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Ciau a tutti
qui sopra avete 'kick me' degli Sleeping With Sirens
la foto è sempre del nostro supersexy Andy Biersack
Buona lettura.
-Aliz
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Nico si svegliò lentamente sentendosi un qualcosa di umidiccio che gli colava lungo il torso. Che piovesse acqua dal soffitto?
Aprì gli occhi di scatto per scoprire che non c' era nessuna infiltrazione nel soffitto che era tutto intero. Bene. Ancora mezzo addormentato iniziò a guardarsi intorno e si rese conto che spaparanzato su di lui con la testa nell' incavo tra il suo collo e la spalla c' era il suo ragazzo. Ragazzo che dormiva con la bocca spalancata. Bocca spalancata da cui fuoriusciva un rivoletto di bava che gli stava colando lungo il torno. Alzò gli occhi al cielo mentre un sorriso si faceva strada sulle sue labbra. E ti pareva che Percy come al solito non sbavasse nel sonno. Si scostò leggermente (per quanto possibile) pulendosi con le lenzuola e posò un bacio leggero sulla fronte del semidio ancora dormiente.
Non passò molto prima che Percy aprì i suoi bellissimi occhi verde-mare ancora assonnati e il figlio di Ade non potè fare a meno che perdersi in quelle orbite che erano un po' il suo piccolo oceano portatile
"buongiorno bello addormentato"
Il figlio di Poseidone sbattè le palpebre un paio di volte, fece scorrere lo sguardo sui loro corpi nudi e in attimo era sveglio e pimpante : "buongiorno piccolo" disse mentre si metteva sopra il suo ragazzo, attento a non schiacciarlo con il suo peso. Un sorrisetto malizioso gli aleggiava sulle labbra "lo sai che mi fa impazzire la voce sexy che hai appena sveglio"
Nico rise "cos' è, ti sei svegliato da neanche dieci secondi e già sei così"
"così cosa?"
Il figlio di Ade rise di nuovo "così malizioso"
L' altro annuì e gli baciò le labbra a stampo "sei tu che mi mandi ai pazzi, non è mica colpa mia"
"ma zitto. Piuttosto, te l' hanno mai detto che sbavi mentre dormi, figlio di Poseidone?"
A quelle parole l' altro sbuffò "la prima volta che Annabeth mi ha rivolto la parola mi ha detto la stessa cosa"
Il figlio di Ade scoppiò letteralmente a ridere "no-non ci ...non ci credo" riuscì a dire in mezzo alle risa. Percy si alzò dal letto facendo il finto arrabbiato e gli tirò una maglietta che era rimasta a terra dalla notte scorsa "non capisco davvero cosa ci sia da ridere, è una cosa più che normale. Sbavano tutti mentre dormono"
E ovviamente per tutta risposta Nico iniziò a ridere ancora più forte facendo sbuffare l' altro "si, si ridi pure. Alzati va, che facciamo tardi a colazione"
E fu proprio quando Nico si alzò in piedi che si rese conto che la notte precedente forse Percy ci era andato troppo pesante. Il sedere gli faceva male da morire!
L' altro vide la sua espressione e questa volta fu il suo turno di ridere
"ah ridi pure quando è palesemente colpa tua?" gli rispose il semidio mentre provava a camminare mascherando la sua andatura un po' zoppicante. Il figlio del dio del mare si riprese dall' attacco di risa e cercò di consolarlo
"dai, non si nota molto..."
Nico stava quasi per crederci e prenderlo sul serio ma poi notò che l' altro stava cercando disperatamente di non ridere (senza successo tra l' altro)
"ah è così eh?"
Nico prese un cuscino e iniziò a colpire quel deficiente del suo ragazzo che, intanto, continuava a ridere senza voler smettere.
*****
"Attento Leo!!" Urlò Calipso alzandosi in piedi.
Erano in mensa e l'ennesimo aggeggio che stava costruendo il suo ragazzo andò a fuoco, sparando scintille ovunque e attirando l' attenzione di tutti i semidei del Campo sul tavolo dove erano seduti tutti loro. Si sentivano risatine e bisbigli impauriti tutt' intorno e quando la ninfa si rese conto di avere gli occhi di tutti puntati addosso si mise una mano su un fianco e l' altra la appoggiò sulla spalla di Leo "beh, che avete tutti da guardare. Capita anche a voi di sbagliare, no? Oppure siamo tutti piccoli geni della meccanica?"
E poi si rimise seduta mentre i semidei ripresero a mangiare, chiacchierare o fare qualsiasi cosa stessero facendo. Ci fu qualche attimo di silenzio in cui i sette,con Nico e Calipso, si guardarono...
E poi scoppiarono tutti a ridere
"miei dei Cal ... l-li hai stesi tutti..."
Cercò di dire Annabeth mentre rideva tenendosi lo stomaco
"Annie...metteva...metteva quasi più p-paura di te..."
Disse Percy asciugandosi gli occhi che avevano preso a lacrimare per le risate, beccandosi uno schiaffo un testa dalla figlia di Atena. Non era minimamente divertente quanto lo stavano facendo sembrare ma si sa com' è quando si ride in gruppo è difficile smettere, anche per le cavolate.
Quando furono tutti tornati più o meno seri Nico si mise la mano sulla tasca cercando il cellulare ma si accorse di non averlo con sé. Non che fosse così ricercato da non poter uscire senza ma ormai era diventata un' abitudine (una cattiva abitudine) portarselo in giro e si sentiva strano a non averlo addosso. Probabilmente l' aveva lasciato da Percy.
"ragazzi ho dimenticato il cellulare nella cabina di Percy, vado a prenderlo."
Poi si alzò e il figlio di Poseidone si ricordò della notte precedente passata con il suo ragazzo. Cercò di distrarre l' attenzione degli altri da un Nico leggermente zoppicante ma, ovviamente, quando mai a Piper sfuggiva qualcosa?
"Nico che hai fatto, stai zoppicando?"
Il figlio di Ade si congelò sui suoi passi e si girò verso la semidea lentamente
"ah-ehm...si un po'... "
Sulle labbra della figlia di Afrodite si era già formato un sorrisetto da fangirl impazzita, ovviamente consapevole del fatto che i due avevano dormito nella stessa cabina la notte precedente se Nico aveva lasciato il cellulare lì
"e, tesoro, dimmi un po', perchè zoppichi?"
Vedendo che le guance del suo ragazzo si stavano tingendo di una sfumatura molto scura di rosso, Percy decise di intervenire
"si è fatto male" nello stesso momento in cui Nico disse "sono caduto"
I due si guardarono un attimo, poi Percy aggiunse "certo, si è fatto male cadendo"
"oh si...lo vedo che si è fatto male" commentò Jason , tanto per mettere il dito nella piaga, mentre ammiccava a Leo.
Hazel e Frank intanto si scambiavano sguardi confusi.
"ma la vera domanda è come si è realmente fatto male il nostro caro figlio di Ade?" disse Annabeth
" bhe ve l' ho già detto, no? Sono caduto. Ora vado a prendere il cellulare. Addio!" E Nico si dileguò con andatura zoppicante lasciando Percy solo in quella situazione imbarazzante.
"ieri notte ci sei andato pesante, amico" disse Leo con tanto di alzata di sopracciglia.
Il semidio stava per andare a raggiungere il suo ragazzo e battere in ritirata quando Calipso, la cara buona Calipso, salvò la situazione
"allora! Parlando d' altro... ehm... come sta tua madre Percy?"
Fece per rispondere che sua madre stava bene, grato che la sua amica avesse sparato una domanda a caso, quando si ricordò improvvisamente che aveva tralasciato un dettaglio importantissimo. Doveva ancora fare outing con sua madre!
"dii immortales!"
La ragazza rimase interdetta "che ho detto di sbagliato?"
"niente, niente tu proprio niente, sono io che non ho detto una cosa importante. Mi sono completamente dimenticato di dire a mia madre e a Paul che ...si beh, che io e Nico...che noi stiamo insieme"
"cioè no, aspetta" si intromise Hazel "non dirmi che devi ancora dire a tua madre che sei gay?!"
Da quando aveva portato tutti i suoi amici a casa sua e questi avevano conosciuto sua madre, ne erano rimasti tutti estasiati ed erano rimasti particolarmente affezionati alla donna, Hazel in particolare.
"ehm... veramente no, potrei essermene dimenticato"
"allora Percy, ascoltami bene: hai la fortuna di avere una madre fantastica che dovrebbe essere fatta dea solo per la pazienza che ha con te e tu che fai? Ti dimentichi di dirle un dettaglio della tua vita talmente importante?"
Il semidio dagli occhi verde-mare aprì la bocca per parlare ma venne subito interrotto dalla ragazza
"e non venirmi a dire cazzate varie tipo"sono stato troppo impegnato a salvare il mondo" perchè ti spedisco dritto dritto nell' Ade senza alcuna speranza che mio fratello ti venga a riprendere"
Wow. Era riuscito a far arrabbiare Hazel e farle dire una parolaccia. L' aveva decisamente fatta grossa. Ma la verità era che era totalmente terrorizzato da come avrebbero potuto prenderla sua madre e Paul. Hazel però aveva ragione, sua madre si meritava di sapere e di non essere tagliata fuori dalla sua vita più di quanto già non fosse.
Sospirò "hai ragione Haz, passo in cabina a prepararmi e poi vado"
*****
Erano dieci minuti buoni che il figlio di Ade cercava il suo cellulare ribaltando tutta la cabina di Percy. L'aveva cercato ovunque e quando diceva ovunque intendeva davvero in ogni posto plausibile e non. In preda alla frustrazione, mentre cercava fra le coperte disordinate del letto, prese un cuscino e lo buttò a terra: "ma dove cazzo sta!" solo che il rumore che produsse il cuscino sbattuto a terra non era quello che avrebbe dovuto fare. Al contrario si sentì un tonfo acuto, come se fosse caduto un qualcosa di pesante, come se...
Nico corse a raccogliere il cuscino da terra e quando lo alzò dalla federa uscì il cellulare. Adesso, qualcuno spieghi come aveva fatto quel dannato coso e finire nella federa del cuscino perché il semidio davvero non riusciva a spiegarselo. Stremato e un po' sconcertato, una volta assicuratosi che fosse ancora intero dopo il volo che gli aveva fatto fare, prese il telefono e si buttò di pancia sul letto. Tra i vari messaggi ce n' era uno di Andy:
"buongiorno ragazzo sexy degli inferi
Ti va di passare un po' di tempo con il tuo amico mortale?"
Sorrise e alzò gli occhi al cielo quando vide il soprannome idiota. Ragazzo sexy, cosa? A quel mortale serviva un paio d' occhiali. Stava per rispondere quando improvvisamente sentì il materasso abbassarsi sotto il peso di qualcun' altro poi Percy che gli si sdraiava sulla schiena "hey con chi messaggi?"
Nico lasciò il telefono sul materasso e ridendo si girò tra le braccia di Percy che l' avevano circondato "Percy! Così mi schiacci" gli disse mentre lo guardava in quei bellissimi occhi che si ritrovava
"allora, con chi messaggi?" gli chiese di nuovo il ragazzo
"Ah si!" disse mentre riprendeva il cellulare abbandonato sul materasso "ricordi Andy, il mortale di cui ti ho parlato?"
"Quello del parco ?" chiese Percy lasciandogli piccoli baci sulle labbra
Nico rise alle smancerie del ragazzo e si perse ancora di più nei suoi occhi "Esatto, proprio lui"
"per te è okay se passo un po' di tempo con lui? Magari te lo faccio conoscere, ti piacerà di certo."
Il figlio di Poseidone fece spallucce "si per me va bene, non c' è problema"
"tanto tra poco devo uscire che vado a trovare mia madre, sai devo ancora dirle la faccenda di noi due e credo che sia arrivato il momento che mi dia una mossa"
"Cheee? Percy ancora non l' hai fatto?!"
Il figlio di Poseidone sospirò "no, non l' ho fatto ma risparmiati la ramanzina, me l' ha già fatta tua sorella"
Nico si ritrovò a sorridere al pensiero di sua sorella che sgrida il suo ragazzo.
"okay allora io vado che si sta facendo tardi" lo salutò Percy abbassandosi leggermente per baciarlo e il figlio del dio degli inferi sorrise contro le labbra dell' altro
"ciao. Ti amo"
"ti amo anch' io"
Quando sentì la porta della cabina chiudersi Nico riportò lo sguardo sullo schermo del cellulare e fece per scrivere
"credo proprio di poter sprecare un po'
del mio tempo con te"
Pochi secondi dopo il cellulare del figlio di Ade vibrò di nuovo
"tra mezz'ora
alla panchina nel parco dove ci siamo incontrati?"
"perfetto."
*****
Nico svoltò l' angolo di un palazzo canticchiando tra sé e sé. La musica proveniente dalle cuffiette lo isolava dal caos di New York e si, lo ammetteva, faceva parte di quella categorie di persone che credono che quella che ascoltano sia 'vera musica' e che passano il tempo ad arricciare il naso sentendo quella che passa la radio. E si, si trattava della stessa categoria di persone che vanno in giro dicendo che 'i gusti sono gusti e ognuno è libero di ascoltare la musica che vuole senza essere giudicato' ma che continueranno comunque ad essere i primi a giudicare schifosi generi musicali diversi da quelli che piacciono a loro. Andava molto fiero della musica che ascoltava, si atteggiava buttandosi in discussioni pretenziose con chiunque ascoltasse 'musica commerciale,' sbandierando a destra e a manca il fatto che 'la vera musica ormai sta morendo'. Si, faceva parte di quella categoria di brutta gente pretenziosa i cui gusti andavano dall' indie-rock all' heavy metal. Era orgoglioso all' estremo quando si trattava di musica, diventava un saputello del cazzo e pensava di essere in missione per 'convertire la gente alla musica vera'. Era uno stronzetto in quel campo, e ne andava fiero. Incentivato dalle note che gli trasmettevano le cuffie imboccò la scorciatoia, praticamente deserta, che portava al parco. Era talmente assorto e perso nel suo mondo che non si accorse minimamente di avere compagnia fin quando all' improvviso si ritrovò senza cuffie.
Si girò di scatto pronto a sbraitare contro chiunque avesse avuto la malaugurata idea ma il suo sguardo si andò a scontrare ancora una volta con quello nerissimo di un certo figlio di Ares. Quegli occhi restarono fissi nei suoi per un po', lo scrutavano con scherno, disgusto e qualcos' altro, qualcosa che Nico non riuscì ad identificare a pieno.
"Ma guarda un po' chi c'è!" solo quando Rixon si decise a parlare il figlio di Ade si guardò intorno e non fu affatto piacevole quando si rese conto che, questa volta, il figlio di Ares si era portato dietro altri sei dei suoi fratelli.
La situazione non era delle migliori doveva giocarsela bene: "senti, io non voglio litigare con nessuno. Devo incontrarmi con un amico e se mi trattengo ancora farò tardi quindi, se non vi dispiace ragazzi, io me ne andrei." Iniziò ad indietreggiare e in lui si era quasi acceso un barlume di speranza ma poi andò a sbattere contro il petto di uno dei semidei che lo avevano accerchiato.
Rixon gli si avvicinò con un sorriso sulle labbra che di amichevole non aveva proprio niente "tu ora non vai proprio da nessuna parte. Prima ti scusi per la cazzata che hai fatto l' altro giorno e ammetti di essere uno scherzo della natura, poi puoi anche tornare a far compagnia al tuo amico frocio non mi interessa."
Nonostante tutto quello che aveva passato, nonostante ormai ci fosse abituato a insulti del genere quella cosa che in molti chiamano 'parola' fu come un pugno in pieno stomaco. Poteva sopportare tutti gli atti di omofobia che si potevano immaginare, poteva sopportare di venir chiamato in trecentocinquantamila modi diversi. Ma quello, quello era il miglior modo per far breccia nelle mura protettive che si era costruito intorno. Quell' insieme di sei lettere riusciva a farlo tornare indietro nel tempo a quando, negli anni trenta, viveva in Italia con sua madre e Bianca, a quando il suo modo di essere non veniva nemmeno lontanamente tollerato. Riusciva a farlo tornare indietro ai tempi in cui l' omosessualità era ritenuta una malattia mentale. Quei ricordi facevano male, tanto male. Aveva voglia di spaccare tutto, di farla pagare a quegli stronzetti non solo per le loro colpe ma anche per quelle di gente morta ormai da tempo. Se solo avesse voluto, avrebbe potuto tranquillamente mandarli tutti nell' Ade a far compagnia alle anime dei dannati. Avrebbe potuto trasformarli in fantasmi, farli annegare nel terreno fino ad arrivare nel cuore dei campi degli Asfodeli, ma aveva chiuso con quella roba. Da quando c' era stato quell' episodio con Reyna e il Coach, quando erano in viaggio per portare l' Athena Parthenos al Campo Mezzo-Sangue, il figlio di Ade si era ripromesso che non avrebbe mai più fatto una cosa del genere. Mai.
Questo però non significava certo che si sarebbe arreso. Non avrebbe assecondato il gioco di Rixon e quei deficienti dei suoi fratelli. Avrebbe fatto vedere loro di che pasta era fatto un cazzo di figlio di Ade. Con, o senza poteri degli inferi.
"Scordatelo."
Rixon rimase interdetto alla risposta di Nico: "come hai detto, scusa?"
Un piccolo sorriso aleggiava sulle labbra di Nico: "Ho detto NO. Non esiste che chieda scusa per averti colpito l' altra volta e non esiste che ammetta di essere uno scherzo della natura perchè quelli più vicini ad un abominio siete tu e tuoi fratelli che ti seguono come cagnolini addestrati."
I figli di Ares non sapevano che fare, non si aspettavano una reazione del genere, poteva sentirli che si muovevano agitati spostando lo sguardo del figlio di Ares a Rixon. I pugni del leader del gruppetto di figli di Ares erano così stretti che le nocche stavano diventando di un bianco innaturale "Adesso basta. Ragazzi fategli vedere cosa capita a chi crede di poter mancarci di rispetto."
Il sorriso sulle labbra di Nico sparì non appena venne buttato a terra, l' impatti diretto con il terreno gli tolse il fiato. Poi un dolore lancinante gli esplose nel costato, subito dopo avvertì un' altra fitta. Poi un' altra e un' altra ancora, aveva perso il conto. Un pugno entrò in contatto con il suo viso. Nico sapeva difendersi, in altre circostanze non avrebbe avuto problemi a fare a botte ma quello era tutto tranne un combattimento alla pari. Non aveva neanche il tempo di processare bene il dolore di un colpo che gliene arrivava subito un altro da un altro semidio. Dopo poco del liquido viscoso iniziò a colargli copiosamente dal naso, poi dal labbro spaccato. Cercò di ribellarsi, ci provò davvero ma erano troppi a colpirlo e a tenerlo ben fissato a terra rendendolo indifeso. Non sapeva quanto tempo fosse passato prima che iniziasse a vacillare tra coscienza e incoscienza. Attraverso gli occhi, ormai pesti, semichiusi intravide Rixon che guardava lo spettacolo senza muovere un muscolo, aveva un' espressione strana. Un altro calcio nelle costole, l' ennesimo pugno in faccia, nello stomaco. Stava per perdere i sensi, ormai non sentiva neanche quasi più dolore. Poi successo qualcosa e ad un tratto smise di sentire anche di sentire i pugni e calci colpirgli le varie parti del corpo. Nonostante lo stato pietoso in cui si trovava riuscì vedere che qualcuno era intervenuto e ... si non si stava sbagliando, stava spaccando il culo ai figli di Ade. Dopo poco li vide allontanarsi, scappare verso il centro della città. Se non avesse avuto il labbro completamente tumefatto probabilmente avrebbe sorriso. Ma la gioia non durò allungo, la testa iniziò a girargli violentemente, gli occhi iniziarono a chiudersi.
L' ultima cosa che vide furono un paio di profondi e ipnotizzanti occhi blu.
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che ne dite?
So che c'è già gente che shippa andico e gente a cui l amore mio non è particolarmente simpatico quindi sono curiosa di sapere che ne pensate.
VOTI? COMMENTI?
Peace, Love & Empathy
-Aliz
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