DENIEL - addio (parte 1)

DENIEL

Faceva male, cazzo!

Avrei voluto nascondere la testa sotto la sabbia e rimanere nascosto come il codardo che ero finché Becky non se ne fosse andata. Invece il mio ruolo di compagno mi obbligava ad accompagnarla tra le mani di un uomo che non ero io, per affidarla a lui.

La scelta di Becky di lasciarmi non coinvolgeva le sorti del mio branco. Era diventata mia, scongiurando una morte di massa e lasciando intatto il destino di ogni uomo presente sul mio territorio. Ed ora le loro sorti erano tornate nelle mie mani poiché ero l'unico a poter decidere del loro futuro. 

Se non fossi stato capace di riprendermi dall'assenza di Becky, avrei ben presto rasentato la follia più dolorosa. Ogni mia capacità di giudizio sarebbe rimasta schiacciata dalla consapevolezza che ero solo, e un Alpha senza la propria compagna accanto ero debole sia di spirito che di corpo.

Di spirito perché non vi era più nulla che mi spingesse a vivere, fisicamente perché senza un erede la dinastia dei Farrow era destinata a soccombere. Ed io con essa.

Dimitri avrebbe potuto fare le mie veci per un lasso di tempo sufficientemente lungo per far sì che il branco venisse inglobato da qualche altro Alpha. Era un valido comandante in seconda, in grado di sostituirmi quasi in tutto e per tutto con il sostegno degli altri Beta. Ma un branco senza Alpha restava tuttavia condannato.

Fu con questa dannata certezza che mi avvicinai a Becky per afferrarle la mano e accompagnarla lungo la radura soleggiata che fungeva da confine naturale tra il mondo dei mutanti e quello umano.

Malloy se ne stava in disparte, un po' perché era evidente non volesse più avere nulla a che fare con me e un po' per lasciarmi il tempo di crogiolarmi in quell'addio che mi avrebbe devastato.

"E' imperativo che tu resta nel posto in cui Malloy ti porterà finché qualcuno verrà a chiamarti", ribadii per la centesima volta.

Becky annuì e i suoi occhi scorsero assenti per la radura, illuminandosi di interesse quando infine scorsero la figura flebile di Malloy accostata ad un albero. L'ombra dei rami si schiantava contro il suo volto rugoso, nascondendone l'espressione. Tuttavia non era difficile credere che ai suoi occhi mi ero trasformato in un nemico dopo aver posseduto la sua pupilla nel peggiore dei modi.

Io stesso mi odiavo e se non fosse stato per la forza della Bestia, mi sarei già arreso alla furia dei sensi di colpo. Era essa a mantenermi in forze, manovrando i miei sentimenti in una direzione che li allontanava da tutto ciò che fosse umano.

La vasta gamma di sensazioni che avevo lottato per provare fino a quel momento si era ridotta unicamente al dolore. Tutto il resto era scomparso, rendendomi più simile ad un animale che ad un uomo.

Strinsi la mano a Becky per farle capire di proseguire insieme a me lungo lo stretto sentiero che si diramava tra le pietre che costellavano la vasta distesa d'erba e la lasciai andare solo quando fummo a pochi passi dal sergente.

"Malloy", lo salutai freddo.

La sua risposta si limitò ad un'alzata quasi impercettibile del mento, quindi tutta la sua concentrazione si focalizzò su Becky. La studiò attentamente, a caccia di altri ematomi o ferite, e quando non ne trovò vidi chiaramente le sue spalle sollevarsi un sospiro di sollievo.

"Le armi sono depositate alla mia base", mi informò il sergente.

Il fatto che non avesse mandato a monte la nostra collaborazione mi tranquillizzò. Senza quell'arsenale non avremmo mai potuto vincere la guerra.

"Quante ne sei riuscito a recuperare?", domandai. 

Malloy corrugò la fronte, facendo un rapido calcolo mentale. Quindi si lasciò sfuggire un sorriso. "Tonnellate, Deniel. Foss'anche dovessi venire attaccato da tutti i branchi del continente, ne usciresti pulito".

Controllai l'orologio sul polso. "Vincent attende solo un mio ordine per offuscare le immagini satellitari. Dal mio okay avremo circa un'ora prima che riescano a ripristinarle, perciò è necessario che tu ti faccia trovare pronto alla base per quando arriverò con i miei uomini".

Annuì. Conosceva il piano a memoria, tuttavia non mi fidavo di lui. "La zona rimarrà interdetta fino a domani mattina. E' ben inteso che se le cose vi dovessero sfuggire di mano e il combattimento dovesse spostarsi verso noi umani, mi basterà fare una telefonata per allertare l'esercito".

Era una minaccia ma non mi irritò. Tra i mutanti e la sua razza, avrebbe scelto sempre di salvare gli umani, come era giusto che fosse.

"Tu fatti trovare pronto", rimarcai. "Darò l'okay appena tu e Becky sparirete oltre quella collina". Sollevai il braccio e indicai un punto alla nostra sinistra.

"Siamo d'accordo", allungò la mano, rigido.

Gliela strinsi, mettendoci più forza di quel che in realtà volevo. "Mi concedi un minuto?".

Malloy spostò lo sguardo verso una Becky stranamente silenziosa, quindi tornò a me, sollevando un sopracciglio. Quindi acciuffò il cappello della divisa e abbassò la visiera a mo' di saluto prima di voltarci le spalle, lasciando che la sua ombra precedesse i passi che lo condussero lontano da noi.

"Armi?", sentii la vocina di Becky.

"Bombe", specificai. "Le uniche armi umane in grado di ucciderci".

"Dove le ha recuperate?".

"Vuoi davvero che ti spieghi gli accordi politici-militari dello stato del Minnesota da qui al 1977?".

Fece una smorfia. "No".

"Hai capito che devi stare nel posto in cui Malloy ti porterà?".

"Sì, ho capito", sbuffò.

"Con te è meglio essere chiari".

Per un attimo restammo in silenzio, senza guardarci. Il vento si alzò, tormentando i rami degli alberi, e poi si calmò di nuovo.

"Deniel", mi chiamò, lieve.

"Non dire nulla, ti prego", la fermai, continuando a fissare un punto davanti a me senza in realtà vederlo. "Qualunque cosa dirai mi farà crollare in ginocchio ai tuoi piedi per supplicarti di restare".

Allungai il braccio alla cieca, cercando la sua mano, e appena incontrai le sue dita mi aggrappai ad esse. Memorizzai ogni piega della pelle, la ruvidezza dei polpastrelli, la solidità delle nocchie. Impressi nella memoria ogni secondo durante cui le nostre dita restarono intrecciate in quello che era un addio silenzioso.

Malloy sollevò il braccio, indicando il suo orologio da polso. Il minuto era passato, portandosi via tutto quello che Becky mi aveva donato. Portandosi via un "noi" che non ci sarebbe mai stato.

Annuii in silenzio verso Malloy e immediatamente tornò sui propri passi, avvicinandosi lentamente.

Le sottili dita di Becky si staccarono dalle mie, portandosi via ogni traccia di umanità dalla mia mente. Osservai la sua piccola mano passare dalla mia a quella del sergente e nonostante la voglia di riprendermela, impostai le labbra in una lunga linea retta e socchiusi gli occhi in uno sguardo glaciale. Dentro di me la Bestia stava ruggendo disperata, fendeva ogni sentimento tipicamente umano che avevo provato fino in quell'istante, lo masticava fino a ridurlo in poltiglia, lo sparpagliò come cenere ardente dentro il mio cuore, capace ancora -non si sa come- a battere ad un ritmo regolare. 

"Ciao Deniel", mi salutò e la voce le tremò in quelle che ben presto, sapevo, sarebbero diventate lacrime.

Non ricambiai. Sapevo con estrema certezza che se le avessi rivolto anche solo mezza parola avrei perso il controllo e non sarei più stato in grado di lasciarla andare. 

"Te l'affido", mi rivolsi a Malloy. "Abbi cura di lei".

La Bestia si dimenò ancora, scalpitando nelle mie articolazioni, nei muscoli della schiena, tendendoli fino a contorcerli in una posa animale. Sentii chiaramente i canini premere contro la gengiva superiore, i peli degli arti si allungarono, gli artigli svettarono in avanti, le iridi bruciarono nel loro rosso fuoco.

I sentimenti stavano capitolando sotto il peso sempre più schiacciante degli istinti.

L'istante successivo, frastornata e spaventata, Becky si lasciò trascinare via da Malloy e mentre seguivo la sua sagoma sempre più lontana, la certezza che questa sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista annientò un'altra parte del mio cuore. 

L'unica parte umana rimasta intatta dentro di me si dibatté contro il dolore, fino a frantumarsi. 

Fu a quel punto che la mia mutazione completò.

Fu a quel punto che l'uomo in me morì.

Fu a quel punto che la mia lotta interiore cessò.

La sagoma di Becky scomparve oltre il profilo della collina.

E fu a quel punto che la Bestia vinse.


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