👻 | SUPERNATURAL - @hulk-badger







PILOTA: Lance Stroll
PROMPT: fidanzato/a scomparsa
CARATTERISTICA: il personaggio odia il buio (e urla in modo imbarazzante quando ci si ritrova)






SUPERNATURAL

hulk-badger



«Dimmi Sammy, come sei stata in questa settimana che non ci siamo viste?»

Mi agito leggermente nel sentire le parole della donna che mi sta seduta di fronte; cerco di sistemarmi sul divano in pelle sul quale sono seduta e fisso costantemente le mie mani, che per altro sto torturando dall'ansia.

«Non sei ancora riuscita a dormire?»

Non rispondo alla donna, nego semplicemente con la testa.

Odio trovarmi in questo posto, sono stata costretta a farmi curare.

Mia madre ha iniziato a preoccuparsi per la mia salute fisica e mentale e mi ha spedito nello studio di una psichiatra.

Ma lei non ha vissuto quello che ho vissuto io, non sa come ci si sente ad essersi letteralmente trovate faccia a faccia con il diavolo.

«Ancora i cerberi?»

Annuisco.

Mi basta sentire quella parola perché nel mio cervello io senta dei cani infuriati abbaiarmi contro, come se fossero qui per prendere me, per portarmi dal loro padrone.

Come se io avessi fatto un patto con il diavolo e stessero cercando di strapparmi via l'anima.

«Ascolta Sammy, è da tanto che ci vediamo. Non mi sembri migliorata neanche di una virgola, forse hai solo bisogno di raccontarmi quello che è successo, quello che tu chiami l'incidente. Ti va?»

La donna cerca di incoraggiarmi a parlare, ma per me parlare di quella notte è quasi impossibile.

Solo io e chi era con me sa cosa è successo, nessun altro mi crederebbe.

Alzo di scatto la testa e fisso la donna.

«Io volevo solo divertirmi...»

Sin da bambina, mi hanno sempre detto che creature infernali e malvagie esistono solo nelle fiabe. E io ci ho sempre creduto, insomma come è anche solo umanamente possibile che una persona succhi sangue da un'altra, o che qualcun altro abbia il terrore maniacale dell'argento. 

Io ci ho sempre creduto, anche se in cuor mio sapevo che poteva non essere vero; intorno a me accadevano  cose troppo strane per essere definite normali: luci che si spegnevano all'improvviso poi si riaccendevano, strane interferenze elettromagnetiche; una volta il fuoco si è persino rinvigorito di colpo.

Io però ci ho sempre creduto, un po' per non sembrare pazza e un po' per non impazzire del tutto.

Ci ho sempre creduto, fino a quella sera.

Era la sera della festa di compleanno di Lance, il mio ragazzo, che, una cosa tira l'altra, per una serie di motivi, ci siamo trovati a festeggiare proprio la notte di Halloween, che si sa essere la notte dei morti viventi per eccellenza.

Per l'occasione avevo pensato a tutto, persino il dress code da rispettare: essendo una festa e per di più il giorno di Halloween, avevo deciso che ognuno doveva vestirsi a tema, non importava come, bastava che facesse paura o fosse collegato al mondo del terrore.

Ovviamente in tutto ciò rientravamo anche io e Lance, infatti io avevo deciso di vestirmi da cacciatrice di demoni. Non era chissà quale costume, ma faceva la sua figura: indossavo un paio di jeans, un crop top aderente bianco e una fibbia piena di quelli che avrebbero dovuto essere coltelli demoniaci e lame angeliche, ma che in realtà erano semplicemente coltelli di gomma.

Non avevo scelto a caso quel costume, da un po' di tempo a quella parte avevo iniziato a credere che qualcuno mi stesse osservando, o per meglio dire qualcosa.

Facendo due ricerche nel dark web ero arrivata alla conoscenza del mondo dannato e dei suoi abitanti: i demoni. E da quel momento le mie difese si erano alzate; avevo veramente il terrore di essere posseduta.

Per quanto riguardava Lance, invece, lui era andato sul classico sfociando anche nel banale a mio parere. Il travestimento da vampiro è sempre banale, soprattutto se vai a rubare lo stile di Edward Cullen: in pratica si era vestito normalmente, con una giacca di pelle e una maglia bianca, risultando sempre il solito Lance.

Dopo esserci truccati a dovere, perché sì ho costretto Lance a mettere un po' di cipria per sembrare almeno lontanamente pallido come un vampiro, cosa che in realtà già era, ci siamo avviati verso la discoteca che avevamo prenotato per la serata.

Avendo una marea di soldi Lance ha scelto credo il locale più in di tutta Londra riservandolo esclusivamente per noi e per la sua festa.

Ovviamente, come ogni festeggiato o grande ospite che si rispetti, eravamo arrivati che i festeggiamenti erano già iniziati; abbiamo dato il nostro nome e alla fine siamo riusciti ad entrare.

La musica ovviamente era già alle stelle e nel giro di tre metri era diventato impossibile comunicare civilmente, in realtà anche urlando non ci si capiva molto, ma si tentava comunque.

Quasi subito Lance si era proposto di portarmi un drink e si era allontanato lasciandomi sola in disparte ad attenderlo.

In realtà non ero rimasta sola per molto, perché immediatamente si erano avvicinati a me quelli che erano diventati in pochissimo tempo i miei migliori amici, vale a dire Charles e la sua ragazza Emily.

Devo ammettere di essere stata molto felice di rivederli, era da tanto che non seguivo Lance ad un Gran Premio, e le possibilità di vedere la coppia al di fuori del lavoro dei ragazzi era praticamente pari a zero.

Entrambi erano vestiti in stile maghetti appartenenti alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e devo ammettere che erano anche molto carini con quelle divise da Corvonero abbinate.

Non che fosse una scelta molto originale, ma perlomeno non avevano scelto il classico dei classici esattamente come Lance.

Mentre Lance ancora non si faceva vivo con i drink, avevo scambiato due parole con Charles ed Emily per essere poi lasciata sola nuovamente; nella calca avevo intravisto anche altri nostri amici piloti che Lance aveva voluto invitare a tutti i costi come Max e la sua ragazza May, vestiti rispettivamente da Luigi del duo "Mario e Luigi" e da membro della famiglia Adams. C'erano poi anche Mick e Kläe, vestiti da Joker e Harley Queen e diciamocelo: loro avrebbero sicuramente vinto il primo premio per il miglior costume se ci fosse stato un concorso. Erano praticamente identici agli originali.

Infine c'erano Lando e Winnie, ovviamente i due erano la coppia più stravagante di amici che une persona possa avere. Basti solo sapere che Winnie aveva deciso di indossare un vestitino da fata per farvi capire quanto sopra le righe sia.

Quando finalmente Lance si era palesato nuovamente al mio cospetto con un drink gelato per mano, avevamo deciso che sarebbe anche stato il momento di divertirsi un po', così ci fiondammo in posta proprio nel mezzo della calca e iniziammo a ballare.

Lance mi teneva per i fianchi e ballavamo letteralmente l'uno incollato all'altro, non solo per la gente che inevitabilmente ci spingeva.

«Sai cosa più mi piace delle discoteche inglesi?»

Lance si era avvicinato al mio orecchio urlando per farsi sentire.

È tipico di lui, arraparsi con una quantità minima di alcol è un classico ormai e ovviamente tocca sempre a me tenere a bada i suoi ormoni.

«Che ti importa! Sono il festeggiato e decido io quando andarmene. Non ci sarà sempre bisogno della mia presenza.»

Stavo per rispondere a Lance, quando il dj assoldato per la serata aveva chiamato proprio noi due lì vicino a lui.

Lance aveva ovviamente alzato gli occhi al cielo alla sua richiesta, ma alla fine ci eravamo avvicinati.

«Perfetto gente, lasciate che vi presenti le special guest della serata: Lance Stroll, il festeggiato, e la sua ragazza Sammy Winchester.»

Per mano io e Lance avevamo fatto la nostra entrata e subito Lance aveva preso posto accanto al dj e aveva iniziato a fare discorsi strani che non stavo ascoltando per il semplice fatto che odiavo trovarmi con gli occhi di tutti puntati su di me.

«Pssst! Sammy, vieni un secondo.»

A sollevarmi dall'imbarazzo ci aveva pensato Lando, il quale stava quasi dietro le quinte nella penombra e cercava di portarmi verso di lui.

Ovviamente mi ero diretta verso di lui, volevo assolutamente capire cosa stava succedendo.

«Winnie...è scomparsa, non la trovo più.»

Rimasi un momento interdetta.

In che senso era scomparsa? Ma se l'avevo vista letteralmente cinque minuti prima ballare indisturbata?

«Ti aiuto a cercarla.»

Ovviamente, vedendo soprattutto l'espressione terrorizzata di Lando, mi ero offerta di aiutarlo a fare qualche ricerca.

Tornai da Lance e gli sussurrai esattamente le stesse cose che Lando aveva detto a me.

«Winnie è scomparsa...scusate dobbiamo andare.»

Lance aveva piantato in asso tutti per aiutare me e Lando e questa è una delle tante cose che amo del mio ragazzo. Il suo annullarsi completamente quando si tratta di aiutare un amico.

Con Lando avevamo deciso di trovarci all'entrata della discoteca e solo in loco avevo scoperto che anche Max e Mick con le rispettive ragazze si erano proposti di aiutare.

«Allora? Da dove iniziamo?»

Ovviamente nessuno di noi aveva la benché minima idea di dove potesse essersi cacciata Winnie.

«Qui vicino c'è un parco...magari è andata a farsi una passeggiata.»

Inizialmente ognuno aveva riso all'insinuazione di Kläe, ma ben presto avevamo dovuto ricrederci, principalmente quando avevamo deciso di incamminarci proprio nella direzione del parco e di addentrarci dentro di esso.

Nonostante fosse notte inoltrata, facesse freddo e ci fosse un venticello abbastanza terrificante che muoveva le foglie e ululava, la strada sterrata segnata era completamente illuminata.

Camminavamo in gruppo, ogni ragazza letteralmente avvinghiata al proprio ragazzo per la paura di perdersi o essere rapita da qualche creatura che risiedeva nel bosco; l'unico che camminava solo, in testa al gruppo, era Lando, il quale si vedeva palesemente che si sarebbe voluto trovare in qualsiasi posto che non fosse quel parco.

Quella notte non girava anima viva per quel luogo, anche comprensibile per l'ora che si era fatta, gli unici rumori che si sentivano erano le nostre scarpe che schiacciavano i sassolini del percorso sterrato.

Quando però si sentì un ramoscello spezzarsi, tutti sussultammo.

Chi non l'avrebbe fatto al nostro posto?

Comunque sia, avevamo continuato per la nostra strada, chiamando qua e là il nome di Winnie nella speranza che lei potesse sentirci e risponderci.

Ma nulla di nulla. Era semplicemente scomparsa nel nulla.

Ci eravamo quasi rassegnati, più noi altri che Lando, quando, completamente all'improvviso e inaspettatamente, le luci dei lampioni si erano fatte intermittenti e poi si erano spente.

Tutto all'improvviso.

Tutto in una frazione di secondo.

Un po' come l'urlo che aveva cacciato Lando non appena ci eravamo ritrovati al buio.

Nel sentire Lando ovviamente, anche altri avevano urlato, pensando che ci fosse qualcosa di spaventoso.

Io invece avevo riso e avevo guardato di traverso Lando.

Il suo urlo era troppo imbarazzante calato nella situazione in cui ci trovavamo.

«Ma sei scemo?! Mi hai fatto tremare il culo!»

Con la sua delicatezza Max aveva ripreso Lando, che diciamocelo se l'era proprio meritato.

Dopo il momento di incertezza, avevamo fatto mente locale decidendo di proseguire con le torce dei telefoni accese.

Cercavamo di seguire la strada nonostante non si vedesse nulla, il che credetemi era quasi impossibile.

«Ma che problema ha? Non rimane accesa.»

May cercava in tutti i modi di far funzionare la torcia del suo telefono, che però ad un certo punto si era spento completamente. Morto.

Non ci eravamo stupiti più di tanto della cosa, probabilmente era solo scarico, fino a che la stessa identica cosa non era successa ad ognuno di noi.

Gli altri del gruppo non ci avevano dato molto peso, ma io sì.

Luci intermittenti, interferenze elettromagnetiche non sono solo una coincidenza per chi come me è diventata ormai ossessionata da certe cose, che in questo caso sono proprio i demoni e tutto ciò che ne è correlato.

Ricordavo di aver letto da qualche parte che tutto ciò che ci stava succedendo potesse essere segno di una presenza ultraterrena e lì mi era preso il panico. Ne ero veramente terrorizzata; mi ero incollata a Lance e non l'avevo più lasciato, tenendo una mano su uno dei miei coltelli di gomma come se fossero veri e potessero veramente proteggermi.

Altrettanto improvvisamente poi i lampioni si erano riaccesi, con nostro annesso sussulto, per rivelarci la nostra esatta posizione.

Un incrocio.

E lì il cervello mi era completamente andato in pappa.

Avevo letto di vari tipi di demoni e quelli degli incroci erano quelli che più mi terrorizzavano.

Bastava essere poco cauti che ti ritrovavi a fare un patto infernale.

Nel gruppo ormai l'indecisione regnava sovrana; trovandoci ad un incrocio non sapevamo assolutamente da che parte muoverci e di separarci non se ne parlava proprio.

Ci furono dei rumori provenienti dagli alberi intorno a noi che ci avevano fatto voltare, fino a che una figura quasi familiare non era spuntata dall'oscurità.

«Winnie! Ma dove eri finita?»

Era Winnie? Certo che sì, ma era diversa.

Aveva...gli occhi rossi.

Lando stava andando verso di lei per stringerla tra le sue braccia, ma lo bloccai immediatamente. 

«Lando! Non farlo, non è Winnie.»

Probabilmente in quel momento i miei amici avevano pensato che fossi pazza.

Ma non lo ero, ne ero più che convinta.

«Ma che stai dicendo?»

«È un demone degli incroci, ha gli occhi rossi...non vedi?»

Prontamente Lance mi prese per un braccio.

«Sammy, finiscila. Mi spaventi.»

Ma prima che io potessi ribattere, Winnie aveva già preso la parola.

«Cari i miei ragazzi, la vostra amica ha proprio ragione. Sono Crowley, il demone degli incroci.»

Lo sapevo!

Nel sentire il suo nome però rimasi pietrificata.

Avevo una paura folle di quello che ne sarebbe seguito.

«Che fine ha fatto la nostra amica?»

Mick teneva Kläe stretta, dietro di sé. Anche lui aveva paura quasi quanto me e ora tutti mi credevano, non ero più quella pazza.

«Ma lei è proprio qui - il demone indicò la testa della nostra amica - sta cercando di resistermi, ma andando avanti così impazzirà.»

«Lasciala andare!»

Lando si era fatto coraggioso: voleva indietro la sua ragazza e sarebbe stato disposto a tutto per farlo.

«Oh no carissimo, la possessione demoniaca non funziona così. Decido io quando andarmene.»

In tutto ciò io non sapevo cosa fare.

Sapevo chi fosse il demone, sapevo che un pugnale demoniaco o una lama angelica avrebbe potuto ucciderlo per sempre, ma avrebbe anche ucciso la nostra amica.

L'unica soluzione era l'esorcismo.

«Exorcizamus te, ominis immundus spiritus, omnis satanica potestas, omnis incursio infernalis adversarii...»

Lance mi prese il braccio, fermando la mia formula.

«Che stai facendo?»

«Un esorcismo...omnis congregatio ed secta diabolica, ergo, draco maledicte ecclesiam tuam...»

«Ti servirà ben altro che un banale esorcismo per liberarti di me...Sammy.»

Come sapeva il mio nome?

«Torniamo a noi...essendo capitati nel mio incrocio, ho il dovere di chiedervi se avete intenzione di fare un patto infernale.»

Mai nella mia vita avrei acconsentito a vendere la mia anima ad un demone.

Mai.

I miei amici si guardarono per un secondo.

Non intendono farlo veramente.

Cosa vogliono? La gloria? Vincere ogni gara del campionato? Ne valeva davvero la pena di vendere la propria anima in questo modo se da lì a dieci anni i cerberi infernali sarebbero venuti a riscattare la loro anima?

«Ditemi ragazzi: cosa desiderate veramente?»

«Non fatelo ragazzi! Vi sta ingannando.»

Il demone alzò la testa verso di me.

«Vedo che qui c'è qualcuno che oppone resistenza.»

Con uno scatto si era avvicinato a me e mi stava osservando, scrutando, senza che io o Lance potessimo fare qualcosa.

«Non ti venderò mai la mia anima.»

Nonostante stessi morendo dalla paura, non avevo intenzione di dargliela vinta.

«Infatti non voglio la tua...ma la sua.»

Crowley-Winnie aveva puntato il dito verso Lance.

Poteva toccare chiunque, lo giuro, ma non il mio ragazzo.

Lance era sbiancato immediatamente, non appena aveva visto quel dito alzarsi verso di lui era diventato pallido, cadaverico.

Prontamente mi ero posizionata davanti a lui, tra quel dito malvagio e il corpo innocente del mio ragazzo.

E le lacrime avevano iniziato a scorrere.

Me la stavo facendo sotto al pensiero che Lance avrebbe passato solamente altri dieci anni della sua vita.

«Prendi me allora...»

Io e il demone ci guardavamo negli occhi, fissi, quegli occhi rossi che mai nella mia vita dimenticherò.

«Ok Winnie fine del gioco, l'hai fatta piangere.»

Cosa?

Max aveva osato parlare.

Si erano coalizzati contro di me?

Sapevano del mio terrore?

Avevano davvero organizzato tutto ciò con tanto di luci intermittenti, cellulari che non funzionano e Winnie fintamente posseduta?

Gli andrà bene se smetterò solo di rivolgergli la parola.

Eppure io della mia paura non avevo parlato a nessuno.

«Ok ok...»

Winnie fece qualche passo indietro e con maestria si era levata le lenti a contatto rosse che portava per simulare le sembianze di un demone.

«È uno scherzo Sammy, ci siamo presi gioco di te e sei stata veramente esilarante.»

Lando rideva insieme a tutti gli altri, anche con Lance.

L'unica cosa che volevo io invece era tornare a casa. Ero sconvolta, come potevo non esserlo dopo uno scherzo del genere, di così cattivo gusto.

«Ne sai eh di demoni!»

Lance mi prese per i fianchi e mi fece un occhiolino.

Ne so per il semplice fatto che ne sono terrorizzata, grazie per averlo preso in considerazione e per avermi derisa tutto questo tempo.

«Dai ragazzi, torniamo alla festa.»

Mick prese Kläe e capeggiando il gruppo, aveva imboccato nuovamente la strada che avevamo fatto poco prima per arrivare in quel punto preciso.

«Ho solo una domanda Winnie...»

Eppure c'era qualcosa che non mi tornava.

Tutto quello che era successo era troppo verosimile.

«Come hai fatto a fare quelle cose con le luci e i nostri cellulari?»

Evidentemente non ero l'unica a chiederselo.

«Non saprei, io non c'entro assolutamente nulla.»

Questa era proprio la risposta che stavo cercando, o meglio che non avrei mai voluto sentire.

Ancora una volta il vento ululava nelle nostre orecchie e man mano che ci allontanavamo dall'incrocio, tutto diventava più scuro.

Pensavo che una volta nel buio Lando avrebbe urlato nuovamente, ma ciò che mi fece voltare ancora verso il luogo incriminato era tutt'altro che un urlo imbarazzante.

Avevo sentito il mio nome, qualcuno aveva chiamato Sammy Winchester e io mi ero voltata.

Nella penombra avevo notato una vaga figura umana e due occhi rossi che sembravano dei fanali nell'oscurità della notte; non poteva essere nessuno di noi, lo scherzo era finito, stavamo tutti tornando alla festa.

E allora chi era?

In lontananza si sentivano dei cani ringhiare feroci.

E da quella sera i cerberi infernali non smisero più di ringhiarmi contro.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top