Saudade

Non me lo sarei mai aspettata, ma eccolo la, è entrato nella mia vita sconvolgendo tutto quanto, obbligandomi a stare lontana da tutti per non contagiarli

Quando è stata l'ultima volta che ho potuto mettere piede fuori, anche solo per fare una passeggiata da sola nel parco per sentire l'odore dei fiori? È passato così tanto tempo ormai che ho perso il conto dei giorni senza volerlo

Mi mancano tante cose che fino a letteralmente il mese scorso sottovalutavo. Mi manca l'andare a scuola e sentire il vociare dei compagni, mi manca entrare nei negozi e poter comprare qualcosa senza che degli sconosciuti te li portino a casa, mi manca l'odore del caffè del bar accompagnato magari a qualche dolce in compagnia di qualcuno, mi manca persino il sole in faccia nelle giornate più soleggiate o il vento che mi scompiglia i capelli perfettamente pettinati su cui ci ho speso mezz'ora del mio tempo la mattina

Ora invece, è tutto un ricordo, una sensazione lontana, quasi nostalgica

Ogni giorno mi alzo, e abbagliata dalla dolente luce del computer mi trovo a fare lezioni a distanza, senza essere coinvolta lasciandomi abbandonata nel letto avvolta dalle coperte, facendomi i fatti miei la maggior parte del tempo mentre i miei compagni imparano e socializzano assieme

Di loro ormai mi sono scordata alcuni volti, invano provo a ricostruirli, ma non ho più nessun ricordo di loro, le uniche facce che vedo ormai sono quelle dei miei parenti o quelle dei personaggi dei videogiochi, con cui ormai spendo metà del mio tempo, mentre l'altra metà a disegnare volti mai conclusi nelle pagine del diario di scuola, vuoto e senza ormai più assegni di compiti o verifiche

Le mie giornate ormai sono un miscuglio di lezioni, momenti di noia, partite intense di videogiochi nel letto e momenti di ansia in generale, accompagnati da un vuoto incolmabile che non saprei spiegare a parole, ma con dei gesti, gesti che però nessuno può vedere, poiché chiusa in casa

Quando è stata l'ultima volta che ho toccato qualcosa di vivo, che non siano muri, computer, libri, console o pupazzi?

Mi aggrappo alle sensazioni e ai ricordi dei vecchi abbracci dati di sfuggita di nascosto dai compagni o dalle amiche per non farsi beccare dalla polizia o dai professori, ma non bastano per saziare la mia fame di contatto fisico, non basta più nemmeno l'abbracciare il più morbido dei miei peluche per simulare le braccia o la schiena di qualcuno

Vorrei di più, ma è una richiesta troppo grande al momento, persino per i parenti positivi e chiusi in casa con me nella mia stessa situazione, con cui condivido le mie giornate e i pasti a tavola, silenziosi e senza vita, accompagnati solo dal rumore delle forchette o dall'acqua versata nei bicchieri

Fra le soffocanti crisi di tosse o eterni malditesta il pensiero che non ne uscirò mai diventa sempre più intenso e difficile da schiodare, è lì, dietro alle mie spalle sempre pronto a presentarsi ogni volta che i sintomi peggiorano o se sento parlare di nuovo contagi o varianti, pronto a farmi stare male per poi sfuggire via a gambe levate sull'orlo delle lacrime, poggiata nello schienale di un divano nel buio della notte

Ogni volta che rifaccio il test per vedere se finalmente son libera da tutto questo devo aspettare diverse ore, a volte persino giorni, mi metto a sperare e a  pregare di continuo, ma ogni volta mi viene sbattuto in faccia l'ennesimo risultato positivo che mi costringe a stare ancora chiusa in casa, da sola in una camera provando a far passare le giornate in ogni modo possibile e immaginabile

Al contrario di quella in casa la vita al mondo esterno scorre in fretta, e quando ci tornerò per me sarà così tanto travolgente e scioccante che ti chiederò aiuto per riabituarmi, probabilmente col volto in lacrime nel pieno di un meltdown da sovrastimolazione perché ormai abituata alle fredde mura di casa, l'eterno silenzio dei pomeriggi o alle stare troppo seduta, davanti ad un marciapiede pieno di gente che parla e cammina, con le auto che passano di continuo e con la sensazione della giacca che stringe il mio petto abituato ormai da settimane dai pigiami morbidi e larghi che hanno coperto il mio corpo freddo per settimane intere

Perciò, quel giorno, concedimi almeno per un unica volta il permesso di poterti tenere la mano o abbracciarti, fregandocene di quello che potrebbero dire i carabinieri vedendoci così e senza il continuo pensiero che un dannato virus sterminatore di vite possa infilarsi fra le nostre braccia e contagiarti facendoti del male, portandoti via da me

Quindi ti prego, abbi pazienza con me, e regalami un abbraccio su cui poggiare la testa nelle tue spalle piangendo tutte le mie lacrime trattenute da due anni ormai, accumulatosi ancora di più in quelle settimane di quarantena lontana da tutta l'umanità, anche se il mio corpo ti risulterà gelido, senza vita o tremolante

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top