12 - What the hell? -
Quando misi piede nel box di Carlos, mi ritrovai a ringraziare mentalmente Lavinia per avermi regalato gli occhiali che stavo indossando in quel momento.
Avevo passato l'ennesima notte in bianco, come se il fuso orario non era abbastanza.
Da quando Paulo era rispuntato nella mia vita, mi capitava spesso di non chiudere occhio la notte.
Mi ero rigirata continuamente nel letto per tutta la notte, fino al momento in cui era arrivata la mattina e mi ero dovuta alzare consapevole della giornata che mi aspettava.
Avevo rilasciato delle interviste, controllato che fosse tutto apposto, partecipato ad una riunione super flash, chiamato e aggiornato mio padre e poi riferito al team ciò che mi aveva detto.
Ero corsa come una pazza di nuovo in hotel per recuperare un documento che avevo dimenticato ed ero tornata, girando dappertutto alla ricerca del team principal che stava aspettando quel foglio.
"Sophie!"
Sorrisi ad un Carlos super pimpante che si avvicinò a me non appena mi vide.
"Buon pomeriggio Carlos"
"A te"
"L'Australia non era stata calcolata a Maranello, cioè non era in quella piccola lista di Gran Premi immancabili ma è bello averti qui!" Esclamò ed io risi
"Fa molto piacere anche a me" gli risposi, evitando di dirgli che avrei volentieri tirato una padella in testa a mio padre quando mi aveva detto di sostituirlo, soprattutto quando avevo realizzato che avrei messo piede in Australia la sera prima della gara e che sarei partita l'indomani mattina.
Un viaggio super flash con un fuso orario di 10 ore non era esattamente l'ideale, specie se affrontato senza chiudere occhio.
Avevo perso il conto di quante volte avevo benedetto il caffè.
Lo spagnolo mi sorrise e mi sussurrò di essersi svegliato con un particolare buonumore, poi un meccanico lo chiamò e lo salutai.
Mi incamminai alla ricerca di Vasseur immaginando di trovarlo lì o nel box di Charles.
Vedevo tutti correre da una parte all'altra, ma di Frédéric neanche l'ombra.
Sospirai, vedendo tutti all'opera e notando di persona quanto lavoro dietro ogni singolo passo.
"In bocca al lupo!" Dissi a Carlos prima di uscire dal suo box per dirigermi verso quello di Charles
Lo spagnolo mi sorrise e mi salutò con la mano.
Non appena misi piede nel box del pilota numero 16, vidi il team principal parlare proprio con lui.
"Noi siamo sempre fieri di voi, comunque vada Charles." Sentì dire a Frédéric
Il monegasco sorrise e abbracciò il team principal.
Sorrisi anch'io al vedere il momento.
Rimasi in disparte salutando con un cenno della mano chi passava di lì, fino a quando girandosi Charles mi notò.
Accennò un sorriso che ricambiai e quando si girò anche Frédéric mi avvicinai.
Porsi il documento all'uomo che lo attendeva.
"Grazie signorina."
Risi al sentirlo, convincendomi che non avrebbe mai smesso di chiamarmi così.
"Io devo correre dall'altro lato e anche in fretta.
Può venire anche lei oppure se le va può seguire la gara da questo box." Disse Vasseur
Io annuì e quando Charles fu chiamato dai meccanici mi resi conto che era questione di qualche minuto
"Resto qui, chiederò delle cuffie." Vasseur annuì e vidi Charles accennare un lieve sorriso.
Il primo corse via e il secondo si avvicinò alla sua monoposto.
"Charles"
Il ragazzo si girò e dissi anche a lui ciò che avevo detto allo spagnolo
"In bocca al lupo"
Mi sorrise raggiante e sentì il mio cuore aumentare il suo ritmo.
Ma che diamine mi stava prendendo?
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