9 - there is a problem -
"C'è solo la questione Allegri, ma ne riparleremo più avanti." Mi disse mio padre
Annuì e spensi il portatile.
Avevo passato la mattina in una fittissima riunione della holding di famiglia, e in quel momento volevo solo correre a mangiare.
Tra tutte quelle aziende e mio padre come capo, ero fortemente convinta che sarei uscita fuori di testa ben presto.
"Sophie, prima di lasciarti andare a pranzo c'è un'altra cosa di cui vorrei parlarti." Disse mentre chiudeva un cassetto della sua scrivania
"Si?"
"Potresti spiegarmi perché girano delle foto che ritraggono te e Paulo Dybala?"
Sospirai, consapevole che sarebbe stato impossibile che non le vedesse.
"Ci siamo ritrovati alla stessa cena quando ero a Roma l'altro giorno papà.
Ci siamo semplicemente salutati."
Che bugiarda.
Mio padre alzò un sopracciglio, per niente convinto mentre io posavo il computer prima nella sua custodia e poi nella borsa.
"Che c'è?
Non potevo neanche salutarlo semplicemente perché è un ex giocatore della nostra società?" Gli chiesi alzando il sopracciglio a mio volta
Fu lui a sospirare quella volta.
"Sai benissimo che con Paulo la questione è diversa.
E con questo non voglio dire che se ti capita d'incontrario non devi salutarlo, ci mancherebbe.
Ti ho insegnato l'educazione."
È vero papà.
Tu mi hai insegnato tutto quello che so.
E non smetterò mai di dirti grazie per questo.
"Semplicemente occhio, lo sai.
Non è un ex giocatore qualsiasi e sai che i paparazzi sono letteralmente ovunque."
"Si lo so.
Farò più attenzione la prossima volta, anche se sarà inaspettato."
Mio padre annuì.
"È quello che volevo dirti.
Adesso vai pure tesoro, starai morendo di fame."
Mi avvicinai a lui lasciandogli un bacio sulla guancia e lui sorrise.
"Ciao papà, ci sentiamo."
"Ciao amore mio."
Uscì dallo studio di mio padre, richiudendo la porta alle mia spalle.
Mentre percorrevo il corridoio, l'unico rumore che sentivo era quello dei miei tacchi fino a quando non arrivai in cucina.
"Ciao Lavinia, buon pranzo." Dissi salutando la moglie di mio padre
"Sophie tesoro, non rimani con noi?" Mi chiese lei ed io scossi la testa
"Ho un appuntamento con Greta, pranzerò con lei."
"Ah va bene va bene, divertitevi."
Le sorrisi ed uscì di casa.
Quando salì in macchina, mi diressi subito verso casa della mia migliore amica.
Arrivai in poco tempo e quando scesi dalla macchina dopo aver parcheggiato, sentì il telefono vibrare.
Suonai a Greta e lo presi dalla borsa.
Notai che era una mail e decisi di leggerla dopo.
"Generosa la vita eh" sentì dire e quando alzai lo sguardo notai che la mia migliore amica guardava il suo cellulare commentando chissà che
Risi al vederla tanto assorta, riuscendo ad attirare la sua attenzione.
"Con chi lo è stata?" Le domandai dopo averle stampato un bacio sulla guancia
"Con Lewis Hamilton.
Tanta roba." Disse ed io scoppiai a ridere
"Tu l'hai conosciuto?" Mi domandò mentre chiudeva la porta di casa sua
"Conosciuto proprio no.
L'ho visto, una volta a Londra in un locale."
"Poi mi dicono che Dio non ha preferiti."
Posai la borsa cercando di non ridere di più.
"Ma vabbè, lasciamo stare Lewis e mentre aspettiamo che finisce di cuocersi la pasta, raccontami un po'.
Com'è andata a Roma?
Gira dappertutto una tua foto con Paulo davanti al ristorante." Mi disse mentre controllava la pentola
Poggiai la schiena al muro e incrociai le braccia sotto al seno.
"Vederlo è stato un caso, non me lo sarei mai aspettata.
Abbiamo scambiato quattro parole di conto, principalmente ho parlato con Oriana." Le risposi
"Gli hai chiesto del messaggio?"
Annuì.
"Ha detto di aver sbagliato.
Come era prevedibile."
Greta rise e scosse la testa.
"Prima che arrivasse Oriana?
Di che avete parlato?"
"Così in generale.
Mi ha chiesto come stava Federico, se si era ripreso.
E poi ha detto certe cose non cambiano mai.
Ed io non capivo, ma poi ha specificato che si riferiva a me.
Ha detto che ero bellissima e che lo sono sempre stata." Le dissi in un sussurro
Greta accennò un sorriso.
"Su questo gli do ragione." Disse ed io risi
"Sia sulla tua bellezza che sul discorso generale che certe cose non cambiano mai.
Lui ne è una prova." Aggiunse
Alzai un sopracciglio.
"Perché lo è?" Le chiesi
"Perché Paulo è sempre stato pazzo di te Sophie.
Da quando siete stati insieme quella notte tanto anni fa, non è palesemente più riuscito a farti uscire dalla sua testa.
E sai com'è, quando parte la testa non c'è niente da fare." Mi rispose
"Sta con Oriana da anni Greta."
"Si, ma perché dopo poco tempo dalla vostra notte è arrivato Federico.
E per te chiunque altro è sparito dalla faccia della terra."
Sospirai non potendo ribattere.
Dal primo momento in cui avevo conosciuto Federico, dal primo incrocio di sguardi, non riuscivo a vedere altri.
Nessuno aveva più importanza.
L'avevo sempre detto, e avrei continuato a farlo.
Era stato il grande amore della mia vita.
Non escludevo la possibilità di innamorarmi di nuovo, dopotutto ero giovane.
Ma dubitavo fortemente di poter provare per qualcun'altro ciò che avevo provato per lui.
"Esageri" le dissi e Greta mi lanciò un'occhiataccia
"Su queste cose non sbaglio mai." Mi disse mentre impiattava
"Sai come la penso.
Federico era nel tuo destino, ma credo che se non l'avessi conosciuto tra te e Paulo poteva nascere qualcosa."
"Non posso escluderlo, è impossibile sapere come poteva andare."
"Fatto sta che tra voi ci sarà sempre attrazione.
E non provare a negarlo!" Esclamò facendomi ridere
"Se non ne fossi stata attratta non avrei mai passato la notte con lui, rischiando di far scoppiare un enorme casino." Le risposi mettendo i piatti a tavola
"Ieri invece com'è andata?
Ho visto il post di Ig con Charles." Disse cambiando discorso mentre prendevamo posto
"Una serata normale per quanto possa esserlo una serata allo Stadium, con una persona diversa.
Mio padre ha avuto la felice idea di invitarlo e mi aveva detto semplicemente che mancava per poco.
Ma lo conosci, alla fine ha perso un po' di tempo e praticamente è finito per seguire la partita da un'altra parte.
Ci ha raggiunti durante l'intervallo."
"Quindi siete rimasti soli, con gli occhi dello stadio puntati addosso." Disse ed io annuì
"Perché?" Le domandai e lei scrollò le spalle
"Chiedevo, più che altro perché mi viene un po' da ridere.
Stai frequentando di più la Ferrari nell'ultimo periodo che in anni e anni."
Risi leggermente ed annuì dandole ragione.
"Buon appetito" disse Greta
"Buon appetito"
Non feci in tempo a portare la forchetta alla bocca che riconobbi la suoneria del mio cellulare.
"Scusami."
"Figurati."
Mi alzai e lo presi dalla borsa con l'intenzione di negare la chiamata e ricontattare chiunque mi stesse chiamando dopo.
Ma quando lessi che era mio padre, mi ritrovai a dover rispondere.
"Papà?"
"Tesoro, perdonami.
Hai visto la mail che ti ho inviato?"
"No, perché?"
"C'è un problema piuttosto grande, ma te la faccio breve.
Non posso muovermi da Torino per fine mese."
"Devo preoccuparmi?" Gli chiesi
"No no, poi ti spiego tesoro.
Il guaio è che a fine mese c'è il gran premio d'Australia."
"Devi andare al mio posto Sophie."
Sospirai e mi portai una mano sulla fronte.
"È impossibile papà, ho un miliardo di cose da fare.
Principalmente di lavoro, ma anche personali.
Non posso andare in Australia." Gli risposi
"C'è un po' di tempo.
Organizza le tue cose private che quelle lavorative le sistemiamo insieme."
"Papà, sai benissimo che quando c'è bisogno ti sostituisco.
Come a Maranello.
Ma un conto è salire in macchina e correre da una parte all'altra dell'Italia e un'altro conto è andare in Australia.
Considerando che me lo stai dicendo una settimana prima della partenza e soprattutto che una delle cose che dovrei rimandare è un controllo."
"Ed hai ragione, non posso dire il contrario.
Ma Sophies, eccetto il controllo tutto può aspettare.
Quindi pranza, sistema la tua agenda privata e dopo raggiungimi che sistemiamo la tua agenda lavorativa.
Perché tesoro, andrai in Australia."
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