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Hola

ci tengo a dirvi che in questi giorni mi sono ammazzata da ridere leggendo i vostri commenti sanguinari contro -non odiatemi- il povero Rixon

voi ragazzi mi fate paura...

come mi era stato richiesto da uno di voi lettori ho messo come canzone di questo quindicesimo capitolo 'bulls in the bronx' dei Poerce The Veil. (Non il mio stile ma vi voglio bene quindi eccola)

Però si da il caso che io shippi Vic (cantante dei PTV) con uno dei miei cantanti preferiti : Kellin ( cantante degli Sleeping With Sirens) quindi viva la gayness.

In foto c'è Oliver Sykes che potete prendere come 'modello' per il personaggio di Jordan
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Il figlio di Poseidone si ritrovò a camminare senza sosta per il boschetto in modo da sbollire la rabbia. Aveva chiesto a Jason di andare a controllare se Nico si fosse svegliato o meno e il biondo, capendo il bisogno dell' amico di stare un po' da solo non se l' era fatto ripetere.

Percy si sentiva ancora più incazzato di prima. Picchiare Rixon gli aveva fatto scatenare ancora più rabbia. Era lo stare a contatto con la persona- se così si poteva chiamare- che aveva ridotto il suo ragazzo nello stato pietoso in cui si ritrovava. Ormai aveva marchiati a fuoco nella mente i lividi, i graffi e le tumefazioni che aveva trovato sul corpo del figlio di Ade quando l' era andato a prendere a casa di Andy. Ecco. Andy. Brutto pensiero e, ovviamente, come se i quel momento la sua mente non fosse già stata abbastanza affollata, si ritrovò a pensare a quel mortale. Tutto di lui non lo convinceva, ma la cosa peggiore era che Nico non si accorgesse di niente. Non sembrava percepire quell' aura strana che aleggiava intorno a quel ragazzo. Per non parlare del fatto che tra loro ormai era guerra aperta e che, Percy ne era sicuro, il ragazzo fosse interessato a Nico. In termini che andavano oltre l' amicizia.

Ormai le gambe camminavano senza che lui sapesse dove stessero andando, succedeva sempre così quando aveva tanti pensieri. Svoltò bruscamente a destra e si schiantò contro qualcosa. Peccato che quel qualcosa fosse un qualcuno e che quel qualcuno si fosse ritrovato con il sedere a terra.

"Oh miei dei mi dispiace! Non guardavo dove stessi andando, mi dispiace." Percy si abbassò per aiutare il malcapitato e rimase di stucco di fronte a quella bellezza che lo aveva colpito già dalla prima volta. Era davvero degno di essere figlio di Afrodite.

Una volta in piedi il ragazzo lo guardò con aria stranita: "tu sei Percy l' amico di Piper, vero?"

"Si e tu sei Jordan. Mi dispiace di esserti andato addosso."

L' altro sorrise e alzò le spalle: "non ti preoccupare."

Ci fu una frazione di silenzio imbarazzante, poi Jordan decise che forse era meglio fare qualche chiacchiera di circostanza: "anche a te piacciono le camminate mattutine?"

Ci mancò poco che il figlio di Poseidone gli scoppiasse a ridere in faccia. Quella mattina era stata una pura eccezione che non si sarebbe mai più ripetuta. Anche se dare una lezione a quel figlio di Ares valeva la pena di alzarsi presto tutti i giorni della settimana –o quasi-.

"Non proprio" rispose grattandosi la nuca con fare imbarazzato "invece, a te piacciono...?"

"Si ahah, non fare quella faccia sconvolta. Di solito mi alzo presto e vango qui a fare meditazione, sai, per calmare i bollenti spiriti e prendere la vita con un po' più di tranquillità. Aiuta fidati."

Pff, proprio quello che servirebbe a te Jackson.

A quel pensiero Percy si rabbuiò un pochino:

"Senti io dovrei-"

"C' è qualcosa che non-"

I due semidei avevano parlato nello stesso momento facendo sovrapporre le loro frasi. Percy rise un poco:" scusa non volevo interromperti, che stavi dicendo?"

Jordan alzò le spalle: "niente, solo che prima cammini da solo per il bosco non guardando dove vai e prima sembravi un po' triste. C' è qualcosa che non va?"

Il moro rimase un attimo spiazzato dalla domanda dell' altro

"ehm, ovviamente non sei obbligato a parlarne con me se non vuoi, voglio dire neanche ci conosciamo-"

Percy scosse la testa: "no, no, figurati. Hai capito male, ero solo sorpreso tutto qui." Poi sospirò, infondo aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno no? E poi Jordan gli ispirava fiducia.

"Il fatto è che alcuni semidei hanno fatto davvero molto male ad una persona a cui tengo tantissimo. L' hanno fatta praticamente svenire a forza di pugni e calci."

Vedendo l' espressione allarmata del figlio di Afrodite Percy precisò: "ora sta bene grazie all' ambrosia ma ogni volta che vedo questa persona mi si stringe il cuore perchè nonostante tutti i danni interni e più gravi siano stati guariti, i lividi e i graffi ci sono ancora e io...io non credo che, anche quando se ne saranno andati, riuscirò a togliermi dalla testa l' immagine del suo corpo coperto di lividi."

Jordan annuì comprensivo e dispiaciuto: "non so esattamente cosa si provi ma credo di capirti. Piano piano vedrai che i lividi se ne andranno e con loro anche questi brutti ricordi."

"No, non capisci. Sono talmente arrabbiato con quelle persone. Poco fa... ho fatto una cosa di cui non vado fierissimo, ma sentivo di doverla fare. La cosa peggiore però è che più andavo avanti meno mi riconoscevo, la rabbia mi spingeva a colpire ancora e più forte. Con me c' era anche un mio amico fortunatamente ed è riuscito a fare in modo che non gli facessimo troppo male ma più ci penso e più... dei, sono così arrabbiato!"

Gli occhi del figlio di Afrodite si fecero più teneri: "tieni davvero tanto a lei, non è vero?"

"Cosa ti fa pensare che sia una lei? Io non ho specificato che si trattava di una ragazza."

Il semidio dagli occhi color cioccolato alzò le spalle: "da come ne parli si vede che non si tratta di un amico, tu la ami."

"Si, ma veramente-"

Percy fu interrotto dal cellulare che squillava. Lesse il messaggio. Era Jason:

"Vieni qui mi sa che c' è qualcosa che non va"

Percy sospirò: che cazzo succede ora?

"Hey, scusa Jordan ma è successa una cosa. Devo assolutamente andare ma ci vediamo in giro, okay?"

L' altri annuì: "okay ci si vede."

*****

Nico alzò la testa dal wc e, lentamente, si rimise in piedi. Per poco non ricadde a terra a causa dell' ennesimo giramento di testa. Era sempre così dopo aver vomitato, doveva solo procurarsi un po' di ambrosia e sarebbe rimasto in forze abbastanza allungo per avere tempo di rimettere qualcosa nello stomaco. Sempre sperando di non rigettare tutto dopo cinque minuti.

Nico andò a lavarsi i denti e quando ebbe finito si fermò a vedere la sua immagine riflessa nello specchio del bagno: ombre scure sotto gli occhi tutti arrossati, carnagione bianca come un lenzuolo.

ma guardati, sei un semidio figlio del dio dei morti, gay e pure con disturbi alimentari. Ci credo che poi la gente ti prende a insulti, tesoro.

Distolse lo guardo.

NO.

Ci aveva messo tanto ad accettarsi, a ritornare il Nico sorridente e con degli amici che era una volta e ora non manderà tutto all' aria solo per gli insulti di quei deficienti. Non sarebbe tornato per nessun motivo nell' abisso fatto di oblio, paura e oscurità nel quale si trovava prima. Doveva solo capire come risolvere la situazione dei conati di vomito e sarebbe andato tutto bene. Era colpa dello stress accumulato, doveva solo dirlo a Percy e agli altri e sarebbe andato tutto bene. Loro avrebbero capito.

E se non avessero capito? E se non fosse andato tutto bene?

Fu costretto ad abbandonare tutte quelle domande che gli affollavano la mente, qualcuno stava bussando alla porta del bagno

"Nico, tutto bene lì dentro?" La voce di Jason aveva una sfumatura di apprensione che stava tentando di nascondere, ovviamente invano.

Il figlio di Ade si affrettò ad uscire dal bagno, ritrovandosi davanti un Jason molto più preoccupato di quanto pensasse.

"Hey Jason, da quant' è che sei qui?" chiese Nico fingendo nonchalance.

"Abbastanza allungo da averti sentito dare di stomaco. Va tutto bene? Sei malato?"

Il ragazzo colse al volo l' occasione e liquidò la faccenda con un gesto della mano: "bhe, non mi sento tanto bene. Ma non è niente di grave tranquillo. Avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male."

Il figlio di Giove non sembrava molto convinto: "mh, sei sicuro che sia solo questo?"

In quel momento entrò Percy.

Amore hai un tempismo perfetto, ti amo.

"Buongiorno amore." disse andando ad abbracciarlo e l' altro si abbassò per baciarlo a fior di labbra sorridendo: "giorno."

Quando però andò a circondare il suo ragazzo in un abbraccio si accorse che la sua maglietta era fradicia: "Percy ma che hai fatto? Sei tutto sudato." Poi si staccò dal ragazzo e rivolse lo sguardo al biondo: "anche tu Jason, sei sudato fradicio..."

Fissò di nuovo gli occhi sul figlio di Poseidone e si accorse anche di un livido che gli si stava facendo via via sempre più evidente sullo zigomo: "oh dei e questo come te lo sei fatto?"

Guardò Jason per avere delle spiegazioni ma il biondo stava evitando il suo sguardo torcendosi le mai. Le mani! Erano tutte graffiate. Un' idea si fece largo nella testa di Nico: "Percy, le mani. Fammi vedere le mani."

Aveva tutte le nocche sbucciate.

"Ma che cazzo avete fatto?"

Percy mise su uno dei suoi migliori sorrisi e rispose un po' incerto: "allenamenti mattutini."

Il figlio di Ade alzò un sopracciglio.

"Oh dei ditemi che non avete fatto quello che penso abbiate fatto."

Silenzio.

"Ragazzi ma che cazzo!" Il semidio si andò a sedere sul letto. Fece un respiro profondo, poi disse con voce calma e dolce: "Percy, Jason. Venite qui un secondo."

I due ragazzi si avvicinarono incerti.

"Avvicinatevi."

I semidei obbedirono... e Nico li prese entrambi per le orecchie cogliendoli tutt' e due di sorpresa. Stringevano entrambi i denti per il dolore: "quando vi ho detto che non ci saremmo abbassati al loro livello e che saremmo andati da Chirone chiudendo la faccenda dove cazzo era il vostro unico neurone, in vacanza?!"

"Ma...Nico, io lo sono venuto a sapere questa mattina da Percy" disse Jason con voce flebile. Era incredibile come quei due si fossero fatti piccoli piccoli, come di fronte ad una mamma arrabbiata intenta da dar loro una punizione.

Nico guardò il Romano: "hai ragione."

Si girò verso il suo ragazzo: "Percy dove cazzo era quel tuo unico neurone quando ti ho detto che saremmo andati da Chirone e avremmo chiuso così la faccenda?"

Jason rise sotto i baffi e il figlio di Ade gli rivolse un' occhiata gelida: "non ridere tu che in ogni caso lo hai aiutato."

"Scusa Nico." dissero in coro i due semidei. Il figlio del dio dei morti sospirò e mollò loro le orecchie.

Che devo fare con questi due deficienti?!

"E va bene. Ma, vi prego, cercate di non fare più gli idioti, non c' era bisogno di alzare le mani per questo. So che l' avete fatto per me eccetera eccetera ed è bellissimo da parte vostra ma così vi siete solo abbassati al loro livello e questo non doveva succedere." Poi sorrise "Venite qui, abbracciatemi."

Jason e Percy non se lo fecero ripetere due volte e gli saltarono addossò soffocandolo. Dopo che lo ebbero strapazzato abbastanza Percy si rivolse al biondo: "insomma, il problema di cui parlavi nel messaggio."

Il semidio aprì la bocca per rispondere ma fu zittito da Nico: "niente di che. Non stavo molto bene e ho dato di stomaco, ma ora sto molto meglio. Non era nulla di grave, tranquillo."

I due più grandi si scambiarono un' occhiata d' intesa, sicuramente Percy avrebbe avuto qualcosa da ridire ma poi il cellulare del figlio di Poseidone squillò:

"pronto mamma."

...

"Oh dei è vero!"

...

"Si, si hai ragione, meglio oggi."

...

"Ah... si...certo. Penso che gli farà piacere, si."

...

"Okay ci vediamo stasera. Ciao mamma."

Il figlio di Poseidone attaccò e Nico lo guardò impaziente. Lo stesso fece il figlio di Giove.

"Allora che ha detto?"

Percy alzò le spalle e si scostò una ciocca di capelli sudata dalla fronte. Il figlio di Ade non potè fare a meno di pensare che fosse dannatamente sexy pure mentre faceva i gesti più semplici. Era di una bellezza divina. Nico non si sarebbe neanche sorpreso se qualcuno lo avesse scambiato per lo stesso Poseidone. Forse quand' era più giovane e ancora non indossava camicie hawaiane.

"... allora per te va bene Nico?"

Merda. Mentre lui gli sbavava dietro Percy aveva continuato a parlare.

"ehm scusa, potresti ripetere?"

Jason si mise a ridere: "Percy il tuo ragazzo mi sembra distratto..."

Il semidio dagli occhi verde-mare sorrise e gli si avvicinò parlandogli all' orecchio: "che c'è Nico, ti distraggo forse?"

Il semidio fece per rispondere, ma perse il dono della parola quando il suo ragazzo decise che baciargli il collo fosse una splendida idea.

"P-Percy..."

Il semidio aveva le mani su entrambi i fianchi del più piccolo e si ostinava a scendere lungo il collo del figlio di Ade leccando e succhiando dolcemente la sua pelle: "Si Nico? Vuoi che smetta? Basta dirlo, ma tu non vuoi che io smetta, non è così?" Gli sussurrò il figlio del dio del mare all' orecchio con quella sua voce dal tono dannatamente basso. Dannatamente sexy. Il più piccolo rabbrividì. Era letteralmente partito. Percy continuava a baciargli il collo facendolo impazzire e poi, ad un tratto, non sentì più niente.

Jason aveva preso il semidio per un braccio e l' aveva allontanato dal figlio di Ade: "si okay basta. Percy ti farai il tuo ragazzo più tardi, ora digli cosa ha detto tua madre così può prepararsi psicologicamente, porello."

Fece un lungo respiro prima di parlare: "e va bene, allora... mia madre mi aveva chiesto...sempre se vuoi eh, non sei obbligato ad accettare anche perchè so benissimo quanto diventi timido in queste situazioni e-"

"Oh miei dei Percy mi vuoi dire cosa ha detto tua madre senza troppi giri di parole?"

Il semidio fece un respiro profondo. Il secondo nel giro di qualche secondo.

"Okay, okay. Domani è il 18 agosto, no?"

"Si Percy, il tuo compleanno. Me lo ricordo eh."

Ovviamente avevano già organizzato un' uscita in discoteca con tutti gli altri per festeggiare.

"Esatto, il mio compleanno. Quindi, visto che mi madre sa che il giorno del mio compleanno lo passerò con voi ha deciso di 'cogliere l'occasione' per passare il giorno prima, ovvero oggi, con me e, già che c' era, voleva conoscereilmiofidanzato."

L' ultima parte la disse così velocemente che Nico non ci capì nulla: "che?"

Jason prese parola: "quello che Percy sta cercando di dirti è che sua madre vuole conoscere il fidanzato del suo amato figliolo, ovvero, indovina un po': tu."

"Ah." Fu tutto quello che uscì dalla bocca del figlio di Ade. Avrebbe dovuto conoscere la madre di Percy e anche il suo patrigno! E se non gli sarebbe piaciuto? E se non gli fosse andato bene il fatto che fosse più piccolo di Percy? E se addirittura Sally fosse spaventata dal fatto che suo padre era il dio dei morti?

"Oh miei dei" non era il massimo dell' eloquenza, no, però riassumeva bene come si sentiva in quel momento.

Capendo la situazione il figlio di Giove si dileguò: "va be' ragazzi io vado eh. Ci vediamo a colazione con gli altri."

Quando sentirono la porta della cabina chiudersi Percy cinse Nico con le sue braccia cercando di rassicurarlo: "hey rilassati. So cosa stai pensando in questo momento, ti stai facendo sicuramente mille film mentali del tipo 'e se non gli piaccio, e se mando tutto all' aria eccetera eccetera' ma devi stare tranquillo. Ne ho già parlato con Paul e mia madre. Paul è tranquillissimo a riguardo e mia madre-"

"Tua madre non l' ha presa bene, non è così? Lo sapevo."

Il figlio di Poseidone gli mise una mano sulla bocca zittendolo: "mi vuoi far finire invece che farti venire gli attacchi di panico?"

Nico annuì un po' imbarazzato: "allora, stavo dicendo... mia madre ti adora, scemo! Avresti davvero dovuto vederla. È andata in modalità fangirl e ha detto pure che sei una schianto- testuali parole-, cosa che è abbastanza inquietante. Però dai l' ha presa bene."

Nico rise non riuscendo ad immaginare quelle parole uscire fuori dalla bocca di Sally. Poi però il sorriso si spense piano piano: "e se poi mi conosce bene e non le piaccio?"

Percy alzò gli occhi al cielo: "amore devi rilassarti." Così si avventò di nuovo sul suo collo lasciandogli piccoli baci dolci e facendolo sciogliere come al solito.

"Mi prometti che starai tranquillo e che non ti farai paranoie inutili?" chiese continuando a baciare e mordere il collo del figlio di Ade che, a causa di una certa distrazione, si ritrovò ad annuire.

"Si. Però non vale, così giochi sporco."

"Mh, io non direi." E poi attaccò le sue labbra a quelle di Nico.

*****

Percy strinse la mano del suo ragazzo, che era un fascio di nervi. Il figlio di Ade ovviamente cercava di nasconderlo ma era pressoché impossibile non notare il suo nervosismo.

"Allora sei pronto?"

L' altro alzò le spalle: "andiamo Percy sono sopravvissuto al Tartaro da solo, ho viaggiato nell' ombra per mezzo mondo trasportando un' Atena enorme e ho combattuto nella guerra contro Gea. Pensi che incontrare i genitori del mio ragazzo mi faccia paura?"

Il figlio di Poseidone guardò il più piccolo e alzò un sopracciglio: "si."

Inutile dire che si beccò una botta in testa: "dai suona il clin clon."

Ci mancò poco che Percy si rotolò per terra dalle risate: "il che cosa?"

"Il clin clon."

Il semidio aggrottò le sopracciglia: "ding dong."

"Che?"

"Ding dong. Non clin clon, volevi dire ding dong."

Anche Nico aggrottò le sopracciglia guardandolo strano: "no, volevo dire esattamente ciò che ho detto. Clin clon."

"Si dice ding dong."

"Ehm, no. Ho sempre detto e continuerò a dire clin clon. Io e tutto il resto delle persone normali. Ora suona quello stramaledetto coso."

Il figlio di Poseidone si imbronciò leggermente e andò a suonare il ding dong borbottando a bassa voce: "si dice ding dong."

Ma ogni pensiero riguardo il vero suono del campanello lasciò la testa di Percy quando Sally aprì la porta e saltò letteralmente addosso al suo ragazzo: "Nico tesoro, è da così tanto tempo che non ti vedo! Miei dei, sei sempre più bello! Dai entrate."

E in un attimo l' uragano Sally aveva trascinato in casa i due semidei, li aveva fatti sedere e aveva offerto loro del cibo. Percy e Nico avevano la faccia di due persone che non sapevano che cosa li avesse investiti esattamente.

"Ehm, ciao mamma è bello rivederti. Grazie per aver soffocato il mio ragazzo, sono sicuro che gli abbia fatto molto piacere."

Ovviamente la donna lo ignorò bellamente: "allora ragazzi, Paul è ancora a scuola per preparare gli esami di recupero che ci saranno a Settembre quindi ritarderà." il cellulare di Sally squillò "scusate ragazzi è la suoneria di Paul vado a rispondere"

Quella telefonata servì giusto per far riprendere i due ragazzi sconvolti, poi la donna tornò.

"Allora Paul dice che ha provato a chiamare la pizzeria per ordinare a domicilio ma pare che oggi non si facciano consegne. Vi dispiace se vi lascio qui un pochino, il tempo di arrivare in pizzeria ed ordinare?"

Nico annuì e Percy fece altrettanto fingendosi tranquillo: "certo vai pure ci vediamo dopo." Aggiunse anche un' alzata di spalle per dare più senso di nonchalance.

"va bene ragazzi, allora ci si vede dopo."

Poi sentirono la porta di casa chiudersi e Percy fece un sospiro di sollievo. Poi all' improvviso Nico scoppiò a ridere: "oh miei dei non ci posso credere" cercò di dire in mezzo alle risa

Anche l' altro rise un poco, anche se era ancora sconcertato dal comportamento di sua madre: "te l' avevo detto che si era completamente impazzita! Tu non volevi credermi." Poi si alzò e prese la mano del suo ragazzo "dai vieni andiamo in camera mia prima che torni."

Non fu un' impresa facile salire le scale che portavano in camera di Percy per Nico, visti i vari dolori che gli assediavano il corpo ma alla fine ce la fece. Appena entrato si buttò sul letto senza tanti complimenti.

"Wow, che fatica! Comunque tua madre mi fa morire, ma che ha?"

"bho, è dall' ultima volta che la sono venuto a trovarla che fa la matta."

Il semidio dagli occhi verde-mare chiuse la porta e guardò il figlio di Ade sdraiarsi sul letto e chiudere gli occhi. I segni che avevano lasciato i figli di Ares piano piano stavano scomparendo lasciando solo qualche punto violetto qua e là. Era incredibile come fosse bellissimo anche con il labbro spaccato e i lividi. Quella di Nico era una bellezza che non poteva essere distrutta, una bellezza che andava anche oltre l' aspetto fisico. Andò sul letto e gli si avvicinò piano.

"Percy lo so che ti stai avvicinando, sento il letto scricchiolare." Rise Nico e il più grande ricambiò quel sorriso "allora se lo sai perché non fai niente?"

"E cosa dovrei fare, sentiamo."

"Baciami." gli sussurrò all' orecchio.

E così fece. Presero a baciarsi prima lentamente e con dolcezza e poi sempre con più frenesia, con più passione.

Si ritrovarono a fare l' amore sussurrandosi parole dolci tra un sospiro e l' altro, non preoccupandosi di trattenere i sospiri che il piacere provocava loro. Perchè in quel momento non esisteva altro, perchè in quel momento loro erano tutto mentre il resto non era niente. Perchè in quel momento si trovavano in un altro universo, lontani da tutto e tutti e contava solo il loro amore.

"Sai Nico" iniziò Percy continuando ad accarezzare l' addome del suo ragazzo, stanco dopo la passione che avevano condiviso "mi chiedo come possa essere possibile che ogni volta che mi guardi con quegli occhi tu mi faccia impazzire così tanto. Giuro sembra stupido e una frase fatta ma io perdo la testa quando mi guardi così."

Il figlio di Ade fece un risolino contento: "perché come ti guardo, scusa?"

La mano del figlio di Poseidone iniziò a scendere sempre più in basso:" così, come mi stai guardando adesso. Lo fai ogni volta che facciamo l' amore. Hai questi dannati occhi così contenti e sereni."

Nico rise ancora, era sempre euforico dopo aver avuto il suo ragazzo: "sarà perché mi scopi così bene."

Anche Percy rise: "questo è poco ma sicuro, piccolo."

"no però seriamente, non è stupido Percy. Tu non hai idea di come mi fai sentire..." poi abbassò il tono di voce "il modo in cui ti guardo non rispecchierà mai neanche un terzo dell' amore che provo per te."

Il figlio di Ade si coprì il viso con le mani: "ecco. Questo era decisamente stupido."

Percy strinse di più il più piccolo tra le sue braccia per rassicurarlo poi fece per unire le sue labbra a quelle dell' altro...

"RAGAZZI è ARRIVATO PAUL."

I due semidei si alzarono di scatto: "ma quando cazzo è rientrata?!"

Nico se lo guardò male: "e che lo dici a me?"

Si rivestirono alla svelta e una volta finito aprirono la porta della stanza solo per trovarsi davanti una Sally con un sorrisino ammiccante: "Nico tesoro, spero che mio figlio ci sia andato piano con te e che non ti abbia fatto troppo male, non glielo perdonerei mai." disse la donna per poi girare i tacchi e scendere di sotto come se niente fosse.

Percy rimase a bocca aperta a guardare il suo ragazzo che si tingeva di un rosso scarlatto: "oh miei dei."

"ALLORA VI DATE UNA MOSSA? IO E PAUL DOBBIAMO DIRVI UNA COSA!"

Perchè sua madre aveva il maledettissimo vizio di strillare non avrebbe mai smesso di chiederselo. Prese la mano del figlio di Ade e scese di sotto.

Dopo aver presentato Nico a Paul, che da quanto aveva capito Percy, non sapeva niente di cosa avessero fatto lui e il suo ragazzo in camera, si sedettero tutti a tavola e iniziarono a mangiare o divorare la pizza. Era tutta una questione di punti di vista.

"Allora mamma cosa dovevi annunciare di tanto importante?" chiese il semidio tra un boccone e l' altro.

Sally sorrise e guardò prima Paul, poi i due ragazzi:

"Percy,Nico. Sono incinta!"

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Eh già

con questa bella notizia si è concluso questo quindicesimo capitolo che sembrava non finire mai.

VOTATE SE VI è PIACIUTO IL CAPITOLO

E

MI RACCOMANDO INTASATEMI DI COMMENTI PERCHè, COME ORMAI SAPETE BENE, LI ADORO

Davvero ragazzi è molto importante per me sapere cosa pensate dei vari capitoli

Peace, love & empathy

-Aliz























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