Capitolo 31- Sento inondare la mia bocca di sangue.

<< Hei Primula, siamo qua>> mi avvicino al solito tavolo respirando come se avessi corso ore e ore. Già so che dovrò parlare con Mike e fare attenzione con Nicole per la questione di Zach; almeno Alessia non ha nessun problema.

<< Hei ragazze, come state?>> noto il viso di Nicole stanco e pallido. Mi siedo accanto ad Alessia che mi fa spazio togliendo il suo zaino dalla sedia.

<< Neanche ti rispondo perché dalla mia faccia potresti capire subito>> si tira indietro i ciuffi di capelli e sospira.

<< Tranquilla che ti aiuto io. Però devi dirmi quello che devo o dobbiamo fare.>> guardo Alessia che è d'accordo con me.

<< Ovvio, cercherò di fare qualcosa pure io. Però non contate molto su Bruno>> noto che c'è un posto vuoto. << è uscito prima dalla scuola per il mal di testa>>

<< Significa che questo pomeriggio passeremo da casa sua>> spero di sciogliere un po' questo ghiacciaio che c'è nei nostri cuori. << Comunque pure io non sto tanto bene>> vedendole curiose spiego quello che è successo oggi. << la professoressa di greco mi sembra strana.>>

<< Che significa?>> mi incalza Alessia con la bocca piena di patatine

<< Secondo me è una parente di Edward...>> butto nel vassoio la forchetta. Sono così stressata che non ho la forza per mangiare. << Per come si comporta, per quello che dice...Insomma, qualcosa non torna.>>

<< Significa che oltre a parlare con Mike e vedere cosa fare con Zach...dovremo scoprire cosa nasconde questo bel ragazzo>> dice Alessia eccitata per le mille cose che dobbiamo capire o fare.

<< Alessia, non siamo Agatha Christie>> invidio tantissimo il suo sorridere sempre e prendere tutto con filosofia; ma purtroppo la situazione è delicata e reputo intelligente sbrigare questa cosa di Edward da sola.

<< Infatti tu sei Sherlock Holmes e io il dottor Watson>>

<< Non ti rispondo per rispetto cara amica. Comunque, per la cosa di Edward ci penserò solo io. Adesso cerco Mike e vedrò che fare>> mi alzo nervosa ma allo stesso tempo felice di aiutare Nicole. Vedo da lontano Federica che parla con una delle sue amichette. Che stronza. Mi ricordo che quando eravamo migliore litigavamo spesso per cavolate; infatti una volta ebbi litigato con lei perché mi aveva fatto un favore e voleva ricambiassi provandoci con uno dei suoi tanti fidanzati per mettere alla prova la sua fedeltà; che poi a dodici anni cosa cavolo vuoi mettere alla prova. Questo lo sa solo lei. Sta di fatto che mia  madre mi disse che la colpa era sua perché bisogna dare senza aspettarsi di ricevere; c'è saggezza in queste parole. Perché l'amicizia è amore e l'amore non può essere una transazione, un mestiere. Perché l'amore può espandersi come l'aria può, riempire qualsiasi vuoto, non importa la quantità. L'amore è salutare se dato liberamente, altruistico, empatico e con delicatezza di spirito. Immagino che la sfida sia imparare a dare così tanto con così poco ritorno e ancora non mi aspetto mai alcun aiuto o gentilezza da lei. Forse il modo è sentire la gioia che deriva dal dare, il modo in cui l'universo premia modi così belli. Forse è così che le brutte situazioni diventano buone, nel tempo, lasciando che la natura ti ami, lasciando che il cuore vinca. Lo spero davvero. Ma intanto credo sia meglio lasciarla perdere...
Forse la colpa non è sua. Pensavo fosse l'amica perfetta, o meglio, pensavo volesse almeno provarci. Forse ho visto solo quello che volevo vedere, ho immaginato in lei ciò che quando ero piccola desideravo, ciò di cui forse avevo bisogno. Ma so  che la scelta che ho dovuto prendere non è stata facile. Quando decise che era ora che io me ne andassi dalla sua vita possedeva troppe carte che non avrebbe mai potuto sacrificare per me. E così iniziò a trattarmi male e a farmi allontanare.

Vengo interrogata da una voce familiare, mi giro leggermente e vedi Mike parlare con una persona che non conosco. Lentamente mi avvicino a lui cercando di essere la più sorridente del mondo.

<< Hei, non ti vedo da un po'>> mi maledico perché da brava ragazza educata dovevo aspettare che finisse di parlare con quel ragazzo dai capelli lunghi. Mi mordo la lingua e aspetto una risposta.

<< Hei...ci sentiamo dopo Terrence>>, saluto timidamente con un cenno della mano il suo amico, per poi sorridere con fare dispiaciuto a Mike

<< Scusa se ho interrotto la tua conversazione>> mi rilasso nel vederlo sorridere e luminoso.

<< Ma che dici, sono felicissimo di vederti. Come stai?>> guardo l'orologio appeso sul muro e noto che è tardi e tra un po' suonerà la campanella. Non posso andare subito al dunque, poiché sarebbe da maleducati.

<< Bene, tu?>>

<< Non mi posso lamentare. A cosa devo l'onore di averla accanto a me a sentire la sua voce soave?>> sembra sia felice di vedermi, ragion per cui non potrò parlare adesso di una cosa così delicata per lui.

<< La ragazza di fronte a lei è onorata di invitarla questa sera  a fare una passeggiata per il parco>> divertita quanto lui sto al gioco.

<< Sono onorato di accettare l'invito, anche se mi sorprende vostra signoria. Facciamo per le 18:00?>> Bé, vorrei dirti che sorprende anche a me, visto che già sono in una brutta situazione. << Magari posso prenderla da casa sua con il motore>>

<< Ehm...vostra signoria è lieta di accettare>> veniamo interrotti dal suono della campanella.

<< Perfetto, allora arrivederci>> ancora con il sorriso sulla faccia prende delicatamente la mia mano e la bacia inchinandosi leggermente. Rimango sorpresa dal gesto improvviso

<< Ehm...a-arrivederci>> mi ricordo che a casa mia c'è Marley nascosto. Mi prendo a parole così pesantemente da offendermi da sola; peggio di così non potrebbe andare. Arrabbiata con me stessa mi dirigo verso l'aula di storia dell'arte a passo svelto e pesante da sembrare un elefante. Sono così arrabbiata che mi ritrovo a rosicchiarmi l'interno della guancia. Ancora non è guarito da qualche giorno fa. Sento già inondare la mia bocca di sangue. Stringo forte i pugni, fino a quando le unghie non si affondano nel palmo della mia mano. Sento il suono del mio cuore che batte contro la gabbia del mio petto. Prendo il cellulare per guardare l'orario, ma rimango bloccata alla vista del mio labbro sanguinare. Senza pensarci due volte bagno le labbra con la mia saliva ed entro in classe a testa bassa. Mi siedo all'ultimo banco, in un banco singolo. Vedo tutti i miei compagni chiacchierare e ridere in gruppo. Il mio cuore sta iniziando a calmarsi. Due mie compagne davanti a me stanno parlando delle loro mamme, io non so che fine abbia fatto. Mai nella mia vita sono arrivata così sotto. Abbasso la testa, appoggiandola sul banco e cercando di non piangere.

L'ora la passo prendendo appunti e trattenendo le lacrime per i mille problemi. Sarò io che mi faccio mille paranoie, poiché la questione sarebbe soltanto uscire anche solo un'ora con Mike per la mia migliore amica; ma non ci riesco. Il pensiero di disturbare quel povero ragazzo mi dà sui nervi. Per forza dev'essere d'accordo ad un cavolo di matrimonio? Per forza Nicole pur di potere avvicinarsi a sua Madre deve cercare di convincere Mike? Per forza devo stare all'oscuro sulla mia famiglia? Per forza Katrina Knight deve contare su di me con Edward? Neanche so cosa sono per lui; quindi cosa si aspetta?! Per forza ZaCh doveva lasciare proprio adesso sola Nicole? Magari la vita di Nicole è troppo complicata per lui. Per forza non posso vedere il mondo come lo vede Alessia? Cioè rosa e fiori? Per forza Marley doveva fare questa fine? Quante domande...

<< Signorina Cendronella, la lezione è finita>>

<< C-come scusi?>> chiudo il libro e il quaderno degli appunti velocemente e salto in aria.

<< Sta bene?>> mi alzo così velocemente da avere le vertigini. Guardo la professoressa che è preoccupata e le sorrido

<< S-sì, mi scusi. Purtroppo ieri mi sono fatta prendere dalle serie TV>> ma che cavolo sto dicendo?!

<< Cendronella non è da lei. Adesso va che è tardi>>

<< Sì, sí, arrivederci e grazie per la pazienza>> esco dalla classe, poso i libri nell'armadio e vado a lezione di fisica. Sicuramente Alessia vorrà sapere quello che è successo, ma non me la sento proprio; ragion per cui cercherò di mettermi seduta accanto a qualcun'altra.

Fortunatamente vedo un posto libero accanto ad Azure, una mia compagna che ama passare la vita in palestra. Direi perfetto per la mia autostima.

<< Primula, ma che stai facendo>> dice a bassa voce Alessia da lontano.

<< Silenzio signorina Gerbera Alessia>> per la prima volta ringrazio il professore che odio dal profondo del mio cuore.

Per tutta la lezione sento addosso gli occhi delusi di Alessia che sperano di incrociare i miei. Faccio finta di niente, non posso permettermi un altro passo falso. Voglio uscire prima con Mike per vedere se riuscirò a capire qualcosa, poi dirò tutto alle mie amiche. Solo mezz'ora e potrò andare a casa, mi sa che per quanto riguarda Bruno potrò inviargli solo un messaggio.

Finalmente esco dalla scuola senza incrociare sguardi indesiderati. Cammino a passo svelto verso la mia casa che fortunatamente non è molto lontana. I piani sono: portarmi avanti con i compiti e sbrigare questa cosa con Mike; e magari preparare qualcosa per venerdì e vedere un film con il mio caro amico Marley. Oddio se penso a venerdì. Dovrei andare dal parrucchiere.

<< Ciao, sono a casa>> poso le chiavi sul tavolino del salotto, la giacca sul divano e lo zaino per terra accanto alla porta.

<< Hei, ho preparato della cioccolata calda>> vado verso Marley che è impegnato ai fornelli.

<< Se vuoi ti aiuto, sono brava>> dico ridendo per quello che è successo ieri.

<< Ti ringrazio ma è meglio evitare.>> sorride mordendosi un labbro per non scoppiare dalle risate.

<< vorresti dire che sono scarsa?>> prendo due tazze e le metto sul tavolo. Almeno faccio qualcosa pure io.

<< assolutamente no. Anzi sei così brava che mi sembra brutto farti sprecare tempo per una semplice cioccolata>>

<< Allora lo fai di proposito>> rido per la doppia frecciatina. Prendo dei cucchiaini e mi siedo felice per la cioccolata. Prende il bicchiere e versa un bel po' di cioccolata.

<< Com'è andata oggi?>> si siede accanto a me bevendo la sua cioccolata. Disperata gli racconto tutto dalla A alla Z.

<< Conosco quella donna. Cerca di starle lontana>> rimango congelata nonostante avessi bevuto la cioccolata calda. Osservo meravigliata la sua espressione. Sto vedendo a di poco disgusto sul suo viso, quasi odio, mentre il suo viso è arrossato dalla rabbia.

<< P-perché? È la mia professoressa di g...>> tremo per la paura che mi sta trasmettendo questo ragazzo che sembrava calmo e tranquillo.

<< Non devi stare accanto a lei. Non deve sapere niente di Edward. Chiaro?>> sento uscire dalla sua bocca veleno e rimprovero insensato, poiché io non c'entro nulla con questa storia.

<< Ma non è colpa mia, poi Edward una volta l'ha vista>> continuo singhiozzando, << mi aveva accompagnato in macchina a scuola e l'ha vista>>

<< Lo so, ma pensavo fosse pazzo lui; invece è la verità. Fai attenzione>> Sento il sudore inzuppare la pelle, il pulsare dei miei stessi occhi e il battito del mio cuore contro il mio petto. Le mie dita sono arricciate in un pugno, le unghie mi affondano nel palmo. Non riesco a sentire la mia respirazione rapida, ma riesco a sentire l'ossigeno inondarmi dentro e fuori dai miei polmoni. La paura mi sta torturando le viscere, agitando il mio stomaco in crampi tesi. La paura avvolge la mia coscienza, mettendo da parte tutti gli altri pensieri. La paura travolge il mio corpo, rendendolo drasticamente esaurito. Tutto questo è troppo per me. Tuttavia, soprattutto, la paura mi sta calmando e questo è ciò che mi spaventa di più.

<< Mi potresti almeno dire il motivo?>> onestamente non so se voglio saperlo, ma ormai mi sono offerta di aiutarla. Devo sapere chi è e cosa vuole.

<< Non posso. In realtà neanche io so bene la storia.>> mi guarda serio, << ma so solo che non devi dire niente su Edward. Okay?>> aspetta una risposta che non vuole uscire dalla mia bocca. Perché non dico okay? Tanto perché dovrei aiutare Katrina Knight? Non guadagnerei niente, se non il piacere di capire la storia di Edward. << Rispondi Primula>>

<< Hei ragazzi>> entra Ettore in cucina. Ero così presa dalla situazione che non mi ero accorta che Ettore era tornato dall'Università.

<< Ciao amico>> Marley mi lancia un'occhiata per farmi capire che devo stare zitta, e che lui è all'oscuro di tutto. Si alza dalla sedia e gli dà una pacca alla spalla. Mi alzo di scatto pure io. Ancora perplessa  mi faccio dare un bacio da Ettore e vado nella mia stanza. Credo sia meglio che studi in biblioteca o in un bar; tanto devo solo portarmi avanti con i compiti. Ancora confusa prendo lo zaino e ci metto dentro i libri, prendo il cellulare, il mio beauty per l'uscita, poiché non ho intenzione di tornare a casa ed esco. Mentre cammino verso la biblioteca invio un messaggio a Mike per dirgli che mi deve venire a prende in biblioteca. Oltre ad essere confusa iniziano a farsi sentire I sensi di colpa. Non solo devo prenderlo in giro, poiché sto uscendo con lui solo per convincerlo a dare una possibilità a suo padre; ma anche perché dovrà fare un pezzo di strada in più per venirmi a prendere.

Entro nella libreria e prendo un tavolo per studiare. Tra caffè e libri, finisco tutti i compiti per la settimana; anche se domani sicuramente me ne daranno di altri. Mi alzo e vado verso uno scaffale per prendere un libro che mi possa aiutare per l'appuntamento di venerdì: non voglio farmi vedere impreparata. Rimango affascinata dalla quantità di libri. Fila dopo fila di libri ben allineati con le spine rivolte verso l'esterno, codificati a colori con punti, sezione di medicina disposta in ordine alfabetico. Non sapendo bene cosa preparare ne prendo qualcuno a caso. Mi sposto su un tavolo avente un computer per ricerche o studio e cerco di prendere spunto da quello che c'è su internet.

Salto in aria quando sento la suoneria del mio cellulare.

<< Signorina! L'altra volta l'ho buttata fuori per la chiusura, adesso lo devo rifare perché non ha rispetto per gli altri ragazzi che stanno studiando?>> dice a bassa voce. Mortificata mi scuso, prendo le cose ed esco dalla libreria.

<< Scusa se non ho risposto, ma non potevo parlare>>

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Ciao ragazzi. Scusate per la mia lunga assenza, ma sono stata impegnata e piena di verifiche e versioni. Inoltre mi sto preparando per gli esami ICDL. Spero il capitolo sia di vostro gradimento e di pubblicarne presto un altro. Ciaooo❤️❤️❤️

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