Capitolo 39- come il pesce Betta Splendens

Mi risveglio nell'abbraccio di Edward e non potrei essere più raggiante di così. Allontano la mia testa dal suo petto e cerco lentamente di guardare il suo viso e con sorpresa mi accorgo che i suoi occhi sono aperti e mi guardano attentamente. Ricambia il mio sorriso lasciandomi un bacio sulla fronte, sulla punta del naso e l'ultimo sulle mie labbra. Sono completamente ipnotizzata.

Mi schiarisco la gola e cerco di controllare il mio battito. <<Buongiorno>> , penso che il mio viso stia diventando ancora più rosso del solito. Si china su di me e le sue labbra incontrano le mie per un bacio tanto dolce e innocente quanto esplosivo, un bacio che mi lascia senza fiato. Allenta la presa lasciando una mano risalire lungo la mia schiena fino a toccare la base del collo. Senza pensarci due volte lascio correre le mie mani sulle sue spalle. Le sue labbra si avvicinano al mio collo, sento il suo respiro sulla mia pelle e mi ritrovo per la millesima volta a trattenere il respiro finché non avverto il contatto. Espiro e le sue mani iniziano a scendere provocandomi brividi dappertutto. Allontana la sua bocca dal mio collo indietreggiando. Il suo sguardo scivola su di me per poi soffermarsi nei miei occhi. I suoi occhi adesso hanno una sfumatura meravigliosa e intensa.

Il mio cellulare prende a vibrare, rovinando questo momento. Si allontana per farmi passare e tolgo la sveglia.

<< Dobbiamo andare a scuola >> si alza dal letto e prima di uscire dalla stanza per prepararsi mi lascia un bacio sulla fronte. Mentre lui è sotto la doccia ne approfitto per sistemare il letto e decidere i vestiti per oggi: visto che ieri sera non ho avuto molto tempo per sistemare lo zaino e i vestiti. Prendo le cose necessarie per entrare subito in bagno non appena sentirò la porta aprirsi. Vado verso il corridoio e vedo Edward uscire dal bagno fresco di doccia lanciandomi un sorriso e un occhiolino. Entro subito in bagno e chiudo la porta per non fare vedere l'effetto che mi fa. Posso sentire ancora nitidamente il suo profumo nell'aria densa del bagno. Apro il getto d'acqua e cerco di pensare alla scuola senza aggiungere Edward, il signor Flores, le amiche, Mike, la mia professoressa di Greco e potrei continuare all'infinito. Quando mi decido di stoppare il getto d'acqua, mi regalo qualche minuto per pensare alla giornata scolastica e a decidere se farmi avanti in qualche materia per togliermi le interrogazioni. Faccio un respiro profondo e pieno di umidità per tornare alla realtà e mi avvolgo nell'asciugamano e vado nella mia stanza. Una volta pronta scendo e vedo Edward che mi aspetta per accompagnarmi a scuola.

Il viaggio in macchina è molto rilassante, ma purtroppo anche breve. Entriamo nel parcheggio e non so se voglio scendere, ma la settimana scolastica è iniziata. Non so se baciarlo prima di andare, ma non vorrei farmi male. Lo ringrazio con un sorriso e apro lo sportello.

<< Non mi basta quel sorriso >> sorpresa chiudo lo sportello e lo guardo incerta per le sue parole. Senza aspettare una mia risposta mi dà un bacio delicato sulle labbra. << adesso puoi andare>> senza dire niente scendo dalla macchina. Non sto camminando, sto volando  e non riesco a togliermi il sorriso dalla faccia, oltre che i cuoricini dagli occhi.

Entrando in classe vedo Alessia che indica con la mano di sedermi accanto a lei.

<< Buongiorno cara, se non sbaglio mi devi dire tante cose...>>  annuncia guardandomi con soddisfazione e anche un po' di eccitazione.

<< È vero, vi dovrei raccontare tante cose>> sono così tante che sicuramente dimenticherò qualche particolare, << ma non adesso, anche perché sei in punizione>> prendo il quaderno per gli appunti di fisica e lo apro per non guardare la faccia seccata di Alessia.

<< Ancora con questa cosa della borsa? >>  chiude il quaderno e mi guarda dispiaciuta, << l'idea non è stata mia e poi era una cosa divertente>> trattiene una risata, ma purtroppo l'ho scoperta.

<< Molto divertente comunque >> riprendo il quaderno e inizia la tediosa, interminabile e macchinosa lezione di fisica.

Quando entrò in mensa con Nicole, Alessia e Bruno ho un po' di paura, dopo quello che è successo ieri. Ci avviciniamo al nostro solito tavolo. Mi siedo con cautela e mi guardo intorno. Non avendo molto tempo a disposizione per raccontare quello che è successo con il signor Flores, Will, Mike e ovviamente Edward; decido subito di andare al dunque. << Forse dovresti parlare con tua madre>> concludo guardando gli occhi preoccupati di Nicole.

<< Ci penserò, comunque grazie per il tuo aiuto>> prende lo zaino che si trovava sotto il tavolo e si alza, << per favore non mi seguite>> senza pensare mi alzo e cerco di raggiungerla, ma Alessia mi blocca subito.

<< Ha bisogno di pensare, senza interventi esterni>> guardo ancora Nicole, finché non la perdo di vista. Dopo l'ora di pranzo vado verso l'aula di greco con Bruno. Mentre attraversiamo il corridoio, dal nulla spunta un piede e inciampo: mi ritrovo "elegantemente" distesa sul pavimento, con il sedere per aria. Il cellulare cade con violenza a terra e il libri pieni di appunti atterrano ovunque con un tonfo sordo. Per qualche assurdo motivo impiego un po' per rendermi conto che sono per terra e che forse dovrei alzarmi per rendere meno imbarazzante la scena. Bruno cerca di aiutarmi, ma una volta alzata scivolo per colpa di un foglio stupido di greco. Il mio viso è rossissimo come "il pesce Betta Splendens". Mentre tento per la seconda volta di ricompormi, le risatine iniziano a farsi sentire attorno a me, ma subito si diffondono in tutto il corridoio.

<< Signorina Cendronella, la prego di entrare subito in classe. Ha già dato spettacolo più di una volta, intralciando la serietà dei compagni, gradirei che si sistemasse subito e facesse la sua lezione di greco con austerità>> Le guance mi vanno a fuoco mentre mi lascio guidare dalla professoressa Knight. Il suo comportamento sembra freddo verso i miei confronti, ma forse è meglio così. Con accanto Bruno, mi lascio cadere al mio posto. Poggio con un sospiro i miei libri e i miei appunti un po' rovinati sul banco; Bruno sentendo il mio sospiro mi lancia uno sguardo compassionevole.

<< Ti rendi conto che finirà su Instagram prima che finisca la lezione, vero?>> alza la mano per risponde all'appello della professoressa

<< Hanno fatto video e foto?>> rimango a bocca aperta.

Annuisce con aria solenne e aggiunge dispiaciuto: << Video? Forse film...>>

<< Aspetta, hai visto chi mi ha fatto inciampare?>> chiedo bisbigliando per non farmi sentire dalla professoressa che sta iniziando a interrogare una mia compagna. Solitamente do la colpa a me stessa perché sono molto goffa, ma sono sicura di avere visto una scarpa maschile.

<< Non vorrei dire cavolate, ma penso sia stato Zach>> se la mia bocca prima era aperta, adesso sembro una divinità mostruosa con la bocca immensa. Perché mai dovrebbe fare una cosa del genere? Dovrei parlarne con Nicole, ma forse è meglio evitare visto il loro rapporto.

Dopo la brutta figura, le lezioni passano velocemente, ed io sono stanchissima. Cerco di farmi spazio tra i ragazzi, ma c'è troppa confusione.

<< Primula aspetta>> mi giro e vedo Federica. Prego che non dica qualcosa di scortese e pesante. << vorrei parlarti di una cosa importante e delicata>>

<< Perché dovrei ascoltarti? >> se non si chiamasse Federica e non fosse così reproba, forse le darei cinque minuti della mia vita.

<< Perché ti vorrei aiutare>> dopo questa assurdità me ne vado come fa sempre lei: mi giro muovendo i capelli e sculetto. Non voglio rovinare questa bellissima giornata, anche se Nicole se n'è andata senza darmi la possibilità di darle un consiglio o almeno consolarla.

Uscendo, con mia grande sorpresa vedo Edward; felice vado verso di lui. Continua a fissarmi senza parlare. I miei occhi faticano a reggere il suo sguardo, ma poi sento le sue mani posarsi sui miei fianchi mentre le mie si avvinghiano al suo collo. Non sapendo come continuare inizio a chiudere lentamente le palpebre e man mano che avvicino il mio viso al suo, schiudo le labbra per sfiorare le sue, ma vengo bloccata. Perché lo sta facendo? Forse dovrei dargli un po' di tempo...
Mentre Edward guida cerco di non pensare al suo rifiuto. Fortunatamente il cielo azzurro e l'aria fresca collaborano i miei pensieri, mi rendono ottimista  sulla nostra "storia" o qualcosa del genere.

<< Devi studiare oggi?>> spegne la radio che avevo acceso appena entrata in macchina per non dare la possibilità all'imbarazzo di farsi strada dentro di me e nella macchina.

<< Sì, sono piena di compiti>> anche se mi sono portata avanti non voglio perdere il ritmo del ripasso e magari fare qualche esercizio in più. << tu?>>

<< Oggi voglio riprendere la palestra >> nella mia testa iniziano a presentarsi immagini di muscoli e addominali, come se già non avesse abbastanza muscoli da fare vedere. Al pensiero divento di nuovo rossa e nonostante stia guidando e guardando la strada, non gli sfugge questo rossore. << poi sono io quello pervertito>>

<< Infatti sei tu>> rido imbarazzata dalle immagini e film che mi sono fatta.

Dopo un veloce bacio entro in casa e vedo Ettore dormire sul divano con Marley ricoperti da libri e fogli. Povero Marley che deve sopportare Ettore e i suoi esami; almeno studia pure lui. Vado nella mia stanza e tiro fuori i libri per studiare intensamente.

La cena è fantastica: Ettore è molto sorridente e rilassato, chiacchiera di come si sta preparando per gli esami e che ha conosciuto una ragazza molto carina all'università. Vedendo l'orario decido di andare a dormire; chiacchierando si è fatta notte. Prima di concludere questa lunga giornata, controllo il cellulare sperando in un messaggio da parte di Edward; ma come posso sperare in una cosa del genere? Non è il tipo,  basta pensarci. Sono esausta e, adesso, non riuscirei a ripassare neanche religione. Non metto nemmeno il cellulare in carica, quindi spero che la batteria sia abbastanza alta per almeno svegliarmi domani mattina. Non dovevo rompere quella sveglia. Con la pancia piena e il pigiama caldo, mi lascio sprofondare nel letto.

La voce di Marley mi sveglia di soprassalto.

<< Vattene!>> grida di nuovo. Spaventata salto giù dal letto ed esco in corridoio con la speranza di andare nella stanza degli ospiti senza cadere per il troppo buio. Finalmente giro la maniglia della stanza.

<< Marley>> bisbiglio, cercando di svegliarlo. Continua a girare la testa. << Marley, ti prego svegliati>> lo chiamò a voce più alta preoccupata per il suo incubo. Apre gli occhi di colpo. << Marley, stai bene? Calmati, era un sogno>> sussurro accarezzando il suo viso come faceva mia madre con me quando sognavo mia nonna che si allontanava da me.

<< No.>>  vorrei chiedergli il contenuto del suo incubo, ma non vorrei peggiorare la situazione.

<< Spengo la luce?>> gli sistemo le coperte e apro un po' la finestra per fargli prendere un po' di aria fresca.

<< Adesso no, potresti farmi un po' di compagnia?>> rispetto a due minuti fa adesso fa respiri più regolari, ma ancora poco profondi.

<< Certo che sì >> sistemo la sedia che si trova in mezzo la stanza e cerco qualcosa per farlo calmare, ma penso che dovrò affidarmi alla mia estemporaneità.

<< Anche tu a volte sogni persone che non ci sono più o ti mancano?>>  mi avvicino di nuovo al suo letto e mi siedo accanto a lui.

<< Certo che sì, è normale farlo.>> accarezzo la sua mano che trema per la paura e continuo sicura di quello che penso sui sogni o incubi, <<nel sonno siamo di nuovo bambini. Sogniamo cose passate, cose che non torneranno mai più. Nei nostri sogni abbiamo conforto, libertà e amore. A volte possiamo essere visitati da coloro che abbiamo perso e per quelle perfette ore di sonno siamo di nuovo con le persone che ci mancano. Non è che pensiamo che stiano davvero parlando con noi, principalmente, ma le nostre menti subconscie possono inviare queste persone che stimiamo con soluzioni. Certo a volte è troppo oscuro da capire. A volte sono incubi, ma quelli quando iniziamo a svegliarci, e la vita torna a un ritmo, diventano sempre più lontani>> quando capisce che succede pure a me, si rilassa. Parlo un po' per farlo distrarre dall'incubo finché la sua coscienza inizia a diminuire, la sua mente sta cadendo in caduta libera, turbinando con il bellissimo caos in un nuovo sogno. Lentamente mi alzo, gli sistemo per l'ultima volta le coperte ed esco dalla sua stanza.

<< Ehi Ettore, cosa succede?>>

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LEGGETE❤️
Ciao ragazzi, come state? Mi dispiace perché in questo periodo non sono stata molto attiva, ma sono stata molto impegnata con i miei genitori. Spero di fare un altro capitolo il prima possibile. In ogni capitolo cerco di mettere un pensiero profondo, un pezzo di me. Molte persone vorrebbero i POV, ma secondo me non avrebbe più senso...
Il bello nella storia sta nel scoprire i personaggi lentamente, attraverso una frase, un commento, un consiglio o una semplice parte della giornata.
Allora conosceremo solo Primula? Assolutamente no, anzi è secondo me quella più difficile, poiché la viviamo in prima persona.
Inoltre mi è stato chiesto fare delle piccole descrizioni caratteriali ai personaggi.
Come faccio? È impossibile. Io oltre a scrivere la storia, sto scoprendo i personaggi con voi. La storia potrebbe completamente cambiare e stravolgere i personaggi e me stessa.
Grazie per i vostri commenti sia in privato che qui. Spero la storia vi piaccia e grazie se avete letto anche questo piccolo mio pensiero. Alla prossima ❤️❤️💋

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