22. pace
L'adrenalina che mi attraversava mentre correvamo era qualcosa di eccezionale. Non sentivo paura, mi sentivo più rinata che mai ed era così. Alì era dietro di me, mi aveva inseguita in questa partenza inaspettata, aveva accettato la mia idea, mi aveva seguita anche se l idea non era delle ottime, ma voleva sicuramente vedere come andava a finire. Lui aveva meno paura di me ed era più furbo. Attraversammo i paesi sopra un cammello ridendo della paura, era come se fossimo diventati piccoli e tutto ciò che ci faceva del male era come se non esistesse. Arrivammo al palazzo di Re Amir, avevo il cuore a mille, avevamo corso molto fin qui per sperare in risultati ottimi. Re serpente era poco distante da noi, si guardava a torno scendendo dal cammello ad un tratto mi guardò non con ira ma bensì con preoccupazione. Con se non aveva uomini, solo un mercante ci aveva seguiti per il fatto del cammello che avevamo rubato, il mercante prese il suo cammello e si riavvio verso il suo paese un po' confuso anche lui. Re serpente si diresse verso di me e con aria storta aggiunse -Dove mi hai portato ragazza! Cosa ci faccio davanti alle mura di questo popolo a me sconosciuto! Vuoi vendicarti? Fai pure non avrai mai ciò che vuoi e prima o poi tutto il mio regno si vendicherà contro di te se mi ucciderai!- disse lui, sembrava spaventato..come biasimarlo era in trappola ma io avevo altri piani per lui, non avrei mai voluto ucciderlo, non sarebbe servito a niente, non avrei mai porto l altra guancia, nonostante lui mi avesse rovinato tutta la mia infanzia, non mi sarei abbassata mai al suo livello. Lo guardai negli occhi e dissi. -Non siate sciocco. Lei non si trova qui per essere ucciso, non scenderei così in basso. Mai e poi mai mi vendicherei contro di voi anche se una mano mozzata non sarebbe niente in confronto a quel che voi avete fatto a me.- dissi io, non avevo più paura di lui, ormai era finita. Alì mi guardava come orgoglioso di me, re serpente cercò di intimidirci. -E tu ragazzo? Cosa ci fai qui. Potevi avere tutto con me, oro, donne, popolo tutto ai tuoi piedi invece hai voluto avere miseria. Vergogna.- disse lui. Alì lo guardò e aggiunse solo -Sa, meglio avere miseria che essere così sporco dentro- disse Alì. Era stata una risposta degna ma ora basta, presi le redini e diedi ordine ai soldati davanti al portone di aprire le porte che conducevano al popolo. -Seguitemi, non abbiate paura la vostra mano sarà salva ma dovrete abbandonare il vostro orgoglio, una sola cosa buttate quelle frecce e quella spada a terra, nessuno vi torcerà un solo capello e voi non farete male a nessuno.- dissi io, lui lasció le armi a terra, attraversammo il giardino lui, continuava a guardarsi in torno e a non capire, sembrava riconoscesse il regno. Io aggiunsi -Familiare tutto ciò per voi?- dissi con un sorriso di sfida. Lui mi guardò -A che gioco state giocando?- disse lui. -lo vedrete.- aggiunsi. Attraversammo il corridoio fino a quella grande porta lui sembrava non avere dubbi. Davanti a noi c era Amir. Re Amir lo guardò. -Che cosa vuoi?- disse Re Serpente Ad Amir. -ciao fratello sono contento anche io di rivederti.- aggiunse Re Amir sempre molto calmo, Re serpente sembrava parlare con ira adesso. -Come hai osato farmi portare qui, non sai cosa subirai, sarà la tua fine!- disse lui, sembrava andare male il nostro piano ma poi Re Amir trovo le parole giuste. -Azar! Figlio di Aron e Neithotep grandi sultani che una volta governavano tutto l'Egitto senza mai aver avuto un nemico- disse Re Amir. Ad un tratto Re serpente si voltò e quando stette per andar via si sedette ad ascoltarlo noi, rimanemmo increduli. -E che mai un sola volta hanno condotto il popolo ad una guerra, le persone una volta erano libere, le donne avevano una vita libera, i bambini avevano una famiglia e non vagavano per il deserto da soli, non moriva gente, il cibo c era sempre e non si negava mai aiuto. Azar, fratello mio ti chiedo scusa per averti abbandonato da quei monaci, ti chiedo scusa per non essermi preso io cura di te quando i nostri genitori non potevano, volevo farti crescere in bontà, ma eri molto giovane e piccolo e hai subito la solitudine...- disse Amir, Re serpente abbassò la testa, sembrava che il discorso avesse centrato nel suo duro cuore ormai di pietra. -Tu chiedo basta, basta guerre, basta fame, basta leggi e basta cattiveria. Non ho mai potuto dirti quanto mi ha straziato il cuore andar via da te, lasciarti solo lì senza capirti in profondo. Ti chiedo una tregua a fin di bene, una tregua fra di noi e fra il popolo una tregua unendo i nostri popoli, nessuno patirà più niente.- disse Re Amir, fece una pausa per ascoltare re Serpente. -Io, non so cosa dire. Mi ha sconvolto tutto, in questi anni ho sofferto molto, ho vissuto una vita molto in solitudine, non ho mai avuto nessuna donna al mio fianco, nessuna regina che governasse con me, nessun erede, nessuno per via del mio carattere, tutti avevano paura di dirmi qualcosa. Mi spiace di aver creato caos.- disse Re serpente. Cosa stato sentendo? Era un sogno? Mi morsi forte la lingua, no non lo era affatto, era tutto reale lasciammo parlare ancora re serpente. -A questo punto direi che è il caso di accettare un Unione fra i due popoli, ormai le persone si stanno costruendo paesini lontani da me, non ho più alcun popolo senza nessuno che mi applaude non sono Rè. Non solo voglio unire il popolo per quello ma un Unione fra noi due farà vedere al popolo molto di più- disse lui. Sembrava avessero raggiunto tutti e due un accordo. M' intromisi io Alì sapeva che stavo per farlo e mi lanciò un occhiata ma dovevo fare capire le mie intenzioni e ciò che volevo. -A questo punto, dopo un Unione entro in gioco io.- dissi, re serpente mi guardò con confusione, mentre Amir sapeva ed ero d accordo ma era importante farlo sapere a re serpente. Continuai -io ho provato ad aiutarvi, ho messo tutta me stessa nonostante non fossero andate bene alcune cose nella mia vita.- lasciai un occhiata a re serpente per vedere se riusciva a sentire le mie parole come qualcosa di pungente, perché era anche colpa sua se avevo vissuto così. -Avete fatto la vostra unione ora io, non mi aspetto niente da voi anzi vorrei il bene per gli altri. Vorrei che tutte le persone siano liberate, che nessuna persona che siano bambini o anziani, chiunque non debba diventare schiavo! Vorrei una legge severa contro chi pratica la schiavitù. Vorrei che il cibo non scarseggi più e che ci sia pace e unione per tutti! Io me ne starò in disparte, non voglio essere onorata ma voglio solo questo perché per anni l ho desiderato.- dissi io. Re Amir e re serpente si guardarono e annuirono, io avevo finito, m inchinai davanti ai re e lasciai il regno lasciandoli costruire un impero fatto di pace.
Eccomi qui vi ho portato il 22° capitolo, mi sto innamorando di questa storia non so se appena completata questa storia ce ne sarà una seconda, è tutto da vedere ma comunque sia spero di aver portato qualche emozione.❤️💎🤎
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