Capitolo 34- Ci risiamo

L'adrenalina inonda il mio sistema come se fosse una flebo endovenosa, proprio nel mio sangue a piena pelle. Penso che il mio cuore esploderà e i miei occhi sono spalancati, lasciando entrare ogni oncia della luce sbiadita. Il mio corpo vuole scendere dalla macchina e scappare dalla pazzia di Nicole, ma invece restò esattamente dove sono. A volte, con lei, il congelamento è la scelta migliore e , ammettiamolo, ho un disperato bisogno di andare dal parrucchiere e magari comprare un vestito un po' più formale del solito. Voglio reprimere il martellamento nel petto, ma non c'è modo che accada adesso. Non me ne pento però, vedendo le mie amiche pronte per fare una pazzia, dopo tutto, mi mancava. Come mai nei film le persone che scappano con la macchina, facendo manovre impossibili, non hanno mai avuto paura? Forse lo erano, forse non avevano scelta. Poi non posso paragonare questa ragazzata a un film giallo...forse...

<< Siete pronte ragazze?>> gira la macchina con una manovra secca e veloce, per poi sfrecciare rischiando di tamponare tutti e anche se stessa. << Mi ringrazierai Primula, adesso prendiamo una strada più corta e veloce>> La mia adrenalina è aumentata così velocemente che quasi ho rischiato di vomitare, adesso sento la saliva che ispessisce la mia bocca in una pasta rancida. Adesso che è finito devo assolutamente muovermi, o rischio di diventare tutta bianca.

In soli dieci minuti arriviamo al parcheggio del centro commerciale. Subito apro lo sportello per scendere e capire se i miei muscoli mi hanno completamente abbandonata.

<< Addirittura, sei proprio una vecchia perfettina>> Alessia è così felice di fare shopping che sta urlando come quando va a ballare. Mi tira lo zaino e fortunatamente lo prendo al volo, Nicole chiude la macchina e andiamo tenendoci insieme per mano.

<< Da dove iniziamo?>> guardo attentamente le vetrine con la speranza di trovare subito l'abito perfetto, finché non vedo dove ha comprato il vestito Federica per me. Indico la vetrina a Nicole, ma la reazione è una risata. << Ma stai scherzando? Costano un occhio della testa>>

<< Ma dare una semplice e veloce occhiata non mi renderà povera>> mordo il labbro inferiore emozionata per quel vestito che spicca da metri di distanza

<< Ma se dovessi trovare il vestito perfetto sarebbero guai amari: diventeresti povera in due secondi>> continua a parlare elencando tutti i rischi che correrei, finché non mi convince, << infine lo sai meglio di noi, non mi piacerebbe vederti triste per un vestito che non possiamo comprare...>> peccato io abbia già adocchiato il vestito...

<< Va bene, avete ragione>> distolgo lo sguardo da quella vetrina malefica e andiamo avanti. << Ragazze ho solo un'ora per trovare il vestito, poi dobbiamo andare via per il parrucchiere>>

<< Tranquilla, entriamo in quel negozio>> mi fa vedere un catalogo che un signore ci ha dato precedentemente, << guarda questo vestito, non sembra male>>

<< Infatti non è per niente male>> quasi correndo andiamo al negozio. Dopo aver provato quasi una decina di vestiti, rimango sorpresa per l'undicesimo. Con un sorriso a trentadue denti, esco dal camerino e vado verso le mie amiche. Le loro facce mi fanno capire che questo è l'abito giusto.

<< Fai un giro su te stessa>> emozionata mi giro lentamente per fare risaltare ogni piccola cosa ai loro occhi,<< sei semplicemente perfetta>> mi prende Alessia per una e mi fa fare un altro giro.

<< Hai delle scarpe nere con il tacco?>> mentre penso a delle scarpe, Nicole studia il vestito da vicino.

<< Devo mettermi i tacchi?>> farfuglio preoccupata. Non vorrei esagerare, anche perché mi verrà a prendere Will.

<< Tesoro, con un vestito del genere sì.>> mi guardo allo specchio e capisco che non hanno torto.

<< ma il vestito è rosso...i tacchi neri mi farebbero sembrare volgare>> mi siedo sul divanetto nervosa e preoccupata. Tra un po' dovrò andare dal parrucchiere, e non sono convinta dei tacchi.

<< Se vuoi ti presto i miei tacchi bianchi>> guardo Alessia e studio la cosa. I tacchi bianchi sarebbero più delicati. << tacco nove centimetri...>> mi alzo e l'abbraccio.

<< Mi hai convinta>> guardo l'orologio, do l'ultima occhiata al vestito e mi cambio velocemente nel camerino. << Andiamo, abbiamo mezz'ora di tempo per andare dal parrucchiere>>

Con il sacchetto del vestito e un altro con qualche cosmetico per stasera, anche se probabilmente mi farò truccare dall'estetista, corriamo verso la macchina rischiando di fare arrabbiare qualcuno.

Entrando, veniamo accolti da Mason: il parrucchiere più bravo della città.

<< I capelli ti stanno molto bene>>, commenta Nicole toccandomi i capelli con le mani mani fresche di manicure.

<< Grazie, bellissime invece lo smalto che hai scelto>> mi fa l'occhiolino mente si avvicina al parrucchiere che le deve fare i capelli. Quando ho detto a Christian che non andavo dal parrucchiere da due anni era scandalizzato. Dopo un po' di polemiche mi ha convinto a schiarire le punte con un castano molto chiaro, quasi biondo. Il risultato è un castano alle radici scuro e le punte molto chiare, ma fortunatamente non si vede lo stacco che sulle altre ho sempre odiato. Anzi guardandomi meglio la differenza si nota appena, al contrario di quanto temevo. Questo parrucchiere ha fatto un miracolo anche alle mie sopracciglia, disegnando un arco perfetto, e mi ha messo uno smalto rosato sulle unghie mani e piedi. Mentre mi guardo allo specchio, il parrucchiere chiama le mie amiche per fare vedere il capolavoro che ha fatto.

<< Christian sei stato magnifico>> stridula Nicole felice per il risultato, << sembri completamente un'altra persona, una figona assurda>> alla parola figona il parrucchiere sussulta per l'imbarazzo. Guardandomi intorno vedo solo adulte, quindi è normale spaventarsi per il linguaggio di Nicole.

<< Grazie...>> sussurro imbarazzata e sorpresa del risultato.

<< Adesso manca solo il trucco. Hai il vestito qua?>> chiede Christian felice per i ringraziamenti ricevuti. Alessia senza perdere tempo prende dal sacchetto il vestito. << Direi di fare un trucco leggero, poiché già il vestito è un rosso acceso>>

<< Le scarpe saranno bianche, e anche la borsetta>> sorride Alessia fiera di potermi dare una mano con le sue cose. Il parrucchiere studia un po' il tutto e decide. Velocemente spiega tutto a loro due, lasciandomi stare, come se non capissi niente di moda e trucco.

Non lo biasimo per niente.

<<Perfetto, io direi di aggiungere sulle spalle e le clavicole un po' di illuminante>> conclude Nicole facendomi l'occhiolino.

<< Stasera hai un appuntamento?>> chiede Christian appena le mie amiche si allontanano per continuare quello che stavano facendo

<< Una specie di appuntamento. Non riguarda un ragazzo, ma una possibilità per conoscere un mondo del lavoro che amo da un po'>> spiego. Sicuro di sé prende creme e cremine e con un pennello dipinge sul mio viso come solo un grande artista sa fare.

<< Ma non sei ancora al liceo?>>

<< Sì, però potrebbe aiutarmi per l'università >> sorrido per il sogno che lentamente si sta avvicinando. << Tanto non ho niente da perdere>> continuiamo a parlare del più e del meno, finché non finisce il capolavoro. << Adesso vado da un'altra cliente in bocca al lupo. Il trucco lo offro io>> mi fa l'occhiolino e scappa da un'altra signora che stava iniziando a lamentarsi per il ritardo.

Felice per il risultato, vado dalle mie amiche già pronte.

<< Come sei bella...>> Dicono in coro prendendo le cose dalle sedie.

<< Neanche voi scherzate>> Nicole ha fatto le punte rosse come quelle di sua zia, mentre Alessia ha acceso i suoi capelli già arancioni con delle sfumature.

Per l'intero tragitto guardo fuori dal finestrino ammirando ogni palazzo, ogni casa, ogni parco e persona.

<< Ecco, siamo arrivate>>, annuncia Alessia entrando in un parcheggio coperto tra due ville abbastanza grandi. Scendiamo dalla macchina e seguiamo Alessia che ci dirige verso la sua casa per prendere le scarpe e la borsetta. Entriamo a casa di Alessia, ma vedendo i suoi genitori impegnati con dei colleghi chiude la porta della sala da pranzo.

<< Ehm, in questa stanza secondo me c'è freddo, ci accomodiamo in cucina?>>

<< Per me va bene>> , accettiamo seguendola verso la mega cucina. Una sua cameriera ci porta una caraffa d'acqua e tre bicchieri. Nonostante sia quasi inverno, la caraffa è piena di ghiaccio e fettine di limone perfettamente rotonde. Alessia nonostante sia molto ricca è una persona umile e generosa.

Prima di prendere le cose direi di rilassarci un po' bevendo l'acqua e magari mangiando una torta sempre al limone fatta da Theresa per noi. Nonostante sia ovvio che la torta l'abbia fatta per lei e per i suoi genitori, chiede il permesso.

<< È buonissimo>> Amo tantissimo il limone, e specialmente le torte al limone. Dopo mezz'ora ci lascia in cucina per prendere le cose, finché non torna con due sacchetti contenenti le scarpe e la borsa.

<< Ecco qua>> mi porge delicatamente le cose e mi abbraccia facendo attenzione a non rovinare il capolavoro

<< Adesso direi di andare Primula, cercherò di sistemare il rossetto per poi assicurarmi che Will venga in orario>> prende lo zaino e i sacchetti, delicatamente cerca di mettermi sulle spalle il mio zaino per non rovinare i capelli.

<< Grazie Alessia, ci sentiamo dopo>> saluto Alessia che ci accompagna alla porta

<< In bocca al lupo amica>> mi sorride e aspetta che entriamo in macchina.

Il viaggio verso casa mia inizia ad essere pesante, non credo di essere mai stata così tesa. Nicole alza il volume della musica per farmi rilassare, ma non funziona per niente.

<< Vuoi respirare? O rischio di vederti svenire?>> cerco di concentrarmi sul respiro, ma le bolle d'ansia nella gabbia toracica mi fanno male allo stomaco. << Andrà tutto bene>> mi accarezza il braccio senza distogliere lo sguardo dalla strada.

<< Fai attenzione a lavarti i denti, io intanto prendo il rossetto e sistemo la borsetta>> senza perdere tempo saliamo, per poi lei andare verso la mia stanza e io verso il bagno. Mentre strofino i denti con lo spazzolino ripasso il mio discorso o quello che potrei dire per farmi vedere preparata.

<< Okay, sei pronta. Dobbiamo assettare solo Will>> posa il rossetto sulla mia scrivania e mi aiuta a sistemare il vestito.

<< Sarai stanca, tanto starà arrivando. Poi nell'altra stanca c'è mio fratello che sta studiando>> in realtà c'è anche Marley.

<< Preferisco controllare io.>> si avvicina verso la finestra per controllare se è arrivato, mentre io faccio avanti e indietro sperando di non dimenticare niente. << Primula è arrivato, prendi la giacca bianca e scendi. Intanto lo accolgo io come si deve>> strofina le mani e scende dandomi uno schiafferò sul sedere.

<< Ti odio>> sussulto nervosa, << non lo fare spaventare>>. Mi avvicino di nuovo allo specchio e vedo in me per la prima volta mia madre. Chissà che sta facendo...la dovrei chiamare, ma adesso ho una cosa importante, che potrebbe renderla felice e fiera di me. Metto la giacca facendo attenzione a non rovinare tutto, faccio un respiro profondo, prende la borsetta dal letto e sicura di me scendo giù. Interrompo la loro conversazione sul sostegno morale femminile. Will appena mi vede si alza di scatto dalla sedia e si avvicina a me.

<< Ciao Primula, s-sei bellissima>> balbetta imbarazzato e rosso

<< Grazie e scusa se Nicole ha detto qualcosa di sbagliato o fuori luogo>> guardo sorridendo Nicole che mi alza il dito medio.

<< Ah, è molto gentile>> continua spaventato. Chissà che ha detto Nicole. << Andiamo? Perché c'è un po' di traffico>>

<<Certo, però prima devo fare una cosa>> mi allontano da lui e vado verso la mia amica, << Grazie per questo pomeriggio bellissimo, ti adoro>> mi dà un bacio sulla guancia, << ti voglio bene pure io. Spaccherai stasera, anche se già con Will l'hai fatto>> mi sussurra l'ultima frase all'orecchio per non farsi sentire da Will.

<< Smettila stupida>> rido rossa per la frase che sicuramente avrà sentito Will. Prende lo zaino divertita e insieme usciamo da casa. Saluto l'ultima volta Nicole, per poi andare in macchina con Will.


<< Ansiosa?>> chiede con un sorriso Will uscendo dal giardino della mia casa.

<< Leggermente>> sorrido per l'imbarazzo. Arriviamo davanti a un grande ristorante da lusso.

<< Sì Primula, è questo il ristorante>> ride per la mia faccia imbambolata e la mia bocca completamente aperta. Mi sblocco solo quando Will apre lo sportello della macchina e mi aiuta a scendere. Entrando chiediamo il tavolo prenotato a nome del signor Flores. Raggiungiamo il terzo piano e ci indica un tavolo vuoto.

<< Il signor Flores arriverà fra un secondo>> io e Will ci guardiamo e ridiamo per la tensione che ho, sembra una sala solo per affari o cose del genere. Dopo due minuti vediamo aprire la grande porta che divide le due sale presenti in questo piano, e ne esce quello che sicuramente è Flores, poiché Will si alza con un sorriso a trentadue denti.

<< Buonasera, scusate per il ritardo>> saluta Will stringendo la mano, finché non sposta la sua attenzione a me <<Miss Cendronella>> saluta stringendo la mia mano,<< finalmente ho il piacere di conoscerla>> Ha indosso un completo così elegante che mi sento un po' in soggezione, menomale che ho comprato questo vestitino professionale. Ha una mano occupata con una cartella piena di fogli.

<< Salve mister Flores>>, gli sorrido ricambiando la stretta di mano

<< Come avrà notato dal mio accento lavoro in America, ma non sarà un problema per lei. Mi ha detto il suo amico Will che in inglese non è male>>

<< Certo, ma sono minorenne e frequento il liceo...>> farfuglio preoccupata ma cercando di contenermi. Flores guarda divertito Will scoppiando a ridere. << Ho detto qualcosa di sbagliato signore?>>

<< No, ma non le sto offrendo un lavoro. Sono consapevole della sua età; e poi deve fare l'università>> ride per poi continuare, << ha molta strada da fare Miss Cendronella>>

<< Giusto, dimenticavo>> rido nervosamente. Mangiano tutto e parliamo del suo lavoro, del suo ufficio, del suo istituto di ricerca e perché mi trova interessante per un viaggio di formazione.

<< Ovviamente per fare questo viaggio di formazione deve firmare almeno un suo genitore. Per quanto riguarda il pagamento è gratis, credo da lei possa aspettarmi molto>> i camerieri ci portano via i piatti del desert vuoti, per poi continuare, << Non mi deluda>> mi fa l'occhiolino e mi sorride.

<< Credo sia arrivata l'ora di ritirarsi, sono le 23:00>> io e Will ci alziamo con lui e scendiamo verso la porta. << È stato un piacere conoscerla, e un piacere rivedere il mio vecchio amico. Purtroppo devo andare o rischio di perdere l'aereo. Arrivederci>>

<< Arrivederci mister Flores>> ci stringiamo le mani e va via con il taxi.

<< Che serata>> ride Will divertito dalla mia faccia felice per l'appuntamento andato bene. << La tua felicità è contagiosa>> mi accompagna verso la macchina, apre lo sportello e partiamo subito.

<< Vorresti fare un giro prima di tornare a casa?>> ricordo la nostra prima uscita, abbiamo concluso con un bacio che mi ha fatto fare cavolate con Edward: meglio evitare.

<< Ehm, è tardi, vorrei andare a casa>> sorrido per sciogliere il ghiaccio, ma nonostante questo sembra deluso.

<< Okay>> il viaggio è così silenzioso e imbarazzante, non vedo l'ora che finisca. Nonostante sia notte, le strade sono piene di persone che vanno chissà dove. Appena arrivati a casa mia, lo saluto gli chiedo scusa e scendo

<< Buonanotte Will>> vado verso la porta della mia casa, finché non mi chiama, << Primula aspetta un secondo>> pensando avessi dimenticato qualcosa mi giro verso di lui. << ti posso fare una domanda?>>

<< Certo>> sorrido gentilmente, anche se sono preoccupata per la domanda che vuole farmi, sembra così preoccupata a farmela e a sentire una possibile risposta.

<< Per caso ti piace ancora Edward?>> delusa dalla domanda mi giro ed entro a casa sbattendogli la porta in faccia. So che la mia reazione è esagerata, ma non capisco il motivo della domanda. Stanca mi tolgo i tacchi e li lascio all'ingresso, poso le chiavi e il cappotto. Dal salottino vedo una luce che proviene dal salotto, finché non sento una specie di coro schifoso maschile che esulta per una cavolo di partita. Arrabbiata vado verso quella luce e accendo la lampada.

<< Ma siete stupidi?>> urlo ancora spaventata per le urla. La mia voce viene interrotta alla vista di Edward seduto accanto a Ettore. Ci risiamo.

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Ciao a tutti ragazzi, come state? Come state passando queste giornate? Fate video lezioni? Fate verifiche orali e scritte? Spero la storia vi sia piaciuta e vi abbia fatto dimenticare la quarantena per 5 o 10 minuti❤️❤️❤️
Il prossimo capitolo sarà abbastanza forte...❤️❤️❤️

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