Papà ferma la macchina e non appena compie questo gesto, inizio a spingere il sedile di Edward.
"Dai Ed fammi uscire!", parlo.
"Aspetta un secondo! Quanta fretta", apre la portiera e sposta il sedile.
Esco alla velocità della luce e mi fermo davanti al vialetto che ospita il palazzo in cui vivrò.
É molto moderno, davvero bello.
Ha nove piani e un terrazzo sopra, i muri sono color crema e i balconi non hanno le solite ringhiere, anzi hanno una distesa di vetro che rende il tutto così bello e moderno.
Il vialetto é dritto con le pietre sopra, mentre a destra e a sinistra una distesa verde piena di alberi mi fa sorridere.
Amo essere immersa nella natura.
"Pronta per questa nuova avventura?", Edward picchietta le sue dita sulla mia spalla.
"Certo!", mi catapulto fra le sue braccia.
"Ecco a te nanetta", Thomas posa la mia roba accanto a noi.
"Grazie", lascio la presa e vado ad abbracciare anche lui.
Thomas ricambia e io cerco di memorizzare il suo profumo e di impregnarlo sui miei vestiti.
"Mi mancherai tesoro", si unisce anche Kyle.
"Voi no", ridacchio.
"Odiosa", arriva anche Edward.
Tutti e tre iniziano a stritolarmi e io sto per morire soffocata a causa loro.
"Ragazzi non respiro", tiro la maglia di Thomas.
"Ragazzi!", cerco di alzare la voce.
Loro lasciano la presa e iniziano a ridere.
Poi arrivano mamma e papà e mi abbracciano anche loro.
"Mi mancherai così tanto piccolina", mia mamma inizia a piangere.
"Mamma andrà tutto bene, esistono le videochiamate", la guardo.
"Lo so, ma...",
"La mia bambina é cresciuta", mio papà la interrompe.
"Vi chiamerò ogni giorno", indietreggio.
"Guai a te signorina", mia mamma mi punta il dito contro.
"Lo so, tranquilla", mando un bacio volante.
"Aspetto una tua opera piccola", mio papà mi fa l'occhiolino.
"Speriamo", incrocio le dita.
"Bene ragazzi, grazie! Ci vediamo", li saluto con la mano.
I miei fratelli mi abbracciano per l'ultima volta e si dirigono verso la macchina.
Li guardo andare via finché non perdo di vista la loro macchina.
Dopodiché mi giro e tiro un grande sospiro.
"Nuova vita Arya, puoi farcela", afferro le due valigie e inizio ad attraversare il vialetto.
Arrivo davanti al portone di vetro e noto il citofono digitale alla mia destra.
Afferro il telefono e inizio a cercare la conversazione che ho avuto con Alexa, una delle mie coinquiline.
Lei ha messo l'annuncio su internet.
Era in cerca di una nuova coinquilina, cosa strana perché ha detto che, oltre a lei, ci sono ancora altre quattro ragazze.
Si, ho cercato un appartamento solo con delle ragazze al suo interno.
Così sono tranquilla io, ma anche la mia famiglia, soprattutto papà.
Non appena trovo la nostra conversazione su whatsapp mi fermo a leggere il nome e cognome.
Alexa Davis
Blocco il telefono e inizio a cercare il cognome Davis sul citofono.
Dopo un minuto riesco a trovarlo.
Davis, Miller, Brown, Foster, Montgomery
Apartament 35
Wow, così questi sono i cognomi delle mie coinquiline.
Suono e dopo qualche secondo risponde qualcuno.
"Chi é?", domanda.
"Salve, sono Arya, la nuova coinquilina", rispondo.
"Oh sì, Arya! Entra pure! Nono piano, appartamento 35", sento il click di apertura.
Tiro il portone e afferro una valigia alla volta per poi chiudere e girarmi.
Il pavimento é di un marmo bianco lucido e un corridoio lungo si presenta davanti a me.
Alla mia destra varie cassette grigie contengono al loro interno vari fogli bianchi con sopra i nomi e il numero degli appartamenti.
Vado alla fine del corridoio e a destra trovo le scale e, accanto ad esse, l'ascensore.
Vado verso quella direzione e mi fermo davanti.
Noto uno strano foglio bianco e mi avvicino ancora di più per leggere la scritta.
Ascensore fuori servizio
"State scherzando vero?", sbuffo.
Provo a premere i pulsanti ma niente.
Perfetto!
Mai una gioia nella mia vita!
Mi tocca salire nove piani con due bagagli giganti!
Prendo un bel respiro e inizio a salire le scale.
...
"Dai ancora un piano!", poso la valigia al nono piano e scendo le scale per prendere la seconda.
Mi pulisco la fronte e prendo un bel respiro.
Sto per morire, non sento più le braccia, per non parlare delle gambe.
Questa nuova vita, questo nuovo cambiamento, inizia a non piacermi più.
Doveva andare tutto bene e invece!
Io e mia solita "fortuna".
Afferro la maniglia della valigia a la tiro verso di me, ma una ruota finisce nel verso sbagliato e scivola sulle scale.
Presa alla sprovvista, perdo l'equilibrio e cado sulla valigia per poi scivolare velocemente sulle scale.
Vado a sbattere contro il muro, provocando un rumore assordante.
Questa situazione é alquanto imbarazzante.
Perché devo essere così imbranata?
"Dovresti fare molta attenzione, le scale sono pericolose", mi giro verso questa voce.
Il mio sguardo viene catturato da un ragazzo posizionato davanti a me.
E questo da dove sbuca?
É alto con il fisico slanciato.
Indossa una canottiera nera che fascia perfettamente i suoi pettorali, dei pantaloni corti grigi e delle Converse nere.
Questo abbigliamento mette in evidenza la sua pelle abbronzata, uff anche io vorrei avere questo colore caffè latte.
Sul suo braccio é posizionata una bretella di un borsone grande nero da palestra, il che lo rende misterioso ed attraente.
I suoi capelli sono castani, spessi ed ondulati.
Occhi grandi e marroni e uno sguardo intenso ed ipnotico.
Noto una fossetta ai bordi delle sue grandi labbra carnose e un neo sotto di esse.
Ma il mio sguardo viene catturato anche da una lunga collana con due piastrine.
Sono le tipiche collane che portano i soldati americani.
Su una di esse si trova una incisione in corsivo, ma non riesco a leggerla, le lettere sono troppo piccole.
"Lo so che la mia bellezza incanta le ragazze, ma non pensavo di avere questo effetto su di te", la sua voce roca e profonda invade i miei timpani.
"Come scusa? Chi ti credi di essere? Non sei mica una divinità greca!", incrocio le braccia.
Beh, diciamo che si avvicina molto a quel canone di bellezza.
O mamma, ma a che cosa stai pensando Arya?!
Riprenditi!
Mi tiro mentalmente uno schiaffo e cerco di mantenere questo contatto visivo.
Questo ragazzo sorride divertito e tende una mano verso di me.
"Ti serve aiuto?", parla.
"Ehm...grazie", rispondo titubante.
Allungo la mano verso la sua e quando le nostre dita si sfiorano, lui la ritrae e si abbassa alla mia statura.
"Hai ragione non sono una divinità greca, ma nemmeno un principe. Io non aiuto le donzelle in pericolo", mi pizzica il naso e si rimette alla sua statura.
Mi fa l'occhiolino e si dirige verso le scale.
"Come osi?! Sei un essere spregevole!", alzo la voce.
Sento i suoi passi e la sua risata riecheggiare nel palazzo.
Mi alzo arrabbiata e tiro la valigia verso di me.
Ma tu guarda che modi!
Ragazzo maleducato!
Ma sentilo!
Principe?
E chi ti ha considerato un principe?
Il principe azzurro non esiste, questo lo so!
Non ho mai creduto in questa stupida favola e mai crederò a tutte queste storielle!
Finalmente dopo una eternità, arrivo al nono piano.
Davanti a me ci sono quattro porte, due ai lati e due al centro.
Su ognuna di esse é posizionato un cartellino grigio con scritto appartamento più il numero.
Inizio a leggere le cifre, fino a girare la testa alla mia sinistra dove leggo Appartamento 35.
Perfetto!
Sono arrivata!
Prendo un bel respiro e suono il citofono.
"Arrivo!", sento una voce femminile.
Dopo qualche secondo viene ad aprirmi una ragazza.
É un pochino più alta di me.
Magra con le curve mei punti giusti, capelli lunghi e biondi, sicuramente tinti perché la sua radice é di un colore diverso, più scuro.
Occhi grandi e verdi, nasino piccolo alla francese e due labbra sottili ma carnose allo stesso tempo.
La cosa che mi colpisce, oltre al suo aspetto fisico, é la sua pelle abbronzata.
Io in confronto a lei sono una mozzarella.
"Ciao, sono Arya", mi presento.
"Ah sì, Arya! Entra", afferra una mia valigia e mi fa cenno di entrare.
Chiude la porta e io inizio ad ammirare l'appartamento.
Alla mia destra si trova un salone, con un grande divano grigio ad L, un tappeto peloso al centro nero, un tavolino di vetro su di esso con un vaso di orchidee e sul muro una grande tv al plasma.
Alla mia sinistra si trova la cucina, questo spazio é un open space.
La cucina é davvero carina e moderna.
I mobili sono bianchi e grigi.
Accanto alla porta si trova il frigorifero e sul muro tutta la cucina con vari cassetti sopra e sotto.
A tre metri dal frigo, un'apertura in forma quadrata, ospita una specie di angolo bar.
Metà del quadrato é aperta e su di essa si trova una superficie bianca che fa da tavolo, mentre l'altra metà é coperta da vari pezzi di pietre grigie.
Davanti al tavolo ci sono cinque sedie alte e bianche posizionate perfettamente.
Sposto lo sguardo e noto un lungo corridoio davanti a me, con varie porte ai lati.
Sicuramente li ci sono le stanze e il bagno.
"Io sono Alexa! Finalmente ci incontriamo", mi porge la mano davanti.
Noto questo movimento e mi viene subito in mente il ragazzo di prima.
Guardo la mia coinquilina e, vedendo che non alzo la mano, ritrae la sua e cerca di mascherare il suo imbarazzo.
"Bene, da come vedi questo é il salone e la cucina", indica questi due luoghi.
Annuisco con la testa e aspetto di sentire l'altra parte.
"Mentre qui ci sono le stanze e il bagno", mi fa cenno di seguirla.
"Prima porta a destra bagno, mentre le altre sono le camere da letto", andiamo verso la fine del corridoio.
"Questa é la tua. Ultima porta a destra", apre la mia stanza.
"Grazie", metto le mie cose.
"É alquanto piccola, spero ti piaccia", é imbarazzata.
"É perfetta, tranquilla", alzo le spalle.
"Le altre ragazze dove sono?", domando.
Non appena sente la mia domanda si irrigidisce e inizia a torturarsi le dita.
Cambia espressione, da tranquilla é passata a terrorizzata.
"A proposito di questo, devo dirti una cosa", si mordicchia il labbro inferiore.
"Parla", la guardo.
"Ecco in realtà...",
"Siamo arrivati!", delle persone interrompono la mia coinquilina.
"Non ora", Alexa si colpisce la fronte.
"Alex? Ah eccoti!", un ragazzo viene verso di noi.
É mezza testa più alto di lei.
Indossa un completo nero e una camicia bianca.
É magro, anche lui abbronzato.
Capelli corti, stile soldato e rossicci e due occhi azzurri come il ghiaccio.
É molto carino, devo ammetterlo.
"Tu devi essere Arya la nostra nuova coinquilina?", domanda il ragazzo.
"Come?! No, ci deve essere uno sbaglio. Io vivrò con cinque ragazze", sono confusa.
"Ragazze?", questo ragazzo inizia a ridere.
"Non ci credo Alexa! Hai usato la stessa tattica?", un secondo ragazzo viene verso di noi.
Anche lui indossa lo stesso abbigliamento.
Sarà alto un metro e ottanta.
Fisico perfetto, capelli ricci e biondi e due occhi neri come la pece.
"Ho dovuto farlo", Alexa fa il labbruccio.
"E fu così che scappò un'altra ragazza", un terzo ragazzo si mette accanto ai due.
Anche lui é alto come il secondo e indossa lo stesso completo nero.
Al contrario dei due, la sua carnagione é chiarissima, più della mia.
Capelli neri e due occhi grandi blu.
Il suo sguardo é così magnetico, é impossibile resistere al suo fascino.
Non ho mai visto degli occhi così intensi e belli.
Hanno lo stesso colore del mare in tempesta, semplicemente meravigliosi.
"Che cosa sta succedendo Alexa?", domando.
"Beh, ecco...in realtà io non vivo con quattro ragazze", inizia.
"Vive con quattro ragazzi", il ragazzo dagli occhi azzurri come il ghiaccio completa la sua frase.
"Stai scherzando vero?!", la guardo.
Lei fa di no con la testa e abbassa lo sguardo.
Non ci posso credere!
Sono stata fregata!
I miei genitori mi ammazzeranno, soprattutto papà!
Ho fatto una promessa!
"Mettiti l'anima in pace Alexa, nessuna ragazza verrà a vivere con noi!", il ragazzo dagli occhi blu inizia a fissarmi un po' troppo.
"Non puoi saperlo Cole!", ribatte lei irritata.
"Beh, é andata così. In che albergo vuoi andare?", questo Cole avanza verso di me.
Afferra una valigia e prova ad andare via.
Metto il piede davanti ad essa e alzo lo sguardo inchiodando i miei occhi nei suoi.
"Cosa credi di fare con la mia valigia?", domando irritata.
"Risparmiati le parole signorina! Ti porto da un'altra parte, ormai abbiamo capito che non vuoi stare con noi", rotea gli occhi.
"E chi lo ha detto? Io decido per me stessa", afferro la maniglia della valigia.
"Come vuoi", alza le mani in segno di resa.
"Quindi vuol dire che resterai?", domanda Alexa.
"Beh, ormai ho già pagato l'affitto e questo é l'unico appartamento bello ed economico che sono riuscita a trovare", domani me ne pentirò.
Sto già immaginando le facce deluse dei miei genitori e la ramanzina di papà.
Ma é pur sempre la mia vita!
Basta non invadere lo spazio vitale di nessuno, rimarrò in camera mia e basta, non farò assolutamente niente.
"Evviva! Scusa tanto per la piccola bugia", Alexa mi abbraccia.
"Fa niente", rimango immobile.
Mi ha presa alla sprovvista e poi non sono una persona da abbracci e coccole, non più ormai.
Non voglio nessun contatto fisico, meglio rimanere sola che mal accompagnata.
Sono venuta qui per cambiare la mia vita e per realizzare il mio sogno, non ho bisogno di amici, ho solo bisogno di un posto in cui dormire e di un lavoro.
"Wow! Colpo di scena. Alla fine ti é andata bene Alex", il ragazzo dagli occhi azzurri come il ghiaccio si ferma davanti a me.
"Piacere, io sono Shane Miller", allunga la sua mano verso di me.
"Arya", la stringo titubante.
"Io invece sono Andreas Brown", si presenta il ragazzo dagli occhi neri come la pece.
"Cole Foster, ma lo hai già capito grazie ad Alexa", il ragazzo dagli occhi blu si mette accanto a me.
"Bene, presentazioni finite! Ora puoi sistemare la tua roba in assoluta tranquillità", Alexa batte le mani contenta.
"Okay, grazie", sono un po' titubante.
Noto i ragazzi andare via e con loro anche Alexa.
Mi giro e mi fermo a guardare le valigie davanti a me.
Posso ancora scappare.
Ah, lascia perdere Arya!
Non sei costretta a dirlo ai tuoi genitori!
Sarà un piccolo segreto, tutto qua.
Sospiro pesantemente e mi tiro uno schiaffo mentalmente.
Dovevo indagare di più, non venire alla cieca, ma vabbè, ormai é andata così.
"Ah un'altra cosa Arya", Alexa picchietta le sue dita sulla mia spalla.
Mi giro verso di lei e rimango in silenzio.
"In questo appartamento, insieme a noi, vive un quarto ragazzo", inizia.
"Si tratta di Noah, ma diciamo che lui é alquanto distaccato e distante da tutti. Arriva la sera tardi e quando é con noi rimane chiuso in camera sua. Non ti darà fastidio la sua presenza, ma volevo avvisarti lo stesso", finisce il suo discorso.
"Va bene, grazie Alexa", rispondo.
"Grazie a te Arya", mi abbraccia per qualche secondo.
Okay, basta abbracci per oggi.
Ne ho ricevuti fin troppi.
"Ora ti lascio veramente. A dopo Arya", mi saluta con la mano e se ne va.
Chiudo la porta e mi appoggio su di essa.
Che giornata!
Diciamo che questo cambiamento é completamente diverso da come avevo immaginato il tutto.
Afferro le mie cose e inizio a sistemarle.
Spero solo di essermi trasferita in un posto tranquillo, non ho voglia e non ho tempo per altri drammi e disastri.
Ho chiuso con tutto questo, voglio vivere una vita in pace e da sola.
Da oggi, Arya Azzurra De Angelis é una ragazza indipendente.
{Guardami negli occhi e fammi sognare, prendimi per mano ed insegnami ad amare}
Ciao amici lettori❤️
Come state? Spero bene🥰
Eccomi qui con il primo capitolo💪🏻
Finalmente sono ritornata e sono carica come non mai🙈ho proprio voglia di scrivere e di mostrarvi la storia turbolenta tra Arya e Noah🤭
Come vi avevo già comunicato, ho riportato delle modiche e da come avete letto, questa é la mia prima modifica🙈
I personaggi sono gli stessi ma ho deciso di cambiare luogo e casa🙈spero vi piaccia🤞🏻
Allora come vi é sembrato il loro primo incontro?🤔
Che impressione vi ha dato Noah?😍
Vi avviso già da ora, Noah ci regalerà tanti colpi di scena e ci darà tanto filo da torcere🙈ma nemmeno Arya sarà così lontana🙈
Che impressione vi hanno dato i suoi coinquilini?🤔
Grazie ancora per la vostra comprensione e per la vostra pazienza🙏🏻
Ora sono pronta e ho intenzione di continuare questa storia perché, onestamente, mi mancava tutto questo e mi mancavano Arya e Noah🥺
Detto ciò, aspetto i vostri commenti e le vostre teorie🥰
Non vedo l'ora di andare avanti e di mostrarvi le varie modiche che ho deciso di scrivere🤭
Grazie ancora🥰
Buon weekend e a sabato prossimo amici lettori❤️
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