the beggining of the end
Dusk, heavy e dee stavano in camera del moro, heavy stava cercando qualcosa e dee e Dusk stavano solo ridacchiando tra loro per la stupidità del rosso che non riusciva a trovare cioche cercava che era davanti al suo naso. Carlos li chiama per la merenda.
Dusk:- finalmente sono le vacanze di Natale, non ne potevo più, voi che fate a Natale?-
Heavy:- niente, perché?-
Dusk:- sarebbe carino passarlo assieme il Natale.-
Dee:- si, hai ragione.-
In quel momento qualcuno bussa alla porta e Carlos va ad aprire.
Carlos:- Ah, glam entra pure.-
Il biondo sorride ed entra nella casa.
Glam:- pronti?-
Heavy:- dobbiamo già andare? Uffa.-
Dusk:- peccato ci stavamo divertendo.-
Dee:- ehi, papà possiamo passare natale con loro?-
Glam:- Be a Carlos va bene?-
Carlos:- certo, noi non facciamo niente di speciale.-
Glam:- allora mi sembra una bella idea.-
Heavy:- SIIIII.-
dusk:- alla grande.-
Dee:- Mmmh, evviva.-
I tre ragazzi si salutano clamorosamente poi Carlos chiude la porta. Il telefono di Dusk suona, il ragazzo risponde alla chiamata mettendo in viva voce senza pensarci due volte, ma quando la persona dal altro lato inizia a parlare, dusk smette di sorridere e lui e Carlos si guardano.
Dusk:- pronto?-
??:- ah, Elia che bello sentirti dinuovo.-
Dusk:- co-cosa vuoi tu da me.-
??:- e così che saluti tuo padre? O forse dovrei dire l'uomo nel ombra.-
Carlos:- glielo dirò solo una volta chiami ancora una volta questo numero e farò in modo che ne passi 30 di anni di segregazione, ma in manicomio questa volta.-
??:- ah, guarda che guardiamo fedele, ma vorrei parlare con mio figlio ora.-
Carlos:- e io le ho dico che non puo.-
??:- molto bene, ma Elia sappi che visto che non vuoi parare così, l'uomo nel ombra verrà a prenderti.-
La chiamata si chiude e Dusk alza il suo sguardo rosso, normalmente fiero, ora spezzato e sul orlo delle lacrime. Carlos lo abraccia.
Dusk:- e tornato, quest'incubo non finirà mai. Cosa facciamo Carlos.-
Carlos:- non ci troverà, non può trovarci. Stai tranquillo.-
Dusk:- si hai ragione, non ci riuscirà a trovarmi. Si sono sicuro che non mi trovera. Non ci troverà-
Carlos fa sedere Dusk sul divano con una coperta e una cioccolata calda e si guardano un film tranquillo, ma Carlos nota che Dusk, nonostante cerchi di nasconderlo, la chiamata lo ha scosso più di quanto mostra.
Dusk nei giorni successivi ogni volta che esce non lo fa mai da solo, o con i suoi amici o con Carlos, ma da solo non vuole nemmeno pensarci. Una sera Carlos e glam si ritrovano al bar dove hanno parlato la prima volta.
Glam:- ehi, Carlos....sembri stanco cosa succede?-
Carlos:- ah, e il padre di Dusk e tornato, ma non ne posso parlare.-
Glam:- perché mai?-
Carlos:- perché quel uomo e pericoloso, molto pericoloso.-
Glam:- capisco. Ecco perché Dusk non esce più di casa da solo. Dee e Heavy sono spesso fuori con lui.-
Carlos:- già, speriamo solo che non succeda niente.-
Glam:- terrò gli occhi aperti, Carlos.-
Carlos:- grazie, ma non voglio immischiarvi in questi affari.-
Glam:- se lo dici tu.-
I due uomini continuano a parlarsi del più e del meno, finché Carlos e costretto a tornare a casa finendo così la sua serata fuori. Quando arriva trova Dusk sul divano con gli occhi puntati sulla televisione.
Carlos:-Dusk devi dormire, non viene tranquillo.Dai hai bisogno di dormire-
Dusk annuisce e torna in camera sua.
Appena chiude gli occhi rossi rimane intrappolato in uno dei suoi incubi.
Dusk sta camminando per le strade mal andate di un paesino in romania, sta calciando un sassolino avanti. Vede le scarpe di qualcuno davanti a lui, sospira annoiato e tira su il sassolino per poi superare gli uomini che gli bloccavano la strada. Uno di loro gli prende il braccio sottile stringendo eccessivamente la presa.
Uomo:- ehi, moccioso di a tuo padre che deve pagarci il tributo o civprenderemo te e ci divertiremo.-
Dusk:- non ti conviene chiedere più di ciò che puoi avere, sulan. Mio padre non cede i suoi giocattoli agli altri.-
Detto questo si libera dalla presa del uomo e torna verso casa con il sassolino in tasca, aprendo la porta il suo sguardo nota le scarpe del padre.
Padre:- sei in ritardo per la lezione, Elia. Cosa ti ha trattenuto così tanto?-
Dusk:- sulan e i suoi amici hanno detto che gli devi dei soldi o prendono me.-
Padre:- solo questo?-
Dusk annuisce non alzando mai lo sguardo dal terreno. Il padre sospira deluso, la sua mano si sposta sul righello poggiato sul tavolino accanto a lui. Lo prende in mano e se lo rigira tra le mani osservandolo.
Padre:- vieni qui Elia.-
Dusk si sposta accanto al padre.
Padre:- alza la manica, su,su. Non ho tutto il giorno.-
Dusk fa come richiesto e si morde il labbro quando il righello gli frusta la pelle quarciandola. Il padre gli indica il violino appogiato sul pianoforte. Dusk lo prende e inizia a suonare una melodia malinconica, dopo cinque volte della stessa melodia in un momento di distrazione sbaglia una nota, si ferma girandosi a guardare la figura del padre sulla poltrona.
Padre:- continua stupido.-
Dusk ricomincia a suonare sbaglia di nuovo la nota e il padre si alza dalla poltrona con il righello in mano che poco dopo frusta ripetutamente il polso martoriato di Dusk.
Padre:- ora vai da tua madre, mi sei inutile. Sparisci moccioso.-
Dusk sale al piano di sopra e bussa alla porta della madre. Lei apre la porta e sorride allegramente, ma i suoi occhi verdi sono vuoti e liquidi.
Madre:- ah, Elia amore, dai siediti sul letto così ti pettino i capelli, attenta a non piegare il vestito miraccomando.-
Dusk si siede sul letto facendo in modo che la gonna del vestito azzurro non si spieghazzi poi appoggia le mani sul grembo una sopra l'altra, attendendo silenziosamente che la madre inizi a pettinargli i capelli, mentre la madre gli pettina i lunghi capelli neri continua a bere da una bottiglia. Dusk guarda il suo riflesso nello specchio.
Dusk si sveglia tutto sudato e con il fiatone per la paura.
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