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Ma ciau

Dopo il falso allarme di due sere fa spero di potermi far perdonare con questo capitolo.

Posso dirvi con sicurezza che ogni volta che annuncio un probabile aggiornamento per una data precisa, la maggior parte delle volte il capitolo lo vedrete solo qualche giorno dopo la data stabilita. Mi dispiace sono pessima.

La canzone è 'Demolition Lovers' dei My Chemical Romance. Sono abbastanza sicura di averla già messa in un capitolo precedente ma, visto che per tutta la stesura del capitolo l' ho ascoltata a ripetizione, mi pare giusto farle onore.

Comuuunque ecco il capitolo.  

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27

Andy

Era ormai sera quando Andy tornò a casa dal lavoro. Era stata una giornata abbastanza pesante all' Hard Rock Caffè dove lavorava. Il locale era strapieno e Linda non era venuta a lavoro perché il ragazzo stava male in ospedale e voleva stargli vicino. Andy più di chiunque altro non poteva certo biasimarla, così non aveva detto nulla a suo zio e si era preso anche il suo turno. Si aspettava di trovare Nico sul divano intento a guardare Supernatural. Qualche giorno fa Andy aveva scoperto che il semidio non sapeva neanche cosa fosse e così avevano iniziato a guardarlo insieme dalla prima stagione. Inutile dire che da quel giorno Nico ne era diventato ossessionato. Andy si era chiesto se si fosse dovuto preoccupare ma hey, è Supernatural, tutti ne sono ossessionati, e poi ogni fonte di distrazione non era altro che un bene per il figlio di Ade.

Però appena mise piede nel saloncino si accorse che, non solo le luci di tutta la casa non erano accese, ma che anche il televisore era spento e non si intravedeva nessuna luce proveniente dallo schermo del suo computer. Iniziò a chiedersi se il semidio non avesse deciso di uscire quando, nell' oscurità della stanza, vide una figura seduta sul divano. Solo che non era una figura qualsiasi, era Nico. Non riusciva a vedere l' espressione che aveva sul viso a causa dell' assenza di luce ma il fatto che il ragazzo se ne stesse lì seduto a guardare il nulla fu abbastanza per preoccupare Andy a morte. Non perse tempo ad accendere le luci e con poche falcate raggiunse Nico. Si inginocchiò in modo da trovarsi più o meno alla stessa altezza del semidio. Gli prese le mani e lo chiamò piano, sperava in un qualche tipo di reazione. Solo che Nico ancora non parlava e, cosa peggiore, ancora non incontrava il suo sguardo. Continuava a fissare il vuoto. Non riusciva a vedere i suoi occhi anche standogli così vicino ma, quando gli posò la mano su una guancia la sentì umida. A quel punto vi posò sopra anche l' altra mano costringendo il ragazzo a guardarlo.

"Nico..."

Finalmente il figlio di Ade sembrò riprendersi un minimo ed incontrò lo sguardo dell' altro.

"che succede?" gli sussurrò Andy. La casa era talmente silenziosa che gli faceva strano parlare ad un tono di voce normale.

E finalmente Nico gli rispose. La voce rauca tipica di chi è stato per un bel po' di tempo senza aprir bocca.

"L'ho visto"

Passò un attimo.

"Ho visto Percy"

Andy aveva già capito di chi stesse parlando Nico anche senza che lui specificasse. Ma sentir pronunciare il nome dell' altro semidio con quel tono rese il tutto ancora più triste per il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.

Non gli chiese come stesse, non gli chiese come fosse andata, come si fossero incontrati o cosa si fossero detti e non detti.

Gli accarezzò le guance, lo prese in braccio e si rimise sul divano. Le luci erano ancora tutte spente e con il passare dei secondi il corpo di Nico si stringeva sempre di più a quello dell' altro, fin quando non fu completamente avvinghiato a lui. Le braccia che lo stringevano e la testa nascosta nell' incavo del suo collo.

Nico

Non avrebbe saputo dire per quanto tempo restò abbracciato al ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Il ragazzo che si stava prendendo cura di lui, che gli stava dimostrando ancora una volta che ci sarebbe stato ogni qualvolta ne avesse avuto bisogno, il ragazzo che piano piano stava cercando di rimettere insieme quello che lui aveva rotto. Molti avrebbero potuto pensare che il modo in cui il figlio di Ade si stava comportando fosse esagerato, "non si può stare così male per una persona con cui non sei stato neanche così tanto" avrebbero detto.

Sbagliato.

Dopo tutto quello che era successo durante la sua infanzia e prima adolescenza, nonostante le persone che il mondo gli aveva strappato via, nonostante la cattiveria, nonostante suo padre, nonostante tutto ciò era riuscito a trovare l' unica persona di cui poteva fidarsi, era riuscito a trovare l' unica persona che dal principio non gli aveva mai fatto del male, il cui unico scopo era stato salvare lui e sua sorella, così, per puro altruismo, per pura bontà. Non li aveva salvati perché voleva qualcosa in cambio, non si era mai approfittato di quella ingenuità fanciullesca che il figlio di Ade aveva la prima volta ce si erano incontrati. E in seguito, quando ormai aveva perso anche sua sorella e con lei anche ogni tratto che caratterizzava quel ragazzino iperattivo a cui piaceva giocare a Mitomagia, anche quando lui non era stato nient' altro che ostile nei suoi confronti, anche allora lo aveva aiutato, lo aveva salvato. Perché se c' era una cosa che sapeva di Percy Jackson, era quanto gli piacesse salvare le persone. Solo perché secondo lui se lo meritava, solo perché lui lo riteneva giusto. E lui non aveva potuto fare a meno di innamorarsene perdutamente. Dal primo momento in cui aveva aiutato lui e Bianca ad andarsene da quell' istituto, anche quando ancora non se ne rendeva conto, lo aveva amato. E andando avanti, conoscendolo, scoprendolo ogni giorno sempre di più quell' amore piccolo come un semino non aveva fatto altro che crescere e crescere. Fin quando non era sbocciato, diventando un bellissimo fiore.

Per cui, quando lo aveva visto dar fuoco e bruciare quel fiore che lui stesso aveva fatto sì che nascesse, allora era stato come se Percy avesse dato fuoco, non solo al fiore, ma a Nico stesso.

Dov' era, ora, il semidio che lo aveva aiutato a far nascere un fiore tanto bello quanto quello che c' era tra loro? Dov' era ora la stessa persona che anni addietro l' aveva salvato, la persona che non gli avrebbe mai fatto del male?

Nico non lo sapeva. Per quanto gli riguardava quel Percy se n' era andato lasciando il posto ad un' altra persona, quella che aveva generato il dolore che albergava ormai da giorni nel suo petto. E, davvero, Nico preferiva di gran lunga pensare che quello che aveva causato tutto ciò non fosse il suo Percy Jackson. Perché non poteva essersi sbagliato sul suo conto, non poteva credere che il ragazzo dagli occhi verde-mare di cui si era innamorato dal primo momento, era la stessa persona che gli aveva fatto il cuore a pezzi. Si trattava di due persone diverse. Doveva essere così. E nel caso in cui non lo fossero stato poco importava, se ne sarebbe auto convinto. Doveva farlo per tenersi stretta quel poco di sanità che gli rimaneva, perché sotto tutto il dolore sentiva un qualcosa di ancora più devastante. Il tradimento.

Eppure gli rimaneva ancora una persona di cui valeva la pena fidarsi, che c' era sempre stata, che si era presa cura di lui senza chiedere nulla in cambio. Che, non solo l' aveva salvato, ma stava anche raccogliendo i pezzi e li stava rimettendo insieme.

L' unica persona con cui ormai riusciva a sentirsi protetto, al sicuro. Le sue braccia lo circondavano e gli facevano da barriera contro il mondo esterno, il suo profumo lo calmava e gli faceva battere forte il cuore allo stesso tempo e i suoi occhi di ghiaccio vedevano direttamente attraverso di lui, lo incantavano. Gli facevano dimenticare.

Le mani di Andy presero a passare nei suoi capelli, poi gli accarezzavano il viso ancora nascosto nel suo incavo del collo. Gli tirò il volto indietro e nell' oscurità generale Nico riusciva a vedere solo il colore ipnotizzante di quegl' occhi.

Rimasero a guardarsi. Andy non voleva interrompere il contatto visivo e lui era intrappolato in quello sguardo, tanto che non avrebbe saputo distogliere lo sguardo neanche se avesse voluto. Ma il fatto era che il figlio di Ade non voleva interrompere quel contatto visivo.

Il volto dell' altro si fece sempre più vicino. Troppo vicino.

Col senno di poi avrebbe potuto dire che non aveva idea di cosa stesse succedendo, che non si aspettava minimamente quello che era successo. Ma sarebbero state tutte bugie, perché la verità era Nico sapeva perfettamente quello che stava succedendo. Aveva posato gli occhi più di una volta sulle labbra dell' altro e aveva notato Andy fare lo stesso.

Il volto di Andy continuò ad avvicinarsi fin quando le loro labbra non entrarono in contatto lievemente. Il più grande iniziò a baciare il semidio con leggerezza e dolcezza.

E Nico non lo respinse.

Bramava quel contatto, adorava come il calore delle labbra dell' altro sembrava entrargli dentro e scaldargli il petto che fino a poco prima gli doleva infinitamente.

Continuarono a baciarsi con una delicatezza e dolcezza infinite. Le labbra di Andy sembravano piume sulle sue. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio lo scaldava dentro, gli faceva battere forte il cuore, lo faceva sentire protetto e al sicuro. Non avrebbe scambiato quelle braccia per nient' altro al mondo.

Sapeva, nonostante tutto, in cuor suo, di provare qualcosa per Andy. Lo sapeva.

Ma allora perché si sentiva come se gli stesse facendo un torto accettando e rispondendo a quei baci?

Percy

Percy era disteso sul suo letto nella cabina di Poseidone intento a fissare insistentemente il soffitto. Sentiva gli occhi stanchi bruciargli e, solo allora, si ricordò che forse avrebbe dovuto chiudere le palpebre ogni tanto.

Finalmente staccò lo sguardo dal soffitto sopra di lui e girò la testa per iniziare a fissare la sveglia che si trovava sul comodino vicino al letto. Ci volle qualche secondo prima che il semidio riuscisse a mettere gli occhi abbastanza a fuoco per distinguere i numeri. 4:45 dicevano i led rossi della sveglia. Sbuffò. Erano quasi le cinque del mattino e lui ancora non aveva chiuso occhio.

Come avrebbe potuto dopo aver rivisto Nico il giorno prima?

Aveva ancora impresso a fuoco nella mente lo sguardo che gli aveva rivolto prima che se ne andasse senza più voltarsi.

Si chiese se non avesse fatto un' enorme cazzata a non corrergli dietro. Non era la prima volta che si faceva quella domanda, a dire il vero da quando era tornato al Campo, sconvolto per aver rivisto quello che una volta era il suo ragazzo, non aveva fatto altro che chiederselo.

Cosa sarebbe successo se avesse fatto quei pochi metri che li dividevano e l' avesse raggiunto? Cosa si sarebbero detti? Sarebbero riusciti a dirsi almeno qualcosa?

Tutte queste domande non avevano fatto altro che ronzargli nella testa per tutto il tempo mandandolo quasi ai pazzi ed impedendogli di prendere anche solo in considerazione l' idea di addormentarsi.

Ed andò avanti così fin quando non spuntarono le prime luci dell' alba, immaginandosi tutti gli scenari che si sarebbero potuti verificare se la mattina scorsa avesse raggiunto Nico e non l' avesse lasciato andare via.

Si alzò dal letto puntò gli occhi sulla fontana per i messaggi iride che, tanto tempo fa ormai, suo padre gli aveva regalato. Si ricordò di come a Nico piacesse da morire sedersi sul bordo della fontana e disegnare cerchi nell' acqua.

Chissà se in quel momento Nico si fosse trovato di nuovo lì, seduto sul bordo della fontana, se la mattina precedente l' avesse avvicinato.

Troppi 'se' e troppi 'ma'. Percy stava per impazzire. Doveva trovare Nico, guardarlo in quegli occhi profondi anche se faceva male, e spiegargli. Cosa di preciso non lo sapeva. Ma ci avrebbe provato.

Così il figlio di Poseidone, capelli sconvolti, occhi iniettati di sangue per la mancanza di sonno e vestiti del giorno prima, si fiondò fuori dalla porta totalmente noncurante del fatto che fossero appena le sei del mattino.

Sarebbe andato da Nico e sapeva già perfettamente dove trovarlo.

Nonostante fosse passato del tempo dall' ultima volta in cui c' era stato, Percy si ricordava perfettamente dove abitasse Andy. Probabilmente perché era stata un' esperienza odiosa. Il palazzo era lato, non come i grattaceli tipici di New York ma aveva nove piani come minimo. Il portone d' ingresso era aperto, qualcuno doveva aver dimenticato di chiuderlo oppure non funzionava bene, cosa probabile. Una volta uscito dall' ascensore si ritrovò davanti alla porta dell' appartamento del ragazzo che ormai era arrivato ad odiare. Ripensò ad una delle sue conversazioni con Jordan: "Nico è in buone mani" gli aveva detto.

Era grato che ci fosse qualcuno che si stesse prendendo cura del figlio di Ade, considerato lo stato in cui il semidio doveva trovarsi, ma il fatto che fosse proprio Andy a consolarlo quando lui non aveva fatto altro che farlo soffrire lo mandava in bestia. Il fatto che quel mortale stesse al fianco del suo ragazzo in un momento di tale vulnerabilità, ma ancor di più il fatto che quello lì fosse riuscito lì dove Percy aveva fallito, gli faceva ribollire il sangue nelle vene. E il figlio di Poseidone non sapeva proprio dire se fosse più arrabbiato con sé stesso o con il mortale.

Chissà cosa stava facendo Nico in quel momento, chissà cosa stavano facendo in quel momento. Gli si ribaltò lo stomaco. Forse arrivare fin lì era stato un errore. Forse sarebbe dovuto tornare al Campo e farsi una bella dormita. Contemplò l' opzione di fare dietrofront, poi scosse la testa. Ormai stava lì, tanto valeva portare a termine la cosa, e poi col cazzo che sarebbe riuscito a chiudere occhio con tutti quei 'se' e quei 'ma' che gli ronzavano in testa.

Si avvicinò per suonare il campanello, ma proprio in quel momento la porta si aprì. Se non fosse stato così sorpreso, il figlio di Poseidone avrebbe probabilmente tirato giù tutto il Pantheon Greco. Non riusciva davvero a capacitarsi di come fosse potuto succedere. Dai seriamente, quante potevano essere le probabilità che proprio nel momento in cui lui stava per suonare il campanello, la porta si aprisse rivelando Mister Occhi di Ghiaccio in persona?

Il ragazzo che stava uscendo di casa si fermò di colpo. L'espressione serena subito sostituita da uno sguardo duro.

"che cazzo ci fai tu qui?"

Il figlio di Poseidone si riprese immediatamente e, con la voce più ferma e decisa che gli riuscisse, rispose

"Voglio parlare con Ni-"

"no."

Neanche aveva fatto in tempo a pronunciare il nome del semidio che l' altro già l' aveva stoppato.

"Nico non è qui"

Per poco Percy non scoppiò a ridere

"oh fammi il favore. So benissimo che ora sta qui con te."

In un attimo il figlio di Poseidone si ritrovò faccia a faccia con l' altro ragazzo, il volto di Andy a pochissimi centimetri dal suo e il suo pugno che gli stringeva il collo della maglietta.

"e anche se fosse Percy? Anche se fosse qui con me? Credi di avere il diritto di presentarti e pretender di vederlo dopo tutto quello che gli hai fatto? Dopo lo stato pietoso in cui l'hai ridotto ieri? Come puoi anche solo lontanamente pensare che voglia parlarti o anche solo vederti?"

Il volto del ragazzo era una maschera di rabbia, la mascella contratta ogni tanto guizzava, la mano che gli stringeva la maglietta tremava vistosamente e degli occhi che, se gli sguardi avessero potuto uccidere, il semidio si sarebbe già ritrovato nell' Ade.

Percy non sapeva cosa dire. Aprì la bocca un paio di volte ma le parole non ne volevano sapere di uscire. D'altronde cosa avrebbe potuto dire? Che gli dispiaceva? No. In certi casi il 'mi dispiace' non serve a niente.

"non so cosa sia successo ieri di preciso ma il fatto che tu sia riuscito ancora una volta a frantumare quel poco di Nico che si stava riaggiustando, mi dimostra ancora una volta quanto tu sia nocivo."

Poi lo sguardo del mortale si addolcì

" Lo avevi. Lo avevi cazzo, era tuo, ti amava alla follia e tu l' hai distrutto. Non capisco davvero come tu possa aver fatto una cosa del genere. Non ad una persona come Nico. Ora lui ha bisogno di qualcuno di cui si possa fidare, qualcuno che ci sia sempre, che lo protegga e fidati quando ti dico che quella persona non sei tu. Non più. Farò tutto ciò che è in mio potere per rimettere a posto quello che tu hai rotto, Percy. Ti giuro che non ti permetterò mai più di fargli del male, non se lo merita."

Percy rimase impietrito anche quando ormai Andy si allontanò di due passi mollando la presa sulla sua maglietta. Poi il ragazzo dagli occhi di ghiaccio lo superò e se ne andò, lasciandolo lì, davanti la porta di casa sua. Porta dietro cui si trovava Nico. In quel momento si trovavano talmente vicini ma allo stesso tempo talmente lontani che la cosa spaventò il semidio. Percy sentì, nel silenzio del palazzo, i passi di Andy rimbombare. Dopo cinque passi però il rumore cessò. E non erano più i passi del ragazzo a risuonare nel silenzio generale, ma la sua voce.

"Percy, se lo ami davvero, non cercarlo più. Lascia che la ferita si rimargini. Smettila di fargli del male."

Poi il rumore dei suoi passi continuò ad echeggiare.

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Ragazzi sarei estremamente felice se nel caso in cui il capitolo vi sia piaciuto davvero cliccaste quella bella stellina.

e mi raccomando commentate per farmi sapere se vi è piaciuto il capitolo o vi ha fatto schifo!

Spero di tornare presto con un altro aggiornamento.

Peace, love & empathy

-Aliz

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