16. uno sconosciuto fastidioso
Mi sveglió un colpo datomi alla testa
-Ahi, Alí sei pazzo?- dissi io pensando fosse Alí. Vedevo il cielo muoversi, mi guardai a torno, ero in una sottospecie di barella mi ci stavano portando delle persone, a me sconosciute. Vedevo però che i loro polsi erano incatenati con catene ben strette. Volevo scappare via, erano schiavi e sicuramente sarai finita da re serpente o da qualche altra bestia.
-Chi siete voi. Dov'è ali.- dissi io cercando di liberare le mie mani da qualcosa di bizzarro che me le teneva con forza, non erano catene, era qualcosa di più forte. -Calma ragazza, così ti spezzerai un polso. Non puoi provare a liberarti da un incantesimo, fatto ad una pianta di Geranei.- Disse improvvisamente una voce maschile molto grossa. -Liberami subito ti ordino! Dov'è il mio compagno!!- urlai io in preda al panico. Lui rise di gusto e mi commentó
-Tu non puoi dare ordini a me ragazza, ti ricordo che ancora sei una schiava per legge hai ancora le manette delle catene ai polsi e ancora vesti stracci. Il tuo compagno? Amica mia hai molto da imparare a quanto vedo, non te l ha insegnato la tua mamma a non fidarti degli sconosciuti? È scappato a gambe levate appena ci ha visti. Non ha provato neanche a salvarti, quindi adesso sta buona. Abbiamo un buon futuro da offrirti.- disse lui. Non vedevo la sua faccia, ne il suo corpo ma dalla voce percepii un senso di disgusto verso i suoi confronti. Quello che pensava sulle donne, sulla schiavitú mi faceva ancora più schifo. Non potevo credere che ali mi avesse lasciata sola. -Menzogne! Mai mi avrebbe abbandonata. Dove andiamo, qual'è il tuo scopo, cosa vuoi farmi!- urlai io. Avvicinó la sua grande mano al mio viso, nella mia testa potevo solo immaginare... -Andiamo a palazzo, il mio regno giovane fanciulla. Dove tu diventerai la mia sposa.- disse lui. I miei occhi stavano appena uscendo dalle orbite, trattenetti la rabbia e le chiesi di più. -Chi sei tu e per quale motivo vorresti una schiava come moglie.- chiesi io.
-Io sono il principe di una terra molto lontana, hai un bel viso non sembri neanche lontanamente una schiava. Ti ho trovato e dovresti dirmi grazie sai? Ti ho salvato da una vita piena di fame, sete e carestia- disse lui vantandosi come un maledetto pennuto. -io non sono di tua appartenenza. Non puoi fare ciò che vuoi con me! Io ho un compito, la vita che ho mi piace tantissimo.- replicai io. Ero così spaventata all'idea di essere un pezzo di carne, non avere la libertá che avevo prima, la mia vita stava andando sempre peggio e nessuno faceva niente. -Tu da oggi in poi sei mia. Dovrai essere una brava moglie sai? Se no che gusto ci sarebbe. Ora, Risparmia il fiato- disse lui. Non risposi, ero già esausta, avevo lottato per Niente. Cosa era servito, lottare per una vita diversa? A questo era servito.
Mi risvegliai in un letto morbido, ero in una stanza che profumava di rose e vaniglia. Attorno a me c'erano dei bellissimi fiori. Non sapevo quanto avevo dormito, ero più che riposata, mi alzai da quel enorme letto. Indosso portavo un vestito lungo dal colore azzurro, con tanti pizzi in dosso. I miei capelli lunghi e neri erano puliti e sciolti. Mi guardai in un grande specchio posto lí al muro. La mia faccia era dipinta, i miei occhi sembravano diversi, mi sentivo bella per la prima volta. Ai miei polsi non portavo più le manette di acciaio che mi stringevano i polsi, almeno nessuno avrebbe mai saputo che ero una schiava, ciò mi rallegrava il cuore ma comunque sia quello che io ero stata aveva una storia e mai mi sarei vergognata di raccontare al mondo che prima di questo ero una schiava. -Vedo che ti sei integrata, sei felice del tuo aspetto?- disse la stessa voce gradassa di prima. Lui era li, mi batteva il cuore dalla paura però mi girai. Era li, seduto in una poltrona molto bella, lui aveva un bel aspetto. Avrei pensato al peggio, il suo viso era molto delicato, la sua barba nera era tagliata bene, i suoi capelli erano nero pece ma pettinati in quel modo li stavano magnificamente. Portava una tunica lunga, molto bella, di colore bianca e dorata. Portava molti gioielli, anelli collane mentre ai piedi al momento era scalzo. -Hai perso le parole?- mi disse lui -No, solo non ti aspettavo così. Pensavo fossi un rozzo, tutto qui.- dissi io dandogli le spalle per poter andare fuori da quella stanza. Non volevo averci niente a che fare con una persona simile. -Dove pensi di andare?- disse lui vedendomi attraversare la stanza fino alla porta. -Via.- dissi io. Lui mi venne incontro. -Tu non puoi andare via, ti prenderebbero subito le mie guardie.- disse lui. -Lo immaginavo. Ma chi ti credi di essere? Io sono donna e ho il diritto di essere libera proprio come lo sei tu!- le urlai io. -Chi mi ha tolto i miei vestiti? Chi ha osato.- continuai io. -La mia servitú. Io non ti ho toccata nemmeno con un dito.- disse lui. La sua voce, il suo comportamento in quel momento era cambiato. -E poi per quale motivo sei così calmo con me? Non usi più la forza eh? Dove sono le mie manette! Perché non sono legata al letto!!- gridai io nervosa in cerca di risposte. -io ho un compito da svolgere, ho un amico al mio fianco da aiutare, la mia vita a me piace così- dissi io. Lui si mise a sedere sul letto. -Hai finito? Ho pensato che toglierti quelle manette ti avrebbe liberato i tuoi polsi e magari fatta sentire meglio. Che compito puoi avere tu? Che compito può avere una ragazzina? Il tuo amico è scappato. Tel ho detto- disse lui.
-Io devo salvare il mondo, devo aiutare le persone. Quelle povere persone imprigionate come una volta lo ero io.- dissi io, continuando a girare per tutta la stanza. -Tutto questo è ridicolo. Non so neanche perché sto qui a parlarti di me quando voglio andarmene, e non sapere niente di te!- dissi io. Lui mi guardó come impietrito. - non si può avere tutto dalla vita, mi spiace per quello che hai passato. Ma tu non puoi salvarli, è la legge, è la nostra città, il nostro mondo non puoi salvare tutti, nessuno salverebbe te ricordalo.- disse lui. Aveva ragione nessuno avrebbe salvato me però questo non è quello che avrei voluto.
Avrei cercato una soluzione, sarei andata via.
Eccoci qua,
Capitolo 16 vi consiglio di leggerlo, se siete arrivati fin qua ditemi cosa ne pensate. Facciamo così:
Cuore blu: stai andando bene
Cuore nero: non mi piace la storia
Così sapró come potrò rimediare❤
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