Il gioco dell'ostrica
Storia vincitrice dello scambio 36 con un totale di 30.5/40 con buoni voti nella categoria trama e in grammatica
* AUTORE: JAYBREE
* TRAMA:
"Beatrice Bianchi ha ricevuto dalla vita lo stretto indispensabile per considerarsi soddisfatta: gioventù, un pizzico di beltà, una testolina funzionante, qualche buon amico e una famiglia unita, anche se non del tutto equilibrata. Quest'esistenza più o meno tranquilla, tuttavia, riceve uno scossone quando Nina, sorella maggiore dal cuore d'oro e dal sorriso onnipresente, viene travolta dagli imprevisti giochi di Cupido e ricomincia a frequentare il suo primo amore di bambina, Carletto. Carlo Bernardini è l'epitome di tutto ciò che un uomo dovrebbe essere - almeno secondo il punto di vista incantato di Nina: cordiale, amabile e abbastanza ricco da permettersi di consumare tutti i suoi averi nella ristrutturazione della vecchia pizzeria del nonno. Peccato abbia un pessimo gusto in fatto di amici - questo, secondo il punto di vista scocciato di Bea.Il rampollo di casa Bernardini, infatti, trascina nell'impresa di ammodernamento della "Vecchia Cascina" il suo architetto di fiducia, Benedict Devereux. Un angelo caduto, attraente quanto arrogante, che portando in giro il suo bestione di motocicletta tra i sanpietrini del paese, prima rischia di stendere per sempre la povera Beatrice e poi si rifiuta in maniera categorica di porgere delle scuse.E, come universalmente riconosciuto, quando un Benedict screanzato incontra una Beatrice infervorata, la battaglia dei sessi è solo agli inizi."
* ESTRATTO DALLA STORIA:
...Dal Capitolo 3:
Sorrise tra sé e sé, mentre passeggiava con calma verso il gazebo che si trovava alla fine del viale semi-illuminato. Il suono distinto di qualcuno che si schiariva la gola le fece notare la presenza celata tra gli alberi nella parte in penombra del giardino. Ben. Perché le sembrava una cosa così ovvia ora che lo aveva visto? L'anima in pena se ne stava in solitudine nell'oscurità. Quasi un Heathcliff di ultima generazione.
Bea si avvicinò. Forse, gli doveva delle scuse. O forse no. Una nuvola di fumo gli incorniciava il viso, tra le dita stringeva un tubetto che aveva tutta l'aria di essere una di quelle sigarette elettroniche di nuova fattura, una di quelle con gli aromi più impensabili.
«Marshmallow, vaniglia e... ?»
«Cannella»
concluse lui, piegando il capo verso di lei. Si allontanò dall'albero su cui era poggiato e le andò incontro.
«Hai un pacchetto di Parliament One nella tasca interna della giacca».
«Elementare, Watson».
«Hai sempre un pacchetto di Parliament One nascosto da qualche parte. E cerchi sempre di non fumarne neanche una, ma non ti riesce spesso».
Benedict sospirò e si lasciò andare a un sorriso quasi aperto.
«Non sei l'unico che osserva senza farsi notare» spiegò lei.
«Posso offrirtene una?»
Bea si ritrovò ad arricciare il naso e a scuotere la testa inorridita. I suoi pochi approcci col fumo erano stati sciocchi e fallimentari. Reminiscente di una conversazione simile, specificò:
«Il fumo uccide».
«Lo so»
accordò lui, quasi rattristato dalla cosa.....
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