4 - sorry -
Continuavo a fissare il cellulare cercando di capire perché mi avesse scritto.
Non sentivo Paulo da quando aveva lasciato Torino e per quanto mi sforzassi non riuscivo a capire il perché mi avesse scritto.
Era stato strano rileggere il suo nome.
La cena a Maranello tra chiacchiere, risate e i punzecchiamenti tra Carlos e Charles, era finita tardi e con Greta eravamo rimaste lì per la notte.
Quella giornata era stata assurdamente fitta di riunioni e per quanto fossi stata curiosa di leggere il messaggio di Paulo, non ci ero ancora riuscita.
Ero rientrata a casa da una manciata di minuti e lo stavo aspettando.
Aprì finalmente WhatsApp e lessi ciò che mi aveva scritto l'argentino.
<<Scusami>>
Alzai un sopracciglio più confusa che mai.
Perché dovevo scusarlo?
Persi qualche istante nel cercare di capire, arrivando alla semplice conclusione che aveva sbagliato.
Uscì dalla chat e chiusi Whatsapp.
Lasciai il telefono sul tavolo e in quell'istante suonarono.
Vidi la sua figura dallo spioncino della porta e gli aprì.
Federico aveva una vaschetta di gelato al pistacchio in mano e mi sorrise.
"Ciao Bubi"
Gli buttai le braccia al collo e lo strinsi forte.
"Dio, quanto mi sei mancato." Sussurrai mentre lui mi stringeva con un braccio
"Anche tu mi sei mancata, e tanto tanto."
Tenni gli occhi chiusi beandomi della sensazione di essere di nuovo tra le sue braccia.
Nessuno avrebbe mai capito quanto lui significasse per me.
"Forza entra." Dissi staccandomi
Entrammo in casa e mentre io chiudevo la porta, lui si levò il cappotto.
Lo sentì ridere e seguendo il suo sguardo vidi che aveva notato le coppette pronte, in attesa del gelato.
"Siamo proprio assurdi eh?" Mi domandò ed io risi con lui
"Giusto un po'." Gli risposi prendendo la vaschetta che aveva portato ma lui me la prese
"Dammi qui, ci penso io." Mi disse per poi lasciarmi un bacio in fronte
Gli accennai un sorriso e mi sedetti guardandolo.
Sentendosi osservato rise.
"Sei proprio curiosa eh?" Chiese
"Non far finta di non conoscermi." Risposi e lo scosse la testa divertito per poi passarmi la coppetta piena zeppa di gelato
"Alla fine ce l'ho fatta." Mi disse sorridendo
Sorrisi anch'io a mia volta mentre aspettavo che terminasse di mettersi il gelato.
" Anche se per poco non sono stato scoperto.
Per colpa di mio fratello. " Aggiunse sedendosi e facendomi ridere
"Ho preso coraggio quando siamo stati a Venezia e le ho finalmente chiesto di sposarmi." Disse
Mi ritroverai a sorridere per l'ennesima volta nel giro di pochi minuti.
Il rapporto che avevo con Federico per molti, anzi praticamente quasi per tutti, poteva essere assurdo ma la verità era che nonostante non stessimo più insieme già da un po' eravamo ancora estremamente importanti l'uno per l'altro.
Forse perciò che era successo.
Federico era stato il grande amore della mia vita e sapevo bene che nonostante tutto per lui avrei fatto qualsiasi cosa.
Come sapevo che lui per me ci sarebbe stato sempre.
Sapevamo che prima o poi ci saremmo rifatti una vita, era giusto così.
L'unica cosa in cui speravo era che le persone che avremmo avuto al nostro fianco capissero.
E con Lucia era successo.
Lei aveva capito.
Era stata accanto ad entrambi.
Si era presa cura di lui e per questo le sarei stata grata a vita.
"Sono davvero felice per voi.
Ve lo meritate davvero."Dissi e lui mi strinse la mano
"Grazie.
Conta moltissimo per me." Mi rispose
"Voglio solo che tu sia felice e vedo quanto Lucia ti fa star bene." Gli dissi e lui mi sorrise nuovamente
"So che sarebbe un po' strano ma mi piacerebbe che tu ci fossi." Mi disse per poi mangiare un po' di gelato
"Federico, neanche un cataclisma mi impedirebbe di esserci." Gli risposi per poi stringergli la mano
Il calciatore mi sorrise e mi anticipò intuendo ciò che avrei voluto chiedergli.
"Lucia è del mio stesso pensiero."
Fui io a sorridergli quella volta.
"Tu che mi dici?"
"L'unica mezza novità che ho riguarda il lavoro quindi niente di interessante." Risposi
"Solo tu puoi definire la Ferrari non interessante."
Alzai gli occhi al cielo e finì il gelato.
"Sai anche tu che non la definisco così."
"Ero agitata non lo nego, per lo meno non a te." Dissi e lui accennò un sorriso
"Ero da sola ad una riunione di un'importanza assoluta per un'azienda importantissima di cui sapevo poco e niente.
La Ferrari è affascinante, solo un'idiota lo negherebbe.
Ma per me è un territorio sconosciuto."
E conoscendo mio padre adesso mi vorrà presente."
"Sophie Margaret Elkann, tu sei in grado di gestire qualsiasi cosa."
Gli sorrisi.
"Ne gestisci già molte.
Vedila come una in più." Disse poi
"Con la differenza che è una di quelle a cui mio padre tiene di più." Dissi sospirando
"E ti vorrà presente proprio per questo.
Perché si fida di te."
E sapevo che aveva ragione.
Sapevo che mio padre si fidava di me più che di chiunque altro.
Ma il solo pensiero del cavallino rampante mi mandava in tilt.
"Preferirei pensare alla Juventus e basta."
Federico rise, ma lo vidi stranirsi.
Sospirai.
"Perché non me ne hai parlato?"
Fui lui a sospirare quella volta.
"Perché non voglio che tu faccia la benché minima cosa." Disse
"So bene che basterebbe una tua chiamata per capovolgere la situazione e assicurare il mio rinnovo.
Ma non voglio Sophie.
Io voglio rimanere più di ogni altra cosa.
Ma voglio che sia perché me lo sono meritato e non perché tu hai fatto la chiamata." Aggiunse
"Tu meriti il posto che hai.
E sono sicura che lo capiranno quei quattro idioti che pensano il contrario." Risposi e lui scoppiò a ridere
Scosse la testa divertito per poi dirmi grazie.
"Non devi dirlo."
Fu mentre lo guardai che mi tornò in mente il messaggio di Paulo.
"Hai sentito Paulo Dybala ultimamente?" Domandai e Federico alzò un sopracciglio
"No perché?"
"Ieri sera mi ha scritto un messaggio.
E mi è sembrato strano.
Non lo sento da quando ha lasciato Torino.
In realtà da un po' prima." Gli dissi e lo vidi confuso
"Da quando se ne è andato non ci sentiamo più come prima, ma siamo rimasti comunque in contatto.
Ma adesso è da un po' che non lo sento in realtà." Mi rispose
"Che ti ha scritto?" Mi domandò poi con quella solita espressione da bimbo che metteva su quando era curioso
Risi e lui mi fece la linguaccia.
"Scusami.
Mi ha scritto scusami."
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