Capitolo 20

Un leggero venticello muoveva i miei capelli. Non sapevo da dove provenisse ma era particolarmente piacevole. Sentii una voce chiamare qualcuno. Il vento mi distraeva. Non capivo a chi si riferisse. Cercai di riconoscerla ma non l'avevo mai sentita.
Chi chiamava? Me, forse? Ero io?
Provai di nuovo ad aprire le palpebre.
Una forte luce mi accecó.
Richiusi gli occhi di scatto lasciando uscire dalla mia bocca un grugnito di dolore.
Riprovai piano, ad aprirli.
La fonte accecante proveniva da una luce al neon.
Voltai lentamente la testa verso sinistra e vidi la finestra, dalla quale proveniva il vento fresco. Notai essere sera. Non capivo perché mi trovassi li.
Voltai lo sguardo verso destra e vidi una serie di macchinari collegati a me.
Feci scorrere lo sguardo sul mio corpo e vidi un paio di fasciature sull'addome, sui polsi e vari graffi.
Come me li ero procurati?
Dov'è finita quella voce?
Potevo essermela immaginata, ma era reale, me lo sentivo.
Con piacere potei sentire che la camera d'ospedale dove mi trovavo non puzzava molto di medicinali.
Mi sentivo tutto intorpidito, ogni più piccolo movimento delle braccia o del corpo mi causava fitte di dolore.
Sentivo la testa pesante.
Mi accorsi che alle narici avevo dei tubi, mi aiutavano a respirare ma questo mi spaventava.
Ero solo.
Non mi è mai piaciuto stare da solo e non mi sono mai piaciuti gli ospedali.
Ora mi trovavo in entrambe le situazioni e stavo iniziando a spaventarmi.
Mossi il braccio cercando di abbracciarmi da solo, poiché quel venticello tanto fresco d'un tratto mi sembrava aggressivo, causandomi solo dolore. Sentivo freddo nelle ossa e nel cuore.
C'era qualcosa che spingeva dolorosamente per uscire, un ricordo.
Le tempie pulsavano.
Delle scosse sembravano invadere prepotentemente la mia testa.
Mi scoppiava.
Iniziai a dimenarmi, il dolore al busto mi faceva impazzire.
Poi le barriere della mia mente si spezzarono e ricordai.
Ricordai ogni istante di quella notte.
Ogni percossa.
Ogni mio grido.
Ogni mia lacrima.
Ogni singolo movimento.
Ed infine ricordai ciò che spezzò completamente la mia coscienza.
Piansi ed urlai il mio dolore.
Ero ancora una volta sopraffatto.
Gli occhi dolevano come ogni parte del mio essere.
Il respiro era affrettato.
Delle mani cercarono di bloccarmi i polsi.
Urla, grida, non più mie arrivarono alle mie orecchie come lontani richiami.
Qualcosa mi perforó un braccio e poi solo buio e tranquillità.

Angolo autrice
So che non aggiorno da molto ma come tutti ho dovuto fare le ultime verifiche, andate di merda.
In più sono rimasta senza internet per una settimana e mezza.
Ho notato che la storia non è più seguita come all'inizio e spero non sia perché fa schifo o perché non aggiorno di frequente. Vorrei sapere la vostra, in modo da migliorarmi e coinvolgere anche voi.
Spero che questo capitolo riconquisti di nuovo la vostra attenzione e nel prossimo vi anticipo che il nostro protagonista conoscerà qualcuno... :)
Al prossimo capitolo. :)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top