Capitolo 15

Ti svegli lentamente, con un lungo sbadiglio accompagnato da una bella stiracchiata, e nel mentre analizzi la stanza in cui ti trovi: è in totale disordine, forse è perfino più confusa della tua. Tsk, impossibile. La cosa che ti sorprende di più, oltre alla collezione di calzini e al tapis roulant in mezzo alla camera, è decisamente il tornado vicino al letto. No, seriamente: come cavolo fa ad esserci un fottuto tornado in una camera da letto? Appena senti un mugugno alla tua destra sgrani gli occhi, cominciando a sudare freddo. Giri lentamente la testa, terrorizzata dal tuo stesso pensiero.

"...Merda." Pensi, quando vedi uno scheletro senza maglietta sdraiato accanto a te. Ti guardi i vestiti, sperando di non essere nuda o roba simile.

"Strano, la maglia ce l'ho, i pantaloncini pure, allora cosa diavolo-"

<Buongiorno dolcezza.> Sobbalzi e guardi con la coda dell'occhio Papyrus che sta sbadigliando. Si mette su un fianco, appoggiando il gomito sul materasso per fare d'appoggio e ti guarda sorridendo. Hai notato solo adesso che ha delle strane bende avvolte attorno agli avambracci...

<Dormito bene?> Ha un tono di voce strano, come se fosse... ironico?

<Dipende. Ho dormito questa notte?> Ridacchia, sdraiandosi completamente a pancia in su.

<Oh, decisamente. Ti ho dovuto portare a casa quando ti sei addormentata. Ti rendi conto che fatica che è stata metterti a letto senza svegliare Sans? Un fottuto inferno.> Sospiri sollevata, posando anche una mano sul petto. Alza un sopracciglio, incuriosito dal tuo gesto.

<Ed io che pensavo mi avessi fatto qualcosa...> Alza le spalle, si avvicina pericolosamente a te e ti posa delicatamente due dita sul mento, guardandoti malizioso.

<A quello si può sempre rimediare~> Lo guardi inespressiva. Ti alzi, togliendoti bruscamente la coperta di dosso, ed esci dalla stanza seguita dal suo sguardo lussurioso. Che dovevi fare? Arrossire? È un fottuto scheletro, non può stuprarti.

...Speri.

Ti dirigi al piano inferiore, ed il tavolo è stranamente apparecchiato, con due ciotole sopra le tovagliette di plastica. Ti guardi attorno, cercando Sans con lo sguardo per chiedergli spiegazioni. Non lo noti, e allora decidi di tornare al piano superiore, non sapendo cos'altro fare.

<È per te.> Ti fermi, voltandoti verso lo scheletro che al momento ti sta dando di spalle.

<Uh?> Domandi, incredula. Lui sospira, smettendo di fare quello che stava facendo e voltandosi, posando successivamente una mano sul fianco e portando il peso unicamente sulla gamba destra.

<Ho detto che è per te.> Mantieni a stento una risata quando noti il suo abbigliamento: grembiule rosa ricamato da del pizzo banco con su scritto: "Kiss (cancellato con un pennarello e sostituito da) FIGHT the cook" e delle adorabili pantofole azzurre pastello. Non riesci a resistere. Scoppi a ridere, facendolo arrabbiare non poco.

<Fanculo! Ti preparo la tavola ed è questo che ricevo in cambio?> Provi a scusarti, ma la tua risata domina. Ti metti perfino una mano sull'addome e ti pieghi in due, non riuscendo a trattenerti. Lo scheletro, dopo averti gentilmente mandata a fanculo per la seconda volta ritorna a cucinare, bisbigliando qualche insulto, probabilmente. Quando Papyrus vi raggiunge gli chiedi nell'orecchio, coprendo la bocca con una mano:

<Gli hai già scattato una foto, vero?> Si abbassa leggermente per risponderti:

<Mia cara, ho un album di sole sue foto.> Ridacchi.

<Inviamele. Tutte.> Ti siedi sulla sedia, mentre lui ragiona sulla vostra insensata conversazione, considerando che non ha il tuo numero.
Prendi il latte che Sans ti passa e lo versi nella ciotola, seguita dai cereali. Ti abbuffi sotto lo sguardo indifferente di Sans.

<Grazie è troppo complicato da dire?

<Prego> Dici tra una cucchiagliata e l'altra. Stringe i pugni, innervosito dal tuo comportamento, ma sopratutto dalla risata genuina di Papyrus. Gli punta un dito contro, dicendogli in tono "minaccioso"

<E tu NON provare a ridere!> Dopo un po' si ferma, dicendo con ancora un sorriso sul volto:

<Sì, Milord.> Lo guarda ancora per un po', non molto convinto, ma torna comunque a lavare i piatti. Lo scheletro alto si siede accanto a te, appoggia il gomito sul tavolo e usa la mano per sostenere la testa, che è incorniciata da un sorriso divertito.

<Cavoli quanto ti adoro.>

<Sì, anche io mi adoro.> Ridacchia, per poi versarsi cereali e latte nella ciotola. Non lo degni di uno sguardo, almeno fino a quando non senti lo spray di una bomboletta. Lo guardi, e noti che sta... mettendo la panna nella ciotola.

<Ma che cazzo stai facendo?> Ti guarda, non smettendo di aggiungere panna.

<Gli do un tocco di classe~> quando è arrivato ad uno strato alto circa 5 cm si ferma, e comincia a mangiare felicemente.

<Sei disgustoso.> Ti fa l'occhiolino, e dopo averlo guardato male riprendi a mangiare. Appena finito ti alzi dal tavolo e metti la ciotola nel lavandino, per poi dirigerti nella tua "cuccia"

<Dove stai andando?> Domanda Sans. Ti volti, guardandolo con ovvietà.

<Nella mia stanza, no?> I due scheletri si lanciano uno sguardo: uno divertito e l'altro seccato.

<Sei seria?> Annuisci, ormai non convinta come prima.

<Guarda che tu da ieri dormi qui. Non era abbastanza chiaro?> Dice Papyrus, adagiato sul divano.

<Ah.> Esclami, avvicinandoti ai due, per poi aggiungere:

<E dove dormirò?> Papyrus ti guarda malizioso.

<In camera mia, non è ovvio~?> Lo guardi per un po', per poi sorridere in maniera strana.

<OK, vado nella cuccia.> Ti volti, e neanche il tempo di oltrepassare l'uscio che Papyrus chiude la porta e ti prende per il mento, costringendoti a voltarti. Istintivamente ti appoggi di schiena alla porta, se non fosse che lo scheletro si avvicina ancora di più, guardandoti maliziosamente.

<Oh, hai paura, per caso~?> Corrughi le sopracciglia, per poi pestargli un piede. Lo scheletro retrocede tenendosi l'arto colpito, mentre il fratello scoppia a ridere, posando perfino una mano sulla pancia.

<Così impari, coglione!> Sorridi soddisfatta, pronta a sederti sul divano, quando anche lo scheletro dolorante sorride.

<Intanto dormi comunque nel mio stesso letto, dolcezza~> Ti volti, non volendo fargli vedere che stai arrossendo.

"Cazzo... ha ragione."

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