18. un segreto

Mio nonno venne liberato, gli venne data una stanza, un alloggio tutto suo, i suoi stracci vennero cambiati da una tunica leggera, gli venne fatto un bel bagno caldo da quello che doveva essere uno schiavo, Gli venne offerto anche del buon cibo, vino e altri pasti.
Avevo salvato mio nonno. Piú Vedevo quegli schiavi a palazzo e piú mi sentivo male. -Io Sto qua solo per salvare tutte quelle persone se no a quest'ora sarei andata via ricordalo!- urlai contro Zafar. Mi avvicinai a mio nonno, sdraiato nel suo letto. -dove si trova nonna- le chiesi io sperando che esso potesse ricordare. Lui sospiró, alzando gli occhi al cielo, provando a ricordare ma niente. Mi si riempirono gli occhi di lacrime. -Vabene, non fa niente. Riposa- le dissi io. Uscí dalla sua stanza. - mia nonna era a terra e tu non l hai soccorsa? Hai pensato subito che fosse morta? Come sarebbe a dire.- urlai contro di lui appena scoperta la notizia. -Non potevo portarla con me. Era morta, non capisci?- disse lui. -Ma in che razza di paese vivo eh? Sono nata per sentire queste cose? Per vedere queste cose? Allora era meglio se non nascevo perché tutto il genere umano non fa altro che farmi schifo in questo momento!- urlai contro. Lui si giró verso di me. -Comprendo la tua rabbia ma è passato. Non potevi farci niente, non eri li.- disse lui -Si ma se ci fossi stata sarebbe stato diverso- le urlai. Continuai poi -Tu comprendi? Ti sbagli. Tu non comprendi niente. Solo chi ha vissuto il dolore che ho vissuto io può comprendere. Solo chi ha visto persone innocenti morire per mano di uno come voi, può capire. E solo chi è cresciuto da solo può comprendere. Ma non tu, non gente come te!- dissi io, abbassai lo sguardo pensando di aver esagerato mentre vedevo i suoi occhi guardare in basso come chi è pentito. Ma poi ricordai tutto il male che avevano fatto quelle persone e mi passó velocemente il senso di colpa. Lui, alzó lo sguardo e mi guardó. -senti, non so chi ti abbia fatto del male ma non tutte le persone sono uguali sai?- disse lui voltandomi le spalle e andando verso la camera. Io stetti li, ero con me stessa, mi diressi verso un mobile in vetro posto nel grande soggiorno. C'erano tante foto che dovevano essere sue, di quando era piccolo, c'era una donna bellissima al suo fianco, pensai a sua madre, un uomo robusto teneva la mano di sua moglie, sembravano un trio perfetto, bellissima foto solo quella però perché l'animo di quelle persone era fatto di veleno. -Bella quella foto vero? La prima volta che sono venuta qui quella foto è stata la prima cosa bella che ho visto.- era fahime alle mie spalle. -Già, lo credo anche io- dissi. -Era una donna bellissima sai? I suoi occhi verde smeraldo parlavano, trasmettevano tutte le emozioni. Quella donna era in grado di trasportarti nel suo mondo, viaggiava con la mente ma era come se viaggiasse davvero, come se esplorasse ogni meraviglioso posto che lei descriveva. Era una donna magnifica.- sorrise fahime. Io guardai i suoi occhi lucidi.. E le domandai -Dov'è ora?- chiesi parlando di quella donna così tanto amata dalle persone. Fahime si voltò verso la foto, con la mano toccó il vetro che tratteneva quella fotografia. Poi si giró a guardarmi. -Purtroppo non c'è più in questo mondo. Essa vive nei nostri cuori.- disse lei tristemente, si diresse verso la cucina cercando di togliere le cose dalla tavola. Io la seguí, volevo sapere. -Cosa le successo?- chiesi io. Lei si voltò da me poggiando il piatto. -io ero qua quando é successo. È stata la cosa più brutta che abbia mai visto. È stata uccisa brutalmente come un animale. È stata uccisa davanti ai nostri occhi, e agli occhi dei bambini- disse lei facendo un sospiro e continuando a raccogliere i piatti sporchi. Ma Volevo sapere di più, non era abbastanza. La mia curiositá era elevata. -chi l ha uccisa. E quali bambini?- chiesi io. Lei continuó tristemente, sembrava non volesse continuare la triste storia. -L'ha uccisa..- Zafar entró nel salotto e sgridó fahime per il caos che ancora sovrastava.

Eccomi qua. Scusate per la lunghissima assenza. Direi fin troppo lunga. Dovevo prendere una decisione dato che ho un altra storia per voi. Questa volta appena finita questa riuscirò a trasmettervi anche altre emozioni.

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