3
Niente. Solo silenzio. Niente più battiti di Minho sulla porta, niente più orribili singhiozzi da parte di Brenda.
Niente di niente. C'era solo silenzio, nell'aria tesa. Non c'erano quegli urli che gli rompevano le orecchie, né il pianto di Minho. Poi ci fu il rumore di legno rotto e l'asiatico entrò nella stanza: alla fine la porta l'aveva sfondata sul serio.
Pianse. L'Intendente dei Velocisti pianse. Era passato un mese da quando aveva parlato con Thomas. Un mese. Non l'aveva mai visto, solo ora. Con quel volto pallido, bianco, e il sangue che gli macchiava la maglietta, il cuore ormai completamente fermo.
Avevano litigato anche prima dello sparo, mentre Brenda piangeva.
-Tu non sei mio amico.- gli aveva urlato il moro. -Un amico non mi avrebbe abbandonato.-
Minho si era sentito uno stupido. Thomas aveva bisogno di lui, e lui che aveva fatto? L'aveva lasciato da solo, sapendo benissimo che da solo non sarebbe riuscito a fare niente. Lo strinse a sé, le lacrime dell'uno e il sangue dell'altro si mischiarono, mentre Brenda iniziava a leggere ad alta voce.
Minho non sentiva niente. Le voci non arrivavano alle sue orecchie, si limitava a stringere il moro piangendo.
-Sono stato uno stronzo...- sussurrò fra i capelli del suo ex-amico. -Sono stato uno stronzo. Non ho capito, perdonami, ti prego. Io... Thomas, perdonami. Ci ho provato ad accettare che ti piacesse Newt ma ho pensato che se ti fosse piaciuto sul serio non avresti fatto... Quello invece, è tutto il contrario. Tu lo ami e io... Non l'ho capito. Ti prego, Thomas. Perdonami.-
Il corpo forte dell'asiatico era violentemente scosso dai singhiozzi.
Brenda passò vicino a lui sfiorandogli la spalla, facendo cadere un foglio di carta sulle sue gambe. Poi uscì silenziosamente, si accasciò sulla porta e pianse tutte le sue lacrime.
spazio autrice.
300 parole, lo so, ma d'altronde il prossimo è l'ultimo ""capitolo"", è più o meno l'epilogo. Poi ho pensato ad uno speciale ma chissà...
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