Vita Ritrovata
Le tenebre, così fredde da apparire quasi insopportabili, così confuse da celare il bene e trasformarlo in male, così silenziose da trasformare anche il più lieve fruscio in uno strillo assordante, questo pensiero attraversò come un lampo la mente del giovane Frost mentre, dal suo petto, un'enorme chiazza scura si allargava lungo tutto il suo corpo, quasi fosse viva e si stesse nutrendo famelica di ogni parte scoperta di lui. Non gli era chiaro come fosse successo esattamente, un attimo prima stava parlando con Dentolina, i cui occhi malva pieni di lacrime gli bagnavano adesso le guance, ed un attimo dopo era a terra, quella strana fitta al petto a schiacciarli il cuore e quella risata sconosciuta dritta nei timpani a sovrastare qualsiasi altro suono. "Cosa mi sta capitando ?" pensò l'albino facendo rimbombare quella domanda a vuoto nella sua mente, incapace di fare un qualsiasi movimento mentre la sua vista andava abbassandosi di secondo in secondo. "Sto forse morendo ?" l'idea di essere caduto in un attacco così meschino da parte di chissà chi lo faceva arrabbiare, con tutte le fatiche affrontate per arrivare a quel punto sarebbe finito senza nemmeno sapere l'identità di chi aveva reso tutto vano condannando l'intero universo a sprofondare in un oblio senza fine "Chi mi ha colpito ? Dentolina ? Quel pazzo di Jokul Frosti ? Quest'ultimo è forse tornato indietro con dei rinforzi ?" Ad un tratto il giovane si ritrovò davanti tutte le altre leggende, tutti tornati normali, perfino Sandman, era un vero peccato, al ragazzo della neve sarebbe piaciuto sapere cosa l'ombra aveva promesso ad un guardiano tanto imperterrito per portarlo dalla sua parte, e poi capì. Ogni cosa che avevano detto i suoi vecchi amici, ogni motivazione che li aveva spinti al tradimento era sempre, in qualche modo, collegata, non solo ai bambini, ma anche a lui stesso, quasi il suo allontanarsi da loro li avesse riempiti delle stesse incertezze che, nei primi tempi, albergavano anche nel suo cuore. La paura di non essere all'altezza, la paura di non essere mai amato, la paura di restare solo, tutti i guardiani avevano fatto crescere così tanto quell'unico sentimento da far vincere il buio, come era successo la prima volta contro Pitch Black, si erano disarmati con le loro stesse mani e la colpa era sua. Nonostante sentisse il proprio corpo ormai svuotato Jack cercò di farsi forza, chiuse gli occhi e si concentrò al massimo cercando di ricordare gli insegnamenti di Manny, non aveva più energie, ma era necessario, mollare sarebbe stata la fine. Con delicatezza lo Spirito dell'inverno appoggiò il palmo sul viso della guardiana dei ricordi che, in pochi secondi, prese a brillare con tale intensità da far traslucere ogni più piccola piuma posta sul suo corpo minuto, facendole riprendere il color smeraldo e blu notte che le appartenevano. "Finalmente anche lei è tornata sé stessa ..." sorrise il giovane lasciando cadere il braccio a terra, ormai senza forze ed incapace di muoversi "Adesso ... Potrò riavere i miei ricordi e mantenere la mia promessa" In quell'istante, dal petto della fata, uscì il Centro della stessa, la sua matriosca sorridendo con dolcezza, quasi fosse viva, si appoggiò lentamente sulla mano di Jack e, a contatto con le dita fredde del giovane Frost, cominciò ad aprirsi autonomamente, bambolina dopo bambolina, volteggiando sopra il corpo affaticato del guardiano in una danza tenera, simile ad un girotondo di bambine, fin quando, giunta all'ultima, le iridi di ghiaccio dell'albino non scorsero qualcosa. Fra le manine della più piccola era stato dipinto un fiocco di neve argentato, davvero fuori posto come decorazione in una leggenda come quella della fatina del dentino, ma ancora prima che qualcuno dei presenti potesse chiedersi cosa potesse significare, le manine della mini Dentolina abbandonarono la sua prigione di legno porgendo al guardiano del Divertimento il loro prezioso pacchetto, lasciandolo scivolare sulla fronte di questo dove il fiocco, incredibilmente, prese a sciogliersi ed a penetrare nella sua pelle diafana "Cos'è ? Se lo aveva lei non sarà mica ..." Fu come assistere ad un'esplosione da un metro di distanza, uno scoppio forte ed inatteso che si espanse incontrollabile attraverso ogni sinapsi ed ogni centimetro del corpo di Jack, tantissime informazioni entrarono direttamente nella sua conoscenza, talmente numerose da fargli male e spingerlo ad urlare forte. Immagini, ricordi, quanti non ne aveva mai visti nemmeno nell'intera collezione di denti della guardiana, consapevolezze, realtà rivelate e, soprattutto alla fine, tanto, tanto amore, ogni sensazione tornava sulla pelle del ragazzo della neve, serpeggiando sul suo corpo, incidendolo con segni profondi color bianco, azzurro e nero. In tutto il passaggio non durò nemmeno cinque minuti, ma per Frost fu come vivere una seconda vita, delle emozioni che sapeva appartenessero al suo cuore, dandogli una nuova volontà impossibile da piegare. Il liquido nero che catturava il suo corpo come una morsa cominciò a dissiparsi emettendo uno stridio fastidioso, quasi ferito da ciò che era appena successo lasciandogli la forza necessaria per alzarsi a sedere ed osservarlo allontanarsi infilandosi fra le feritoie del castello. Senza nemmeno avere il tempo di sospirare di sollievo il ragazzo venne assalito da un enorme abbraccio e da un coro di pianti da parte di tutti i guardiani che, tra il suo nome e qualche singhiozzo, andavano parlando di un virus e di ricatto, quella storia lo confondeva, ma non aveva tempo da perdere "Sentite" disse in modo chiaro e composto senza urlare "Mi spiegherete tutto dopo, adesso abbiamo una cosa più importante da fare" lo sguardo dell'albino andò a posarsi sulla Luna lucente, ormai oscurata per metà, la barriera che bloccava Pitch non sarebbe durata ancora a lungo, presto sarebbe stato libero di continuare a portare la propria distruzione, come durante gli anni bui, doveva salvarlo. Non appena il quartetto gli si staccò di dosso Jack si rimise in piedi e raccolse il proprio bastone voltandosi poi verso le altre leggende. Era incredibile la quantità di ricordi che avesse su di loro, a quanto pare, quando ancora non era altro che un girovago, il loro operato lo incuriosiva molto anche se non capiva le ragioni che li spingessero a stare così a contatto con gli umani, quelle stesse creature dirette responsabili della distruzione dei boschi in cui passeggiava e divoratori voraci degli animali che gli tenevano compagnia. "Almeno un orso, quando mangia un cervo, lascia i resti per i lupi che li lasciano per le linci, che li lasciano per le formiche, nessuno di questi riempie la testa della preda di segatura appendendola alla porta di casa per dimostrare la propria supremazia" quello era stato il pensiero che aveva avuto alla prima vista di Nord mentre donava ai cuccioli degli assassini peggiori del regno animale dei doni per essere stati buoni, cosa che, la maggior parte delle volte, si rivelava assolutamente falsa, accadeva allora come in quel momento "È così complicato, è come se in passato fossi stato una persona totalmente diversa" sulla spalla dello Spirito dell'inverno si appoggiò delicatamente la grande mano del guardiano della Meraviglia mentre dall'altra quella del guardando della Speranza "Tu eri persøna diversa Jack, tu prøvasti anche a distruggere Natale" la risata bonaria dell'omone rimbombò nell'intera stanza mentre Dentolina aiutava le proprie fatine durante il loro ritorno alla normalità "Già, me lo ricordo. Donasti una slitta ad un bambino che, due giorni prima, aveva affogato uno scoiattolo per puro divertimento" un sospiro abbandonò le labbra sottili di Jack mentre questi osservava le strane decorazioni che gli erano comparse lungo le braccia, erano molto simili a quelle che faceva sui tetti delle case, piccole spirali dai bordi leggermente aguzzi, riusciva a leggerle, erano come una storia, come una canzone e gli venne un flash, erano le stesse parole che gli aveva cantato l'Ombra durante il loro primo incontro, anche se, in quel caso, a malapena l'aveva vista, ma non poteva sbagliarsi. "Jack, adesso non c'è tempo per i ripensamenti, l'hai detto anche tu, abbiamo qualcosa di più importante da fare, dobbiamo andare a distruggere Pitch Black prima che porti l'oscurità perenne !" Il giovane si voltò di scatto verso Calmoniglio e lo guardò con serietà "Nessuno di voi tocca Pitch, se entrate nella sua nube il vostro Centro vacillerà di nuovo e saremo daccapo quindi vi limiterete a farmi da guida fino alla barriera in cui l'ha chiuso Manny ed a al resto ci penserò da solo" ma non appena l'albino si voltò verso la finestra più vicina prendendo il volo gli venne afferrata la caviglia e fu trascinato di nuovo a terra violentemente "Cosa pensi di fare ?" "No ! Cosa tu pensi di fare ?" il tono del cangurone non piacque per niente al giovane Frost, in particolare, dopo quello che gli aveva fatto, era proprio l'ultimo guardiano dal quale voleva sentire della lamentele "Vado a salvare Pitch, poi non sarò più un vostro problema" la zampa posteriore destra di Calmoniglio s'infranse contro il pavimento scavandovi una crepa profonda, era evidente che fremeva di rabbia, ma questo non fece scomporre minimamente Jack che si tirò sugli occhi il cappuccio bianco pronto ad andarsene "Quindi tutto quello che abbiamo vissuto insieme non ha importanza per te ? Ti basta salvare Pitch ed ogni sentimento che abbiamo nei tuoi confronti sparirà nel nulla come un ricordo senza valore ?" le iridi taglienti del giovane trapassarono il corpo del suo interlocutore con odio "Dopo tutto il casino che avete combinato forse è quello che vi meritate"
La neve scendeva lenta, magica, sospinta da un vento gelido, ma gentile, in quella distesa bianca solo i tronchi degli alberi stavano dritti ed imperterriti, scuri ed in parte privati della corteccia, il cibo preferito del cervi in quel periodo invernale così lungo. Nemmeno lo avesse predetto, un enorme maschio dalle corna ramificate spuntò quasi per magia da dietro un cespuglio di pungitopo annusando il terreno e battendolo con le zampe potenti, passandogli accanto come ad un'ombra, ma lui, in fondo, era quello no ? "Chissà se mi odieresti se sapessi che questo lungo periodo di morte così interminabile è solo causa ..." "Mia" il corvino sobbalzo finendo con il sedere a terra mentre, davanti alle sue iridi dorate, il viso sorridente di un ragazzo dai capelli albini, intrecciati fra fiocchi di neve, lo osservava divertito, appeso a testa in giù su uno dei rami del platano sotto cui si era seduto lui. Nel vederlo il suo cuore si riempì di gioia e, senza pensarci, l'Uomo Nero si alzò in piedi e baciò l'altro, lo aveva dovuto aspettare molti più giorni delle altre volte e la sua mancanza aveva cominciato a farsi sentire praticamente subito. A volte, Jack Frost, sapeva davvero rendersi antipatico, farsi aspettare era la sua specialità, in particolare da quando gli umani si erano stabiliti accanto ai boschi nei quali amava girovagare, il Signore degli Incubi cominciava a temere che l'altro preferisse quei mortali a lui, non gliel'avrebbe fatta passare liscia facilmente questa volta, se la sarebbe sudata la sua compagnia. Con un gesto rapido il corvino si staccò dal bacio dando le spalle all'altro ed incrociando le braccia al petto "Quindi il signor Frost ha deciso di degnarmi della sua presenza !" disse acido "Forse preferirebbe che io sparissi per passare più tempo con i suoi preziosi umani, almeno non sarei più un intralcio per lui in questo modo" un tonfo alle sue spalle fece capire a Pitch che l'altro era sceso, ma cercò comunque di mantenere la propria compostezza e, soprattutto, di tenere gli occhi chiusi in modo che le iridi d'azzurro puro dello Spirito dell'inverno non riuscissero a farlo vacillare "Ne hanno uccisi altri due dei miei ... E ... Cinque dei tuoi" a quelle orribili parole pronunciate con tanta tristezza il corvino si voltò di scatto cercando di capire se fosse la verità o solo uno stupido scherzo dell'altro nel tentativo di avere la sua attenzione "Non è uno scherzo Pitch, gli umani hanno preso un cinghiale ed una mamma cervo ... Ho dovuto guidare il suo piccolo dal Gelo perché lo facesse morire più in fretta e meno dolorosamente di quanto avrei fatto da solo. Il gruppo della Luna invece ha eliminato ..." le parole morirono nella gola del suo amato più in fretta di quanto una qualsiasi burla gli avrebbe concesso, intorno a loro la neve cominciò a cadere più forte " ... due pantere, un falco e ... due stalloni, mi dispiace vita mia" la mano dell'albino si intersecò con la sua mentre i loro sguardi diventavano uno. Ormai tutti coloro che avevano giurato di proteggere erano vittime, impossibile fermare l'avanzata dei nemici, di ucciderli non se ne parlava, ragionarci era impossibile. Quel conflitto procedeva ormai da diversi anni, ma inizialmente aveva coinvolto solamente i guardiani, Jokul Frosti e l'Ombra, negli ultimi tempi invece, soprattutto per le varie vittorie avute dai primi, gli umani avevano cominciato a moltiplicarsi, così come gli incubi, provocando non solo una maggiore distruzione del pianeta, ma anche dei suoi abitanti, fossero questi ombre o animali. Il corvino aveva conosciuto Jack ancora agli albori, quando le loro due realtà vivevano in armonia, l'albino gestiva lo scorrere delle stagioni con la sorella Artemisia e lui era libero di andare dove meglio credesse, tanto le paure degli umani erano così forti da tenere ben occupata sua madre per tutto il tempo. Il loro amore era inevitabilmente sbocciato in una vita di solitudine cancellando le distanze e le barriere che altri invece andavano rafforzando, il pensiero di aver perso altri fratelli e sorelle ferì Pitch obbligandolo ad accucciarsi per provare a sopportare il dolore che gli riempiva il petto "Perché tutti si odiano ? Perché non possono essere come me e te ?" una carezza delicata scivolò sul viso dell'Uomo Nero che, in un batter di ciglia tornò in piedi, la mano dell'amato a stringere la sua guidandolo nella foresta fino a portarlo nel loro posto speciale, una piccola tana di coniglio dentro la quale si poteva accedere al Mondo delle Ombre "Andiamo nel nostro posto segreto, dove non c'è tristezza né dolore" il sorriso rassicurante del ragazzo della neve scaldò il cuore del corvino che lo precedette entrando e ritrovandosi davanti alla grande porta "Sei sicuro che tua sorella non si arrabbierà ?" Jack aprì con sicurezza la porta correndo sulla sabbia lasciando una scia di ghiaccio al suo passaggio "Secondo te è colpa degli umani se ci ho messo tanto ad arrivare ? Qualcuno qui ha dimenticato come funziona lo scorrere delle stagioni ?" le iridi di Pitch si illuminarono, dunque era arrivato il periodo dell'anno che più amava, quello in cui spettava ad Artemisia girovagare per il mondo mentre Jack poteva restare con lui ! In preda alla felicità il Signore degli Incubi seguì l'altro lungo le dune velocemente diretto all'entrata del loro mondo dove l'altro lo stava già aspettando, il bastone già nella serratura e le scale aperte che lo invitavano ad entrare. L'albino lo prese per mano portandolo dentro con sé e sorridendogli mentre le volte del loro castello li proteggevano come una barriera impenetrabile ed il familiare profumo di casa riempiva le loro narici scacciando via la malinconia che li aveva spinti a tornare in qui luoghi. Portandosi davanti a Pitch, Jack sorrise prendendo il volto dell'altro nelle mani e scacciando le sue lacrime "Non essere triste, non importa quanto gli altri proveranno a ferirci, io non ti lascerò mai Pitch Black, ti amo e sarà così per sempre"
Le palpebre del corvino si spalancarono lasciando che il suo pianto fosse libero di sfogarsi, provava dolore, tantissimo dolore, qualcosa di pungente e bruciante all'altezza del petto, quasi come se qualcuno lo avesse trafitto a morte. I suoi pensieri furono quasi annullati mentre la strana melma nera che lo aveva intrappolato tanto a lungo cominciava a diradarsi permettendogli così di vedere dei profondi solchi dorati sulle proprie braccia e gambe, il corpo non gli lanciava alcun segnale, quasi fosse atrofizzato "Chi mi ha colpito ?" abbandonato dalle proprie forze, l'Uomo Nero cadde a terra mentre, davanti al viso, gli apparve la figura di sua madre lo guardava sorridente "La tua arma è pronta figlio mio, vieni qui a prenderla" nonostante non avesse alcuna intenzione di obbedire a quell'ordine mascherato da dolce richiesta, le articolazioni di Pitch obbedirono senza ascoltare il suo volere ed, in pochi secondi, il corvino fu in piedi davanti alla donna che gli aveva dato la vita. I palmi candidi della bimba presero a risplendere di una luce grigia sempre più forte che spinse il Signore degli Incubi a serrare le palpebre, l'unica parte del corpo che ancora era in grado di dominare autonomamente e, quando le riaprì, si ritrovò davanti ad un'enorme falce nera, lunga quasi il doppio della sua altezza, circondata da una strana aura a dimostrazione di tutta la sua pericolosità. Di sua volontà il corvino non avrebbe mai toccato qualcosa di simile, non dopo aver rivissuto quel frammento del suo passato che, senza un apparente motivo, aveva iniziato a riaffiorare come margherite su un prato innevato, quell'immagine gli ricordò così tanto Jack da far sfuggire una lacrima al suo controllo "Non serve che ti commuovi piccolo mio, prendila e continua con il tuo lavoro, liberaci dalla tirannia della Luna" nonostante il tremore delle sue mani causato dall'incertezza il corvino afferrò l'arma stringendola saldamente nelle mani e la roteó nell'aria facendo scomparire il buio intorno a loro diradandolo come un velo di nebbia "Distruggi la barriera !" urlò la donna indicando i composti da pura luce che li accerchiavano da più lati e, sulla cui sommità, brillava luminoso il satellite del pianeta, perlaceo e silente davanti a quegli avvenimenti, lui forse era quello che Pitch sopportava meno di tutti gli altri, quell'assurda guerra aveva avuto inizio quando Manny aveva iniziato a sfidare le tenebre con la sua superiorità; i fratelli e le sorelle dell'Uomo Nero e tutte le disgrazie capitate al suo amato Jack, erano state esclusivamente colpa sua. Con un movimento fluido delle braccia, il corvino portò l'arma in tensione per poi spingerla di forza contro la gabbia di luce lunare crepandola, furono sufficienti meno di una decina di fendenti per farla crollare inesorabilmente spegnendo così l'ultimo ostacolo che separava madre e figlio dalla vittoria. All'esterno della trappola li aspettava Jokul impaziente appoggiato ad un'imponente catena fissata, sul limite destro, al pianeta e, su quello sinistro, alla Luna, era qualcosa di davvero apocalittico ed impossibile, eppure era lì, davanti agli occhi di Pitch, il solo pensiero del suo scopo lo fece tremare "Allora Pitch, sei pronto a fare una visitina al vecchio Manny ?"
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