16 - Lost -
Quando percepì la luce del sole sul viso, lo nascosi subito sotto al cuscino desiderando solo di continuare a dormire ma il rumore della sveglia mi fece capire che non era possibile.
Mi alzai di scatto quando realizzai che la suoneria della sveglia non era la mia.
Mi guardai intorno e notai che la stanza era diversa dalla mia.
Mi alzai immediatamente dal letto e notai di indossare lo stesso vestito con cui ero uscita.
Mi confusi chiedendomi di continuo dove fossi finita.
Notai che persino il mio cellulare era in carica.
Feci qualche passo, sperando di non aver fatto fesserie.
Sussultai non appena vidi Charles sul piccolo divano nella stanza.
Non mi accorsi neanche di una valigia che c'era a terra e inciampai.
Al sentire il botto, vidi la figura di Charles in piedi.
Era tutto spettinato e con il viso impastato dal sonno.
Eppure la sua bellezza era comunque incredibile.
"Ti sei fatta male?"
Scossi la testa in negazione e lui fece il giro della stanza per porgermi la sua mano.
La afferrai e mi alzai.
"Che ci faccio qui Charles?"
"Abbiamo fatto tardi e ti sei addormentata in macchina.
Dormivi talmente bene che non me la sono sentita di svegliarti così ti ho portata qui." Mi rispose
"Ti ho messa a letto e mi sono buttato sul divano.
Non credo di essere durato due minuti." Aggiunse passandosi una mano tra i capelli
"Potevi lasciare me sul divano." Gli dissi e lui scosse la testa in negazione
"Che uomo sarei stato?"
Accennai un sorriso e di punto in bianco realizzai che con Charles non stava parlando Sophie, ma un panda che aveva le sembianze di Sophie Elkann.
"Ti ringrazio Charles, ma credo sia meglio che tolga il disturbo.
Dobbiamo tornare in Italia."
Il monegasco annuì.
Afferrai le mie scarpe, la borsa e il cellulare mentre Charles mi guardava.
Quando mi incamminai verso la porta mi seguì e prima che potesse aprire mi voltai verso di lui e gli lasciai un bacio sulla guancia.
"Grazie"
Lui accennò un sorriso timido e non potei non notare come improvvisamente il suo viso era diventato dello stesso colore della sua monoposto.
Uscì dalla camera di Charles senza farmi vedere ed entrai in fretta nella mia.
Sospirai quando mi chiusi la porta alle spalle.
Controllai l'orario sul cellulare e mi fiondai in bagno.
In meno di un'ora dovevo essere pronta per tornare in Italia.
***
Nonostante il volo apparentemente interminabile, potevo dire di non essermene quasi resa conto.
Avevo dormito un po', o meglio ci avevo provato.
Avevo lavorato, forse un po' troppo viste le scarse ore di sonno che avevo.
Avevo visto una comicissima partita a scacchi tra Charles e Carlos.
E avevo parlato con entrambi.
Avevo iniziato a conoscerli.
Eppure, nonostante il piacevole clima del volo quella strana sensazione che avevo dal locale era ancora presente.
Feci un respiro profondo e riaccesi il cellulare che avevo spento qualche ora prima.
E quando si ricollegò la mia connessione dati, sentì la testa iniziare a girare.
Mi bastò leggere il messaggio di Federico per sentire l'aria mancare.
Provai a respirare ma sembrava quasi impossibile.
Non riuscivo neanche a sentire il mio cuore.
Chiusi gli occhi per provare a fare un respiro profondo, ma non appena abbassai le palpebre una lacrima abbandonò il mio occhio e altre la seguirono a ruota.
Mi voltai di scatto quando sentì una mano poggiarsi sulla mia spalla.
"Sophie? Che succede?"
Charles mi guardava palesemente preoccupato e lo stesso Carlos poco distante.
Lo spagnolo mi porse un fazzoletto che accettai e con cui tentai di asciugarmi le lacrime.
Riuscì a fare un respiro profondo sotto lo sguardo preoccupato dei due piloti.
"Ho appena ricevuto una brutta notizia.
Su un vecchio amico." Dissi loro
Charles mi tirò a se e chiusi gli occhi cercando di calmarmi.
Ma quel dolore non me lo permetteva.
Sentì aumentare il calore e quando aprì gli occhi vidi che anche Carlos mi stava abbracciando.
"Lo siento mucho Sophie.
Hay halgo que podamos hacer?"
Annuì, mentre entrambi non sembravano per niente intenzionati ad allontanarsi.
"Fatemi scendere da qui, vi prego."
Li vidi annuire e mentre Carlos andò a domandare quando potevamo scendere, Charles recuperò la mia borsa.
Presi il cellulare e mi tremò la mano.
Ricominciarono a scorrere silenziose le lacrime sul mio viso, quando rilessi quel messaggio che Federico mi aveva inviato qualche ora prima.
<<Bubi, non so quando potrai leggere il messaggio ma so che avresti voluto saperlo.
Ho sentito Paulo, Oriana ha perso il bambino.>>
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