05

'Goodbye Agony' dei Black Veil Brides

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5


Percy alzò lo sguardo sullo stronzo che aveva scaraventato a terra lui e Nico. Lo fece lentamente e si assicurò di incanalare tutta la rabbia che provava nel suo sguardo, si sarebbe aspettato di incontrare gli occhi di un mortale invece, con sua grande sorpresa, quelli che si scontrarono con i suoi erano gli occhi di un semidio. Riusciva a capirlo dalla forza che emanava la sua aura, senza contare il fatto che quel volto gli era vagamente familiare.

Capelli neri e lisci gli arrivavano fino alle spalle creando un netto contrasto con un paio di occhi grandi verde brillante, il volto dall' espressione corrucciata era magro con labbra sottili e un naso perfettamente dritto. Il ragazzo era alto e muscoloso e, probabilmente, più grande di Percy di un anno o due. Sarebbe stato anche un bel ragazzo se non avesse avuto quello sguardo di puro odio negli occhi e quel cipiglio arrabbiato.

Notò che dietro di lui c' erano altri tre ragazzi, tutti con gli stessi capelli neri e lisci ma, a differenza del semidio che aveva spinto Nico e Percy, gli occhi degli altri erano della stessa tonalità dei capelli.

In testa gli si accese una lampadina. Si ricordava di quel tizio, l' aveva visto qualche volta al Campo che gironzolava con i suoi fratelli della cara di Ares e, una volta o due, aveva anche avuto qualche lite parecchio accesa con Clarisse.

Il ragazzo dagli occhi verde-mare si alzò subito e aiutò il proprio fidanzato a rimettersi in piedi. Poi lanciando un' occhiataccia anche agli altri semidei fece per rivolgersi a quello che aveva spinto lui e il suo ragazzo a terra.

"che cosa vuoi da noi?"

Percy si sorprese quando si rese conto che non era stato lui a pronunciare quelle parole ma Nico. Aveva usato un tono di voce così freddo che Percy si sorprese un poco. Era da molto tempo che non sentiva il figlio di Ade parlare in quel modo, era strano sentire la voce del suo ragazzo farsi dura come la pietra. Quel tono non gli apparteneva.

" sta' zitto finocchio, è la gente come te che indebolisce tutta la comunità di semidei nel mondo. chi se lo sarebbe mai aspettato?! il figlio del potente e temibile Ade, una checca"

Il tono era pieno di veleno e il figlio di Poseidone sentì il ragazzo irrigidirsi affianco a lui. Gli strinse la mano prima di lasciarla e fare un passo verso il figlio di Ares che gli stava davanti

"senti tu, ascoltami. Non voglio fare una scenata di fronte a tutti questi mortali ma ti giuro sullo Stige che se ti rivolgi ancora una volta al mio ragazzo in questo modo io ti cambio i connotati, ci siamo capiti?"

Il ragazzo, che sembrava essere in qualche modo il capo della banda, si voltò verso i suoi fratelli e si mise a ridere sprezzante

"Percy Jackson, l' eroe che ha salvato il mondo più e più volte... che vergogna. Questo ragazzino ti ha trasformato in un finocchio. Questo me lo sarei potuto aspettare da un figlio di Apollo, da una femminuccia della casa di Afrodite, ma non da te." Gli disse facendo a sua volta un passo verso di lui "Con quale coraggio ti fai ancora vedere in giro al Campo, con quale coraggio porti quella maglietta, come fai a guardare in faccia Chirone che ha creduto in te e ti ha allenato, per poi vederti diventare un fro-"

Il figlio di Ares non fece in tempo a terminare quella parola che fu zittito da un pugno in pieno viso che lo fece indietreggiare di qualche passo, il naso sanguinante. I suoi fratelli lo accerchiarono per accertarsi che stesse bene.

Nico non fece neanche caso al dolore che gli faceva pulsare la mano. Le nocche erano leggermente sbucciate a causa del colpo dato ma se ne accorse a malapena mentre sguardo furente si fece sempre più vicino al figlio di Ares.

"non ti conviene cercare anche solo di dire quella parola in mia presenza o del mio ragazzo, oppure ti giuro che, quanto è vero Ade, il tuo naso non sarà l'unica cosa a sanguinare la prossima volta. È chiaro? E sta lontano da noi, non mi ripeterò un' altra volta."

Il figlio di Ares fece per andare contro Nico ma uno dei suoi fratelli lo prese per il braccio e gli si rivolse a bassa voce.

"senti Rixon, torniamo al Campo, dai. Devi prendere un po' di ambrosia, penso ti si sia rotto il setto nasale" disse lanciando occhiate furtive al figlio di Ade.

Rixon rivolse un ultimo sguardo di fuoco a Nico e Percy poi se ne andò con i suoi fratelli al seguito.

I due rimasero per un attimo in silenzio poi Percy prese il mento del suo ragazzo per guardarlo negli occhi e assicurarsi che stesse bene ma appena incontrò le pupille nere dell' altro il cuore gli smise di battere per un secondo. Quelli che fino a un' oretta fa erano stati gli occhi più luminosi che il figlio di Poseidone avesse mai visto, ora erano pieni di lacrime che non scendevano. Percy sapeva benissimo che, nonostante la forza mostrata poco fa, le parole di Rixon avevano avuto un impatto su Nico. Il figlio del dio del mare era perfettamente cosciente del fatto che, sotto la maschera da duro, Nico era ancora molto condizionato dalle parole e le opinioni degli altri. E questo faceva male.

Avvolse il figlio di Ade tra le sue braccia e lo strinse per a sè avvicinando le sue labbra all' orecchio di lui.

"Nico mi dispiace così tanto. Lo sai che quelle che ha detto erano tutte enormi cazzate vero?"

L' altro annui e ricambiò l' abbraccio. Sapeva perfettamente che le parole di Rixon non significavano nulla e che avrebbe dovuto fregarsi delle opinioni altrui ma una piccolissima parte di sé non poteva fare a meno di chiedersi se il figlio di Ares non avesse ragione, se fosse vero che tutti avevano iniziato a gettare fango su Percy per colpa sua. Scacciò via quei pensieri quando il suo ragazzo gli posò un leggerissimo bacio sul collo.

"Era da quando mi trovavo in Italia con mia madre e mia sorella che nessuno mi chiamava...che nessuno mi chiamava in quel modo"

A Percy si spezzò il cuore vedendo quella tristezza negli occhi del ragazzo che amava di più al mondo. Ne aveva passate così tante, non poteva sopportare di vederlo così per le parole di un insignificante omofobo qualunque.

Si scostò da lui di qualche centimetro per poterlo guardare negli occhi. Gli scacciò via delicatamente le pochissime lacrime che erano scese con i pollici, dandogli poi un bacio sulla fronte

"Non ti si avvicineranno mai più, te lo prometto. Ci sono io con te e nessuno, finché sarò su questa Terra, ti rivolgerà più certi insulti è chiaro?" Nico annuì e Percy gli scostò i capelli da davanti gli occhi. Avrebbe dovuto tagliare quella frangetta, stava diventando troppo lunga. "E poi, sei stato fortissimo quando gli hai dato quel cazzotto, avresti dovuto vedere la sua faccia! Era spaventato a morte!"

Il figlio di Ade rise leggermente e Percy gli diede un bacetto sulla bocca, le sue orecchie che si beavano del suono della risata di Nico

"così mi piaci. Sei molto più bello quando sorridi"

Il viso di Nico si illuminò "ah si? Allora vedrò di farlo più spesso" aggiunse.

"Bene. Ora andiamo a fare shopping si o no?"

Il figlio di Ade annuì.

Era il terzo paio di jeans che Nico si provava senza alcun successo ma ora che si guardava nello specchio del camerino per l' ennesima volta poteva dire che quello che indossava era tra tutti il migliore.

I primi che si era provato erano dei semplici jeans neri attillati. Gli piacevano, si, e Percy era stato a sbavargli addosso per una decina di minuti ma non lo facevano impazzire. Poi se ne era provato un altro paio, sempre neri ovviamente, ma avevano i risvoltini e, sinceramente, no grazie. Nico Di Angelo non era assolutamente tipo da risvoltini, aveva una certa reputazione da mantenere.

I terzi, invece, erano perfetti: neri, attillati e tagliati sulle ginocchia proprio come piacevano a lui.

Uscì dal camerino.

"Percy come vanno questi?"

Il figlio del dio del mare si girò e iniziò a squadrarlo dalla testa ai piedi lentamente e con un sorrisetto malizioso sulle labbra. Nico non sapeva se odiare o adorare quel tipo di sguardo. Percy lo guardava con una tale intimità e maliziosità che Nico poteva quasi sentire le mani del suo ragazzo scorrergli sul corpo. Gli occhi di Percy si ripiantarono nei suoi e Nico poté vedere chiaramente la scintilla di desiderio che c'era in quelle pupille verde-mare.

Ridacchiò leggermente.

"okay da come stai sbavando in questo momento credo che prenderò questi"

Il suo ragazzo ancora non gli aveva levato gli occhi di dosso.

"Nico, ti prego, torna nel camerino o non so se riuscirò a resistere all' impulso di saltarti addosso questa volta."

Il figlio di Ade si girò per tornare verso il camerino oscillando le anche il più possibile. Quando diede un ultimo sguardo a Percy lo trovò con la bocca semi-aperta. Gli fece l' occhiolino e chiuse la porta del camerino prima di scoppiare a ridere.


*****


Entrarono nella cabina di Percy ridendo di gusto, come se l' episodio con Rixon non fosse mai accaduto.

Nico buttò in un angolo la busta con i suoi vecchi jeans. Si, si era lasciato addosso quelli nuovi ma solo perché gli piacevano da morire, non di certo per bearsi degli sguardi infuocati che il suo fidanzato gli lanciava continuamente. Nico Di Angelo non sarebbe mai caduto così in basso. Certo che no. Proooprio no.

Stava per andare a stendersi sul divano quando Percy lo attirò a sé prendendolo per i passanti dei jeans. Il respiro del figlio di Ade gli si bloccò in gola

'ì"cosa credi di fare Nico?" Gli sussurrò all' orecchio.

Il desiderio negli occhi verde-mare del ragazzo era evidente, poteva percepirlo anche se era di spalle. Nico sentì una vampata di piacere e soddisfazione invaderlo. Non avrebbe mai smesso di sorprendersi dell' effetto che lui, Nico Di Angelo, aveva su Percy Jackson.

"mh non lo so, cosa dovrei fare secondo te?" decise di stare al gioco sentendo una strana audacia prendere possesso di lui.

Il figlio di Poseidone sorrise maliziosamente "non so tu, ma io una mezza idea ce l' avrei"

E all' improvviso la schiena di Nico incontrò il muro. Le loro labbra si scontrarono. Percy lo stava baciando con una tale passione che ci mancò poco che gli si sciogliessero le gambe. Il figlio di Poseidone gli leccò il labbro inferiore con fare sensuale, come per chiedere l'accesso ma Nico non gli permise di far entrare la lingua. Sapeva benissimo come diventava il suo ragazzo quando non otteneva quello che voleva in questi casi e il figlio di Ade si divertiva sempre un mondo a provare gli effetti sulla sua pelle. Un mugolio di protesta uscì dalla bocca di Percy.

"Nico perché mi fai questo ?"

Il ragazzo dagli occhi neri sorrise contro le labbra dell'amato tra un bacio e l' altro. La voce del figlio di Poseidone era di un tono più bassa. Gli faceva venire i brividi.

"Perché mi diverto amore"

Le labbra di Percy gli succhiarono il lobo dell'orecchio e Nico emise uno strano suono gutturale con la gola. Quasi arrossì ma non ebbe il tempo perché la bocca dell' altro scese dall' orecchio alla base del suo collo depositando una lunga scia di baci. Nico si ritrovò ad ansimare e Percy sorrise contro la pelle morbida dell' altro. Invece di andare avanti, però, Nico sentì il semidio focalizzarsi su punto in particolare leccando e succhiando. Fu allora che il figlio di Ade emise un gemito che eccitò ancora di più il figlio di Poseidone. Continuò a "lavorare" su quella porzione di carne fin quando la pelle, una volta candida, iniziò a scurirsi fino a diventare viola.

A quel punto Nico non riuscì a trattenersi e sussurrò il nome del suo fidanzato. Sapeva che il giorno dopo sarebbe stato un bel problema nascondere quel succhiotto ma non gli importava, non in quel momento, non davvero.

Amava i baci di Percy, lo facevano sentire come se fosse l' unico ragazzo esistente al mondo e il figlio di Poseidone lo sapeva benissimo. Le labbra di Percy tornarono sulle sue e Nico, impaziente quanto lo era l'altro, le spalancò. Sentì la lingua del semidio insinuarsi nella sua bocca, esplorarla con passione. Percy lo spinse verso il letto e, in un nanosecondo, Nico si ritrovò sotto di lui. Le dita frementi del semidio gli si insinuarono sotto la maglietta facendo scorrere un brivido di piacere lungo la schiena del figlio di Ade.

Pochi secondi dopo erano tutti e due senza maglietta, le loro bocche ancora attaccate e il bacino di Percy che sfregava contro quello del più piccolo. Le mani di Percy erano ovunque. Sul suo petto, sulle guance, sulle braccia e sulla sua schiena.

Nico fece scorrere con una lentezza micidiale una mano sugli addominali d'acciaio del ragazzo, facendolo rabbrividire.

Le loro labbra si separarono per un secondo e Percy fissò i suoi occhi verde-mare in quelli neri come la notte dell' altro, lo sguardo pieno di desiderio.

"Ti amo"

Il figlio di Ade gli passò delicatamente una mano tra i capelli già spettinati, il più dolce dei sorrisi si fece largo sulle sue labbra

"Ti amo. Davvero tanto"

E le loro bocche si ritrovarono di nuovo.

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