8 - more than you think -
Ero una bambina.
Ogni volta che mi trovavo davanti allo Stadium mi sentivo una bambina.
Il mio posto felice.
Salutavo i tifosi mentre aspettavo mio padre e Charles.
Il primo mi aveva chiesto di aspettarli all'ingresso così che potessi accompagnare Charles in tribuna mentre lui correva a sbrigare una cosetta prima della partita.
E sapevo avrebbe perso un po' di tempo.
Quando John Elkann diceva <<devo sbrigare una cosetta veloce>>, alla fine nel migliore dei casi perdeva un'ora.
Ma forse, vista la partita avrebbe perso davvero poco tempo.
"Sophie"
Quando mi voltai vidi mio padre scendere dal van, seguito dal suo pilota.
"Ciao tesoro" disse lasciandomi un bacio sulla testa, come faceva fin da quando ero piccina
"Ciao papà."
Quando mi voltai, vidi Charles poco distante.
Mi accennò un sorriso a mo di saluto ed io gli porsi la mano.
"Buonasera Charles è un piacere rivederti."
Il monegasco sorrise e mi strinse la mano, facendomi quasi sussultare.
Nell'istante in cui aveva stretto la mia mano, avevo avvertito una scarica elettrica lungo tutto il corpo.
E deglutì.
"Buonasera Sophie, è un piacere anche per me."
Cercai di accennare un sorriso, ma non fu facile.
Quando lasciammo la presa, mio padre prese parola voltandosi verso Charles.
"Charles, Sophie ti accompagnerà in tribuna.
Io cerco di sbrigarmi."
"Stia tranquillo, faccia pure con calma."
Mio padre gli sorrise e si voltò verso di me.
"Dopo noi due dobbiamo parlare, anche domattina." Disse e quando io annuì si congedò
"Forza, seguimi pure."
Mi incamminai entrando nello stadio sentendo i passi di Charles accanto a me e le urla dei tifosi che lo avevano visto.
"Un amante devoto allo sport?" Domandai e lui rise
"Mi piacciono praticamente tutti.
Alcuni più altri meno.
Il calcio non fa eccezione.
Mi piace seguirlo." Mi disse
Accennai un sorriso girando a destra ed aprendo la porta del box.
"Tu ne sembri innamorata." Mi disse e non trattenni un sorriso
"Lo sono.
Sono cresciuta circondata da tutto questo, e non ricordo un momento della mia vita in cui io non abbia amato questo sport." Gli risposi mentre mettevamo piede in tribuna
"Wow."
Mi voltai verso Charles e lo vidi osservare lo stadio con gli occhi di un bambino.
"È così bello." Sussurrò
"Non posso che darti ragione" risposi
"Ho girato il mondo, eppure questo stadio è sempre in grado di farmi provare emozioni nuove." Dissi e lo vidi accennare un sorriso
"È una sensazione che capisco benissimo." Mi rispose
Fui io a sorridergli quella volta.
"Ah! Vi ho trovati!"
Ci voltammo entrambi e risi al vedere la figura di Mattia poggiato alla porta con la mano al petto.
Mattia era il volto dietro al profilo Instagram della Juventus.
"Buonasera Mattia."
"Buonasera signorina"
"Mattia, Charles Leclerc.
Charles, Mattia il nostro uomo di Instagram."
I due si strinsero la mano e per come conoscevo Mattia, non mi sarei affatto stupita se mi sarebbe morto d'infarto sotto gli occhi.
Allianz Stadium e un pilota Ferrari.
Avrebbe detto che sarebbe morto felice.
"Vi cercavo per una foto per Instagram.
Se siete d'accordo." Disse ed io annuì
"Se per Charles va bene, io non ho problemi." Dissi
"Per me va benissimo." Rispose il pilota al mio fianco sorridente
Mi voltai verso Mattia che mi comprese e mi porse la busta che teneva in mano.
Mi voltai verso il monegasco e la porsi a lui.
Charles mi guardò confuso.
"Questo è da parte della Juventus." Dissi e il pilota sorrise
"Grazie mille"
Con il sorriso che ricordava quello di un bimbo piccolo, Charles apri subito la busta e sorrise ancora di più quando tirò fuori la maglia della squadra.
<<Leclerc 16>>
"Questa verrà con me a Montecarlo.
Non rimane qui." Disse ed io risi
Mi porse la maglietta e la misimo davanti, reggendola io da una parte e lui dall'altra.
Mattia si piazzò davanti a noi e Charles mise la mano sul mio fianco.
Trattenni il fiato quando sentì nuovamente una scarica elettrica percorrermi il corpo.
"Sorridete!" Esclamò Mattia
Ed io ci provai.
Ma non era facile con il cuore che batteva come un dannato.
"Bellissimi!"
"Scusate se vi ho disturbato, signorina vi giro la foto via mail ma potrete trovarla sul profilo." Disse Mattia prima di lasciarci
Charles rimise con cura la maglia nella busta ed io mi voltai verso il campo.
Feci un respiro profondo e notai i ragazzi fare il riscaldamento.
Vidi Federico ridere con Dusan e accennai un sorriso.
"Sono importanti non è vero?" Mi domandò Charles
Mi voltai verso di lui che mi stava osservando.
"Molto.
Quei ragazzi sono parte della famiglia della Juventus.
So che puoi capirmi."
"Più di quanto pensi.
Ogni singolo membro del team della Ferrari è importantissimo per me.
Devo molto ad ognuno di loro.
Dal vertice che rappresenta tuo padre, al ragazzo tirocinante che impazzisce per stare dietro a tutto."
Sorrisi al sentirlo.
Nelle sue parole percepivo la sincerità più assoluta.
"Ci conviene accomodarci.
Tra poco si inizia." Gli dissi
"Che vinca la Juventus." Mi rispose
"Sempre."
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