Capitolo 9

Natsuki's Pov
Passarono circa 3 giorni prima che potessi conoscere la mia "sorte". Non mi stupirei se mi dessero l'ergastolo o mi uccidessero, Sono un criminale dopotutto...
Ad un certo punto sentii la porta aprirsi e mi girai verso la figura che l'aveva aperta: era Max.
《Oggi è il gran giorno, sei pronto?》
No che non lo ero, avrei voluto essere al fianco del mio amato in quel momento e sarei potuto scappare in un batter d'occhio per questo, ma la realtà è che dovevo pagare per ciò che avevo fatto, quindi mi limitai ad annuire al poliziotto. Mi alzai da quel "letto" e mi feci mettere le manette, senza fiatare e divincolarmi.
《Andiamo Natsuki》, annuii semplicemente e mi feci scortare in tribunale, dove mi misero in una cella enorme, dalla quale potei assistere ad un lungo processo. Dall'altro lato della stanza, nella parte lesa, c'era Syo che tentò di difendermi, ma alla fine mi condannarono a 3 anni di carcere... non in un carcere per umani ma per vampiri... Ciò che mi chiedo ora è: ho fatto veramente la cosa giusta? La risposta è: sì. Anche se non potrò vedere Syo per 3 anni 24h su 24, lo potrò vedere una volta a settimana, se me lo permetteranno... Il problema principale sarà non farmi cadere gli occhiali per tutta la durata della mia permanenza in carcere... a tal proposito, cercherò di tenerli attaccati al naso con i miei poteri, sperando che il mio compagno di cella non mi costringa ad utilizzarli.

Arrivò la sentenza per la mia condanna e il giudice si alzò per poi andarsene. Aprirono la cella e mi portarono all'esterno dell'imponente edificio per poi farmi entrare in macchina. Ormai perso nei miei pensieri non mi accorsi del piccoletto che piangeva disperato; alzai il volto e lo vidi, tentava di farsi strada tra la folla e tra gli agenti, ma questi gli impedivano di andare oltre. Mi si stringeva il cuore nel vederlo così e, non potendo salutarlo un'ultima volta, gli comunicai un "ti amo" telepaticamente. Non potendo rispondere, Syo iniziò a piangere ancora più forte e si mise ad urlare per raggiungermi, ma alla fine l'auto partì.

Non ci volle molto per arrivare dinanzi ad una struttura nera e molto simile ad un castello gotico; l'ambiente esterno era tetro e, probabilmente, spaventoso agli occhi di un essere umano. Max mi fece scendere dall'auto e, con altri due agenti, mi scortarono fino all'entrata della struttura. «Mi raccomando ragazzo, non cacciarti ulteriormente nei guai e non farti coinvolgere in risse stupide... potresti peggiorare la tua situazione» mi avvertì Max. «Va bene, gr-» non finii di parlare che qualcuno mi prese dal braccio violentemente. «Potete andarvene umani, da qui in poi ci penseremo noi» improvvisamente venni interrotto bruscamente da un agente poco più alto di me e dai capelli corvini. «Va bene, ma non c'è bisogno di essere così scontrosi» ribattè un collega di Max, per poi andarsene scazzato in auto. Max e l'altro collega lo seguirono senza fiatare e se ne andarono.

Mi scortarono verso l'ufficio matricole, dove registrarono la mia identità, mi presero le impronte digitali ed infine mi scattarono una foto frontale e di lato.
«Bene, da oggi sarai il carcerato numero 36985, capito?», a quella domanda anuii semplicemente. «Ottimo, ora devi andare al casellario». Non sapendo dove fosse mi feci accompagnare da un agente. «Metti i documenti sulla scrivania ed alza le braccia» esclamò una figura maschile con tono freddo. Feci come mi era stato detto ed un agente iniziò a perquisirmi da capo a piedi, mettendo in un contenitore i miei effetti personali quali telefono, chiavi di casa e portafogli. «Abbiamo finito, puoi andare a farti un bagno. Puzzi da far schifo» esclamò l'uomo con tono freddo e scocciato. Annuii, ma l'uomo mi guardò in malo modo...forse voleva che parlassi.. «Il gatto ti ha mangiato la lingua o sei idiota, per caso? »gli risposi con un semplice "sì", anche se leggermente intimorito da lui. «Wow, allora non sei totalmente cretino. Portatelo a farsi una doccia». Le guardie carcerarie risposero con un "sì" contemporaneo e mi scortarono verso le docce; per l'intero tragitto le sentivo ridere di me per la figura che avevo fatto, ma non ci volevo dare molto peso. «Dai spogliati bambolina» rise uno di loro, seguito poi dal collega. Sospirai e replicai «Vi chiedo, per favore, di smetterla. Se vi comportate in questo modo non sembrate affatto professionali... e poi dov'è il mio ricambio?» i due si guardarono un attimo, per poi scoppiare in una fragorosa risata «Hai sentito collega? La bambolina dice che non siamo professionali AHAHAHAHA». Mi stavano prendendo in giro e non potevo tollerarlo, ma non volendo peggiorare la mia situazione iniziai a contare nella mia testa per calmarmi un po' e ci riuscii. Mi spogliai davanti a loro ed aprii il getto della doccia ignorando le battutine stupide di quei due e mi lavai sia i capelli che il corpo con una saponetta trovata lì. L'acqua era tiepida, perfetta per me. Se fosse stata più calda mi sarei bruciato...e tanto e se fosse stata fredda mi sarei congelato, oltre che a vedere qualcosa restringersi TwT. Mentre mi lavavo pensavo intensamente al piccoletto, a cosa potesse star facendo, a come potesse stare... mi sento un idiota ad averlo lasciato da solo, ma non posso negare di aver fatto la scelta giusta. Mentre ero sommerso nei miei pensieri, non mi accorsi del drastico cambiamento di temperatura: l'acqua era BOLLENTE, tant'è che urlai e mi allontanai dal getto velocemente. Avevo tutta la parte davanti rossissima e, mentre cercavo di sviare l'acqua calda per chiudere il getto, sentivo i due ridere dietro di me.

Non potevo ancora saperlo, ma era solo uno di quegli "scherzi" che avrei dovuto subire in quegli anni...

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