Capitolo 8- Stanze d'Albergo
La prima cosa che Lily notó, varcando la soglia della camera 235, fu l'assenza di un impianto di climatizzazione. L'intera isola era assediata da un sole giaguaro e il caldo non giovava di certo al suo umore, già nero a causa della discussione con la receptionist.
Chiuse la porta con le spalle e gettó una rapida occhiata valutativa alla propria camera. Era chiaro che fosse stata riarredata da poco, nonostante l'intera taverna pareva essere rimasta agli anni cinquanta: la carta da parati era di un azzurro tenue, monotono e privo di qualunque attrattiva, il pavimento era rivestito da un linoleum tanto nuovo da emanare ancora l'odore dell'imballaggio con cui era stato trasportato e non vi era traccia di un battiscopa. L'arredamento era mimimalista: una console in legno chiaro, un comodino ed un armadio simili più o meno abbinati ed un grande letto ad una piazza e mezzo con la testa di legno bianco laccato, senza la minima traccia di un'intarsiatura.
Lily inspiró profondamente e tastó il materasso per valutarne la comodità: le molle produssero un tintinnio poco rassicurante, che tradì il mancato cambiamento del materasso; difatti, questo, era troppo morbido e scricchiolante e inoltre fuoriuscivano alcuni bozzi quá e là.
Lily scrolló e le spalle e, dopo aver abbandonato il carico di valigie accanto all'armadio, si distese sul letto a pancia sotto. Al momento dell'impatto le molle scricchiolarono pericolosamente ma non cedettero e dimostrarono di poter rendere, quel vecchio materasso, quantomeno stabile. Lily chiuse gli occhi e abbandonó, per qualche momento, ogni sua preoccupazione, immaginando che al mondo ci fossero solo lei e quel letto sufficientemente comodo. Avrebbe volentieri schiacciato un pisolino se non avesse saputo che avrebbe dormito fino al giorno dopo, saltando la cena e la serata con i suoi amici, così decise di dare uno sguardo anche al bagno, convinta che una doccia, o magari un bagno, avrebbero lavato via la stanchezza del viaggio.
La porta del bagno era identica a quella dell'ingresso ed era posta accanto ad una grande finestra con vista sul porticciolo. "Quantomeno, la vista, è meravigliosa" Commentó Lily varcando la porta del bagno e squadrando la stanza: era il bagno più strano che avesse mai visto e ne aveva visti molti, compreso l'enorme bagno dei Prefetti, ad Hogwarts, nel quale vi era una piscina ed una vasta gamma di bagnoschiuma magici e di rubinetti crea-bolle.
Il bagno della 235 non poteva essere più grande di un normale ripostiglio. Pericolosamente vicino alla porta, vi era il w.c. più piccolo che Lily avesse mai visto, rivestito di una porcellana di un bianco candido che quasi si confondeva con le pareti, accanto a questo vi era un lavandino con annesso specchio di dimensioni davvero irrisorie, identico al w.c. nello stile ma decisamente più economico, data la plastica con cui era rivestito. La doccia era semplice e di medie dimensioni, difatti occupava quasi l'intera piccola stanza.
"Menomale che mi accontento" Pensó Lily tornando in camera ed aprendo una valigia rosa trabbocante abiti.
Tornó il bagno portando con sè biancheria intima, un reggiseno ed un orrendo accappatoio giallo che Petunia le aveva regalato per il suo diciottesimo compleanno. Petuni aveva sperato che la sorella lo avesse trovato inutile e bruttino. Strano a dirsi ma Lily, invece, non se ne era mai separata da allora.
Si spoglió rapidamente e varcó la soglia del box doccia facendo molta attenzione a non sfiorare il pavimento con i piedi nudi, del resto non poteva sapere se il pavimento fosse pulito o meno. Ruotó la manopola dell'acqua fredda e con sua fortuna questa arrivó immediatamente, avvolgendo Lily in un abbraccio fresco.
La stanza 236 era pressocchè identica alla 235. Unica differenza erano i letti, tre strette brande con testata bianca, due poste l'una accanto all'altra e divise da un minuscolo comodino bianco ed una posta di traverso ai piedi delle due.
"Prongs, vuoi muoverti?! Sei in quella doccia da venti minuti!" Urló Sirius bussando violentemente alla porta del bagno. Non appena varcarono la soglia della 236, James, prese possesso del bagno, chiuse la porta e ruotó il chiavistello di chiusura ad una velocità tale da impedire a Sirius di rendersi conto di cosa stesse facendo. "Cinque minuti e ho finito" Rispose James aumentando la pressione dell'aqcua in modi da non udire i commenti dell'amico. "Spero che intenda cinque minuti di questo mese" Commentó Sirius gettando un'occhiata circospetta a Remus.
Quest'ultimo aveva liberamente preso possesso del letto accanto alla finestra e ora vi si era steso, leggendo il Manuale di Difesa contro le Arti Oscure- Volume settimo, apparentamente sordo agli schiamazzi dei suoi amici e nuovamente compagni di stanza. "Cosa ci fai con questa roba?! I M.A.G.O sono finiti da un pezzo ormai!" Sbottó Sirius strappando il volumetto dalle mani dell'amico "Tu non conosci il significato di 'rispetto per gli oggetti altrui' vero?" Chiese Remus inarcando un sopracciglio talmente in alto da arrivare fin quasi a metà della fronte "Perchè leggi Difesa? Sei stato bocciato e non me l'hai detto?" Scherzó Sirius fingendosi preoccupato, sapeva bene che l'amico non avrebbe mai potuto essere bocciato nella materia in cui brillava "Sì, sai, mi vergognavo a dirtelo ma il prossimo anno dovró tornare ad Hogwarts e ripetere l'esame di Difesa contro le Arti Oscure. No, Sirius, non è vero, sto solo scherzando. Ripasso, fa sempre bene. E poi forse hai dimenticato che là fuori" Indicó la finestra come metafora per indicare il mondo esterno "C'è un intero esercito di Mangiamorte che cerca di ucciderci. Ripassare le tecniche di Difesa puó aiutarci a non essere Schiantati giù da un balcone e morire spaccandosi il cranio. Accio libro!" Spiegó Remus Appellando il proprio libro e ritrovandoselo all'istante fra le mani. "Non posso dimenticarmi dei Mangiamorte" Replicó Sirius freddamente "Mio fratello è uno di..." Non ebbe il tempo di terminare la frase che James aprì la porta del bagno canticchiando allegramente. "Bagno libero!" Annunció strofinando un asciugamano sui capelli. "E inoltre...leggere aiuta atenere la mente allenata e avere una mente allenata puó servire a questo!" Spiegó Remus precipitandosi nel bagno e chiudendo la porta con un tonfo sordo. "Sei uno..."
"Non ti sento, sto facendo la doccia!"
"Un cretino diplomato!"
"Ti voglio bene anch'io"
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