Fireside


-bvoken

Nome: João Kévim.
Il primo nome del ragazzo gli fu affidato da parte dei genitori in onore del santo omonimo, andando ad evidenziare l'origine cristiana della famiglia.
Il secondo nome gli fu affidato, invece, in modo totalmente casuale. Si sentì voce in città di un bambino nato con lo stesso nome e ai genitori di João Kévim piacque così tanto da affidarlo anche al figlio.
Kévim, però, odia essere chiamato con il primo nome e preferisce di gran lunga il secondo.

Cognome: Ramos.
Cognome spagnolo e portoghese, latinoamericano e filippino, che dovrebbe derivare dal nome Ramos, legato alla festa cristiana delle palme (ramos, "rami").

Soprannome: Clades (Dal latino "Disastro").
Questo soprannome gli fu affidato dagli abitanti della sua città, i quali lo vedevano come una persona estremamente disattenta e sempre in cerca di guai. Successivamente questo soprannome fu passato anche ai suoi fratelli, i quali vennero denominati a loro volta "Pequenos Clades", ovvero "Piccoli Disastri".

Età: 20 anni
Secondo il calendario euroasiatico, Kévim è nato in una data compresa fra il 2 e il 3 dicembre 1714, sotto il segno del Sagittario ♐️.

Rappresentato dall'arciere, il Sagittario ha una gran sete di conoscenza. L'ultimo segno di fuoco dello zodiaco è perennemente lanciato verso continue e innumerevoli avventure geografiche, intellettuali e spirituali, spinto con la stessa forza di un dardo infuocato verso l'infinito.
Mosso dall'ardente desiderio di vagabondare – che è mille volte di più della semplice voglia di farsi un viaggetto ogni tanto – questo arciere puoi trovarlo intento ad attraversare ogni angolo del mondo in spedizioni a dir poco avventurose.
Naturalmente dotati di magnetismo, riescono ad attirare con facilità le amicizie e gli amori grazie a uno spiccato senso dell'umorismo. Sono i veri comici dello zodiaco e in ogni conversazione riescono a farla franca grazie alla loro verve che mitiga la grande schiettezza che li contraddistingue. Curiosi, non amano vivere nell'ignoranza ma nemmeno sanno tutto di tutto, il che spesso li rende un po' incauti nelle loro esternazioni, passando facilmente per arroganti.
Segno mutevole e associato quindi all'adattabilità e alla flessibilità, il Sagittario esprime infatti il desiderio di cambiamento simboleggiato dall'arciere. È un segno nato per esplorare, e la libertà di movimento gli è essenziale: del resto, il Sagittario governa le gambe, che determinano il bisogno costante di muoversi.
Nella sfera romantica, il Sagittario cerca un copilota: insofferente alle limitazioni della sua libertà, l'azione costante è essenziale in tutte le sue relazioni.

Creatura: Umano.
Kévim non aveva mai visto una anomalia in vita sua, d'altronde nella piccola isola da cui proveniva queste ultime si nascondevano molto bene agli occhi della popolazione. A Capo Verde le anomalie venivano di certo considerate ancora in maniera più crudele rispetto ad altri luoghi, associate a tutti i vari disastri naturali che potevano accadere.
Non avendone mai vista una ed avendo solamente ascoltato storie su di loro, bisogna dire che Kévim fosse leggermente spaventato dall'idea di incontrarle, d'altronde pensava ancora che in qualche modo esse potessero infliggere sfortuna alla gente.
Il discorso è diverso invece per le streghe, a cui il giovane ha sempre portato molta ammirazione; non c'è da meravigliarsi d'altronde se dovessimo dire che la sua migliore amica di infanzia ne fosse una. Il suo nome era Mia, una giovane orfana originaria del posto che faceva la ladruncola per vivere. A seguito di un evento che portò il giovane a salvarla da un inevitabile arresto, i due divennero inseparabili e con il tempo la giovane continuò a migliorare le proprie abilità da strega, arrivando persino alla abilità di poter immagazzinare la propria magia negli oggetti. Kévim, al giorno d'oggi ancora possiede l'amuleto che gli è stato dato in dono dalla ragazza, il quale lo acconsente di poter vedere ulteriori dettagli delle mappe attraverso il piccolo foro presente sulla facciata di quest'ultimo.

Nazionalità: Capoverdiana.
Il Capo Verde è una Colonia portoghese costituita da un arcipelago di dieci isole vulcaniche (di cui solo una disabitata) situate nell'oceano Atlantico a circa 500 km al largo delle coste del Senegal e prende il nome dalla penisola di Capo Verde, il punto più occidentale dell'Africa continentale.

Ruolo: Navigatore.
Personaggio con una grande familiarità nella lettura delle cartine, nelle linee costiere, nelle correnti, nei venti e nelle condizioni climatiche di alcuni luoghi specifici.
È così entusiasta di salire sopra una nave pirata; finalmente avrà la possibilità di vivere le avventure che si è sempre immaginato! Certo, la sua famiglia non approvava affatto che lui se ne andasse via di casa in quella maniera, soprattutto da quando si era messo in testa di far parte di una ciurma di pirati, ma il fatto che lo zephyr fosse munito di permesso di pirateria avrebbe dovuto rassicurarli... Giusto?

Prestavolto

Tahj Miles

Personalità:
Spirito avventuriero. Kévim, sin da piccolo, ha visto in sé le abilità necessarie per poter esplorare il mondo circostante, sviluppando la propria ossessione per i viaggi fin dalla più tenera età. Dopotutto, durante la propria infanzia ha vissuto su un'isola piena di navi e persone di culture completamente differenti. Man mano che cresceva, il giovane acquisì sempre più curiosità nei confronti del mondo esterno e cominciò a studiare tutto ciò che lo incuriosiva sulla geografia. Non vi è poi così da meravigliarsi se è riuscito a cacciarsi in mezzo a questa avventura.
Testardo. Data la natura curiosa del giovane, non c'è da meravigliarsi se una volta messosi in testa qualcosa nessuno lo possa più fermare. Kévim non accetterà mai un no come risposta, se veramente determinato a raggiungere il suo obiettivo, e cercherà sempre un modo per fare di testa sua. Certo, è un po' egoista, quindi da lui non vi si può di certo aspettare che sia testardo per generosità, ma spesso è la stessa curiosità a toglierli qualsiasi tipo di freno.
Curioso. Non c'è cosa che Kévim non possa sapere o per lui sarebbe sacrilegio. Non appena gli si parla di qualcosa, lo vedrete sgattaiolare subito via per informarsi di più sul mistero che lo circonda. È sempre stato un ragazzo inarrestabile, con una incredibile sete di conoscenza e certezza che probabilmente si può vedere solo in pochi. Non appena capì che viaggiare era l'unica maniera per conoscere meglio il mondo, corse ad imparare tutto quello che c'era da sapere sulla geografia, sui vari climi e sulle specie animali, rimanendo sempre più impressionato di scoprire come gli ecosistemi fossero così diversi fra continenti. La curiosità ha però un suo difetto; non è infatti un caso che Kévim si ritrovi spesso nei luoghi meno sicuri ed evitati.
Goffo. Sempre stato goffo e distratto, fin dalla nascita. Tutti lo hanno sempre trattato come il solito bambino iperattivo che non fa altro che combinare danni a chi lo circonda, eppure lui è certo di non farlo apposta; gli è solo un po' difficile prestare attenzione.
Socievole. È sempre stato un ragazzo molto aperto e curioso anche del modo di fare delle persone, è quindi logico pensare a lui come una persona a cui piaccia molto conversare con gli altri, arricchendo il suo bagaglio culturale e migliorando di gran lunga le proprie abilità di comunicare. Insomma, tutti lo descriverebbero semplicemente come la tipica persona estroversa che conversa con chiunque.
Comico. Col tempo, João Kévim ha imparato a socializzare con le persone scacciando via l'energia negativa e prendendo sempre quasi tutto sul ridere. A volte ciò potrebbe apparire fastidioso, ma ormai, avendoci preso l'abitudine, sarebbe davvero difficile per lui apparire serio.
Un po' egoista. Dopotutto non c'è da meravigliarsi; questo ragazzo ha sempre dimostrato il proprio lato egoista, pensando sempre tipicamente solo a sé stesso e intervenendo nella vita degli altri solo quando conveniva, ma nonostante ciò Kévim è un bravo ragazzo e tiene veramente alle persone a lui vicine.
Bravo bugiardo. Se c'è qualcosa per cui Kévim è conosciuto è per le sue bugie. Fin da piccolo, sgattaiolando fuori di casa, aveva imparato ad inventare qualsiasi sorta di scusa credibile, poi con l'aumentare degli anni anche il suo ego si ingrandì e lui dovette inventarsi qualche storiella per mettersi in risalto. Di certo lui si è sempre tenuto attento e non ha mai rivelato una bugia dalla quale fosse difficile scappare, ma data la sua dote di enorme carisma per lui è anche molto facile perdersi in mezzo alle proprie parole.
Mancanza di autostima. Fin da quando era bambino, Kévim è sempre stato predisposto al bisogno di doversi comparare agli altri, spesso dimenticando anche le proprie doti e dando meno spazio a sé stesso. Durante il corso della sua vita il giovane non è mai stato in grado di identificarsi come una persona forte e spesso, nel vedere gli altri eccellere, falliva proprio a causa della propria paura nei confronti del fallimento.

Storia:
Kévim nasse sull'isola Capoverdiana, da genitori che di lavoro facevano i domestici per una famiglia nobile. La famiglia viveva nella grande Villa dei nobili De Alvim, i quali erano in possesso di un ampio reparto riservato alle sole famiglie dei domestici e dei cuochi. La Villa era la cosa che il giovane Kévim amava di più al mondo e si divertiva a dover osservare mappamondi, quadri, statue ed altri reperti storici sparsi per l'edificio, fantasticando sempre sulla provenienza di quelli oggetti e sognando di entrare in possesso della possibilità di partire verso una spedizione che lo avrebbe reso in grado di recuperare altri beni culturali.
Il giovane aveva anche due fratelli minori: Elísio e Ígor Ramos, due piccoli pesti, peggiori persino del loro fratello maggiore. I due fratelli avevano un solo anno di differenza fra di loro e si mettevano sempre in combutta per organizzare scherzi e ad infastidire le persone più grandi. In molti davano la colpa ai genitori per la loro mancata educazione, eppure quei poveretti non avevano alcuna colpa, essendo sempre stati per la maggior parte del tempo occupati a sbrigare le proprie mansioni lavorative. Spesso era proprio Kévim, il quale aveva ben quasi 7 anni in più dei propri fratelli, a doverli tenere a bada e di certo lui non aveva mai voluto ricoprire il proprio ruolo di tutore con bastante serietà, difatti il suo egoismo lo faceva tendere spesso ad ignorare le proprie responsabilità preferendo di gran lunga passare il suo tempo da solo che con la propria famiglia.
All'interno della Villa c'era anche una ragazza di un solo anno più grande di Kévim, il suo nome era Adélia ed era la nipote dei nobili padroni di casa. I due si conoscevano sin dalla più tenera età e si divertivano sempre a giocare insieme nell'enorme giardino ai giochi più disparati. Col tempo però i due cominciarono a vedersi sempre di meno e la ragazza, dopo aver compiuto dieci anni, cominciò a passare la maggior parte del proprio tempo a studiare per poter diventare infermiera; gli zii le impedivano di giocare fuori e le spiegavano sempre che per diventare una donna avrebbe dovuto smetterla di avere certe tipologie di atteggiamenti selvaggi. Nonostante le difficoltà, però, Adélia e Kévim trovavano sempre qualche maniera per poter parlare delle proprie vite assieme e per lui lei è sempre rimasta una grande amica.
Adélia non fu però l'unica amica d'infanzia che ebbe Kévim; difatti, quando egli aveva solo sette anni, una famiglia benestante e proveniente dall'estero si era trasferita nella sua città con il proprio figlio: Shinya Matsumoto. Certo, è strano che Kévim avesse conosciuto qualcuno appena arrivato in città, ma il fato volle che i De Alvim conoscessero i Matsumoto e non appena essi arrivarono in città la nobile famiglia mandò a loro un invito a cena. Quella sera Kévim passò il tempo rinchiuso all'interno della camera sua e dei suoi fratelli, tentando di tenerli a bada mentre i loro genitori erano impegnati a lavorare e fu proprio Adélia che, annoiata, decise di irrompere là dentro e di presentare Shinya a Kévim.
Shinya era un ragazzo giapponese snello, ma anche già abbastanza robusto per la sua età, la quale era maggiore di quella di Kévim di ben sei anni. A primo impatto dava l'impressione di essere una persona abbastanza tranquilla, eppure col tempo si sarebbero conosciuti meglio e probabilmente questa impressione sarebbe svanita. Il giovane si presentò al bambino Capoverdiano, affermando di provenire da una famiglia che viaggiava molto e che, per questa ragione, si sarebbe fermato in Capo Verde per un po'.
Col passare degli anni i due divennero molto amici, quasi inseparabili, tanto che ormai che Kévim considerava Shinya come suo terzo fratello. I due si vedevano spesso e il giovane giapponese aveva addirittura provato ad insegnare a Kévim come usare la spada, ma il ragazzo, il quale non era un amante delle armi, si mostrava sempre una frana e non capiva mai come essa si impugnasse. Shinya era solito di parlare dei suoi viaggi e Kévim rimaneva sempre in silenzio ad ascoltare le sue avventure, spiegando magari, a volte, le tante cose di cui lui era a conoscenza sulla geografia, sui mari e sulla fauna dei vari posti. Ormai Shinya era diventato un esempio per Kévim, il quale non avrebbe voluto altro se non essere come lui quando sarebbe cresciuto; lui lo vedeva come una figura forte e imponente, inoltre la differenza di età non aveva fatto altro che incrementare la sensazione di rispetto che lui provava nei suoi confronti. Fu proprio in quel periodo che il Capoverdiano si mise in testa di scappare dal Capo Verde e vivere una vita in cerca di avventure.
Dopo soli quattro anni e mezzo anche Shinya lo lasciò, andandosene via con la propria famiglia verso altri Paesi. Questa ulteriore esperienza non fece altro che incrementare il desiderio di scoprire il mondo che incombeva da anni dentro la testa di Kévim, lasciandolo desideroso di avere la possibilità di ritrovare il suo amico un giorno.
Fra i noti personaggi nobili all'interno dell'enorme dimora si celava anche un noto cartografo, il quale se ne stava sempre rinchiuso all'interno del suo studio. Il piccolo Kévim, incuriosito, si avvicinava sempre alla porta di quel enorme stanza per dare una sbirciata, ma il cartografo, scettico, spesso si accorgeva della sua presenza e lo mandava sempre via. Il suo nome era Horàcio Murilo da Silva, un uomo sulla quarantina, leggermente scorbutico e che mostrava sempre una grande serietà. All'età di otto anni, Kévim vide l'opportunità di entrare nello studio vuoto senza essere scoperto, ma non bastarono nemmeno una decina di minuti che il bambino si accorse di esservi rimasto rinchiuso dentro a chiave. Kévim cominciò a bussare alla porta e ad esclamare aiuto a squarcia gola per farsi riaprire, finché ad un certo punto non sentì il click proveniente dalla serratura; all'interno della stanza entrò Murilo, il quale apparve abbastanza sorpreso: «Che ci fai tu qui dentro?! Hai idea di quanti documenti importanti vi siano qua in giro? Questo non è sicuramente un posto adatto ad un bambino!» esclamò il cartografo, usando un tono accentuato di rabbia. Kévim ci rimase molto male e per delle settimane non si avvicinò più a quella stanza, piena di oggetti e informazioni sul mondo che lo avevano da sempre incuriosito; eppure, seppur Murilo fosse stato ben chiaro, essi decise comunque di dare una possibilità a quel bambino che tanto pareva incuriosito fino al punto di poterlo spiare quasi ogni giorno. Kévim venne portato nel suo studio e lui cominciò a spiegargli per filo e per segno ogni aspetto del suo mestiere, facendogli leggere anche qualche libro che spiegava la struttura del loro mondo. Nel giro di qualche anno il giovane aveva ormai letto ogni singolo libro di geografia presente all'interno del palazzo, divenendo così l'assistente del cartografo e affiancandolo per ogni suo singolo progetto. I genitori di Kévim non potevano che essere più felici; uno dei loro figli aveva trovato un posto di lavoro stabile e non si sarebbero mai immaginati che la sua testardaggine lo avrebbe portato a fare nuovamente di testa sua.
Il giovane ragazzo amava esplorare le periferie della città, addentrandosi sempre in qualche posto strano e sperduto nel bel mezzo della natura, spesso però scendeva anche in città e mentre si fermava a sbrigare qualche commissione trovava sempre l'occasione di parlare con qualche abitante per vantarsi dell'enorme Villa in cui viveva, sostenendo sempre di essere stato un ospite dei padroni di casa i quali lo avevano accolto per vivere nella loro residenza. Un giorno il ragazzo, all'età di dodici anni, venne incaricato dai genitori di dirigersi verso un mercato in centro città e fu proprio lì che conobbe Mia, una giovane strega orfana della sua medesima età. Kévim, difatti, era diretto verso casa con dei cesti pieni di frutta, quando vide la giovane ragazza scappare da dei poliziotti con un sacco in mano. La giovane si era diretta verso un vincolo cieco e non aveva più scampo per riuscire a fuggire, ma il ragazzo, nascosto dietro il vincolo, fece cadere tutta la sua frutta a terra per distrarre gli agenti, i quali non si accorsero che la ragazza era riuscita a fuggire. Una volta scappata, Kévim la rincorse, facendo rimanere la giovane ragazza molto perplessa, difatti nessuno era mai stato così gentile con lei: «Ti ringrazio, ma se ti aspetti di avere qualche sorta di ricompensa io non ho niente» affermò Mia; «Non voglio qualcosa in cambio» rispose Kévim alzando le spalle. La ragazza scrutò il giovane con lo sguardo, dalla testa ai piedi: «Bene, allora puoi tornare a casa» rispose arrogantemente afferrando il suo sacco e cercando di andarsene via; Kévim la fermò e le chiese il suo nome, «Mia» rispose la ragazza con freddezza. Il giovane, poi, si presentò in maniera infantile e un poco impacciata; «Mi spiace per la tua frutta» aggiunse poi la ragazza, arrendendosi ormai al fatto che quel giovane volesse essere solamente gentile con lei. Da quel giorno fra i due nasse una grande amicizia e, dopo aver appreso che la ragazza era orfana, Kévim andò a trovarla molto più spesso; certo, tornando in casa senza frutta si era cacciato in grossi guai con i genitori, i quali non poterono preparare la torta per i loro padroni, ma per lui tutto ciò ne era valsa la pena. La loro amicizia continuò per tutti gli anni seguenti, ma fu solo all'età di quindici anni che Mia rivelò al ragazzo di essere una strega, il quale non la prese assolutamente male.
All'età di soli diciannove anni il ragazzo decise di prendere le vie del mare, decidendo fermamente di partire per Tortuga in cerca di qualche ciurma pirata che lo avrebbe voluto prendere con sé e con la speranza che se fosse partito magari un giorno avrebbe ritrovato il suo amico Shinya. I genitori di Kévim, Adélia e Murilo rimasero contrari alla scelta del giovane e cercarono di convincerlo di non partire in qualsiasi maniera, spiegandogli che era una scelta bastante sciocca quella di abbandonare tutto quando si aveva già un lavoro stabile, ma oramai non c'era via di scampo e la testardaggine del ragazzo prevalse su tutti. Al contrario, la giovane Mia, seppur a malincuore, rimase felice del fatto che Kévim avesse deciso di prendere una posizione salda nella sua vita e di partire per l'avventura; «Sono riuscita a migliorare le mie abilità di stregoneria, tieni questo oggetto e portalo con te» affermò la giovane ponendo una sotto specie di minerale con un foro in mezzo, «Cos'è?» chiese il ragazzo osservando l'oggetto in maniera perplessa. Venne fuori che quell'oggetto era in grado di poter rivelare dettagli nascosti delle mappe e ulteriori indicazioni a chi le avesse osservate attraverso il foro; Kévim non poté che esserne più felice e ringraziò calorosamente l'amica per essergli stato accanto, salutandola per un'ultima volta.
Una volta arrivato a Tortuga rimase lì per un po' di tempo, finché all'età di vent'anni non gli venne offerta l'opportunità di entrare nella ciurma di Cassian con il ruolo di navigatore.
Kévim dava ancora il merito al suo amico Shinya per avergli dato il coraggio di fuggire dalla propria vita monotona.

Punti di forza:
È molto veloce e potrebbe tranquillamente vincere qualsiasi gara di atletica, rendendolo portato ad affrontare qualsiasi tipologia di missione che non richieda un livello alto di combattimento. Inoltre, il giovane detiene una grande dote di agilità, la quale lo acconsente di attraversare anche i percorsi più pericolosi e impavidi.

Debolezze:
Il freddo sicuramente per uno che ha sempre vissuto in posti caldi è un gran punto di debolezza e con soli 20 gradi lo si potrebbe tranquillamente vedere in giro con giacche pesanti.
Kévim non è però di certo la persona a cui si dovrebbe affidare un piano, infatti non sarebbe molto bravo nei panni di leader.
Inoltre, il combattimento non è di certo il suo forte e a malapena sa maneggiare un'arma, ma non c'è da stupirsi, d'altronde ha vissuto un'infanzia apparentemente tranquilla.
Il giovane capoverdiano ha sempre provato un profondo senso di inferiorità nei confronti degli altri, comparandosi sempre a loro e mentendo spesso sulla propria storia per assomigliare sempre di più a coloro che reputa superiori. La sua mancanza di autostima gli è sempre stata di intralcio e non gli ha mai concesso di potersi sentire abbastanza bravo. Per tutta la sua vita ha ammirato Shinya e tutti i nobili che gli stavano attorno, invidiandoli, ma non è mai riuscito ad essere felice per ciò che veramente fosse, limitandolo anche inconsciamente nelle proprie capacità motorie. Non ha parlato mai di questo aspetto di sé a nessuno e spera ancora di non mostrare a nessuno la maschera che si porta dietro, anche se a volte ne soffre.

Armi:
Date le sue scarsi doti nel saper combattere, Kévim gira sempre con una piccola sciabola da 40 cm, la quale non viene mai impugnata per un combattimento fra spade.
Il ragazzo gira, inoltre, con una semplice pistola, mai usata. Se mai un giorno dovesse servirgli davvero, probabilmente ci metterebbe un po' a capire come funzioni, finendo per combinare uno dei suoi soliti disastri.

Relazioni:

Cassian Hayward | -bvoken
Il capitano della ciurma pare un tipo ostile, certo non vi è nulla di cui rimanere sorpresi data la reputazione della ciurma; fatto sta che in qualche maniera Kévim è riuscito a convincerlo ad entrare, accennando ovviamente i pregi del medaglione che teneva con sé e convincendolo che sarebbe potuto rivelarsi di un'elevata utilità. Cos'altro pensare del capitano? Forse era meglio per lui stargli più alla larga possibile, per non dare troppo nell'occhio, e parlare con lui solo nel momento del bisogno.

Curiosità:
Tiene sempre un abbigliamento colorato, il quale gli riporta sempre un po' di allegria.
Porta, inoltre, due orecchini sull'orecchio destro.
Kévim possiede un amuleto che lo acconsente di poter vedere ulteriori dettagli delle mappe attraverso un piccolo foro presente sulla facciata di quest'ultimo.

Orientamento sessuale: Eterosessuale.
Si dice di chi prova attrazione sessuale per individui di sesso diverso dal proprio; anche, di ciò che ha diretta attinenza con questa condizione.
In passato Kévim aveva già avuto due relazioni, palesemente poco serie e che non hanno resistito molto, ma lui continua a ritenere di essere un tipo abbastanza aperto in esperienze romantiche.

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