5 - some things never change -
"Si papà, ho capito.
Tranquillo, sarò a Torino domani dopo pranzo."
"Bene tesoro, ci vediamo domani.
Divertiti."
Chiusi la chiamata con mio padre e misi il rossetto.
Ero atterrata a Roma da poco meno di un'ora, dopo una settimana passata a correre da una parte all'altra per le infinite riunioni della holding di famiglia.
In quel momento mi aspettava una cena e mio padre aveva avuto la brillante idea di chiamarmi mentre mi preparavo per ricordarmi che domani non saremmo stati da soli al match della Juventus contro l'Atalanta.
Il caro signor presidente, si era assicurato che l'invito per la partita arrivasse a Maranello.
Messo il telefono nella borsa, presi le chiavi della mia stanza e chiusi, per poi scendere dove mi stava aspettando l'auto.
Nell'istante in cui salì, notai un flash e sospirai una volta in macchina.
Dall'esterno sembrava meraviglioso ed io ero consapevole di avere una vita che molti sognavano, delle possibilità per cui alcuni avrebbero ucciso.
Ma essere una Elkann, avere il sangue degli Agnelli, non era sempre così facile.
Specie in momenti in cui tutto ciò che avrei voluto fare era starmene chiusa in casa, rintanata sotto le coperte a piangere.
Feci una serie di respiri profondi nell'arduo tentativo di non pensarci.
Quando l'auto si fermò, ebbi il tempo di prendere in mano la borsa che mi fu aperto lo sportello.
"Signorina"
Sorrisi all'autista e lo ringraziai.
Sapeva già a che ora dovevo andar via, perciò lo salutai ed entrai nel ristorante.
Uno dei miei preferiti in tutta Roma.
Quel locale vantava una vista incredibile sul Colosseo.
Vista che volta per volta mi lasciava senza parole.
Non appena misi piede dentro la sala riservata, vidi subito Giulia.
L'organizzatrice della serata, era bellissima nel suo vestito verde, intenta a bere un bicchiere di champagne mentre parlava con un invitato.
Quando mi vide mi sorrise e decisi di andare da lei.
Attraversai la sala tenendo lo sguardo su di lei che aveva avuto la mia stessa idea.
Quando Giulia fu fermata da una signora, mi fermai, non accorgendomi della persona che stava lì vicino.
"Mi scusi.
Ero distratta." Dissi sperando di non aver fatto qualche danno
La persona non mi rispose e quando mi voltai capì il perché.
"S-Sophie" balbettò
Fui sorpresa di trovarmi Paulo davanti.
Sapevo che viveva a Roma da quando aveva lasciato Torino, ma non mi sarei mai aspettata di vederlo lì.
"Ciao Paulo."
Non so per quanto tempo rimanemmo in silenzio.
Io osservavo il suo viso e lui il mio.
Era sempre lo stesso.
Non era cambiato affatto.
Abbassò lo sguardo lungo il mio corpo, che conosceva, ed io mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Che ci fai qui?" Gli chiesi
L'argentino riportò lo sguardo sul mio viso.
"L'organizzatrice è un'amica di Oriana." Mi rispose
Me la ricordavo Oriana.
"Tu?
Come mai lontana da Torino?"
Sospirai.
"Conosco Giulia da un paio d'anni.
Ci teneva ed eccomi qui."
Non ebbe il tempo di rispondermi che proprio la voce di Giulia ci raggiunse.
"Che bello rivederti Sophie."
Abbracciai la ragazza con un sorriso sul viso.
"Grazie per essere qui." Mi disse
"È un piacere davvero." Le risposi
La ragazza mi sorrise per poi voltarsi verso Paulo.
"La tua bella è scappata via?"
Lui rise strappandomi un lieve sorriso.
"È andata in bagno qualche istante fa."
Giulia annuì.
"Scusatemi ragazzi.
Quando la rivedi dille di venire da me."
"Certo."
Quando Giulia si congedò, mi voltai verso Paulo con l'intenzione di fare lo stesso, ma lui parlò prima di me.
"Certo che ci sono cose che non cambiano mai."
Alzai un sopracciglio non capendo a cosa si stava riferendo.
"Non ti seguo." Gli risposi e lui accennò un sorriso
"Mi riferisco a te Sophie.
Mi riferisco al fatto che tu sia bellissima stasera, al fatto che tu lo sia sempre stata."
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