12. Gelo
Eravamo entrati. C'era buio totale, e un freddo da far gelare pure le ossa. -Da ora in poi, ogni cosa che farai dovrai stare attenta. Dovrai darmi ascolto.- disse lui stringendo la mia mano. La sua mano era così calda, grande e forte...sentivamo rumori, vedevamo ombre intravederci e muoversi. Loro non si potevano avvicinare a noi, se ciò sarebbe accaduto, si sarebbero bruciati per via della luce che ci faceva da scudo. In quel istante non c'era molto da pensare, c'era da agire per tenersi vivi! -dovremo essere vicini all'uscita- disse lui. Una specie di tentacolo mi prese la gamba facendomi cadere a terra. -Com'è possibile!- urló Ali. Nessuna creatura qua dentro poteva attaccarci essendo protetti da un campo, Ali con tutte le sue forze cercó di portarmi verso di lui per non farmi uscire dalla luce. Mi tiró a sé, corremmo e finalmente uscimmo da quella trappola per topi. -la luce ha sempre fatto da scudo, è sempre stata forte contro questi mostri ma purtroppo penso si siano evoluti li dentro e abbiano capito il gioco.- disse lui guardando il cielo che ora si stava colorando per via del tramonto che stava spuntando piano piano. -Evoluti? Hanno anche un cervello quei esseri?- chiesi io stupita. -un cervello? Oh, non sai che creature vivono li dentro, mostri portati in questa terra da altri mondi, mostri portati dal passato. Si sono evoluti in questo nostro mondo portando quasi ad un evoluzione più alta di quello che ci aspettavamo. Sono diventati intelligenti più di noi esseri umani.- disse lui, ma poi continuó raccontando una sorta di storia mentre camminavamo. -Ti parlo di miliardi e miliardi di anni fa, tu non esistevi neanche. Ho voluto viaggiare nel passato per curiosità e ti assicuro che il mondo di prima era un completo terrore. Gli umani si nascondevano perché all epoca i mostri regnavano, molte persone morivano di fame e di sete per non uscire li fuori. Molti bambini si perdevano e venivano mangiati, nessuno dei loro genitori andava a cercarli- disse lui. Sembrava una storia davvero forte. -Perché non hai fatto niente?- chiesi io. Insomma lui era "un eroe" da quello che stava facendo per me e penso che anche in passato avrebbe fatto qualcosa per quella povera gente che viveva nel terrore. - Non ho fatto niente perché ormai quella sorta di epoca si sarebbe estinta dall'oggi al domani, non aveva senso salvare quelle persone se poi domani sarebbero morte a causa della scarsità di cibo e acqua. Fossero stati più intelligenti, una razza umana elevata, avrebbero dato la caccia a quei mostri per potersene cibare. E invece niente.- disse lui come se non l'importanza molto di quell accaduto. -Devi aver visto parecchie cose.- dissi io ancora una volta cercando in qualche modo di farli togliere dalla bocca qualcosa d'importante e che ero certa che volesse condividere con me. -Si, sono stato in tanti posti. Non mi posso lamentare di non aver vissuto bene e in qualche modo di non aver preso esempio e immagazzinato e custodito tutto quello che c'era da sapere- disse lui terminando. Intanto Si era fatto giorno, il sole era diventato molto caldo, la sabbia scottava e infondo s'intravedevano finalmente le Antiche Rovine di Salazar. Alte e maestose come un tempo solo un bel pó rovinate e diventate mattoni che a poco a poco cadevano lasciando solo a metà di quella meraviglia. -Eccola qua, finalmente la rivedo. Un tempo era un palazzo bellissimo, forgiato in argento. Egli possedeva le più grandi ricchezze del mondo, comandava l'Egitto dando sicurezza.- disse lui. Ci avvicinammo sempre di più a quel possente reame...
Eccoci qui, devo dire che scrivendo è come se entro dentro a questa storia. Mi sono affezionata in poco tempo perché questa storia mi ha fatta viaggiare. Ci tengo tantissimo e devo dire che è la più bella confronto a quelle che ho scritto
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